L’Iran attacca Londra: “Ai Giochi logo sionista”
Secondo l’Iran il logo letto al contrario compone la parola “Zion”, nome biblico di Gerusalemme
Dura lettera al Cio: potremmo boicottare le Olimpiadi del 2012. Replica degli organizzatori: «Nessun significato nascosto»
di Giulia Zonca
Londra, 28 Febbraio 2011 – Mai un logo era stato tanto contestato prima. Il simbolo di Londra 2012, un innocuo marchio a zig zag con l’unico difetto di non essere particolarmente affascinante è da più di tre anni il bersaglio di ogni polemica. L’hanno giudicato bruttino, considerato responsabile di un’ondata di attacchi epilettici, poco rispettoso nei confronti della brillante città di Londra degna di essere meglio rappresentata e ora è accusato di razzismo.
L’Iran ha scritto una lettera al Cio e una al Comitato organizzatore per lamentarsi del messaggio che il logo conterrebbe: «Sfortunatamente dobbiamo constatare che le prossime Olimpiadi non vogliono tenere in considerazione i valori dei Giochi. L’uso della parola Zion è evidente e deliberato. Consideriamo quella scritta un attacco aperto e se non verrà modificata potremmo decidere di non partecipare alle Olimpiadi. E non saremo il solo Paese a farlo». Firmato Mohammad Aliabadi, capo del comitato olimpico iraniano e la protesta è accompagnata da una perizia che evidenzia le lettere e dimostra che Zion è la sola parola che tutta una parte di mondo riconosce dentro quel marchio. In realtà il logo è fatto di numeri che compongono l’anno 2012, ma basta il fatto che in effetti ci si può tranquillamente leggere altro a creare un problema.
Zion (Sion) è il termine biblico per Gerusalemme, inneggia al movimento sionista e secondo l’Iran, stato islamico che non riconosce Israele, sarebbe una chiara affermazione: «Significa che Londra sostiene Israele». Il comitato reagisce nel modo più razionale: «Quel logo non è certo comparso oggi, lo abbiamo inaugurato nel 2007 ed è assurdo che un’obiezione di questa portata sia sollevata solo adesso». Il Cio, imbarazzato dalla grana, appoggia il comitato promotore, «ci hanno sempre detto che quei segni significano 2012 e non hanno nessun altro valore», l’Iran ribadisce che si tratta di scuse e che il sottotesto «neanche troppo subliminale, è lampante ed è un attestato di parzialità. Un atto rivoltante».
Non è la prima volta che l’Iran usa lo sport per prendere le distanze da Israele (anche alla Paralimpiadi…..senza vergogna proprio!): l’anno scorso, ai Mondiali di sollevamento pesi, l’iraniano Hossein Khodadadi si è rifiutato di stringere la mano al collega israeliano Sergio Britva e nonostante ciò qualcuno sostiene che il poveraccio sia stato allontanato dalla federazione per il solo fatto di essergli stato vicino durante la cerimonia di premiazione. A Pechino 2008, il nuotatore iraniano Mohammad Alirezaei ha evitato di nuotare le batterie dei 100 rana per non condividere le corsie con l’israeliano Tom Beeri. Niente squalifiche o sanzioni grazie al certificato medico e il Cio, che non vuole prendere posizione nella faida, ha fatto finta di crederci. Così come ha accettato le scuse del capo delegazione iraniano ai Giochi olimpici giovanili di Singapore: ritirati dalla gara di taekwondo (contro Israele) «per un improvviso attacco di mal di pancia del nostro atleta, portato via dall’albergo in ambulanza».
Per non parlare del grande sacrificio di Arash Miresmaeili, due volte campione del mondo di judo, eroe iraniano e gran favorito ai Giochi del 2004, sparito dal tappeto quando ha capito che avrebbe dovuto combattere contro l’israeliano Ehud Vaks. Cancellato dai turni eliminatori e addio sogni di gloria. Gli è pesato tanto che ha subito scelto la via del martirio: «Per la causa». Poi ha negato, tentato la retromarcia, ha farfugliato di essere stato frainteso. Stavolta non siamo neanche arrivati alle gare, la contestazione parte da subito e non è velata ma diretta: «Il logo è rivoltante». Londra si limita alla risposta ufficiale, anche se è chiaro che si sentano tirati in mezzo e che non vogliano dal Cio pressioni per improvvisi cambi. Il simbolo del 2012 è costato 400 mila sterline e non ci sono soldi da buttare e in più per la prima volta i londinesi hanno trovato un motivo per difendere quella scritta fino a qui detestata. Non si lasciano dare dei razzisti e sostengono la «libera espressione». Molti dei cittadini che hanno firmato la petizione per modificare il logo «troppo brutto» sono pronti a scendere in piazza per proteggerlo.
Nella foto in alto: il logo di Londra 2012, sede delle prossime Olimipiadi
#1Alberto Pi
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Le Olimpiadi finalmente smascherate
Cari amici,
sapete cos’hanno in comune le espressioni “illuminazione”, “appassionata” “azionista”, “sì o no”, “zio, nonno”, pozione, sessione e molte altre ancora? Nulla, dite? Sbagliato! Una vaga assonanza vocale? Eh già… ma che assonanza? Vi metto sulla buona strada: è un’assonanza pericolosa, se me lo consentite nemica e velenosa! Avete capito? Sì, è vero, tutte queste espressioni contengono un’altra parola, e cioè “Sion” o “Zion” che è la stessa cosa. Per questo sono pericolose, da non usare assolutamente… Vi chiedete forse non a torto se sono impazzito, se la pioggia di questi giorni mi ha dato alla testa. Be’, forse non avete torto, quanto alla pioggia, voglio dire. Ma l’idea ovviamente non è mia, non sarei mai in grado di concepire un’idea così… ecco, così straordinaria. Se ne sono accorti gli iraniani, i più geniali sostenitori della vera religione che ci siano al mondo.
Dovete sapere che il National Olympic Committee of Iran ha mandato una lettera al comitato olimpico internazionale (CIO) per protestare contro il logo delle prossime olimpiadi di Londra, dove qualunque persona non illuminata come me e voi vede scritto 2012 (l’anno dei giochi), ma loro hanno occhi così acuti da avervi visto formarsi nel logo, per mezzo di rotazioni e traslazioni la parola Zion, che ovviamente è “razzista”. Trovate in questo video il brillante esercizio di permutazione e gli altrettanto brillanti commenti iraniani: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=OORy-KRl6OM . E cosa c’entrano le paroline o parolone che ho citato sopra? Ma è chiaro, compaiono nella presentazione delle Olimpiadi di Londra, che assicurano, pensate un po’ di essere appassionanti! Questo è naturalmente solo una prova in più del sionismo di questa manifestazione, e l’ha detto anche l’Onu, no, che il sionismo è una forma di razzismo (nel ’75 con la solita maggioranza terzomondista, poi la mozione è stata annullata, ma non importa, quel che è detto è detto). Qualcuno di voi potrebbe obiettare che “Passion lives here” o qualcosa del genere era già lo slogan delle Olimpiadi di Torino, ma questa è solo una prova in più della congiura. Non a caso nel video troverete citata con il massimo rispetto quella grandissima autorità storica che sono i “Protocolli dei savi” per l’appunto “di Sion”, che sono diffusissimi nel mondo arabo, stampati anche dall’Autorità Palestinese e naturalmente dall’Iran: lì si descrive la congiura ebraica per impadronirsi del mondo. Ora quale via migliore per prendere il potere su tutto il pianeta che appropriarsi delle Olimpiadi? E quale modo più adatto di catturare le Olimpiadi se non i loro marchi, slogan, bandiere ecc.? Peccato solo che i valenti iraniani non si siano accorti che i cinque cerchi olimpici siano il semplice risultato di un’operazione aritmetica tutta ebraica: dal numero delle dodici tribù basta sottrarre quello dei sette bracci del candelabro del Tempio, la Menorà simbolo dell’ebraismo e subito si ottiene il simbolo olimpico, con il suo caratteristico cosmopolitismo, anch’esso ebraico! Del resto nella parola Olimpiadi risuona quella ebraica di “Olim”, gli immigrati in Israele, che naturalmente vengono a “rubare la terra” dei palestinesi. Per non parlare del fatto che in genere gli atleti, col pretesto della comodità in genere gareggiano in abiti scandalosamente succinti, contro ogni morale islamica.
Insomma le Olimpiadi sono gravemente sospette di sionismo, razzismo, cosmopolitismo, colonialismo, immoralismo, pansessualismo e quant’altro. Ha fatto benissimo dunque il comitato olimpico (ma bisognerà cambiare questa parola…) della repubblica islamica dell’Iran a minacciare di boicottare i giochi di Londra per queste ragioni. Se pensate che scherzi, conpratevi il “Corriere dello Sport” (che non è la Gazzetta, d’accordo, ma ha comunque la sua autorità) di oggi e vedrete che le cose stanno proprio così: o gli inglesi cambiano logo e slogan o gli iraniani non verranno a gareggiare. Il che certamente è un gran peccato, non solo perché i tuffi dalla piattaforma in burka sono un grande spettacolo, ma anche perché gli iraniani avevano appena proposto un paio di nuovi sport affascinanti, come la lapidazione delle adultere (vince chi le uccide più lentamente) e l’impiccagione degli omosessuali a mano libera.
Ugo Volli
http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90
#2esperimento
Se usassero questa enorme fantasia per progetti costruttivi anziché per queste paranoie assurde tutto il mondo forse ne beneficerebbe.