EBREI, SORPRESA E AMAREZZA INTERVISTA BERNABEI
GATTEGNA, STEREOTIPI E ILLAZIONI DI VECCHIA TRADIZIONE
(ANSA) – ROMA, 30 MAG – “Sorpresa e amarezza: questi i sentimenti suscitati nella Comunità ebraica italiana dall’intervista di oggi sul Corriere della Sera del direttore della Lux Vide, Ettore Bernabei, storico direttore, tra l’altro, della Rai, che ha parlato di finanza ebraica e protestante dietro l’attacco alla Chiesa cattolica (“C’è la volontà di paralizzare economicamente la Chiesa cattolica, che non ubbidisce alle lobby della finanza globalizzata……Era lo specchio dell’ Italia dei primi Anni 60, divenuta il quarto tra i sette Paesi più ricchi del mondo. Fu allora che, come avevano previsto Benelli e Fanfani, cominciò l’ attacco della finanza protestante ed ebraica…“). Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Ucei) riferisce della reazione di moltissimi ebrei che si sono fatti vivi con l’Ucei per “protestare per i contenuti dell’intervista”.
“Non vogliamo drammatizzare – ha detto Gattegna – ma certamente Bernabei è ricorso a stereotipi e illazioni di antica memoria. Quello che ha colpito da parte del presidente della Lux Vide di frasi fatte che riguardano gli ebrei senza portare alcun elemento di prova né notizie specifiche ma limitandosi alla formulazione di illazioni pure e semplici. Così come quando parla sia di azioni ostili nei confronti della Chiesa, sia di influenze negative sulla situazione politica italiana”.
“Riteniamo – ha aggiunto – che per quel che riguarda i rapporti tra ebraismo e Chiesa cattolica la tesi di Bernabei sia ampiamente superata dagli eventi, dalle visite dei Papi nella sinagoga e dal dialogo”. Per quanto concerne l’aspetto politico – ha sottolineato Gattegna – il far riferimento al ’68, alla mafia e al terrorismo non e’ null’altro che un’incredibile illazione alla quale non si può dar nessun credito”.
Nella foto: Ettore Bernabei, direttore della Lux Vide
#1Emanuel Baroz
La polemica Dopo l’ intervista con l’ ex direttore generale della Rai
Accuse alle lobby anti-Chiesa Protestano le comunità ebraiche
Bernabei contro la «finanza globale». Vian: stereotipi
MILANO – Il più lapidario è Ettore Gotti Tedeschi: «Pur riconoscendo che Bernabei è un uomo di grandissimo prestigio, non sono per niente d’ accordo con le sue affermazioni». La sintetica dichiarazione del presidente dello Ior, la banca vaticana, restituisce bene l’ opinione diffusa nel mondo cattolico riguardo alle parole di Ettore Bernabei: grande rispetto per il presidente per antonomasia della Rai, che guidò dal 1958 al 1974, ma ferma presa di distanza da quelle opinioni. Intervistato da Aldo Cazzullo, Bernabei parla infatti di «attacchi alla Chiesa» da parte della «lobby della finanza globalizzata» e poi accenna alla «finanza protestante ed ebraica» che prese di mira l’ Italia negli anni ‘ 60. Affermazioni che ieri hanno spinto l’ Ucei, l’ Unione delle comunità ebraiche, a riunirsi per mettere a punto una risposta.
Per il direttore dell’ Osservatore Romano, Gian Maria Vian, si può parlare di stupore. «Io – spiega – non sono per nulla d’ accordo con queste considerazioni. Per quanto conosco Bernabei, di cui io ho stima, ciò mi sembra in contraddizione con quello che lui pensa e ha fatto negli ultimi anni». Il direttore del quotidiano vaticano si riferisce alla Lux Vide, la società di produzione fondata dallo stesso Bernabei: «Da quando ha lasciato la dirigenza pubblica, con Lux ha realizzato una quantità enorme di film di argomento religioso e quindi anche ebraico. Fin all’ ultimo caso, “Sotto il cielo di Roma” su Pio XII, che è in sostanza la storia di una famiglia ebrea. E lui ha sempre tenuto ad avere dei consulenti anche di parte ebraica». Detto questo, Vian non vuole lasciare dubbi: «Ma io certo con quelle dichiarazioni non posso essere d’ accordo. Sono stereotipi che non aiutano a comprendere la realtà e anzi potrebbero risultare pericolosi».
Anche Marco Tarquinio, il direttore di Avvenire, prende le distanze con decisione: «Ha poco senso – riflette – aggettivare religiosamente certa grande finanza, è assurdo parlare di finanza protestante o ebraica». Semmai, secondo Tarquinio, «se del malumore ci può essere in certi ambienti finanziari per le posizioni molto chiare assunte dalla Chiesa cattolica nella Caritas in veritate, certo non sono influenzate da valutazioni di tipo religioso». Conclude il direttore: «Il punto è l’ impatto fortissimo del richiamo a una finanza etica».
Ma la comunità ebraica è costernata. Riccardo Pacifici, il portavoce, spiega: «Siamo indignati da una parte e preoccupati dall’ altra. Questa idea di una lobby ebraica sempre pronta ad attaccare la chiesa speravamo davvero avesse fatto il suo tempo, vista anche la recente visita del Pontefice alla sinagoga di Roma». Ma, appunto, non manca l’ inquietudine: «Anche in considerazione dei sacrifici economici che tutti dobbiamo sostenere, pensiamo che posizioni di questo genere possano alimentare in alcune fasce meno istruite l’ odio verso gli altri e i diversi». Conclude Pacifici: «Ci auguriamo che possano arrivare scuse e chiarimenti, altrimenti dovremo valutare ogni azione possibile».
Yasha Reibman è l’ ex portavoce della comunità ebraica milanese. E sbuffa: «Da un uomo che produce fiction ci saremmo davvero attesi più fantasia che non il solito complotto ebraico. Eppure, quel che preoccupa è proprio che posizioni del genere vengano da una persona che è stata per molti anni al vertice della più grande azienda culturale del paese. Con quel tono di chi dice una verità dura ma che va pur detta. È una cosa terribile. E nell’ intervista, fa di tutto per farci credere che sia figlio del suo tempo, dell’ Italia dele leggi razziali e della chiesa preconciliare». Aggiunge Reibman: «Io, se fossi in Vaticano, sarei in serio imbarazzo. Perché la chiesa oggi è sicuramente lontanissima da queste posizioni, ma la vicinanza di quest’ uomo al Vaticano è un fatto».
Marco Cremonesi
(Fonte: Corriere della Sera, 31 Maggio 2010, pag. 23)
http://archiviostorico.corriere.it/2010/maggio/31/Accuse_alle_lobby_anti_Chiesa_co_8_100531769.shtml