Mo: Fiom; Governo sospenda accordi commerciali con Israele
Roma, 22 dicembre 2010, –Anche la Fiom (sigla che racchiude il sindacato dei metalmeccanici della CGIL) si iscrive al folto gruppo dei boicottatori antisraeliani: in una nota emessa dalla direzione nazionale, a seguito di un incontro avuto con Jamal Jumaa (il coordinatore palestinese della campagna «Stop the Wall»), il leader della Fiom Maurizio Landini ha condannato la commercializzazione di prodotti della Agrexco «…che non solo lede gli interessi e i diritti dei lavoratori palestinesi, con la confisca ulteriore di terre e devastazione di villaggi, ma viola anche il diritto internazionale». Jumaa da parte sua ha chiesto che i sindacati europei prendano posizione nei confronti del sindacato israeliano, che, ha detto, «oltre a discriminare i lavoratori palestinesi, sostiene le scelte del governo israeliano». All’incontro hanno partecipato anche Sergio Bellavita, della segreteria nazionale della Fiom e Alessandra Mecozzi, dell’Ufficio Internazionale dell’organizzazione sindacale
Inoltre Landini ha affermato il suo sostegno alla campagna Bds (boicottaggio, disinvestimenti, sanzioni nei confronti di Israele) e si è impegnato a portare, anche nelle sedi sindacali internazionali, la richiesta che il sindacato israeliano Histadrut «…venga vincolato al rispetto dei principi del sindacalismo europeo e internazionale (indipendenza, democrazia, diritti umani e del lavoro)» e, in caso contrario, «che vengano sospese le relazioni con il medesimo».
La Fiom ha espresso anche preoccupazione circa la «costruzione di un treno ad alta velocità tra Tel Aviv e Gerusalemme, per collegare le colonie israeliane, attraverso i territori occupati, a cui partecipa anche l’azienda italiana Pizzarotti» (In realtà secondo il progetto presentato alla stampa mesi orsono, il treno in questione percorrerà un tragitto che comprende prevalentemente terre disabitate, per lo più campagne, che separano Tel Aviv e Gerusalemme e non “collegherà” alcuna “colonia”).
(Fonte: L’Unico.eu, Nena News, 22 Dicembre 2010)
Nella foto in alto: Maurizio Landini, leader della Fiom
#1Emanuel Baroz
Gli amici di Hamas in Italia
Niente giri di parole: quello della Fiom contro Israele è antisemitismo
di Carlo Panella
“Occorre combattere ogni indizio di razzismo, e innanzitutto ogni rigurgito di antisemitismo, anche quando esso si travesta da antisionismo: perché antisionismo significa negazione della fonte ispiratrice dello Stato ebraico, delle ragioni della sua nascita ieri, e della sua sicurezza oggi, al di là dei governi che si alternano nella guida di Israele”: questo dichiarò il presidente Giorgio Napolitano il 25 gennaio 2007. Parole chiare, nette, che oggi inchiodano pesantemente il vertice della Fiom che il 22 dicembre scorso ha assunto una posizione che gronda antisemitismo, proprio quella fattispecie di antisemitismo definita e condannata da Giorgio Napolitano.
Un antisemitismo che si caratterizza per la sua “negazione delle ragioni della sicurezza di Israele”, aggravata dalla richiesta formale al governo italiano di “sospendere gli accordi commerciali e militari con Israele finché il suo Governo non rispetti il diritto internazionale e i diritti umani, metta fine agli insediamenti e all’assedio della popolazione di Gaza e che addirittura arriva al punto di minacciare “la sospensione delle relazioni sindacali con il sindacato israeliano Histadrut da parte di tutte le sedi sindacali internazionali”, nel caso continui a non rispettare i principi del sindacalismo europeo(indipendenza, democrazia, diritti umani e del lavoro). Frasi e concetti che ci rappresentano una Fiom in preda ad un delirio antisionista e antisemita (nella versione perfettamente definita da Napolitano), che naturalmente non si interessa minimamente dei 40 missili lanciati nell’ultima settimana da miliziani islamici da Gaza contro la città israeliana di Ashkelon, per colpire i cittadini e i lavoratori israeliani (naturalmente iscritti alla Histadrut).
Un omissione gravissima e colpevole, che nega l’evidenza e la stravolge. Il blocco di Gaza, dopo la piena e totale disoccupazione israeliana della Striscia operata da Ariel Sharon nel 2005, è solo e unicamente motivato dalle continue aggressioni missilistiche dei palestinesi di Hamas e di altri gruppi che hanno fatto una decina di morti tra gli israeliani e centinaia di feriti, così come dal rapimento del 25 giugno 2005 del caporale israeliano Gilad Shalit, in violazione di ogni diritto di guerra e della sua crudele detenzione a tutt’oggi.
L’aggressività di Hamas è tale che ormai è acclarato che si è dotata, grazie alla Siria e all’Iran, non solo di migliaia di missili, ma anche di vettori in grado di colpire Tel Aviv. Quello della Fiom è dunque un delirio estremista, antisionista e antisemita che arriva a citare tra i “crimini israeliani la “costruzione di un treno ad alta velocità tra Tel Aviv e Gerusalemme, per collegare le colonie israeliane, attraverso i territori occupati, a cui partecipa anche l’azienda italiana Pizzarotti”.
Treno che invece percorrerà solo e unicamente le campagne disabitate che separano Tel Aviv e Gerusalemme e che non “collegherà” alcuna “colonia”. Il tutto, sulla base di un voluto strafalcione: l’accusa ad Israele di violare con i suoi insediamenti ”il diritto internazionale che sancisce l’illegalità delle colonie”, là dove anche i bambini sanno che non vi è nessun “diritto internazionale” che sancisca tale illegalità, ma solo delle delibere dell’Onu. Questo per la semplice – ma fondamentale – ragione che i Territori non sono affatto separati da Israele da una linea di confine, ma da una semplice linea armistiziale (la “linea verde”). Linea armistiziale che fu voluta e imposta proprio dai paesi arabi nel 1948 che rifiutarono la richiesta di Israele di trasformarla in confini tra stati.
Tutti gli insediamenti che Israele costruisce sui Territori possono dunque essere condannati sotto il profilo dell’opportunità politica, ma non costituiscono affatto una “violazione del diritto internazionale”. Questo è tanto vero che la Giordania, quando firmò la pace con Israele dopo gli accordi di Oslo del 1993, modificò di comune accordo con Gerusalemme la “linea verde”, con scambi equi di territorio, trasformandola in veri e propri confini. Ma tutto questo non interessa evidentemente ad una Fiom che ha deciso di collocarsi su una linea di contrasto frontale con Israele, ben diversa peraltro, non solo da quella tradizionale del Pd e anche della stessa Cgil.
Una scelta scellerata, gravida di conseguenze che apre una pagina buia per una parte del sindacalismo italiano che sceglie oggi di abbandonare la stessa dirigenza palestinese della Anp di Abu Mazen a favore di Hamas e dei gruppi più fondamentalisti. “Siamo noi l’obbiettivo di Hamas” ha dichiarato due giorni fa Andan Damiri, il responsabile della Sicurezza della Anp da Ramallah a proposito della ripresa del lancio di missili da Gaza: “Stanno accumulando armi per colpire noi, non Israele. Puntano a rovesciare il governo di Ramallah, non a colpire lo stato ebraico”.
E’ indispensabile dunque che il mondo politico e sindacale si mobiliti per chiedere ad alta voce alla Cgil e alla sua segretaria Susanna Camusso di prendere atto di questa pericolosa deriva della Fiom e di intervenire, per quanto le è dato di fare.
(Fonte: L’Occidentale.it, 27 Dicembre 2010)
#2damiano
ma voi pensate veramente che questa della FIOM sia una deriva antisemita e che la CGIL non la pensi esattamente nella medesima maniera? Anzi, dirò di più, gran parte della sinistra in generale è caratterizzata da una forte componente antisemita. Il bello è che non se ne rende nemmeno conto.
#3Aurelio
La FIOM, così come la CGIL, è un sindacato, e deve stare nei limiti che spettano ai sindacati.
E’ gravissimo che faccia politica, non parliamo poi della politica estera, figuriamoci infine quando promuove una linea antisionista/antisemita.
#4Alberto Pi
leggete anche questo!
http://lapulcedivoltaire.blogosfere.it:80/2010/12/boicottare-la-fiom-cgil.html
#5Parvus
Sono pienamente d’accordo con Damiano: Non ci si rende conto del pericolo antisemita rappresentato dai comunisti. Un po’ come se nella seconda guerra mondiale le organizzazioni ebraiche anziché preoccuparsi dell’antisemitismo nazista, si fossero limitate a rivangare contro il vecchio antisemitismo zarista.
#6סרג’ו הדר טזה
Sinceramente, che cosa ne pensino i dinosauri della politica dovrebbe importare poco.
Gli ebrei italiani che non sono ancora accorti che il nemico più pericoloso oggi è passato dall’essere la destra all’essere la sinistra dovrebbero farsi psicoanalizzare e in fretta!
Speriamo che i lavoratori della FIAT MIrafiori votino bene, come suggerito anche ESPLICITAMENTE da Fassino (uno dei POCHISSIMI che sin dagli anni ’70 ricordo personalmente come non antisemita già nel PCI), approvino l’accordo di MIrafiori, e finalmente si liberino dei boicottatori neo luddisti e vetero stalinisti della FIOM dalla FIAT, cui interessa SOLO il potere politico di controllo nelle fabbriche da parte dei loro funzionari e politicanti (come il Giorgio Airaudo che è passato da un funzionariato all’altro da trent’anni) e non gli interessi dei lavoratori.
#7Emanuel Baroz
I liberalissimi
Esiste un dibattito di grande ispirazione liberale, contrario a instaurare forme di censura o atti repressivi verso l’opinione antisemita, cioè verso la libertà di pensare, per fare un esempio qualsiasi, che gli ebrei hanno la coda e ci giocano a golf. Si dice liberalissimamente che le azioni volte a censurare il pensiero non favoriscano l’evoluzione del pensiero. Forse è vero. Ma non c’è un liberalissimo che dica qualcosa se la Fiom propone di costringere un omologo sindacato a uniformarsi alle posizioni dei sindacati europei, boicottando la nazione dove quel sindacato opera – Israele. Certo, se voglio costringere un’organizzazione a pensarla come la mia organizzazione, è arduo trovare una qualche evoluzione del pensiero. Si trova solamente che gli operai israeliani devono lottare per far morire di fame le proprie famiglie. E che l’antisemitismo è ciò che resta del socialismo.
Il Tizio della Sera
(Fonte: Rassegna Ucei, 30 Dicembre 2010)