Roma, la Comunità Ebraica denuncia: dopo la serata per Gilad Shalit aggrediti da attivisti filopalestinesi di una manifestazione non autorizzata

 
Emanuel Baroz
25 giugno 2010
6 commenti

Sul palco anche il padre del soldato israeliano, Noam

Colosseo spento per Gilad Shalit. Comunità ebraica: insultati e aggrediti

di Valeria Pannuti

Roma, 25 Giugno 2010 – La luce si spegne per accendere la speranza. Alle 23 in punto, la mezzanotte in Israele, il Colosseo e’ stato  oscurato, per chiedere la liberazione di Gilad Shalit, il soldato israeliano che da quattro anni e’ prigioniero dei terroristi di Hamas. Un gesto simbolico per chiedere la liberazione di Gilad che e’ diventato, dopo Parigi, cittadino onorario di Roma. Ai piedi dell’arco di Costantino si sono radunate alcune migliaia di persone, per assistere alla manifestazione promossa dai movimenti giovanili Bene’ Berith giovani e Unione giovani ebrei italiani.

Un evento, al termine del quale, denuncia la Comunita’ ebraica, c’e’ stata una aggressione ai danni dei manifestanti che avevano partecipato alla manifestazione per Shalit, e che rientravano dal Colosseo, da parte di attivisti filopalestinesi, ai piedi della scalinata del Campidoglio.

“Rivolgo un invito alla comunita’ palestinese, di non farsi rappresentare e strumentalizzare da persone che lo fanno solo per ragioni ideologiche”. Cosi’ il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, oggi a margine di una conferenza in Campidoglio, ha commentato quanto avvenuto.

“Peccato, perche’ e’ stata una manifestazione molto bella e queste sono occasioni per esprimere delle idee in nome della pace e non deve fare mai capolino la violenza”. Cosi’ il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti ha commentato la notizia degli scontri.

Dopo il termine della manifestazione membri della Comunita’ ebraica di Roma e partecipanti alla manifestazione,  denunciano di essere  stati aggrediti “con coltelli e catene” ai piedi della scalinata del Campidoglio durante gli scontri con i manifestanti  attivisti propalestinesi. Lo denuncia Ester Mieli, portavoce del presidente della Comunita’ ebraica di Roma Riccardo Pacifici.

“La manifestazione non autorizzata di ieri sera al Campidoglio, contro il sindaco di Roma Gianni Alemanno e anti Gilad Shalit e’ stata un’offesa per la citta’ intera – dice Mieli – un’offesa riportata anche nei volantini che gli stessi pacifinti hanno provocatoriamente distribuito ai tanti passanti che da poco rientravano dal Colosseo, dove era stata chiesta a voce bipartisan la liberazione del giovane Shalit, nelle mani dei terroristi di Hamas da ormai 4 anni”.

“Alcuni gruppi di famiglie, giunti sotto la scalinata del Campidoglio, sono stati prima attaccati verbalmente sentendosi tacciati di essere ‘fascisti’ e ‘assassini’ e dopo aggrediti con coltelli e catene. Quella che fino a quel momento era stata una serata pacifica al”insegna della liberta’ – conclude Mieli – e’ stata rovinata dai soliti provocatori, che non hanno esitato a manifestare la loro violenza anche davanti a bambini ed anziani”.

“Facciamo appello alle forze politiche e alle forze dell’ordine per indagare come e’ possibile che sia stata permessa una manifestazione non autorizzata”, dice  il presidente della Comunita’ ebraica di Roma Riccardo Pacifici. “I manifestanti insieme a famiglie, c’erano bambini e donne, sono stati aggrediti con insulti tipo ‘assassini’, ‘fascisti’, ‘vergognatevi’. Da li’ e’ nata una colluttazione”.

Shalit e’ prigioniero di Hamas dal 25 giugno 2006, quando fu rapito in territorio israeliano, ai confini della striscia di Gaza. Quattro anni di prigionia solitaria. Niente visite, niente lettere. La Commissione internazionale della Croce rossa ha spiegato di aver chiesto ad Hamas diverse volte di poter visitare il militare rapito e ogni volta il permesso e’ stato negato.  Di Gilad Shalit non si sa nulla ormai da mesi: un video  lo scorso autunno.

Human Rights Watch oggi ha criticato  Hamas per il trattamento di Gilad Shalit. Impedendo le visite a Shalit Hamas viola la legge internazionale, sostiene l’ong impegnata per la difesa dei diritti umani. Il fatto che Shalit non possa avere contatti con i familiari e la Croce Rossa “è crudele e disumano”, prosegue HRW in una nota, e rientra nella definizione prevista dall’Onu di tortura perchè si nega ogni contatto con l’esterno.

Sul palco del colosseo si sono alternati  il padre di Gilad Noam Shalit, il ministro delle Politiche comunitarie Andrea Ronchi, il presidente della regione Lazio Renata Polverini, il presidente della provincia di Roma Nicola Zingaretti, il sindaco della capitale Gianni Alemanno, il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, il presidente della comunita’ ebraica romana Riccardo Pacifici e il giornalista Giuliano Ferrara.

Pacifici ha rivolto un invito al ministro degli Esteri Franco Frattini: “Dobbiamo darci da fare per rimediare a quattro anni di diritti umani negati e di violazione della Convenzione di Ginevra”, ha detto.

Un appello condiviso anche dal presidente Zingaretti. “Se siamo qui e’ per lanciare un messaggio forte: nessuno faccia finta di non vedere e non capire, e nessuno osi dimenticare Gilad Shalit”, ha ammonito, “in questa vicenda le ragioni e i torti sono chiari e indiscutibili, perche’ Gilad e’ vittima di una vicenda barbarica al di fuori di ogni convenzione internazionale”.  Il presidente della provincia di Roma, Nicola Zingaretti ha parlato di una vicenda “in cui torti e ragioni sono chiarissimi e indiscutibili: siamo in presenza di un atto di terrorismo al di fuori di convenzioni internazionali”.

“Continueremo il nostro impegno – ha assicurato Renata Polverini – affinche’ i nostri giovani possano trasmettere, insieme ai vostri, un messaggio di speranza, quella di poter festeggiare l’anno prossimo, a Gerusalemme, la liberazione di Gilad”.

E’ una “serata emozionante”, ha sottolineato Noam Shalit, “in cui riecheggia l’urlo muto con cui mio figlio chiede di essere liberato e di non essere dimenticarlo”. Un anno fa la capitale ha conferito la cittadinanza onoraria a Gilad, issando una sua immagine sulla scalinata del palazzo Senatorio, in piazza del Campidoglio.

Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno,  ha detto che “da quando il volto di Shalit campeggia sul Campidoglio gli ipocriti e i pacifisti a senso unico stanno lontani dalla piazza”. Per il sindaco quel volto “non deve mai cessare di assillare le nostre coscienze”.

“Israele non sara’ mai solo”, ha detto il ministro Ronchi. Poi, rivolgendosi al padre di Gilad, ha aggiunto: “Allo stesso modo tuo figlio non e’ solo, perche’ noi continueremo a denunciare questa situazione e l’omerta’ culturale del pacifismo a senso unico”.

Il presidente della Comunita’ ebraica romana Riccardo Pacifici ha denunciato la non adesione da parte di alcune organizzazioni umanitarie, alla manifestazione per riportare l’attenzione sulla cattura di Shalit.

La mobilitazione “parte da Roma ma ha gia’ raggiunto altre citta’ italiane”, ha spiegato Pacifici, “anche a Milano, Torino, Firenze, Varese si spengono le luci dei piu’ importanti monumenti per mandare un messaggio ai ‘pacifinti‘ che stasera non ci sono e di cui dobbiamo fare i nomi: Amnesty International, Gino Strada ed Emergency, che non hanno fatto niente per Gilad Shalit e per gli ebrei che considerano criminali”.

“Abbiamo visto – ha detto Pacifici – un attivismo da parte di molte organizzazioni umanitarie, le cosiddette Ong che hanno la capacita’ di muoversi e mobilitarsi e di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica di fronte alle gravi ingiustizie che colpiscono uomini bambini o donne in varie parti del mondo, e che rischiano la loro vita andando in questi luoghi”. “Incredibilmente – ha concluso Pacifici – queste organizzazioni non hanno risposto all’appello”.

Opposta naturalmente la versione degli aggressori: “L’aggressione di ieri notte nei confronti della Rete romana per la Palestina è un atto squadrista compiuto da alcuni gruppi oltranzisti della comunità ebraica”. Ad affermarlo sono Ivano Peduzzi e Fabio Nobile, capogruppo e consigliere della Federazione della Sinistra alla Regione Lazio.

(Fonte: Rainews24.it, 25 Giugno 2010)

Categorie: Estrema Sinistra, Gilad Shalit, Hamas, ONG, Soldati Rapiti, Striscia di Gaza, Terrorismo
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  • #1Marina Petrozzi

    Gentile Sig. Baroz,
    su Facebook, questa mattina mi è arrivato il testo di Amnesty International

    Israele: posizione di Amnesty sul caso di Gilad Shalit :: Amnesty International
    http://www.amnesty.it
    “”Amnesty International segue la vicenda del soldato israeliano Gilad Shalit da quando, nel giugno 2006, è stato catturato da gruppi armati palestinesi. L’organizzazione per i diritti umani ritiene che Gilad Shalit debba essere trattato in modo umano, che gli debba essere garantito l’accesso al Comita……”””””.

    a seguito di questo, si è accesa una discussione tra i miei amici e ho scritto una risposta al testo di Amnesty, confutando pezzo per pezzo quello che sostengono.
    Alcuni amici, che hanno letto il testo e l’hanno approvato, mi hanno consigliato di mandarlo a Lei per una lettura e vedere se ci sono problemi dal punto di vista legale. Sono l’ultima persona al mondo che vorrebbe scrivere inesattezze che possano danneggiare in qualunque modo Israele, o peggio ancora dare armi al “nemico”. Mi permetto perciò di inviarglielo.

    Se Lei lo trovasse non confacente, io non ho problemi a cancellarlo, oppure potrei correggerlo seguendo i suoi suggerimenti, altrimenti lo vorrei spedire ad Amnesty International per chiarimenti o anche solo per puntualizzare il loro articolo molto di stampo Ponzio Pilato (se ne sono lavati le mani, per Shalit)

    So che lei è molto impegnato e forse sono scorretta a chiederle un parere, ma potrebbe passarmi anche a un suo collaboratore esperto e competente di diritto, così che le obbiezioni che ho sollevato contro Amnesty, non possano essere ritorte contro.

    La ringrazio in anticipo per quanto potrà fare.
    Marina Petrozzi

    Segue:
    Testo originale di Amnesty International, con i miei commenti dentro parentesi.

    .(25 giugno 2010)
    Amnesty International segue la vicenda del soldato israeliano Gilad Shalit da quando, nel giugno 2006, è stato catturato da gruppi armati palestinesi.

    (IL caporale Ghilad Shalit non è stato catturato in azione di guerra, ma rapito in territorio israeliano, da forze armate che erano entrate in Israele violando i suoi confini.)

    L’organizzazione per i diritti umani ritiene che Gilad Shalit debba essere trattato in modo umano, che gli debba essere garantito l’accesso al Comitato internazionale della Croce Rossa (Icrc) e permesso di comunicare regolarmente con la sua famiglia.

    (Quali iniziative ha intrapreso Amnesty International a sostegno di quanto sostiene? Come mai, data l’inazione della Croce Rossa, non si è impegnato per esigere che la stessa potesse ottenere il diritto di entrare nelle carceri dove è detenuto Ghilad Shalit? Perché Amnesty International, non si è coalizzata con la Croce Rossa per fare un fronte comune per ottenere il rispetto di diritti di un prigioniero? Non è forse questo uno dei suoi scopi fondamentali, il rispetto di diritti violati al di là del colore politico?)

    Amnesty International ha ripetutamente chiesto ad Hamas di rispettare i suoi obblighi in base al diritto internazionale umanitario. Delegati dell’organizzazione hanno anche sottolineato la questione delle condizioni di detenzione di Gilad Shalit e chiesto, durante gli incontri con l’amministrazione de facto di Hamas a Gaza, che gli sia garantito accesso all’Icrc.

    (Amnesty International sostiene di aver ripetutamente chiesto ad Hamas di rispettare i suoi obblighi nel rispetto del diritto internazionale, ebbene, che risposte ha ottenuto? Se queste domande non hanno ottenuto l’obiettivo prefissato, cioè di controllare la reale situazione sanitaria e di rispetto dei diritti del prigionieri, devo pensare che Amnesty Internationa ha formulato le sue domande con eccessivo desiderio di non turbare con richieste più ficcanti l’organizzazione di Hamas. )

    Soci di Amnesty International dal 2006 scrivono lettere ai dirigenti di Hamas chiedendo un trattamento umano per Gilad Shalit e inviano lettere di solidarietà alla famiglia Shalit.

    (Questa notizia mi consola, pensando che alla base di Amnesty International c’è un certo numero di persone che si sentono profondamente coinvolte dalla tragica situazione in cui versa non solo il ragazzo Shalit, prigioniero da 4 anni, ma anche la sua disperata famiglia. Mi chiedo alla luce di quanto detto, perché Amnesty International non ha appoggiato apertamente le iniziative dei gruppi che si sono riuniti la sera del 24 giugno di quest’anno, nelle città di Roma, Torino e Milano, schierandosi apertamente in difesa di quei diritti evidentemente violati. Una cosa è il peso di singole persone, della vostra base, che sono andate a sfilare, altro peso è la presenza di una Organizzazione Internazionale della levatura come AI. Di cosa avete timore? Di essere accomunati a dei precisi gruppi politici? Le manifestazioni hanno visto la presenza anche di cristiani, e gente di diverse tendenze politiche, si è svolta senza insegne politiche e con le fotografie di Shalit, per sottolineare che questo era il caso che ci interessava… e voi non ci stavate! Mi chiedo il perché.)

    Nei casi in cui viene catturato un militare, Amnesty International ritiene che, in conformità ai requisiti del diritto internazionale umanitario, i membri di qualsiasi forza armata che siano stati catturati debbano essere trattati sempre umanamente, debbano ricevere le cure mediche necessarie, debba essere loro consentito di accedere all’Icrc e di comunicare coi familiari e non devono mai essere trattati come ostaggi.

    ( quello che sostenete nelle righe qua sopra, contraddice il vostro reale comportamento: il ragazzo Shali è stato rapito e non catturato in azione di guerra, NON è stato trattato umanamente dato che da 4 anni non sappiamo se è vivo o morto, e se è in buona salute, dato che nemmeno la Croce rossa è potuta arrivare a visitare il ragazzo, che NON comunica con i familiari ed è trattato proprio come un ostaggio… vi ricordo che è stato chiesto per la liberazione di Saliti la liberazione di migliaia di terroristi condannati per i loro delitti. Quindi mi chiedo quando e in che condizioni Amnesty si decide a interviene se non è presente in questo frangente!)

    Amnesty International non chiede il rilascio di militari catturati. Il diritto internazionale umanitario permette alle parti coinvolte in un conflitto armato di catturare e imprigionare membri delle opposte forze armate come prigionieri di guerra.

    (Nessuno chiede ad Amnesty International di richiedere il rilascio del militare, potrebbe farlo, ma capisco la vostra posizione, ma almeno pretendere che sia trattato nel rispetto del diritto internazionale, questi sì, potevate farlo! Ma non ci siete stati accanto a noi, e ci avete lasciato soli, anche se ,per vostra stessa ammissione, molti dei vostri soci hanno dal 2006 hanno dimostrato con lettere di essere sensibili al dramma della famiglia Shalit. Avete quindi nascosto la testa sotto la sabbia ignorando una frangia della vostra stessa base che è socia di Amnesty, che soffre con noi e vorrebbe vedere tornare a casa il ragazzo o per lo meno, sapere che sta bene e non è torturato.)

    Tutto questo è stato reso noto agli organizzatori della manifestazione del 24 giugno alla vigilia della stessa.

    (come mai avete fatto sentire la vostra voce solo a ridosso della manifestazione e non prima in modo da poter pubblicizzare l’evento? Dove eravate?)
    Firmato: Marina Petrozzi

    26 Giu 2010, 13:17 Rispondi|Quota
  • #2Antonio Nucera

    VERGOGNA!!!!! SIAMO STATI AGGREDITI DAI NAZISIONISTI, LA VERITA’ E’ QUESTA!!!!!

    M.O./ Forum Palestina: Aggrediti da ultrà sionisti con tirapugni

    “Solidarietà con i compagni, basta impunità per i picchiatori”

    Gli scontri avvenuti ieri nel centro di Roma fra manifestanti che chiedevano la liberazione dei prigionieri politici palestinesi in Israele e reduci dalla manifestazione per la liberazione del soldato israeliano Gilad Shalit prigioniero di Hamas a Gaza hanno una cda polemica. Dopo le accuse di una portavoce della comunità ebraica, il Forum Palestina, in una nota, “esprime la propria solidarietà alle compagne ed ai compagni aggrediti mentre manifestavano pacificamente sulla scalinata del Campidoglio per ricordare gli 11.000 Palestinesi rinchiusi nelle carceri israeliane, il milione e mezzo di uomini e donne assediati nella Striscia di Gaza e le vittime della Freedom Flotilla”. “Questa aggressione, opera di squadristi armati di caschi e tirapugni e che ostentavano bandiere israeliane, non è la prima, e rivela – accusa il comunicato della rete di associazioni pro-Palestina – un clima nella nostra città che non siamo assolutamente disposti a tollerare. E’ inaccettabile che gruppi di picchiatori bene identificati possano agire impunemente contro cittadini che manifestano il proprio sostegno alla causa palestinese, e sono inaccettabili le dichiarazioni bugiarde e provocatorie del sindaco Alemanno, che insulta i pacifisti e tace sulle violenze degli squadristi sionisti”. “Roma è stata e sarà teatro di grandi manifestazioni di solidarietà con il popolo palestinese e per una pace giusta in Medio Oriente. Non accettiamo l’idea – si legge ancora nel comunicato – che vi siano zone della nostra città precluse al diritto di manifestare: il centro di Roma non è una colonia israeliana e se Alemanno ambisce ad essere il sindaco di Tel Aviv non ha che da candidarsi alle elezioni di quella città. Esprimiamo la nostra indignazione per le versioni dell’accaduto che sono state fornite da alcuni organi di informazione, a partire dall’edizione on line del Corriere della Sera e dal Tg1, che parlano di ‘rissa’ fra ‘israeliani e palestinesi’, quando si è trattato di una vigliacca aggressione contro pacifici attivisti italiani da parte di squadristi che ostentavano le bandiere dello Stato di Israele”. “Rinnovando la nostra solidarietà e il nostro affetto alle compagne ed ai compagni colpiti dagli squadristi, ribadiamo – conclude il Forum Palestina – il nostro impegno a fianco del popolo palestinese e invitiamo le forze politiche democratiche, gli antifascisti, il mondo dell’associazionismo e della solidarietà a costruire insieme una mobilitazione che respinga con forza la violenza squadrista e riaffermi il diritto di manifestare nella nostra città”.

    http://notizie.virgilio.it/notizie/politica/2010/06_giugno/25/m_o_forum_palestina_aggrediti_da_ultra_sionisti_con_tirapugni,24935932.html

    28 Giu 2010, 10:15 Rispondi|Quota
    • #3Emanuel Baroz

      nazisionisti?! E perchè non giudeofascisti?! Ma lei si rende conto delle castronerie che vengono affermate nel comunicato che lei riporta?! Adesso siamo arrivati al punto che una aggressione subita (fa parte dei partecipanti ad una manifestaione pacifica, quella che si è tenuta sotto il Colosseo) diventa un “atto di squadrismo”!!! Ma quando la finirete con la disinformazione antiebraica? Ma credere davvero che ci sia ancora gente disposta a credere a ciò che affermate? Fate pena….fate veramente pena!

      28 Giu 2010, 16:16 Rispondi|Quota
  • #4Emanuel Baroz

    Qualche piccola notizia ad uso di coloro che amano distinguere antisionismo e antisemitismo

    Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

    Cari amici,
    vi sottopongo qualche piccola notizia ad uso di coloro che amano distinguere antisionismo e antisemitismo, cioè nemici di Israele da nemici degli ebrei.

    Della prima, se avete fatto attenzione, potreste essere già al corrente, perché è stata fra l’altro raccontata ieri in una breve di cronaca del “Corriere” citata da IC (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=2&sez=120&id=35323). Nella ridente città di Hannover, capitale della Bassa Sassonia, a non più di 50 km dal vecchio campo di sterminio di Bergen Belsen, un gruppo di deliziosi pargoletti islamici ha pensato bene di esprimere il proprio amore per la Palestina con una allegra sassaiola. Volevano senza dubbio essere vicini ai martiri o martirizzarsi essi stessi, come insegna loro questa bellissima allegra canzoncina diffusa nella televisione palestinese, in tutto il mondo arabo e come ha scritto il giornalista Fawzia Nasir al-Naeem anche in “Gran Bretagna e in Canada” … e magari anche in Germania (http://www.haaretz.com/news/international/new-hit-song-for-palestinian-children-when-we-die-as-martyrs-1.297731). Ci sarebbe il piccolo particolare che la simpatica sassaiola dei dolci ragazzini immigrati in Germania non è andata a colpire qualche carro armato di Tsahal, ma un saggio di danza della locale comunità ebraica, ferendo fra l’altro un ballerino. Ma in piena Eurabia, chi si preoccupa di queste sofisticate distinzioni? Del resto anche gli eroici pacifisti della flottiglia gridavano “morte agli ebrei”, senza badare troppo alla nazionalità…

    Se pensate che la Germania sia un’eccezione e i teppistelli magrebini di Hannover siano solo poveri e poco istruiti, vi invito a guardare queste due notizie pubblicate dai siti dei più diffusi e certamente coltissimi giornali italiani, il “Corriere” (http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/10_giugno_25/maxirissa-shalit-roma-1703264503920.shtml) e “Repubblica” (http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/06/25/news/la_manifestazione-5142538/). Vi si parla di una “maxirissa” che sarebbe scoppiata l’altra sera fra “palestinesi e sostenitori di Free Gaza” da un lato e “israeliani che stavano tornando al ghetto” dopo la manifestazione per la liberazione di Gilad Shalit, nel quarto anniversario del suo rapimento.

    Lasciamo stare le circostanze del tutto casuali del contatto fra i due gruppi, visto che gli estremisti di sinistra e gli immigrati si erano sistemati proprio sul percorso fra il Colosseo e la zona del ghetto, in una notte in cui era stata largamente annunciata la manifestazione per Shalit; del resto venti giorni fa avevano provato a irrompere nella zona ebraica, in una “pacifica” manifestazione loro. E ignoriamo anche l’episodio di Torino in cui al gruppetto dei manifestanti per Shalit i cortesissimi autonomi intervenuti casualmente sul posto avevano offerto delle uova in segno di buona volontà, ma, ignoranti come sono delle buone maniere o sopravvalutando l’abilità nel baseball degli ebrei torinesi, non avevano trovato modo migliore di segnalare le loro buone intenzioni che tirare loro le uova addosso, schiacciandone per esempio una sulla faccia del rabbino Somekh – circostanza non riportata da nessun giornale, “Stampa” in testa, a riprova della prevenzione antiaraba della nostra stampa, che non parla mai delle buone azioni di parte palestinese.

    Ignoriamo tutto questo. Guardiamo solo quel di cui parlano i giornali, non ciò di cui tacciono. Chi erano i cattivi che non si lasciavano picchiare da ultrasinistri e islamisti? Avete letto bene? “Israeliani”. Un plotone dell’esercito arrivato nel nostro paese per invaderlo, come Israele ama fare coi vicini? No, se andate alla didascalia delle immagini del “Corriere” scoprite che erano ritratti momenti degli “scontri, verso mezzanotte, fra giovani sostenitori dei palestinesi e ragazzi ebrei di ritorno dalla cerimonia per Gilad Shalit”. Qui erano “ebrei”, ma nel titolo “israeliani”. Guarda un po’, “ebrei” e dunque “israeliani”: nessuna distinzione. Anche i redattori del “Corriere” la pensano come i lapidatori di Hannover. In realtà, curiosando un po’, si scopre che le colpe così perfettamente parallele del “Corriere” e di “Repubblica” vanno derubricate a omesso controllo (e parecchio omesso, visto che il titolo è rimasto quello almeno al momento in cui vi scrivo, le due di venerdì). Ma la colpa vera è dell’Ansa, l’agenzia che fornisce buona parte delle notizie ai giornali italiani, che aveva descritto la notizia in questi termini in un “lancio” che trovate qui: http://www.ansa.it/web/notizie/photostory/primopiano/2010/06/25/visualizza_new.html_1846465581.html?idPhoto=2 . Resta il fatto che nei due coltissimi e autorevolissimi giornali italiani nessuno si pone il problema di distinguere ebrei e israeliani.

    Gli esempi si potrebbero naturalmente moltiplicare, ma non credo che sia importante. Il messaggio è chiaro. Chi si illude di tenere a parte l’ebraismo da Israele e di potersi sottrarre ostentando buona volontà all’ondata montante di odio antisionista E antisemita è un illuso. Come chi nel ’39 provò a spiegare a Mussolini di essere un buon italiano patriottico e devoto, ancorché “di religione mosaica”.

    http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=35330

    28 Giu 2010, 11:26 Rispondi|Quota
  • #5Alberto Pi

    A Torino uova e a Roma botte.

    Sab 26 Giu 2010 11:49 am

    Come siamo felici , come siamo contenti!
    Finalmente possiamo manifestare per Israele, cosa proibita fino a qualche anno fa.
    Come siamo felici , come siamo contenti che una cosa normale, concessa da sempre a chiunque purche’ filoarabo e filodittature islamiche, sia finamente permessa anche a chi sta dalla parte della democrazia e della giustizia.
    Come siamo felici, come siamo contenti che oggi , chiunque dica che Israele e’ il demonio tra le nazioni, possa finalmente beccarsi un pugno sul naso!

    Le manifestazioni per Gilad sono andate benissimo nel senso che la gente c’e’ stata, i media un po’ meno e i filopalestinesi hanno potuto menar le mani come fanno sempre.
    Meglio di cosi’.
    Incominciamo da Roma, la Capitale.
    Moltissima gente, un’infinita’ di bandiere israeliane e commozione, i politici hanno parlato e il discorso dl ministro Ronchi e’ stato toccante: “Israele non sara’ mai sola” ha gridato, “I pacifinti sono a senso unico” infatti e’ per questo che si chiamano pacifinti, perche’ fingono di volere la pace, in realta’ vogliono che Israele cessi di esistere e che al suo posto venga creata un’ ennesima teocrazia islamica.
    Speriamo che le parole del Ministro, di Giuliano Ferrara, del sindaco Alemanno non vengano dimenticate e che l’Italia dimostri la sua amicizia e il suo affetto per la piccola e sola Israele sempre, soprattutto quando i problemi sembrano insormontabili.
    Non lasciate mai solo Israele, mai perche’ e’ difendendo questa democrazia che l’Europa potra’ salvarsi dalla dhimmitudine.
    Ricordatevelo.
    Tutto bene dunque a Roma, peccato che i suddetti pacifinti, idrofobi a causa di tutte quelle bandiere biancoazzurre sventolanti sotto le gigantografie di Gilad Shalit davanti al Colosseo, non abbiano rinunciato a fare una contromanifestazione , non autorizzata, accendendo sulla scalinata del Capidoglio tante candele per i poveri terroristi prigionieri nelle carceri israeliane.
    Peccato che abbiano gridato “fascisti” ai manifestanti per Gilad, ricevendo in risposta altri meritati epiteti che alla fine sono finiti in una scazzottata, con coltelli e catene dei filoterroristi, ammiratori dei teppisti/terroristi della Mavi Marmara.
    Risultato, sei persone all’ospedale.
    Non si sa chi ha incominciato ma non e’ difficile immaginarlo: mai una manifestazione pro palestinesi e’ finita in rissa perche’ chi sta dalla parte di Israele non e’ mai andato a provocare.
    Chissa’ come mai questo succede solo quando, purtroppo molto di rado, si organizzano manifestazioni per Israele.
    Chissa’ come mai i filoterroristi non accettano la democrazia.
    Chissa’ come mai loro non sono tanto per i palestinesi quanto contro Israele.
    Come mai? ma e’ elementare, loro amano tutto quello che e’ islam e dittatura, loro amano tutto quello che e’ odio contro gli ebrei.
    Poi se gli si da degli “antisemiti’ urlano “io ti denuncio”.
    E’ uno sport tutto italiano quello di querelare chi difende Israele se si lascia scappare una parola di troppo, uno sport incominciato quando i tifosi dei palestinesi si sentivano intoccabili. L’Italia era nelle loro mani, centinaia di bandiere di Israele potevano essere bruciate senza una sola protesta, senza un solo arresto da parte della polizia.
    Roma poteva essere tappezzata da poster giganti col faccione orrrendo di Arafat mentre lui ammazzava italiani ed ebrei.
    Roma poteva essere attraversata da mega manifestazioni di folli travestiti da kamikaze.
    Potevano tutto, si sentivano onnipotenti e hanno infettato L’italia e il mondo spandendo il loro odio dovunque.
    Oggi l’Italia e’ cambiata, e’ stato spezzato un tabu’, chi ama Israele non deve piu’ stare nascosto ma puo’ andare in piazza colle bandiere, puo’ gridare “Viva Israele” ed essere persino protetto dalla polizia.
    Oggi chi urla “Israele boia” puo’ persino incontrare chi gli molla un cazzotto sul naso.
    Per troppi anni gli italiani, ebrei e non, quelli innamorati di Israele, hanno lasciato alle associazioni per Israele il compito difficilissimo di difendere questo Paese e noi delle associazioni dovevamo riunirci protetti da cordoni di polizia per evitare il linciaggio da parte di centinaia di assatanati urlanti.
    Non c’e’ mai stato un solo Congresso di Italia – Israele senza che l’albergo dove si svolgeva non fosse superprotetto, sembrava il G8, noi chiusi dentro e fuori loro , colla polizia in assetto, gli urlanti, gli odiatori, quelli della stessa razza di “Dieci, cento, mille Nassiria”, erano la’ a gridare “dieci, cento, mille Auschwitz”. I ragazzotti comunisti, quelli dei centri sociali, nulla facenti e nulla pensanti, appoggiati dai capi dei loro partiti, quelli che si facevano fotografare abbracciati ad Arafat, il loro eroe.
    Dunque, a Roma tutto bene, alle 23 sono state spente le luci del Colosseo e alla stessa ora, mezzanotte in Israele, a Gerusalemme, si sono spente le luci che illuminano sempre le antiche mura della Capitale, ed e’ apparsa la scritta 1440, pari al numero dei giorni di segregazione di Gilad in mano ai maledetti terroristi di hamas.
    A Roma hanno gridato “Gilad Libero subito”.
    A Gerusalemme hanno gridato “Gilad habaita” Gilad a casa!

    E adesso veniamo a Torino.
    Poche brave persone piene di buona volonta'( gli amministratori della citta’ erano contro la manifestazione e non si son fatti vedere) con dei cartelli per Gilad Shalit aggredite a lanci di uova dai soliti noti, i soliti stramalefici odiatori di tutto quello che e’ filoisraeliano, filosemita, filo democrazia, filogiustizia, filoliberta’.
    Le uova vernivano lanciate al grido “assassini”.
    Nessuno ha reagito alle provocazioni.
    Alle 23 si e’ spenta la Mole Antonelliana per Gilad Shalit!

    La polizia raccomanda sempre “non reagite se no li provocate”.
    Capito?
    Non sono loro a provocare con le loro uova e le loro maledizioni ma noi se reagiamo come hanno giustamente fatto gli amici di Roma.
    Ricordo che a Berlino, durante una manifestazione oceanica contro Israele, un ragazzo, un solo ragazzo della grande Berlino, aveva messo la bandiera israeliana alla finestra, solo una bandiera.
    Bene la polizia e’ salita nell’apppartamento e l’ha strappata.
    “Provocava!” la spiegazione.
    Provocava, una bandiera provocava i criminali che manifestavano contro una democrazia.
    Quei poveri cocchi non potevano nemmeno assistere all’esposizione di una semplice bandiera del paese tanto odiato.
    Succede sempre e solo per Israele. La sola vista di una bandiera colla Stella di Davide li manda fuori di testa, incominciano a sbavare odio, gli si iniettano gli occhi di sangue.
    E gridano, gridano di tutto, da bravi neofascisti, contro gli ebrei e il loro Stato.

    E’ accaduto anche a Milano anni fa.
    Gli ebrei avevano innalzato un tenda per la festa di Succot, una tenda autorizzatissima, avevano messo all’entrata delle piccole bandierine di Israele.
    Problemi?
    Certo, di la’ passava il solito corteo di assatanati filopalestinesi e la polizia ha costretto gli ebrei a levare le bandiere. Solita motivazione “Non dovete provocarli”.
    Andando ancora piu’ indietro negli anni ricordo una mostra di fotografie di Israele organizzata a Bergamo, fotografie, paesaggi, mare, pezzi di deserto, le citta’, fotografie insomma, nulla piu’ ma quelle foto hanno offeso a morte la sensibilita’ dei centri sociali e hanno reagito, i cocchi di mamma.
    Sono andati nel locale della mostra, hanno bastonato il rappresentante di Italia Israele di Bergamo, gli hanno spaccato il cellulare , hanno cosparso il pavimento di escrementi che avevano portato in sacchi di plastica e urlando “questa e’ Palestina non Israele” sono coraggiosamente scappati.
    Si, il Sindaco ha poi chiesto scusa ma ai cocchini di mamma, di cui erano noti i nomi e i cognomi, nessuno ha torto un capello.
    L’atmosfera di quegli anni era di terrore per chi difendeva Israele.
    Oggi le cose vanno un po’ meglio, in Italia.
    Ma nel resto d’Europa?
    Non pare.
    A Parigi hanno manifestato in 15.000 per Gilad Shalit ma nessun media francese ne ha parlato.
    Manifestazioni anche a Bucarest.
    Silenzio.
    In Spagna e’ abbastanza pericoloso circolare, in Inghilterra e’ sempre in atto il boicottaggio della cultura.
    In Russia prendono gli ebrei , li ammazzano e li tagliano a pezzi per festeggiare il compleanno di Hitler.
    E SarKozi? Che fa Sarkozi? Cosa ha la spudoratezza di scrivere Sarkozi al Papa’ di Gilad, segregato da 4 anni, rapito in territorio israeliano nove mesi dopo il ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza e un anno prima che hamastan fosse dichiarato “territorio ostile” e che per 4 anni nessuno ha potuto vedere nemmeno la Croce Rossa Internazionale che per la verita’ non ha insistito molto. Dio ne guardi che a Hamastan si incazzassero.
    Dunque Sarkozi ha scritto a Noam Shalit ” Punire un intero popolo non liberera’ Gilad”.

    Peccato che non ricordi che quel popolo si sganascia dalle risate ai video di derisione di Gilad che rilascia hamas, peccato che non ricordi che quel popolo passa davanti ai poster giganti raffiguranti Gilad vecchio e gi sputi addosso.
    Peccato che Sarkozi dimentichi che quel popolo ha cresciuto i kamikaze che dovevano venire ad ammazzarci in massa e che ha inneggiato a hamas quando, durante il colpo di stato che ha diviso hamastan dall’ANP, gli sgherri di Hannye’ abbiano ammazzato centinaia di altri palestinesi.
    Peccato che quel popolo non abbia mai detto una parola per i 10.000 missili sparati contro Israele, terrorizzando la popolazione.
    Peccato che quel popolo abbia goduto della morte di bambini israeliani e sia sceso nelle piazze in massa a gridare di gioia e a distribuire caramelle.
    “Punire un popolo” ? Quel popolo ha da mangiare, da bere e anche da divertirsi, e se non puo’ uscire da Gaza ringrazi i delinquenti che ha eletto.

    Intanto noi in Israele diciamo col cuore “Grazie Roma, Grazie Torino, Grazie Milano e Parigi e Bucarest “.
    Hanno fatto il possibile davvero.
    La risposta di hamas e’ stata: “Shalit non sara’ liberato e nessuna Croce Rossa potra’ visitarlo”.
    I terroristi prigionieri in Israele godono delle visite dei famigliari, della Croce Rossa, hanno computer, giocano a pallone, parlano con i giornalisti e possono persino avere periodici rapporti sessuali colle loro mogli.
    E’ la differenza tra la civilta’ e la barbarie.

    Deborah Fait

    http://www.informazionecorretta.com

    29 Giu 2010, 16:42 Rispondi|Quota
  • #6Alberto Pi

    Libertà per Gilad – Torino reagisce alle intimidazioni

    La manifestazione per la liberazione di Gilad Shalit organizzata a Torino è stata contestata e bersagliata da lanci di uova. Appena radunatosi, a margine dei festeggiamenti di San Giovanni lungo il fiume Po, il gruppo di manifestanti, tra cui erano presenti alcuni membri della Comunità Ebraica torinese e il rabbino Somekh, si è visto venire incontro una trentina di persone che, dietro le bandiere palestinesi, protestavano contro la decisione del Comune di Torino di spegnere le luci della Mole Antonelliana per ricordare il rapimento del caporale Shalit, e indirizzavano grida e improperi ai manifestanti. “È ingiusto – questa la loro tesi – che Torino manifesti solidarietà a un militare israeliano e non ai molti prigionieri palestinesi”.

    Oggetto della contestazione sono stati anche il sindaco Sergio Chiamparino e il presidente del Consiglio comunale Beppe Castronovo, accusati di aver preso, spegnendo le luci della Mole il giorno della festa cittadina, una posizione inadeguata alla loro carica istituzionale.

    Un cordone di agenti delle forze dell’ordine si è interposto fra i due schieramenti, con l’intento di mantenere lo scontro solamente sul piano verbale. L’intervento dei carabinieri non è bastato tuttavia a impedire il lancio di oggetti, soprattutto uova, che hanno colpito diverse persone nel gruppo di chi manifestava per la libertà di Gilad Shalit, tra le altre anche il rabbino Somekh.

    Le sparute reazioni dei bersagliati sono state prontamente sopite dagli organizzatori, i quali, centrati dalle uova, hanno preferito ignorare le provocazioni e continuare la loro manifestazione in modo pacifico ma determinato.

    Alle dieci di sera la Mole Antonelliana, contemporaneamente al Colosseo a Roma e al Castello Sforzesco di Milano, è rimasta al buio: la città di Torino ha infine esaudito il desiderio, espresso con determinazione dalla Comunità ebraica di dare un segnale di partecipazione e sostegno alle iniziative per la liberazione del giovane caporale israeliano.

    Manuel Disegni

    (Fonte: Rassegna Ucei, 25 Giugno 2010)

    29 Giu 2010, 16:50 Rispondi|Quota