Arrigoni: killer lavoravano in Hamas. In organico nei servizi di sicurezza
Gaza, 16 Aprile 2011 – Emergono altri dettagli sulla morte del volontario italiano Vittorio Arrigoni. Erano in organico nei servizi di sicurezza di Hamas i due salafiti arrestati nella Striscia di Gaza.
La cellula che avrebbe gestito direttamente il rapimento e l’uccisione di Arrigoni sarebbe stata composta in totale da cinque persone, tutte militanti salafiti, ma almeno in parte provenienti dalle file di Hamas.
(Fonte: TGCOM.it, 16 aprile 2011)
Nella foto: Hamas&Arrigoni
#1Emanuel Baroz
“Vogliamo la verità sulla morte di Vittorio Arrigoni. Ascoltate i due arrestati prima che li uccidano”
L’appello di uno dei tre responsabili del gruppo di cooperazione internazionale per i diritti umani EveryOne Group alle autorità italiane, alla Commissione Europea e alle Nazioni Unite. “Vittorio viveva da tre anni a contatto con certi ambienti e sapeva tante cose; sicuramente rappresentava un pericolo per qualcuno ed era testimone scomodo di affari loschi, rapimenti, omicidi”
di ROBERTO MALINI*
MILANO – Vittorio Arrigoni è stato ucciso da militanti di Hamas. Fonti locali affermano che i due guerriglieri arrestati fanno parte dell’organizzazione armata palestinese. In un primo momento, il Movimento di resistenza islamico ha cercato di attribuire il crimine ad una propria “cellula impazzita”, arrestando due salafiti palestinesi, ma senza comunicare i loro nomi. Li ha condannati a morte. Ieri abbiamo chiesto l’intervento urgente alle autorità italiane, alla Commissione Ue e alle Nazioni Unite, per evitare che una frettolosa esecuzione ponesse fine alla questione, senza avere il tempo di accertare la verità.
Vittorio sapeva tante cose. Purtroppo, al di là della propaganda, a Gaza City circolano armi, droghe pesanti e tanto denaro, proveniente anche dai traffici di esseri umani. Abu Khaled, il trafficante che detiene i prigionieri eritrei a Rafah, è un militante di Hamas ed è un notabile nei Territori, tanto che controlla una rete di tunnel e rilascia interviste sui quotidiani britannici, a nome del Movimento di resistenza islamico. Vittorio Arrigoni viveva da tre anni a contatto con questi individui e sapeva tante cose; sicuramente rappresentava un pericolo per qualcuno ed era testimone scomodo di affari loschi, rapimenti, omicidi, torture, stupri, estorsioni. Noi di
EveryOne Group vogliamo la verità e ci stiamo opponendo all’impiccagione subitanea dei presunti assassini, dei quali deve essere dimostrata la colpevolezza e devono essere chiariti i moventi.
Le autorità internazionali ascoltino gli accusati. Oggi Hamas cerca di coinvolgere Israele: una nuova tattica per confondere l’opinione pubblica, visto che a Gaza il Mossad non è nemmeno riuscito a rintracciare il caporale Shalit. E’ importante che le autorità internazionali incontrino e ascoltino i guerriglieri arrestati e che si risalga ai veri esecutori dell’attivista italiano. Le ideologie estremiste non aiutano, anche in considerazione del fatto che il crimine si è consumato in una zona al centro di altri gravi reati, nonché di una vera e propria rete criminale. Oggi più che mai, serve obiettività.
* Roberto Malini è co-presidente di EveryOne Group, un’associazione per i diritti umani che opera anche in Medio Oriente
(17 aprile 2011)
http://www.repubblica.it/solidarieta/cooperazione/2011/04/17/news/vogliamo_la_verit_sulla_morte_di_vittorio_arrigoni_ascoltate_i_due_arrestati_prima_che_li_uccidano-15064936/?ref=HREC2-2
#2Emanuel Baroz
ARRIGONI: ASSASSINI ERANO ANCORA IN RANGHI HAMAS
Hanno confessato i due arrestati per l’omicidio di Vittorio Arrigoni, il volontario italiano sequestrato ed ucciso due giorni fa nella striscia di Gaza. I due sono adepti della galassia salafita ultra-integralista, ma provenienti dal’ala militare di Hamas e tuttora in organico nei ranghi della sicurezza. I presunti assassini avrebbero ammesso di essere stati rispettivamente il killer di Arrigoni (l’uomo che lo strangolato con le proprie mani, con un cavo metallico o qualcosa di simile) e uno dei basisti del sequestro. La salma del pacifista italiano resta nel frattempo custodita nell’obitorio dell’ospedale Shifa di Gaza City. Potrebbe essere trasferita in Egitto oggi, o piu’ probabilmente domani, tramite il valico di Rafah, per poi proseguire verso l’Italia.
(Fonte: Ansa, 17 Aprile 2011)
#3autores
probabilmente era la mela marcia Israelita
#4Emanuel Baroz
Chi ha ucciso Vittorio Arrigoni?
Vittorio Arrigoni era un attivista dell’International Solidarity Movement e viveva a Gaza, nei Territori palestinesi, da tre anni. E’ stato assassinato per motivi oscuri.
Milano, 16 aprile 2011 – Hamas ha attribuito in un primo momento il crimine a un gruppo salafita chiamato “Brigate Mohammed Bin Moslama”, di cui però non esistono notizie neanche fra i salafiti stessi che operano nella striscia di Gaza. Più verosimilmente, il Mossad israeliano ha attribuito l’uccisione al gruppo al-Tahwir al-Jihad, che tuttavia si è appena dichiarato estraneo ai fatti.
Da parte nostra, pur nutrendo seri dubbi sulla matrice esclusivamente salafita dell’esecuzione, abbiamo ipotizzato che l’attivista possa essere vittima di un atto dei fondamentalisti delle Brigate Izz al-Din al-Qassam, che sono seguaci della Salafiyya, ma sono anche parte, sia pure quella più estremista, di Hamas e negli ultimi tempi si sono avvicinate alla sezione meno fondamentalista dell’organizzazione.
Qualcosa però non torna. A Vittorio Arrigoni Hamas e i movimenti integralisti palestinesi avevano sempre concesso protezione, per evitare i sospetti che avrebbe sollevato un’azione contro l’incolumità dell’attivista italiano se avesse subito un attentato da parte dei più fanatici salafiti, anti-occidentali che si battono per la difesa degli “antichi valori del Corano”, ma che a propria volta sono consapevoli di quanto siano utili i testimonial occidentali per l’immagine di Hamas e della lotta armata palestinese. Di certo, a Gaza non si muove foglia che Hamas non voglia e le scaramucce con i gruppi salafiti servono a rafforzare le apparenze moderate del Movimento di resistenza islamico.
Riguardo all’accusa rivolta contro Vittorio Arrigoni dal misterioso gruppo armato salafita, ovvero di “diffondere corruzione morale a Gaza”, be’ è risaputo che ogni genere di stupefacente raggiunge la striscia e viene consumato da numerosi “resistenti”. E’ ormai altrettanto noto come il movimento armato locale si finanzi attraverso traffici che non riguardano solo droga e armi, ma anche esseri umani: uomini, donne e bambini che migrano da paesi in crisi umanitaria e cadono in mano di predoni, che Hamas definisce “eroi dell’Islam”, capaci di uccidere, seviziare e stuprare in attesa della riscossione di lucrosi riscatti. Di certo non era l’attivista italiano a spargere i semi della corruzione occidentale in un ambiente puro e devoto! Sappiamo inoltre – e l’hanno sottolineato ieri anche fonti israeliane – che esiste un patto di non aggressione fra Hamas, al-Qaeda (l’altra faccia, meno presentabile, dello stesso movimento) e i salafiti, cui è concessa libertà di operare purché non interferiscano negli affari di Hamas e restino all’interno delle aree di loro pertinenza a Deir Balakh , Khan Youes e Gaza City.
Per conoscere la verità sulla tragica fine di Vittorio Arrigoni, bisogna cercare oltre le apparenze e immaginare scenari in cui la testimonianza dell’attivista fosse divenuta scomoda e pericolosa per qualcuno che ha forti interessi nella striscia. Il fatto che Vittorio Arrigoni fosse membro del Gruppo Facebook “Per la liberazione dei prigionieri del Sinai” e dunque fosse manifestamente interessato alla sorte dei migranti nelle mani di predoni e terroristi notoriamente legati ad Hamas potrebbe rappresentare un indizio di verità in un puzzle enigmatico e complesso.
http://www.everyonegroup.com/it/EveryOne/MainPage/Entries/2011/4/16_Chi_ha_ucciso_Vittorio_Arrigoni.html
#5Giovanni
Mi dispiace constatare dopo aver letto degli articoli su questo sito che non c’è speranza…
L’odio è la vostra motivazione principe ed ultima, è la vostra droga, e purtroppo non se esce una volta dentro. Se ne devono assumere dosi sempre più alte per sentire l'”high”.
#6Emanuel Baroz
Nessun odio caro Giovanni…semplice constatazione dei fatti, così come si sono svolti. C’è rabbia, certo, ma è verso la continua disinformazione antisraeliana che siamo costretti a sbugiardare ogni giorno
#7autores
Bhe’,bhe’ dopo la Palestina avrete a che fare con la Giordania considera che sia Araba.