Gas nervino dalla Cirenaica ad Hamas e Hizbollah
di Paolo della Sala
Ufficiali dell’esercito ribelle libico avrebbero venduto a Hizballah e Hamas migliaia di armi (proiettili di mortaio etc.) contenenti armi chimiche come gas nervino e iprite. Le WMD facevano parte dell’armamento bellico di Gheddafi (già noto), caduto in mano dei ribelli.
La notizia è riportata in esclusiva da Debka file: Israele ovviamente è preoccupata dalla fornitura di armi di distruzione di massa a organizzazioni terroristiche che agiscono nel suo territorio. I ribelli avrebbero consegnato almeno 2000 proiettili di artiglieria, contenenti iprite e gas nervino, in cambio del pagamento di diversi milioni di dollari.
I servizi di intelligence USA e israeliano avrebbero tracciato la consegna delle armi, trasportate dalla Cirenaica verso il Sudan per mezzo di convogli controllati da agenti iraniani e da militanti di Hizballah e Hamas. Non sembra che le armi abbiano raggiunto il Libano o la Striscia di Gaza, in attesa del momento e del mezzo migliore utile a evitare che le armi vengano distrutte da un attacco USA e dell’IDF. I gas potrebbero anche essere caricati su droni, arrivati recentemente in Libano dall’Iran, e quindi lanciati da un aereo su Israele.
L’operazione è gradita all’Iran perché permette di armare i suoi alleati senza un diretto coinvolgimento. Agenti iraniani sarebbero arrivati a Bengasi a fine febbraio, allo scopo di definire l’acquisto e il trasporto delle armi chimiche fuori dalla Cirenaica, dove erano state sottratte dalle caserme di Gheddafi conquistate dai ribelli.
Militanti di Hizballah e Hamas sarebbero arrivati a Bengasi nella prima settimana di marzo, come spiega il responsabile Nato James Stavridis, il quale ha confermato al Senato americano la presenza di jihadisti nella rivolta libica, a partire da Al Qaida e Hizbollah (Stavridis ha tuttavia negato che la dirigenza dei ribelli sia contigua o simpatizzante di gruppi integralisti)
(Fonte: La pulce di Voltaire, 1 aprile 2011)
Nella foto in alto: il leader libico, Muhammar Gheddafi, in uno dei suoi ultimi discorsi deliranti alla tv