Caos Egitto: violentata giornalista della Cbs al grido di “Ebrea, ebrea!!!”

 
Emanuel Baroz
19 febbraio 2011
12 commenti

Ebrea Ebrea!!!! (Quando un termine diventa aggettivo dispregiativo)!

di Annalena Benini

L’incubo di Lara Logan, inviata della Cbs News per “60 Minutes” è cominciato durante i festeggiamenti per le dimissioni di Mubarak a piazza Tahrir, al Cairo. Piazza libertaria, euforica, democratica, ma in duecento hanno separato dal gruppo la bella, bionda, bianca e …famosa giornalista americana (nata in Sudafrica) che stava facendo il suo lavoro, due bambini piccoli a casa ad aspettarla, e l’hanno picchiata e violentata (non si è ancora parlato di stupro, ma di un “violento e sostenuto attacco sessuale”) per venti minuti, forse mezz’ora, gridandole: “Ebrea! Ebrea!”.

(Fonte: Il Foglio, 17 Febbraio 2011)

Per ulteriori dettagli cliccare qui, qui e qui

Nella foto in alto: Lara Logan durante un collegamento dalla piazza Tahrir al Cairo

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  • #1Emanuel Baroz

    Al Cairo, violenza di gruppo ai danni di una giornalista di CBS

    di Piera Prister

    L’hanno riportato solo oggi mercoledi’ 16/02/11 il Washington Post e il New York Post, e le molte stazioni radiofoniche, ma il fatto e’ avvenuto venerdi’ 11, il giorno in cui Mubarak aveva appena annunciato le sue dimissioni. Invece in piazza Tahir, l’odio contro le donne, contro l’America e contro Israele non s’era ancora chetato. Solo oggi e’ stato rivelato il suo nome, si chiama Lara Logan, ha 39 anni ed e’ capo reporter di “60 Minutes” una popolarissima trasmissione di CBS e si trova ora ricoverata in ospedale a Washington. Ha subito la sorte di altre giornaliste che hanno taciuto per vergogna, perche’ di aggressioni dall’inizio dell’anno ce ne sonno state tante da parte di musulmani, lei invece ha raccontato tutto. Una teppaglia di 200 uomini al grido di “Jew! Jew!” –ebrea, ebrea- (ma la Logan non risulta essere ebrea) l’hanno circondata isolandola dai colleghi, l’hanno picchiata selvaggiamente e l’hanno violentata a turno. Sarebbe intervenuto poi un gruppo di donne con dei soldati, in sua difesa richiamati dalle grida, che l’hanno portata in salvo. La stessa giornalista aveva comunicato il giorno prima che lei e la sua troupe erano stati molestati dai soldati egiziani e accusati d’essere spie israeliane. Ora c’e’ chi mette in dubbio la sua testimonianza e quella degli altri suoi colleghi.

    Che squallore! E’ questa la rivoluzione democratica cosi’ tanto elogiata e magnificata dal presidente Obama di cui i media, dominati dalle elites, all’unisono, dicono un gran bene, tanto che viene presentato come il salvatore, colui che con il suo carisma avrebbe ispirato tutte le rivoluzioni democratiche in atto nel mondo islamico?

    Ma Barack Obama, non e’ quello che meno di due anni fa, aveva promesso proprio al Cairo, che avrebbe difeso il diritto delle donne musulmane di portare il velo? No e’ quello che ha scelto come suo consigliere Dalia Mogahed, una donna velata? E non e’ proprio lui che ha nominato Susan Rice, ambasciatrice degli Stati Uniti all’ONU, che non era presente in aula per opporre il suo veto, quel fatidico giorno in cui l’Iran e’ entrato per acclamazione, a far parte della “Commission on Women’s Status”? Ci viene il sospetto che il presidente americano sia lui stesso un misogino, ma poi non tanto velato, se lo si osserva bene, se ha anche convinto sua moglie Michael -che fisicamente e’ una wonder-woman, capace di stendere a terra un potenziale aggressore- a scomparire umiliata dentro una giacca e pantaloni oversize, senza colore, con un pesante fazzolettone in testa, quando recentemente si sono incontrati con le autorita’ politiche indonesiane. Mentre lui stesso era immancabilmente in nero e cravatta.

    Qui, fatta eccezione delle radio repubblicane, di Fox News, di Brigitte Gabriel che coraggiosa, ancora una volta sfidando i regimi islamici misogini, antisemiti e omofobi, ha espresso alla radio solidarieta’ alla vittima, non c’e stata una personalita’ donna, del mondo politico americano, o del mondo della cultura, o di Hollywood che abbia detto una parola di condanna di quello che sta accadendo contro le donne nel mondo musulmano. Dove sono andate a finire le femministe?

    http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=999920&sez=120&id=38565

    20 Feb 2011, 15:48 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    Quella giornalista stuprata ci ricorda che cos’è la rivolta d’Egitto

    di Fiamma Nirenstein

    In Piazza Tahrir, che come un grande teatro a più scene ci ha rappresentato per giorni scene di rivoluzione, di gioia e di morte, commedie e tragedie, un’inviata della CBS News è stata brutalizzata sessualmente per mezz’ora da una folla di uomini eccitati. Grandi rivoluzionari, decine di grandi combattenti della libertà che il mondo intero stava esaltando; bastava guardare la CNN e la BBC. Il cameraman di Lara Logan, una bella donna di 39 anni, veterana dell’Irak e dell’Afghanistan, è stato trascinato via e picchiato; la giornalista è stata infine salvata da una folla che le cronache definiscono di «donne e soldati», ma chissà se è una narrativa mirata a ricomporre un’icona.

    Negli altri angoli della piazza la storia seguiva il copione: si gridavano slogan, si resisteva all’attacco degli uomini cammellati di Mubarak, si marciava, si filmavano giovani blogger, donne con e senza velo, la loro sete di libertà, il loro coraggio… Intanto, in quell’angolo si stava svolgendo una scena che non poteva, non doveva dire nulla sulla rivoluzione che piace alle telecamere, che nutre gli stereotipi più cari all’informazione liberal. Questa informazione per giorni ha nascosto che non pochi fra i giornalisti occidentali, tutti favorevoli alla rivoluzione, venivano in realtà strattonati e minacciati, talora portati via dalle forze dell’ordine…

    Non si è parlato neppure dei molti feroci slogan antisemiti e antiamericani, ben documentati da tante foto. I volti ripresi dalla telecamera di coloro che hanno aggredito sessualmente e brutalizzato Lara sono stati oscurati. I giornalisti in piazza erano là per raccontare la bella rivolta degli egiziani contro il dittatore, per parlare di libertà e di futuro, di modernità e di speranza. Cosa c’entrava che Lara venisse violentata? Che le urlassero, come è accaduto, «ebrea ebrea», giusto la peggiore fra tutte le accuse che quella folla potesse concepire? E mentre Lara veniva trasportata, ridotta a uno straccio, lontano dalla folla per essere rimpatriata e trasferita in un ospedale americano noi giornalisti continuavamo a cantare le lodi di quella piazza. Non solo: altri giornalisti americani, fra cui un certo Nir Rosen, hanno creduto di dover mettere in dubbio la veridicità della storia di Lara, definita una guerrafondaia. Dopo Rosen si è dovuto scusare, ma intanto aveva pagato il suo tributo al suo fantasma di rivoluzione: una folla in rivolta non può che essere buona. Ma non è così: una donna bionda in piazza a lavorare in mezzo a decine di migliaia di maschi, in particolare arabi, è una sfida culturale. Chi ha frequentato come mi è capitato, e come è certo capitato anche a Lucia Annunziata che ha scritto un pezzo su questa vicenda, di trovarsi in una situazione affollata e confusa in questi mondi, sa che può giungere un momento in cui al rischio che ogni giornalista corre, per una donna si aggiunge quello sessuale, che la stessa presenza di una donna crea un circuito di adrenalina, una situazione di aggressività. Può accadere ovunque, ma questo peggiora quando ci si trova in una società in cui, secondo quello che ha riportato all’ONU l’Associazione per i diritti legali delle donne basata al Cairo,le donne egiziane sono private dei loro diritti fondamentali, inclusi quelli di possedere il loro corpo e le loro proprietà. I maschi che uccidono le donne in genere non vengono puniti; se lo sono, restano in carcere fra i due e i quattro anni.

    Riporta l’Annunziata che ogni giorno il 98 per cento delle donne straniere in Egitto viene molestata, e così accade al 60 per cento delle donne egiziane. Il più recente rapporto PEW sull’opinione pubblica comunica che l’82 per cento è favorevole alla lapidazione delle adultere. Questo tipo di informazioni le abbiamo lette raramente nei giorni di Piazza Tahrir, invece sono fondamentali per capire cosa è stato l’Egitto, cosa è, e anche purtroppo probabilmente, che cosa sarà o contro che cosa dovrà battersi per diventare un Paese democratico. Solo non chiudendo i nostri e gli altrui occhi su questa realtà noi giornalisti possiamo aiutare a evitarlo.

    (Fonte: Il Giornale, 19 febbraio 2011)

    20 Feb 2011, 16:06 Rispondi|Quota
  • #3Parvus

    Questi sono gli islamici e democratici……………………………………….
    ……………………………………………………………………………………….

    20 Feb 2011, 21:05 Rispondi|Quota
  • #4Francesca

    Faccio solo notare che lei non è ebrea. Comunque la situazione in Egitto è molto grave… se vincono i Fratelli Mussulmani siamo tutti fregati, Israele per prima.

    20 Feb 2011, 21:14 Rispondi|Quota
  • #5Francesca

    Preciso soltanto che lei non è ebrea. Comunque la situazione è davvero grave.

    20 Feb 2011, 21:15 Rispondi|Quota
  • #6Giada

    Se ciò che dite è vero..è davvero una brutta cosa quella successa…ma pensate che i soldati Israeliani a Gaza siano stati più democratici..abbiano fatto qualcosa di buono nei confronti del popolo palestinese?
    Tutto ciò che è violenza è qualcosa di disgustoso da qualsiasi parte essa provenga..
    Mi piacerebbe vedere su questo sito anche dei post contro le violenze subite dai palestinesi a Gaza..ma queste non le pubblicherete mai vero?..e forse neanche questo messaggio,perchè a voi risulterà scomodo.
    Uno sterminio ecco quello che ha fatto e che continua a fare Israele e voi israeliani se siete davvero uomini dovreste solo vergognarvi e lasciare ciò che non vi appartiene e spero non vi apparterrà mai..perchè chi non ha saputo condividere la terra siete stati voi, con la vostra fame di ricchezza..
    Mi spiace essere così dura e ma è questo che io, cittadina italiana, penso.

    22 Feb 2011, 01:13 Rispondi|Quota
    • #7Emanuel Baroz

      per la cronaca Israele si è ritirata dalla Striscia di Gaza da quasi 5 anni,eh?

      22 Feb 2011, 10:25 Rispondi|Quota
  • #8Francesca

    Giada ma di cosa vai scrivendo? Sterminio?! Ma se i palestinesi continuano a moltiplicarsi come conigli!!!! Nel 1948 poteva nascere uno stato palestinese accanto a uno stato israeliano ma ciò non successe perché FURONO I PALESTINESI A RIFIUTARE NON GLI ISRAELIANI! Ti faccio notare che, nonostante il RITIRO da GAZA, Israele continua ad inviare cibo a Gaza… non male per un popolo così poco democratico e molto violento (sarc.)!
    Le violenze subite dai palestinesi a Gaza sono opera dei palestinesi stessi, fratelli che uccidono fratelli visto che non c’è più nessun ebreo a Gaza!
    Israele, che a te piaccia o no, continuerà a vivere!

    22 Feb 2011, 11:10 Rispondi|Quota
  • #9Ambra

    Mai sentito di giornaliste palestinesi violentate dai soldati israeliani..MOLTISSIME NOTIZIE RIPORTANO VIOLENZE SUBITE DA ATTIVISTE PRO PALESTINA..DAGLI STESSI PALESTINESI!
    Umanamente me ne dispiace in eugual maniera..mi chiedo se dopo un’ esperienza simile..riescano a capire cos’è una donna occidentale per un musulmano fondamentalista..
    Io metterei in galera non solo chi ha perpetrato gli abusi, ma chi ha indottrinato quelle ragazze distorcendo la realtà.

    22 Feb 2011, 11:51 Rispondi|Quota
  • #10Benedetto di San Giuliano

    Sono siciliano, ma non ho mai messo piede in un paese arabo, pur avendone vicinissimi due, Libia e Tunisia.
    Eppure ho girato il mondo da un continente all’altro…
    Rifacendomi alla vicenda di Lara Logan nonchè alle critiche espresse da una certa Giada dal cervello infarcito di antisemitismo e panarabismo di sinistra, mi permetto correggere il suggerimento di Ambra circa la punizione da infliggere a quelle bestie. Potendo io li manderei direttamente al muro.
    Non penso vi siano alternative punitive per quei fottuti beduini…
    Baruch

    12 Mar 2011, 18:09 Rispondi|Quota
    • #11Emanuel Baroz

      sinceramente non credo che “mettere al muro” tutti i “fottuti beduini” sia una soluzione….

      12 Mar 2011, 22:55 Rispondi|Quota
  • #12Emanuel Baroz

    Egitto: giornaliste straniere violentate in piazza

    di Armida Tondo

    Caroline Sinz, giornalista di France 3, ha raccontato dopo essersi fatta soccorrere al pronto soccorso del Cairo, di essere stata malmenata e violentata davanti alla folla in Piazza Tahrir. “Sono stata insieme al mio collega operatore, aggredita e picchiata. Alcuni uomini mi hanno poi portato a poca distanza dall’aggressione, dove sono stata afferrata da molti uomini e ho subito un’aggressione sessuale in mezzo alla gente, in pieno giorno. Anche altre giornaliste hanno subito violenze”. Queste le parole della giornalista.

    La sola ” colpa” dell’inviata della France 3 è quella di essere giornalista e pronta a portare a conoscenza del mondo la violenza che continua a perseverare in Egitto, lei rea di commentare le immagini sulle manifestazioni di piazza Tahrir.

    Carolina non è la sola ad aver denunciato le violenze sessuali dalle donne dei media presenti nel paese africano, la giornalista Mona Eltahawy, che ha doppia nazionalità egiziana e americana, ha consegnato a Twitter l’incubo di 12 ore di detenzione, ha parlato di botte, umiliazioni e molestie sessuali subite dagli uomini delle forze di sicurezza.

    Già nel mese di febbraio di quest’anno, un’altra giornalista, Lara Logan, inviata della Cbs News, durante i festeggiamenti per le dimissioni di Mubarak a piazza Tahrir, al Cairo, per ben venti minuti è stata violentata, in una piazza libertaria, euforica, democratica, in duecento hanno separato dal gruppo la famosa giornalista americana, nata in Sudafrica, bella, bionda e bianca, che stava facendo il suo lavoro, l’hanno picchiata e violentata, non si è ancora parlato di stupro, ma di un “violento e sostenuto attacco sessuale”, per venti minuti, forse mezz’ora, gridandole: “Ebrea! Ebrea!”.
    Se è questa la libertà e la democrazia che fanno scendere in piazza la folla…forse è il caso di spiegare a chi è complice attivo e passivo, che la libertà e la democrazia non prevedono la violenza sulle donne!
    Le giovani donne presenti in quella piazza che hanno avuto il coraggio di lottare per la libertà, avrebbero dovuto e devono difendere la dignità della donna!

    (Fonte: ItalNews, 25 novembre 2011)

    27 Nov 2011, 14:01 Rispondi|Quota
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