“Uccidi gli ebrei per Allah!”: ancora convinti che la definizione di pacifinti sia ingiusta?

 
Emanuel Baroz
2 giugno 2010
29 commenti

“Uccidi gli ebrei per Allah!”: ancora convinti che la definizione di pacifinti sia ingiusta?

Riportiamo qui di seguito un video andato in onda su Al-Jazeera il 29 maggio 2010, in cui i partecipanti alla Freedom Flotilla, la nave dei cosidetti “pacifisti” che voleva forzare il blocco navale a largo della Striscia di Gaza per “motivi umanitari”, invocano l’uccisione degli ebrei:

Uccidi ebrei per Allah

Partecipanti della flottiglia cantano inni di guerra islamici invocanti l’uccisione di ebrei

Reporter: “Nonostante le minacce israeliane e qualche inaspettato ritardo, l’arrivo delle navi al punto di incontro prima di navigare verso la spiaggia di Gaza ha infiammato le emozioni e l’entusiasmo dei partecipanti”

Scene dalle navi della flottiglia di giovani musulmani che gridano canti di battaglia invocanti l’uccisione e la sconfitta di ebrei in battaglia:

[Ricordate] “Khaibar, Khaibar, o ebrei! L’esercito di Maometto tornerà!”

[Khaibar è il nome dell’ultimo villagio ebraico sconfitto dall’esercito di Maometto, e significa la fine della presenza ebraica in Arabia nel 628.]

Reporter: “Cantando inni che ricordano l’intifada palestinese, i partecipanti esprimono il loro desiderio di raggiungere Gaza.”

Una partecipante: “Adesso siamo di fronte a uno di due possibili lieti fini (happy endings): o il martirio o il raggiungimento di Gaza.” [Frase che esprime la formula islamica prima della battaglia: “O vittoria o martirio”.]

(Fonte: Palestinian Media Watch, 1 Giugno 2010)

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  • #2Minolussi

    invece i poveri ebrei indossano magliette inneggianti la pulizia etnica, l’uccisione di musulmane incinte e i bambini palestinesi… e lo fanno tranquillamente per le strade di Tel Aviv… quelle magliette vanno a ruba, digitre Tsahal shirt su google per un assaggio…
    se le canzoni “cruente” fossero un crimine i nostri partigiani dell’ANPI andrebbero arrestati seduta stante… per non parlare delle maledizioni e delle schifezze recitate nelle sinagoghe o scritte nel Talmud.
    si vergogni Baroz… lei non fa informazione, è solo un piccolo, inutile, rabbioso ebreo sionista… un cane scodinzolante quando osserva da una postazione privilegiata le stragi compiute dai suo simili… ma perchè non ve ne restate a Tel Aviv, lei e tutti quelli con il suo pedigree???

    2 Giu 2010, 23:03 Rispondi|Quota
  • #3Alberto Pi

    03/06/2010 Rinvenute sulla nave Marmara due pistole che gli
    attivisti avevano strappato ai soldati israeliani durante gli scontri di
    lunedì mattina. Non avevano più proiettili perché i “pacifisti” ne
    avevano svuotato i caricatori. Lo ha riferito martedì un alto ufficiale
    delle Forze di Difesa israeliane in un’audizione alla commissione esteri
    e difesa della Knesset. (Fonte: Israele.net)

    2 Giu 2010, 23:31 Rispondi|Quota
  • #4Alberto Pi

    03/06/2010 Alcuni attivisti “pacifisti”, pochi minuti prima di imbarcarsi per la Turchia, hanno aggredito a insulti, schiaffi e pugni i funzionari della sicurezza israeliani che li scortavano all’aeroporto. Le forze israeliane hanno rispettato l’ordine di non rispondere alle provocazioni.(Fonte: Israele.net)

    2 Giu 2010, 23:32 Rispondi|Quota
  • #5Alberto Pi

    03/06/2010 Funzionari della sicurezza israeliana riferiscono che Hamas sta ostacolando in ogni modo la consegna nella striscia di Gaza del carico di aiuti umanitari sbarcato nel porto di Ashdod dalle navi della flotta “pacifista” intercettata da Israele. Moshe Levy, capo dell’ufficio di coordinamento israeliano con Gaza, ha dichiarato che comunque “si tatta esattamente degli stessi beni che vengono regolarmente inviati nella striscia di Gaza, il che dimostra ancora una volta che l’intento della flottiglia era propagandistico e provocatorio, e che non aveva nulla a che fare con l’aiuto umanitario”. (Fonte: Israele.net)

    2 Giu 2010, 23:32 Rispondi|Quota
  • #6Gabriele Levy

    Lettera aperta al Manifesto

    Dunque siamo alle solite: gli israeliani sono i cattivi e i palestinesi sono i buoni.
    Veniamo ai fatti.
    Dunque: partono delle navi di aiuti umanitari ed Israele chiede solamente di poterle controllare per verificare che non vi siano a bordo armi o esplosivi.
    Il filmato fatto nei minuti prima dell’attacco, dove l’ufficiale israeliano chiede per megafono questo si puo’ vedere qui:

    http://www.youtube.com/watch?v=3E2REKHzUoI

    La risposta dalla nave dei “pacifisti” e’ negativa.

    In seguito i soldati israeliani si calano ad uno ad uno come dei polli con una fune dall’elicottero e vengono bastonati e picchiati dai pacifici “pacifisti”.
    Questo si puo’ vedere qui:

    http://www.youtube.com/watch?v=gYjkLUcbJWo

    Avete visto il filmato?
    Come vi sareste comportati al posto dei soldati israeliani, presi a bastonate e coltellate dalla massa dei “pacifisti”?

    Sapete, compagni, piu’ la sinistra appoggia l’integralismo islamico e piu’ le gente votera’ a destra.
    Piu’ la sinistra appoggera’ Hamas e l’oppressione delle donne nel mondo islamico, e piu’ la gente votera’ a destra.
    Piu’ la sinistra sosterra’ Hezbollah ed i movimenti neonazisti del mondo arabo, e piu’ la gente votera’ a destra.

    Se anche odiate solo gli israeliani, ma non tutti gli ebrei, sappiate che odiate “solo” la meta’ del popolo ebraico.Questo ci basta per riconoscervi come antisemiti al 100%.

    Noi ebrei siamo spesso stati perseguitati, non sappiamo mai da quale parte verra’ l’odio: a volte e’ il cattolicissimo tribunale dell’inquisizione, a volte i bastardi nazisti, ed oggi sono gli islamisti alleati con i “pacifisti”.
    Il gioco del “toto-odio”…

    Che in Israele ci siano dei problemi tra le varie etnie, non lo discuto: c’e’ del razzismo verso gli arabi cosi’ come verso i russi o gli etiopi. Ma trovatemi voi uno stato occidentale dove non ci sia del razzismo.
    Io spesso qui in Italia, ne ho visto: verso gli ebrei come verso gli africani, verso gli zingari e verso i marocchini.
    Si sa, la stupidita’ umana non ha limiti.

    Ma da questo ad allearsi con movimenti che chiedono la distruzione di Israele, chiamando questo atto “Liberazione della Palestina”, ce n’e’ di strada da fare.
    Eppure siete giorno dopo giorno, sempre piu’ a braccetto con i fondamentalisti.
    Per fortuna che la gente non e’ cieca. E sa leggere e capire sia la parola scritta che le immagini.

    1500 esseri umani sono stati massacrati a Gaza?
    Terribile.
    Ma quanto tempo e quato spazio avete dedicato a protestare contro questo massacro e quanto contro il massacro del Darfur, dove i morti pare siano stati circa 300 mila?
    E quanto avete protestato per i 150 mila morti assassinati in Algeria dai fondamentalisti negli anni scorsi?

    Mi sa che questo odio a senso unico verso lo stato ebraico abbia una radice che viene da lontano, da molto lontano.
    L’antisemitismo, diceva Lenin, e’ il socialismo degli imbecilli.
    State attenti a non caderci, amici.
    Il Sionismo e’ nato dal proletariato ebraico che era in fuga.
    Gli ebrei ricchi si potevano permettere il lusso di pagare per il visto USA o Australia. Gli ebrei poveri andavano in Terra d’Israele, l’unico paese che li accoglieva senza chiedere nulla in cambio.

    E quando mi ricordate della Nakba, la tragedia palestinese, vi prego, non scordatevi della nostra Nakba: circa 700 mila ebrei sono dovuti scappare negli anni ’50 dai paesi arabi, dove venivano massacrati in pogrom ben organizzati.
    Io stesso sono figlio di un ebreo fuggito dall’Egitto.
    C’e’ stato, tanti anni fa, un semplice e doloroso scambio di popolazioni.
    Ma gli ebrei immigrati in Israele si sono integrati nel paese.
    Invece i palestinesi sono sempre stati trattati, nella loro Diaspora, come un popolo da differenziare sempre. Ad esempio in Libano c’e’ una legge per cui un palestinese non puo’ possedere terre.
    Ed in Giordania stanno cacciando via migliaia di palestinesi.
    E nessuno dice niente.
    I palestinesi servono sempre.
    Servono ai dittatori arabi, che governano in maniera fascista il mondo arabo.
    Se gli arabi non avessero il nemico satanico israeliano, si renderebbero conto che il responsabile della loro miseria, economica e culturale, e’ proprio colui che li domina da decenni; da Assad a Mubarrak, da Gheddafi a Ahmadinejad. Veri fascisti professionisti.

    Quando vi chiedete dov’e’ finita la sinistra, provate a pensare se nel nostro mondo globalizzato, la sinistra non sia slittata troppo a destra, andando fianco a fianco con i fascismi mediorientali.
    Cosi, forse, capirete meglio questa nostra piccola grande tragedia.

    Credetemi, vi conviene occuparvi del Darfur e dei diritti civili in Cina, dell’Iran e dei milioni di morti di fame in Africa.

    Lasciateci stare, se continuate cosi’ ad odiarci un giorno avrete gli islamisti in casa che vi imporranno la Sharia.
    Non a La Mecca, ma a Moncalieri o Tortona, a Livorno o Benevento.
    E quel giorno vi chiederete:”Come e’ potuto succedere tutto questo?”

    2 Giu 2010, 23:39 Rispondi|Quota
  • #7Ruben Dr

    Si definiscono pacifisti ma sono seminatori d’odio

    di Gian Micalessin

    Le Ong del convoglio navale sono legate al gruppo turco Ihh, sponsor di Hamas e finanziatore di militanti della guerra santa

    La grande paura israeliana, il sospetto che ha spinto il governo di Benjamin Netanyahu a mandare gli incursori della marina a bloccare il convoglio in navigazione verso Gaza si nasconde dietro la sigla Ihh. Le tre lettere, abbreviazione dell’organizzazione umanitaria turca «Insani yardim vakfi», ovvero «Fondo di aiuto umanitario», sono per l’intelligence israeliana il simbolo dei legami sempre più profondi tra i fondamentalisti di Hamas e i gruppi islamici turchi. E non soltanto per le foto che documentano l’incontro del 2009 a Damasco tra Bulent Yildirim, fondatore e capo indiscusso di Ihh, e il segretario generale di Hamas Khaled Mashaal. Più di quelle foto preoccupano il tentativo della «Ihh» di espandersi da Gaza alla Cisgiordania e gli antichi legami con esponenti della jihad internazionale, tra cui alcuni militanti transitati dalla moschea milanese di via Jenner ai campi di battaglia di Bosnia, Afghanistan e Cecenia. Preoccupazioni diventate sempre più assillanti quando l’Ihh ha assunto il coordinamento dei cosiddetti «pacifisti» confluiti a Cipro mettendo a disposizione della flotta per Gaza tre navi pagate con i propri fondi.

    Gli italiani dell’«Onlus Abspp» o del «Comitato Gaza vivrà», gli inglesi del «Palestinian return centre», gli austriaci dello «European-Palestinian Council Koordination Forum zur Unterstützung Palestina» e gli svizzeri di «Droit pour tous» – tanto per citare alcuni dei partecipanti – si sarebbero insomma ritrovati sotto il controllo di un’organizzazione con un preciso obbiettivo politico. Dietro le attività umanitarie dell’Ihh si cela, secondo l’intelligence israeliana, l’intenzione di provocare gravi incidenti, allargare il fossato tra la Turchia e Israele e contribuire all’isolamento d’Israele. Un programma politico confermato dalla stessa Ihh con il profetico monito a Israele pubblicato sul proprio sito il 23 maggio. «Gestite bene questa crisi perché se ci fermerete rimarrete isolati e vi farete del male da soli». Quell’«avvertimento» alla luce dei fatti della scorsa notte acquisisce, dal punto di vista d’Israele, il sapore di una provocazione attentamente studiata. Non a caso l’operazione iniziale degli incursori israeliani si concentra proprio sulla «Mavi Marmaris», l’ammiraglia delle tre navi sponsorizzate dalla Ihh trasformata nel centro comando della spedizione. Dietro alla Mavi Marmaris, da cui distribuivano ordini i capi e i militanti di Ihh navigavano altri due mercantili carichi di aiuti sponsorizzati dall’Ihh.

    Per meglio capire le preoccupazioni israeliane bisogna anche sfogliare un dossier pubblicato nel 2006 dall’Istituto danese di studi internazionali. Secondo il dossier, firmato dall’analista americano Evan Kohlman, l’Ihh oltre a fornire appoggi all’insurrezione irachena è nel mirino dell’antiterrorismo turco fin dal 1997 quando una perquisizione del suo quartier generale di Istanbul portò alla scoperta di armi, esplosivi, istruzioni per confezionare bombe e documenti che collegavano l’organizzazione a militanti impegnati in Bosnia, Cecenia e Afghanistan. Ulteriori prove emergono da un memorandum del 1996 dell’Uclat, il centro di coordinamento francese d’antiterrorismo. Secondo quel dossier Bulent Yildirim, il fondatore di Ihh, era direttamente coinvolto nel reclutamento di volontari dell’internazionale islamica. Sospetti comprovati – stando al rapporto – dalle numerose telefonate intercettate tra Yildirim e i militanti della moschea milanese di via Jenner impegnati negli anni Novanta sui fronti della Bosnia.

    Le attività più preoccupanti per gli israeliani sono però quelle svolte direttamente a Gaza. Secondo «Intelligence.org», un sito molto vicino ai servizi di Gerusalemme, l’ufficio aperto dall’Ihh a Gaza non solo coordina gli aiuti ma li concorda preventivamente con i capi di Hamas. Questi rapporti sempre più stretti hanno portato nel gennaio 2009 all’incontro a Damasco tra Bulent Yildirim e il riconoscente segretario generale di Hamas Khaleed Meshaal. Parallelamente a quell’incontro l’Ihh espande le sue attività in Cisgiordania trasferendo fondi e aiuti alla «Società islamica di carità» a Hebron e alla «Società di carità Tadhamun» di Nablus, due organizzazioni controllate da Hamas e messe fuorilegge da Israele. A rendere più sospetta l’attività della Ihh contribuiscono i suoi legami con la «Union of Good» una confederazione di organizzazioni umanitarie islamiche a cui nel novembre 2008 il dipartimento del Tesoro americano ha congelato tutti i fondi dopo aver trovato le prove del «trasferimento di milioni di dollari alle associazioni consociate con Hamas».

    (Fonte: il Giornale, 1 giugno 2010)

    2 Giu 2010, 23:44 Rispondi|Quota
  • #8Ruben Dr

    Guardate questo video!!!! Altro che disarmati e pacifici!!!!!!

    http://www.youtube.com/watch?v=MQquTWfcYVI&feature=player_embedded

    2 Giu 2010, 23:50 Rispondi|Quota
  • #9Daniele Tiles

    @Minolussi: una foto di queste magliette, adosso ad un israeliano (vedo che continui a fare confusione :), direi :D), a Tel-Aviv?

    3 Giu 2010, 00:06 Rispondi|Quota
  • #10Daniele Tiles

    Perchè sa, carissimo signor Minolussi :D, ci sono italiani che girano con le magliette dei carabinieri o di altre forze dell’ordine…perchè girare con delle magliette su cui c’è scritto Tsahal sarebbero (la cito) “inneggianti la pulizia etnica, l’uccisione di musulmane incinte e i bambini palestinesi… “?
    Vi è scritto solo Tsahal, come sulle magliette dell’esercito e dei carabinieri ci sono i loro simboli…mah!

    3 Giu 2010, 00:19 Rispondi|Quota
  • #11barbara

    OT: Daniele Tiles, sei figlio di Yossi?

    3 Giu 2010, 02:00 Rispondi|Quota
  • #12antonella

    gabriele,io non sono ebrea,anzi,per la verità temo di non essere neanche cattolica perlomeno nel senso comune del termine ma mi dà fastidio chi parla sprezzantemente di un popolo senza conoscere neanche un componente dello stesso ma solo per sentito dire.vorrei ricordare a queste persone che l’antisemitismo c’è da prima della nascita del cristianesimo.da sempre il popolo ebraico ha dovuto difendersi dall’odio di gran parte del mondo.da sempre viene attaccato per le cause più disparate.e allora chiedo:che deve fare israele?”porgere sempre l’altra guancia?

    3 Giu 2010, 06:45 Rispondi|Quota
  • #14andiamo oltre

    questo video si dimostrerà un boomerang come gli altri e saranno fatti lentamente sparire perchè evidenziano ciò che la stampa si domanda: se si sapeva questo perchè il Mossad non ha denunciato prima ciò e non li ha fermati? perchè il governo bon ha avvertito prima i media? Tutto ciò avvalla solo le voci che parlano di un attacco premiditato pper mettere in difficoltà la Turchia e sistemare i conti anche con forze interne(arabi e Barak) ponendoo in pericolo l’IDFm mandata allo sbaraglio…basta scorrere i media israeliani le domande sono molte e poste con differenti tonalità

    3 Giu 2010, 09:01 Rispondi|Quota
  • #15barbara

    Cioè qualcuna in re, qualcuna in sol diesis minore, qualcuna in fa maggiore?

    3 Giu 2010, 11:14 Rispondi|Quota
  • #16Felinix

    Quì di seguito nel link ci sono diversi articoli, tra cui, la lista passeggeri.
    Diverse nazionalità, professioni e pure qualche italiano…. ancora convinti che la definizione di PaciFinti sia…giusta?

    Ora vediamo che fine fa la nave battente bandiera Irlandese……

    3 Giu 2010, 11:16 Rispondi|Quota
  • #19Sergio

    Care e cari amici,
    penso di fare cosa utile girandovi un approfondimento di Sharon Nizza su quanto accaduto nei giorni scorsi al largo di Israele e della striscia di Gaza, è centrale per capire che non si è trattato di violazione del diritto internazionale.
    Sergio

    ——————————————————————————————————

    Già domenica Israele aveva annunciato di aver esteso le acque territoriali da 20 miglia a 68. Questa azione nel diritto internazionale è possibile quando il paese in questione rischia di subire un attacco di una nave ostile. Per israele, nel merito, era esattamente questo il caso, dal momento che la nave aveva ripetutamente rifiutato di fare scalo ad Ashdod.

    Sul piano giuridico, il territorio di Gaza è sottoposto da Israele a blocco Navale. Il blocco navale è una pratica di guerra antica (risale almeno alle guerre napoleoniche) e legittima (sancita dal Congresso di Parigi del 1856). Esso consente alla potenza bloccante di catturare o anche affondare tutte le navi che cercano di violare il blocco anche in mare aperto, senza limiti di acque territoriali. Chi viola il blocco è un contrabbandiere in zona di guerra e agisce contro la legge, è dunque un obiettivo legittimo della forza militare. Il blocco riguarda tutte le navi, anche quelle neutrali.

    Israele ha seguito tutte le procedure del blocco, comunicandolo molte volte e in particolare segnalandolo agli stati interessati e anche alle navi della flottiglia, come si vede da questo video:

    http://www.youtube.com/watch?v=qKOmLP4yHb4&feature=player_embedded.

    In generale le forze militari hanno diritto di ispezione anche in alto mare e fuori dalle acque territoriali le navi di passaggio. Questi diritti si chiamano “diritto di visita” e in casi di conflitto possono diventare legittime “operazioni di interdizione marittima” (Maritime Interdiction Operation, per definizioni e limiti di queste istituzioni giuridiche vedete le voci relative sul glossario di diritto del mare della Marina italiana:
    http://www.marina.difesa.it/editoria/rivista/gloss/a.asp)

    La logica del blocco navale a Gaza deriva dal fatto che dopo il ritiro israeliano di 5 anni fa vi si è stabilito con un colpo di stato il regime terrorista di Hamas (nel 2007, dopo il conflitto tra Hamas e Fatah e l’espulsione di quest’ultima da Gaza). Da allora, il territorio di Gaza – a causa del continuo lancio di razzi nonostante lo sgombero della Striscia e del continuo ribadire di Hamas di voler eliminare Israele come statuito dalla sua Carta fondativa – è stato dichiarato ufficialmente dal governo israeliano zona nemica e per questa ragione sottoposto a varie operazione militari. Neppure un testo così antisraeliano come il Rapporto Goldstone ha negato a Israele il diritto di autodifesa, che è basilare nella carta dell’Onu (art. 51), e quindi non ha potuto negare la legittimità dell’Operazione Piombo fuso (se non delle sue forme) e del blocco navale e terrestre, che mira a impedire rifornimenti di armi e materiali che potrebbero aggravare l’aggressione.

    Nel caso della Mavi Marmara, la violazione del blocco è configurata dalla volontà esplicita del comando delle navi. La marina israeliana ha fermato senza incidenti cinque della sei navi. Solo sulla sesta, la più grande, è avvenuto un tentativo di linciaggio dei marinai che, secondo la prassi internazionale, stavano salendo a bordo per controllare la nave.
    I soldati hanno avuto l’autorizzazione a sparare solo quando la loro stessa vita era a rischio. Il diritto sta dalla loro parte: avevano diritto dal punto di vista della legalità internazionale, di imporre un’ispezione alla nave; avevano diritto di fermarla visto che tentava di violare un blocco. Avevano infine il diritto alla legittima difesa che appartiene a chiunque è fisicamente aggredito come si vede nei video.

    Notare: il blocco è attuato anche dall’Egitto, che ha messo un muro che divide la città di Rafah nella sua parte palestinese e egiziana.

    Attualmente, Israele, si trova in queste condizioni: c’è una zona interdetta alla navigazione, c’è il rischio concreto di traffico d’armi (NB: precedente della nave Iraniana che poco tempo fa fu sequestrata perché imbottita di armi sotto derrate apparentemente umanitarie) e quindi lo stato rivierasco è nel pieno diritto di fermare, ispezionare, condurre nei suoi porti i navigli sospetti.

    All’invito di approdare in un porto Israeliano il comandante della Marmara risponde negativamente. A quel punto le scelte erano due:
    A) aprire il fuoco avanti la prua della nave turca (con grande rischio) per obbligarla a riguadagnare il largo
    B) abbordare la nave per condurla in un porto Israeliano
    Non ci sono alternative. Sbarrare la strada è un rischio altissimo, vedi il disastro nel canale di Otranto del 1997
    Per chi si volesse cimentare in lunghissime letture di seguito troverà i principali documenti :
    Attività di prevenzione antiterrorismo nel settore del trasporto marittimo
    convenzione onu sul diritto del mare
    Un saggio : LIBERTA’ DEI MARI E CONTROLLO DEGLI STATI COSTIERI – in particolare, dal trattato del 1982; – DIRITTO DI PASSAGGIO INOFFENSIVO Montego Bay precisa che il passaggio deve essere “continuo e rapido” e che non “rechi pregiudizio alla pace, al buon ordine o alla sicurezza dello stato costiero”. In caso contrario lo stato può adottare le necessarie misure, eccezionalmente chiuderlo al traffico. Questo vale per navi civili, militari e sottomarini con l’obbligo di navigare in superficie.
    Dispense di Diritto Internazionale
    Diritto internazionale marittimo

    Precedente della argentina General Belgrano affondata dagli inglesi (1982):

    La nave era al di fuori della zona di interdizione di 200 miglia. Sebbene la nave fosse al di fuori della zona di interdizione, entrambe le parti comprendevano che questa non era più il limite di azione britannica – il 23 aprile il governo britannico aveva fatto giungere un messaggio al governo argentino mediante l’ambasciata svizzera a Buenos Aires che diceva:
    (EN)

    « In announcing the establishment of a Maritime Exclusion Zone around the Falkland Islands, Her Majesty’s Government made it clear that this measure was without prejudice to the right of the United Kingdom to take whatever additional measures may be needed in the exercise of its right of self-defense under Article 51 of the United Nations Charter. In this connection Her Majesty’s Government now wishes to make clear that any approach on the part of Argentine warships, including submarines, naval auxiliaries or military aircraft, which could amount to a threat to interfere with the mission of British Forces in the South Atlantic will encounter the appropriate response. All Argentine aircraft, including civil aircraft engaged in surveillance of these British forces, will be regarded as hostile and are liable to be dealt with accordingly. »(IT)

    « Nell’annunciare l’instaurazione di una Zona di Interdizione Marittima intorno alle isole Falkland, il Governo di Sua Maestà ha reso chiaro che questa misura è stata presa senza pregiudizio al diritto del Regno Unito di intraprendere qualunque misura aggiuntiva si rendesse necessaria per esercitare il suo diritto all’autodifesa, come previsto dall’Articolo 51 dello statuto delle Nazioni Unite. Di conseguenza il Governo di Sua Maestà desidera ora rendere chiaro che ogni manovra di avvicinamento da parte di navi da guerra argentine, inclusi sottomarini, navi ausiliarie o aerei militari, che possano costituire una minaccia alla missione delle forze britanniche nel Sud Atlantico, incontreranno una risposta appropriata. Tutti gli aerei argentini, inclusi aerei civili impegnati nella sorveglianza di forze britanniche, saranno considerati ostili e passibili di essere trattati di conseguenza. »

    3 Giu 2010, 11:27 Rispondi|Quota
  • #20Pacimù

    Autodistruzione, ecco cosa sta accadendo a Israele.
    Schiavi del terrore generato dal nazzismo di 60 anni fà… ora la fanno pagare a chi chiedono la propria terra…
    La fine degli ebrei avverrà per mano loro

    3 Giu 2010, 13:42 Rispondi|Quota
  • #21Mirko Viola

    Tiles… il suo servilismo non ha eguali: http://www.italia.attac.org/spip/IMG/jpg_razzismo_israeliano.jpg
    in questa maglietta si vede una palestinese incinta dentro al mirino… un colpo, due morti…
    ne vuole una anche lei???
    saluti

    4 Giu 2010, 09:59 Rispondi|Quota
  • #22Daniele Tiles

    @Mirko Viola: come è bello che lei pensi che mi possa piacere una maglietta :), che invece trovo opinabile (ma come fa a pensare quello che penso?! Minchia, ma che poteri della mente che hanno queste persone :D).
    Di mio preferisco questa :9 http://www.stophamas.com/israel-vs-hamas-soldier-shirt-large.jpg
    Così può capire i miei gusti!
    E magari guardi un pochino dei cartoni animati di hamas, che incitamento alla pace fanno 😀

    4 Giu 2010, 11:52 Rispondi|Quota
  • #23Daniele Tiles

    @Mirko Viola: e visto che, a differenza di voi, se mi presentate qualcosa mi documento, ho iniziato a cercare:

    http://news.sky.com/skynews/Home/World-News/Israeli-Army-T-Shirts-Mock-Killing-Palestinian-Women-And-Children-During-Gaza-Offensive/Article/200903315245946

    “A spokesman for the Israeli Defence Forces (IDF) told Sky News Online, the t-shirts were printed on the private initiative of the soldiers and their designs “are not in accordance with IDF values and are simply tasteless. This type of humour is unacceptable and should be condemned”.”

    Da qui, a farne un fascio, ce la fate solo voi. Sono state prodotte da degli stupidi, in maniera del tutto opinabile e condannabile (e come ribadisco, io non le indosserei mai).
    Se poi da voi, alla prima ricerca di Google di tsahal t-shirt, escono quelle…mi sa che avete altri motori di ricerca:

    http://www.google.com/images?q=tsahal%20t-shirt&oe=utf-8&rls=org.mozilla:it:official&client=firefox-a&um=1&ie=UTF-8&source=og&sa=N&hl=en&tab=wi

    4 Giu 2010, 12:47 Rispondi|Quota
  • #24Daniele Tiles

    @Mirko Viola: Belle fare di ogni erba un fascio, vero?

    http://news.sky.com/skynews/Home/World-News/Israeli-Army-T-Shirts-Mock-Killing-Palestinian-Women-And-Children-During-Gaza-Offensive/Article/200903315245946

    Cito: “A spokesman for the Israeli Defence Forces (IDF) told Sky News Online, the t-shirts were printed on the private initiative of the soldiers and their designs “are not in accordance with IDF values and are simply tasteless. This type of humour is unacceptable and should be condemned”.”

    4 Giu 2010, 13:09 Rispondi|Quota
  • #25Sergio

    ..scusatemi, ma mi sfugge un particolare, vorrei sapere il motivo per cui Israele ha messo in atto il blocco navale. Scusatemi ma non riesco a leggerlo da nessuna parte.
    Sergio

    5 Giu 2010, 10:34 Rispondi|Quota
    • #26Emanuel Baroz

      @ Sergio: forse perchè Hamas ha preso il controllo della Striscia di Gaza con un golpe qualche anno fa ed ha utilizzato tutto questo tempo a fare entrare delle armi in mezzo agli aiuti umanitari, armi che dopo sono state utilizzate contro lo Stato di Israele

      5 Giu 2010, 21:33 Rispondi|Quota
  • #27Micol

    Emanuel, lo sai benissimo che il golpe non è stato di Hamas, ma che amas è stata attaccata da membri di fFatah armati, addestrati e fatti entrare a gaza in massa da un varco aperto da Israele, sei ridicolo per quanto sei nudo quando scivi queste bugie

    6 Giu 2010, 12:01 Rispondi|Quota
    • #28Emanuel Baroz

      Il golpe non è stato di Hamas?????? Hamas attaccata da membri di Fatah armati fatti entrare a Gaza da un varco aperto da Israele?! Dai, su…….siamo seri per favore! Non è che possiamo dare spazio a tutte le menzogne che provengono dalle fonti palestinesi! Hamas ha attuato un golpe a Gaza uccidendo gli uomini di Fatah e spodestandoli dai posti di potere che da quelli erano stati occupati…non si può negare anche questo!

      6 Giu 2010, 12:30 Rispondi|Quota
  • #29Emanuel Baroz

    Sulla definizione di pacifinti

    di David Bidussa

    Può accadere talora che qualcuno inventi un’espressione e che questa, proprio perché diviene di uso immediato, sia percepita come la soluzione del problema, quando invece il problema rimane invariato e, soprattutto, irrisolto. La settimana scorsa è accaduto con la parola “pacifinti”. Non so chi l’abbia coniata. Mi complimento per la creatività. Ma ripeterla non risolve il problema, né consente di andare oltre la scena del contendere. Non sarà un nome che consentirà di superare il dramma che ci troviamo di fronte. Farne una questione di nome è miope. Mi ricorda Don Ferrante, l’erudito seicentesco creato da Manzoni ne “I promessi sposi”, il quale, di fronte al dilagare della peste, non sapendo scegliere tra sostanza e accidente, dichiara che la peste non c’è. Soddisfatto per aver messo d’accordo la teoria e la realtà, va a letto convinto di aver risolto il problema salvo poi morire di peste.

    (Fonte: Rassegna Ucei, 13 Giugno 2010)

    15 Giu 2010, 10:25 Rispondi|Quota
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