M.O.: marina israeliana apre il fuoco contro palestinesi armati davanti Gaza
Gerusalemme, 7 Giugno 2010 – La Marina israeliana ha aperto il fuoco contro un gruppo di 5 palestinesi armati che si trovavano a bordo di un’imbarcazione davanti alle coste di Gaza.
A darne notizia, riferisce il quotidiano ‘Haaretz’ sul suo sito, sono state questa mattina le forze armate israeliane, precisando che intorno alle 4.30 di questa mattina alcune unita’ della Marina hanno individuato al largo di Gaza un’imbarcazione con a bordo cinque palestinesi armati. Quattro di loro sono stati uccisi, un quinto risulterebbe disperso. L’incidente è avvenuto all’altezza del campo profughi Nusseirat.
Secondo fonti palestinesi citate dal quotidiano, i militanti erano membri delle Brigate dei Martiri di Al Aqsa e si stavano addestrando per compiere un attacco via mare contro Israele quando sono state individuati dall’unita’ della marina. Anche La Tv araba ‘al-Jazeera’ ha raccontato che i quattro morti facevano parte delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa, come confermato anche da Abu Jalil al-Jabari, portavoce della fazione palestinese armata. Sempre secondo al-Jabari i quattro erano impegnati in attività di addestramento militare.
(Fonte: Adnkronos, TgCom e Virgilio news del 7 Giugno 2010)
In alto: l’articolo pubblicato su “L’Unità” dell’ 8 Giugno 2010, che riporta la notizia con il titolo “Israele, uccisi 4 sub palestinesi”. Da notare che proprio sopra il titolo viene scritto che gli uomini armati stavano preparando un attentato….
#1Antonio Gabriele Fucilone
Vi invito a leggere il link http://italiaemondo.blogspot.com/2010/06/israele-in-europa.html.
L’Unità è un giornale di parte.
Come tale, darà sempre le notizie dettate dalla sua parte politica di riferimento.
Comunque, Israele fa bene ha difendersi.
E’ un suo diritto!
#2Alberto Pi
FRANCIA: EBREI CRITICANO STAMPA, TROPPO OSTILE A ISRAELE
INCHIESTA JDD, OGGI PREFERISCONO INTERNET E MEDIA COMUNITARI
(ANSA) – PARIGI, 12 GIU – Gli ebrei di Francia giudicano la stampa nazionale transalpina troppo ostile a Israele, e preferiscono informarsi con i giornali comunitari o, sempre più spesso, via Internet. Lo riferisce un’inchiesta del settimanale Journal du Dimanche (Jdd), pubblicata alla vigilia del voto per l’elezione del presidente del Crif, il Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche francesi.
“I palestinesi hanno tutti i media a proprio favore” lamenta Raphael, ebreo parigino di origini tunisine, che confessa di aver ormai smesso di comperare i giornali, deluso dal loro comportamento nei confronti di Israele. Le critiche non risparmiano nemmeno quotidiani popolari come Le Parisien, foglio locale della capitale francese ricco di cronaca e povero di riflessioni politiche. Il suo racconto dei recenti eventi a Gaza, dichiara delusa la pensionata Simone Bismuth, da anni affezionata lettrice, “é stato troppo emotivo e passionale”, privo di “informazioni precise, per esempio sul diritto internazionale in materia marittima”.
“Hanno l’impressione di essere tralasciati dai media francesi – spiega sempre al Jdd il sociologo Erik Cohen – Non si sentono rappresentati. Allora, da un momento all’altro, li abbandonano”. Scegliendo piuttosto i giornali editi dalla stessa comunità ebraica, oppure, in misura crescente, i siti Internet filo-israeliani francofoni.
Come JssNews, webzine creata alla fine del 2008 il cui fondatore, Jonathan-Simon Sellem, nella presentazione si dice “irritato dalle banalità” che si dicono su Israele e il mondo ebraico. O il più militante Aschkel.info, con una homepage ornata dalla bandiera con la stella di Davide, che si dà come obiettivo di “lottare contro l’informazione che disinforma e la disinformazione che informa”.
“C’é una forte irritazione nella comunità ebraica – dichiara David Saada, presidente del Fondo sociale ebraico – a causa dell’attaccamento emotivo molto forte a Israele, che non é il mostro militarista che presentano i media. I soldati di Tsahal sono spesso parenti, persone di famiglia. Quando gli ebrei sentono nella manifestazioni ‘Morte a Israele’ o ‘Israele assassino’ accettano ovviamente meno le critiche”.