Così nascono i martiri palestinesi
Gerusalemme, 22 Gennaio 2011 – L’indagine delle Forze di Difesa israeliane ha concluso che la palestinese Jawaher Abu Rahmah (36 anni) non è morta, alla fine di dicembre, per la minima quantità di gas lacrimogeni (non letali) che aveva inalato (come immediatamente asserito dalle fonti palestinesi e anti-israeliane), bensì a causa di una overdose di atropina somministratale nell’ospedale palestinese di Ramallah a causa di una diagnosi errata (di avvelenamento da gas nervino).
La donna risulta che non sia stata nemmeno coinvolta negli scontri a Bilin con i militari israeliani (Ricordiamo inoltre che già quando uscì la notizia ci furono alcuni dettagli che non tornavano, a partire proprio dal fatto che con molta probabilità la donna non avesse neanche partecipato alla manifestazione che si è tenuta a 500 metri da casa sua, e che il referto medico fosse in evidente contraddizione con la tesi della famiglia, che subito aveva accusato i militari israeliani di avere ucciso la donna)
(Fonte: Israele.net, 23 Gennaio 2011)
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Nella foto in alto: l’immagine di Jawaher Abu Rahmah diventata immediatamente una icona delle vittime dei soprusi israeliani
Per chi ne volesse sapere di più sulla maniera in cui vengono abilmente creati i martiri palestinesi consigliamo le seguenti letture:
Il caso Al Dura: cronaca di una bugia fatta passare per realtà
I media e l’intramontabile versione palestinese
#1eugenio milani
come ripeto semppre.non dovevate lasciare Gaza.quella è una razza non riconoscente,i governanti non vogliono uno stato libero,sarebbero costretti a governare con i problemi inerenti,finirebbero gli aiuti degli stai arabi e dai paesi simpatizzanti,fra qui parte dell’Italia.
#2Emanuel Baroz
Non pensiamo che ci sia una “razza” palestinese. Per noi si parla sempre i popolo e non di razza
#3barbara
Piccola parentesi linguistica: il termine “razza” può avere significati diversi a seconda della geografia. Nel Veneto per esempio significa famiglia, ossia tutti quelli con lo stesso cognome più, eventualmente, i figli di una donna che avranno ovviamente il cognome del marito. Per cui al paese di mio padre nessuno, per quanto benpensante e politicamente corretto, si scandalizza a sentir dire che mio padre era “cattivo di razza” perché lo sa tutto il paese che i P. sono “una razza cattiva”.
Ovviamente non so quale sia il significato di razza per Eugenio, però teniamo presente che potrebbe anche non essere un significato razzista.
#4Daniel
se ne parla anche qui:
http://nichisus.ilcannocchiale.it/2011/01/04/il_tarocco_della_donna_uccisa.html
#5Emanuel Baroz
16/02/2012 La Corte Suprema francese ha assolto mercoledì il medico israeliano Yehuda David dall’accusa d’aver calunniato il palestinese Jamal al-Dura (padre del 12enne Muhammad al-Dura che un controverso reportage della tv “France 2” descrisse come vittima di proiettili israeliani durante uno scontro a fuoco Netzarim, dodici anni fa, all’inizio della “seconda intifada”). Jamal al-Dura sostenne d’essere rimasto ferito nell’incidente mostrando ai mass-media le cicatrici, ma il dottor David dell’ospedale Tel Hashomer lo smentì rivelando che le cicatrici erano in realtà dovute a un intervento che l’uomo aveva subito anni prima, dopo che era stato aggredito da militanti di Hamas che lo accusavano di collaborazionismo. A quel punto Al-Dura querelò il medico, accusandolo d’aver infranto il segreto professionale, ma mercoledì la Corte Suprema francese ha dato ragione all’israeliano. “Non poteva andare meglio – ha commentato il dottor David – Significa che io ho detto la verità e quell’uomo ha mentito”.
(Fonte: Israele.net)