La flottiglia naufraga in un mare di menzogne

 
Emanuel Baroz
14 giugno 2010
2 commenti

La flottiglia naufraga in un mare di menzogne

di Ugo Volli

freedom-flotilla-gaza-focus-on-israelPassate un paio di settimane, la vicenda della “flottiglia” si può valutare freddamente per quel che è stata principalmente fin dall’inizio: un episodio della guerra di attrito, immateriale ma molto concreta, che il mondo islamico e l’estremismo di sinistra combattono nell’opinione pubblica mondiale contro la legittimità di Israele e il suo diritto a difendersi.

Israele è sulla difensiva strategica da sempre e in tutti i campi, per la semplice ragione che deve difendere la sua esistenza e il suo territorio contro forze preponderanti e disposte a ogni violenza. Lo è maggiormente nel campo delle relazioni pubbliche, da quando gli arabi sono riusciti a identificarlo agli occhi del mondo con l'”occupazione” (non solo della Cisgiordania, ma dell’intera “Palestina storica”, incluse Haifa, Tel Aviv Gerusalemme e Beer Sheva). E lo è ancor di più da quando è finita malissimo la serie dei “ritiri”: abbandonare la zona di protezione del confine libanese ha moltiplicato la forza di Hezbollah, cedere all’AP parti della Cisgiordania ha portato il terrorismo nel cuore di Israele, lasciare Gaza ha portato a un mini-stato terrorista, la ferita più infiammata oggi.

La guerra mediatica in corso ha l’obiettivo di impedire a Israele di utilizzare la sua forza militare per difendersi. La flottiglia è un episodio di questa guerra, nelle dichiarazione degli stessi organizzatori serviva non tanto a portare soccorsi a Gaza, quanto a rompere il blocco, che il mezzo per rendere più difficile e costoso il riarmo di Hamas. Bloccando le navi Israele non è affatto “caduto in una trappola”, ma ha combattuto una battaglia di interdizione necessaria in condizioni di  inferiorità strategica. In casi del genere si pagano dei prezzi tattici per difendere valori strategici.

Israele era ben consapevole del rischio di sfruttamento mediatico dell’attuazione del blocco in questo caso, ma non poteva subire che Gaza diventasse il porto libero della guerriglia islamista nel Mediterraneo. Per questa ragione ha fatto scendere quasi disarmati e senza fuoco preventivo di sbarramento i propri commandos. Il senso di questo rischio era di rendere possibile una soluzione incruenta dell’incidente: il risultato finale sarebbe stato lo stesso, il blocco delle navi contro una condanna generalizzata di Israele.

Gli islamisti turchi a bordo, reclutati da un partito, il BPP, erede dei “Lupi grigi” e responsabile di molti omicidi di armeni, cristiani ecc.,  hanno deciso invece di creare l’incidente per enfatizzare l’incidente: se fossero riuscito a uccidere o a rapire qualche soldato il risultato sarebbe stato un successo enorme nell’immaginario arabo, se il prezzo di sangue fosse stato dalla loro parte si sarebbe potuto sfruttare vittimisticamente com’è accaduto.

A parte fantascientifici ipotesi di bloccare la nave senza toccarla (chi ne parla non ha mai considerato l’energia cinetica di un’imbarcazione del genere o anche della sua elica), non si poteva fare di più o meglio. Né si poteva far passare la flottiglia senza creare un santuario terrorista sempre meglio armato, una Tortuga mediterranea.

La battaglia successiva è avvenuta sui media e fra le forze politiche. Israele si è difesa meglio del solito su questo piano, diffondendo molto presto un buon numero di video che mostravano come fosse realmente andato lo scontro sulla “Mavi Marmara”. Un osservatore equilibrato aveva a disposizione, dalla sera del giorno successivo all’incidente, i materiali per capire che i morti non erano stati causati dall'”assalto” israeliano, ma da un agguato del gruppo paramilitare turco sulla nave. Peccato che questi osservatori equilibrati siano mancati, che i media e i politici abbiano ripetuto all’infinito il mantra dell'”arrembaggio” e della “strage”, con una caratteristica graduazione di toni fra destra e sinistra, su cui ho scritto la settimana scorsa.

Quel che è successo nei media, però, va ben al di là dei giudizi e delle opinioni, che naturalmente sono tutte discutibili e tutte legittime. E chiaro che l’opinione dei media e dei politici, a parte alcune eccezioni tutte o quasi di destra, è oggi massicciamente antisraeliana. E però vi è stato una deformazione dei media che riguarda i fatti, non le opinioni. Propongo di chiamare quel che è successo “effetto Reuters“, dall’agenzia di stampa che fornisce buona parte delle immagini sui nostri giornali.

Com’è noto la Reuters ha ripreso delle foto già pubblicate da un quotidiano popolare turco, in cui si vedevano i paramilitari infierire sul corpo dei soldati israeliani catturati e abbattuti, immettendole sul circuito internazionale, con solo una “piccola” operazione di editing per eliminare i coltelli impugnati dai teppisti e le abbondante macchie di sangue da esse provocate (per chi vuol vedere le immagini e saperne di più, consiglio questa pagina).

La Reuters è recidiva, perché fece uno scherzetto del genere al contrario già durante la guerra del Libano nel 2006, ma si è proclamata innocente, responsabile solo di un “ritaglio tecnico”. O sono cattivi giornalisti, che non capiscono come quei coltelli sono l’elemento più importante delle foto, o il ritaglio non era affatto tecnico, serviva a nascondere la violenza dei “poveri pacifisti”. E’ significativo che nessuno nella stampa mondiale abbia insistito a chiedere spiegazioni. Quel che ci interessa qui è che tutti i giornali italiani (in particolare quelli di sinistra) hanno compiuto analoghi “ritagli”, eliminando dal quadro dei loro lettori fatti bene accertati e documentati come le modalità dell’agguato turco sulla Mavi Marmara. Per esempio i video, anche quelli tratti dalle telecamere dei “giornalisti” presenti sulla nave non si sono visti praticamente su nessun sito web dei giornali italiani e non sono stati affatto raccontati. Si è parlato solo genericamente di una “versione israeliana”, per definizione squalificata. L’informazione sui fatti che viene da Israele si trova insomma non solo a dover superare i pregiudizi dell’opinione pubblica, ma un filtro attivo da parte dei media e dei politici di sinistra.

Come si spiega questo “effetto Reuters”?  Vi sono due ragioni. La prima è che la stampa italiana, impegnata com’è in un’infinita campagna elettorale, è in questo momento la peggiore del mondo (almeno dei paesi democratici), ha smarrito completamente l’idea di avere la funzione di informare i suoi lettori, ha smarrito completamente la distinzione fra propaganda e informazione. La seconda è che contro Israele si applica dappertutto e anche in questo caso un doppio standard, che lo fa giudicare in maniera diversa da qualunque altro Stato o movimento. Un Doppio standard, che insieme alla Demonizzazione e alla Delegittimazione rientra nei criteri proposti da Natan Sharanski (le 3 “D”) per il passaggio dalla legittima critica di un governo all’antisemitismo.

(Fonte: Rassegna Ucei, 13 Giugno 2010)

Articoli Correlati
La flottiglia per Gaza di pacifinti italiani raccoglie adesioni

La flottiglia per Gaza di pacifinti italiani raccoglie adesioni

La flottilla carica di italiani Ha ricevuto oltre novemila richieste da tutta Europa l’iniziativa di organizzare una nuova spedizione diretta a Gaza dai “pacifinti” che rischiano di mettere in pericolo […]

Freedom Flotilla: diffuso un nuovo video in cui il leader dell’IHH invita i pacifinti a bordo a “buttare gli israeliani a mare”

Freedom Flotilla: diffuso un nuovo video in cui il leader dell’IHH invita i pacifinti a bordo a “buttare gli israeliani a mare”

M.O./ Blitz nave, Israele diffonde nuovo video su Mavi Marmara Immagini mostrano leader IHH che incita passeggeri contro soldati Roma, 18 giu. (Apcom) – Il ministero degli Esteri israeliano ha […]

I «pacifisti» italiani della Freedom Flotilla? Antisemiti che negano l’Olocausto

I «pacifisti» italiani della Freedom Flotilla? Antisemiti che negano l’Olocausto

I «pacifisti» italiani sulla nave? Antisemiti che negano l’Olocausto di Roberto Fabbri Angela Lano, che su «Repubblica» ha accusato Israele per il blitz, collabora con un sito che definisce De […]

Abbordaggio nave Marmara: fatti chiari, commenti distorti

Abbordaggio nave Marmara: fatti chiari, commenti distorti

Il nodo di Gaza – Fatti chiari, commenti distorti di Federico Steinhaus* Filmati, comunicati, precisazioni. Siamo inondati da tutto ciò, quando in realtà non ce ne dovrebbe essere bisogno, se […]

Unità d’assalto israeliane vengono respinte con mazze e armi da taglio mentre abbordano la Marmara, una delle sei navi componenti la Freedom Flotilla, per trasportarla insieme alle altre cinque imbarcazioni componenti la “flottiglia” nel porto di Ashdod: almeno 10 morti e numerosi feriti, tra cui anche soldati IDF

Unità d’assalto israeliane vengono respinte con mazze e armi da taglio mentre abbordano la Marmara, una delle sei navi componenti la Freedom Flotilla, per trasportarla insieme alle altre cinque imbarcazioni componenti la “flottiglia” nel porto di Ashdod: almeno 10 morti e numerosi feriti, tra cui anche soldati IDF

Unità d’assalto israeliane vengono respinte con mazze e armi da taglio mentre abbordano la Marmara, una delle sei navi componenti la Freedom Flotilla, per trasportarla insieme alle altre cinque imbarcazioni […]

Lista Commenti
Aggiungi il tuo commento

Fai Login oppure Iscriviti: è gratis e bastano pochi secondi.

Nome*
E-mail**
Sito Web
* richiesto
** richiesta, ma non sarà pubblicata
Commento

  • #1Emanuel Baroz

    Italiani all’estero, Comites Israele in allarme dopo dichiarazioni di Randazzo (Pd) su Gaza

    Dal Sen. Randazzo, in quanto unico rappresentante in Senato della circoscrizione Asia-Africa-Oceania-Antartide, ci attendiamo una posizione meno unilaterale, parziale e distorta dei fatti.

    GERUSALEMME – Chiamato direttamente in causa dal Senatore Nino Randazzo (Pd) in seguito alla vicenda della flottiglia diretta al porto di Gaza, il Comites Israele esprime preoccupazione per le gravi carenze informative e interpretative che emergono dalle opinioni espresse dal Senatore.

    Dal Sen. Randazzo, in quanto unico rappresentante in Senato della circoscrizione Asia-Africa-Oceania-Antartide, ci attendiamo una posizione meno unilaterale, parziale e distorta dei fatti. Ci attendiamo invece dal Sen. Randazzo una ricognizione in loco che gli permetta di verificare direttamente quali siano effettivamente le condizioni dei Cittadini italiani residenti in Israele, che egli rappresenta e che debbono costituire la sua massima preoccupazione.

    È ridicolo e populista, per cominciare, il suo riferimento ai “governanti di Tel Aviv”, quando la sede fisica del governo e di tutte le maggiori istituzioni israeliane di trova, come è noto, a Gerusalemme. È a Gerusalemme, non a Tel Aviv, che il Sen. Randazzo potrà incontrare i suoi interlocutori parlamentari.

    Gli Italiani in Israele sono una comunità di persone indipendenti, che ragionano e fanno parte di una società democratica – l’unica nel Medio Oriente – nella quale esistono diverse idee politiche. Tutti, senza distinzione, auspicano una pacifica, rapida e giusta soluzione al conflitto nel Medio Oriente, che tuteli l’esistenza d’Israele come stato Ebraico e Democratico e assicuri a tutte le parti nel conflitto pieni diritti civili nei rispettivi paesi.

    Anche fra gli Italiani in Israele possono esistere diverse valutazioni circa gli avvenimenti dell’ultima settimana. Tuttavia non può esistere dubbio sui fatti seguenti:

    La flottiglia era composta da un gruppo molto eterogeneo che comprendeva persone convinte in buona fede di compiere opera umanitaria, fiancheggiatori di organizzazioni filo-terroristiche, e autori materiali di atti di terrorismo.
    Il comportamento di una parte dei passeggeri sulla nave Mave Marmara, che hanno usato pugnali, spranghe di ferro, accette e armi da fuoco, dimostra senza ombra di dubbio che non si trattava, in questo caso, di pacifisti ma di facinorosi mossi da motivazioni bellicose e coinvolti direttamente nella lotta del movimento Hamas contro Israele.

    Fra i partecipanti all’impresa si notava anche il vescovo Hilarion Capucci. La scarcerazione del Capucci, incriminato anni fa per trasporto di esplosivi, fu concordata a suo tempo col Vaticano a patto inderogabile della cessazione da parte dello stesso Capucci di qualunque attività pubblica. La sua presenza era un atto di spregio agli accordi internazionali e un attentato alle intese Israele-Vaticano. Su questo certamente il Sen. Randazzo – che non manca nel suo messaggio di richiamarsi alla dottrina cristiana – vorrà dare la sua opinione.

    Sottoposti per mesi al quotidiano incessante bombardamento di razzi e missili nella regione di Israele adiacente alla Striscia di Gaza da parte di Hamas (e nelle regioni settentrionali della Galilea da parte di Hizballah), gli abitanti di Israele, e fra di loro i Cittadini italiani, hanno innanzitutto il dovere di preoccuparsi per la propria incolumità. Questa viene assicurata dalle azioni di contenimento e di contrattacco deliberate dal Governo di Israele. Il Sen. Randazzo ha il dovere di chiedersi quale sia la sorte degli Italiani in Israele sottoposti a incessanti atti di terrorismo.

    Il blocco navale di Gaza è stato determinato dalla necessità di evitare che armi e munizioni di grosso calibro e maggiore gittata vengano sbarcati colà, e che Gaza diventi di fatto un porto iraniano nel Mediterraneo. Il blocco navale fa parte degli strumenti utilizzati in caso di guerra, e guerra esiste fra Hamas e Israele. Citiamo l’articolo 7 dello Statuto di Hamas (che il Sen. Randazzo è invitato a leggere): Il Profeta, Allah lo benedica e gli conceda salvazione, ha detto: “Il Giorno del Giudizio non verrà finché i Musulmani non combatteranno gli ebrei, quando gli ebrei si nasconderanno dietro pietre e alberi. Le pietre e gli alberi diranno: Oh Musulmani, Oh Abdulla, c’è un ebreo dietro di me, venite e uccidetelo”.

    Il tentativo di forzare il blocco del porto di Gaza era quindi un atto premeditato ed esplicito di guerra, e come tale è stato trattato dalla marina militare di Israele. Il Comites Israele deplora e compiange qualsiasi spargimento di sangue avvenuto in seguito all’operazione.

    Tuttavia Israele ha dichiarato la sua disponibilità a far passare i materiali di aiuto umanitario portati dalla flottiglia alla popolazione di Gaza. Tali materiali includevano ingenti quantità di medicinali scaduti. Certamente il Sen. Randazzo ha una buona spiegazione per questo fatto, che del resto era già avvenuto in passate spedizioni umanitarie provenienti dall’Italia.

    Il Sen. Randazzo ha il dovere di verificare quali e quanti approvvigionamenti passino da Israele a Gaza attraverso i punti di confine. Se lo avesse fatto avrebbe appreso che cento camion passano il confine quotidianamente, contro i venticinque camion che sono l’ammontare di tutte le provviste che si trovavano a bordo della flottiglia. Il Sen. Randazzo dovrebbe anche verificare la quantità e l’entità dei prodotti che passano quotidianamente dall’Egitto a Gaza attraverso i tunnel, non senza notare e magari denunciare il fatto che il confine ufficiale fra l’Egitto e Gaza è solitamente chiuso.

    Il Sen. Randazzo dovrebbe verificare accuratamente l’uso che viene fatto dei miliardi di Euro in denaro e aiuti concreti che vengono distribuiti dalla cooperazione internazionale a beneficio della popolazione palestinese: a chi Hamas distribuisce gli aiuti e a chi no, e quale uso, civile o militare, viene fatto di tali aiuti. Al momento attuale gli aiuti umanitari provenienti dalla flottiglia si trovano fermi al confine fra Gaza e Israele, perché Hamas rifiuta di prelevarli.

    Non abbiamo sentito con uguale insistenza la voce del Sen. Randazzo in occasione dei molti atti di barbarie che si sono verificati in questi ultimi tempi nella sua circoscrizione elettorale: per esempio, l’affondamento di una nave sud-coreana da parte della Corea del Nord, le centinaia di migliaia di morti in Iraq per mano di terroristi musulmani, i numerosi morti dell’OLP nel conflitto civile con Hamas, l’uccisione del vescovo di Anatolia da parte del suo autista musulmano, l’uccisione di decine di Copti da parte di estremisti musulmani in Egitto, le centinaia di migliaia di morti in Algeria, la feroce repressione dell’opposizione democratica in Iran. È in questo contesto di intolleranza, fanatismo, totalitarismo che si è verificata la tragica uccisione dei bravi e coraggiosi Militari Italiani in missione nelle molte zone di conflitto e di tensione nel Medio Oriente.

    Infine vorremmo sentire la voce del Sen. Randazzo sulla detenzione da parte di Hamas di un soldato israeliano, cittadino francese, dunque europeo, cittadino onorario della Città di Roma, Gilad Shalit, a cui viene negata da ben quattro anni ogni visita da parte delle organizzazioni umanitarie internazionali.

    Il Sen. Randazzo è uomo politico di grande età ed esperienza, e sa bene che in fin dei conti sarà il responso delle urne a determinare l’opinione degli elettori italiani nei confronti della sua attività di parlamentare.

    Sarà onore e privilegio del Comites ospitare il Senatore Randazzo non appena vorrà compiere una necessaria e urgente visita di aggiornamento in Israele.

    http://www.italiachiamaitalia.net/news/137/ARTICLE/22001/2010-06-08.html

    15 Giu 2010, 12:45 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    Col Senatore Nino Randazzo eravamo andati a cena una sera con un gruppo di amici a Tel Aviv. Persona conviviale, isolano di Salina trasferitosi in Australia, eletto a Palazzo Madama per la circoscrizione Asia-Africa-Oceania-Antartide nelle liste dell’Unione nel 2006, poi confermato nel 2008 con il PD. Avevamo parlato di tutto, aveva promesso di impegnarsi nella soluzione di antiche questioni non risolte: le cittadinanze tolte a molti cittadini italiani in Israele e mai restituite, le pensioni, gli attestati di benemerenza. Nelle ultime settimane Nino Randazzo sembra sia stato morso dalla tarantola, anzi, punto dal pesce spada. Non passa quasi giorno senza che si esprima polemicamente verso Israele e in particolare verso quegli Italiani che, dopo tutto, hanno contribuito a eleggerlo al Parlamento. Randazzo ha smesso di curare gli interessi degli Italiani all’estero. La casa distrutta della cittadina italiana Susanna Cassuto Evron, nel kibbuz di Sa’ad di fronte a Gaza, non lo interessa. È più sexy la grande politica. Questa settimana a ItaliachiamaItalia ha detto: “il nostro cuore non dovrebbe sanguinare solo per le due o tre vittime dei razzi palestinesi” [frase francamente stupida, sdp] “ma anche per le centinaia di vittime innocenti, molti dei quali bambini, che muoiono a Gaza e per i milioni di profughi palestinesi che si trovano in tutto il Medio Oriente” [purtroppo in parte vero, ma quanta demagogia, sdp]. “Appena potrò, prenderò contatto con gli italiani che vivono in Israele e anche con le comunità palestinesi” [siamo ormai all’equivicinanza fra gli Italiani e i Palestinesi, sdp]. “Quello che faccio è prendere posizione contro gli atti barbarici verso i palestinesi” [il Senatore nega di essere unilaterale, sdp]”. Se il Senatore Randazzo deciderà di visitare Israele, dove vive la più numerosa collettività italiana in tutta l’Asia, sarà accolto con cortesia. Potrà incontrare tutti quelli che lo hanno votato e quelli, ben più numerosi, che non lo hanno votato né lo voteranno.

    Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme

    (Fonte: Rassegna Ucei, 8 Luglio 2010)

    11 Lug 2010, 16:05 Rispondi|Quota
Trackbacks & Pingback
  1. Gaza: Hamas respinge gli aiuti della Freedom Flotilla - Focus On Israel
  2. Re Abdullah (arabia Saudita): Iran e Israele non meritano di esistere - Focus On Israel
  3. Paficinti: “distratti” o “diversamente attenti”? - Focus On Israel
  4. Incredibile: Dustin Hoffman boicotta Festival cinema israeliano! - Focus On Israel
  5. Germania: al bando una ONG turca di Francoforte: “Finanzia Hamas” - Focus On Israel
  6. Gli aiuti umanitari dei pacifinti per Gaza? Sono scaduti!!!! - Focus On Israel
  7. Un nuovo convoglio di pacifinti è pronto a partire verso Gaza - Focus On Israel
  8. Anche il regista Mike Leigh si iscrive al partito dei boicottatori di Israele - Focus On Israel
  9. L’Ordine Nazionale dei Giornalisti sempre più amico dei pacifinti: ora è anche armatore di un’altra nave pro Hamas - Focus On Israel
  10. A Gaza gli aiuti entrano: allora perché un nuova “flotilla”? - Focus On Israel
  11. Antalya (Turchia): compagnia teatrale israeliana annulla spettacolo per timore attacchi | Focus On Israel
  12. Il Mossad e il pregiudizio antisraeliano | Focus On Israel