La cena di Hamas
Seduti attorno a una tavola imbandita, anche se il clima è conviviale, può accadere invece che la discussione possa scivolare su toni aspri e duri e la cena finisca male. E’ quello che è accaduto qualche sera fa a Gaza City, dove il premier di Hamas, Ismail Haniyeh aveva invitato a cena una delegazione dei Fratelli Musulmani egiziani in visita nella Striscia, entrata dal valico di Rafah (quello con l’Egitto, riaperto dopo la crisi seguita all’assalto israeliano al traghetto turco che voleva forzare il blocco di Gaza).
Haniyeh – che quando Israele decretò l’embargo sulla Striscia nel 2007, baldanzosamente sosteneva che i palestinesi della Striscia potevano vivere anni mangiando solo pane, olio e sale – ci teneva, evidentemente, a fare bella figura con i suoi ospiti, nove deputati dei Fratelli Musulmani egiziani. Molto influenti, molto estremisti e molto solidali con Hamas.
Ma sulla tavola l’altra sera non c’erano pane, olio e sale – il cibo davvero di tutti i giorni per la gente di Gaza dove le organizzazioni umanitarie faticano a assistere oltre un milione di persone che altrimenti non avrebbe di che nutrirsi (peccato che ormai siamo pieni di foto che dimostrano come i mercati della Striscia di Gaza siano pieni di qualsiasi alimento…). C’erano invece libagioni di ogni tipo, quelle che gli abitanti dei campi profughi – i termitai come Khan Younis o Shati – possono davvero solo sognare, dove la sera si contano i fagioli in ogni piatto che si mette a tavola; se si ha ancora una tavola, se si ha ancora una casa (e ricordiamo che la colpa di tutto questo è di Hamas, visto che Israele fa passare ogni giorno centinaia di camion pieni di cibo e aiuti umanitari…).
Fino a quel momento l’incontro fra le due delegazioni era stato tutto sorrisi, strette di mano e cordialità. Poi l’atmosfera di colpo è cambiata. Uno degli ospiti egiziani si è accorto che buona parte delle vivande che erano sul tavolo non poteva venire dalla Striscia né erano parte di forniture alimentari delle organizzazioni umanitarie: erano Made in Israel.
«Che la vergogna si abbatta su di voi», ha gridato rivolto allo stato maggiore di Hamas alzandosi dal tavolo e abbandonando la sala, probabilmente chiedendosi dove e come l’organizzatore della cena si fosse procurato quelle cibarie dal “nemico”. L’incontro che doveva servire a rinsaldare ancor più gli stretti legami fra Fratelli Musulmani e la leadership degli integralisti palestinesi si è concluso in un’atmosfera fredda, tesa, imbarazzata. Senza abbracci e senza strette di mano. La presunta integrità di Hamas, quella tanto sbandierata e rivendicata, ha subito un duro colpo … davanti a una tavola imbandita.
Nella foto: Ismail Haniyeh, primo ministro del governo di Hamas
#1Emanuel Baroz
Gaza: un grande mercato in onore dei martiri della Freedom Flotilla
Gaza – . In attesa del suo completamento, il comune di Gaza ha comunicato che il 3 luglio prossimo la città inaugurerà il più grande mercato che si sia mai visto nella Striscia di Gaza.
Si chiamerà “Libertà”, in onore dei martiri della Freedom Flotilla e risolverà il problema di affollamento, disordine e regolarizzazione delle licenze delle bancarelle che finora erano sparse senza criterio per le strade della città.
Il vice sindaco Nizar Hijazi ha reso noto che i materiali e il grosso dei lavori di allestimento, tra cui i servizi igienici, sono stati completati, e che l’inaugurazione coinvolgerà tutti i cittadini e i commercianti di Gaza.
Intanto sono stati distribuiti migliaia di volantini informativi ed inviti all’inaugurazione per l’intera popolazione.
Tra le misure adottate per incoraggiare i commercianti ad essere presenti e a concorrere alle attività del mercato, la municipalità di Gaza ha deciso la concessione a titolo gratuito della licenza annuale.
(Fonte: Infopal, 23 Giugno 2010)
#2dido
Se gli assassini avessero fatto la spesa alla Coop o alla Conad non avrebbero certo servito prodotti israeliani, ma solo prodotti ariani……