Ucciso bin Laden: Hamas, assassinato un combattente arabo
È morto un combattente della guerra santa musulmana. Questa la reazione di Hamas alla notizia dell’uccisione di Osama bin Laden.
Gaza, 2 Maggio 2011 – Il capo del governo di fatto nella striscia di Gaza, Ismail Haniyeh, ha duramente condannato l’uccisione di Osama Bin Laden, bollandola come un “crimine degli Stati Uniti” conseguenza di una politica basata “sull’oppressione e sul versamento di sangue di arabi e musulmani”. Con queste parole, pronunciate durante un incontro con la stampa, il leader di Hamas smentisce quanto affermato stamane da un dirigente palestinese a Ramallah, che si era felicitato per l’uccisione di Bin Laden.
Haniyeh ha dunque espresso cordoglio per l'”assassinio” del leader talebano auspicandogli “misericordia divina”. Il capo di Hamas si è poi pronunciato sull’incontro che avrà luogo il prossimo mercoledì a Il Cairo, durante il quale sarà firmato un accordo con l’organizzazione palestinese al-Fatah per la costituzione di un governo congiunto in vista di nuove elezioni entro l’anno, aggiungendo che si tratta di un “importante passo avanti verso l’unità nazionale dei palestinesi”.
(Fonte: Virgilio News e Euronews.it, 2 Maggio 2011)
Nella foto in alto: Ismail Haniyeh (Hamas)
#1Emanuel Baroz
Hamas piange Bin Laden. Si sono già dimenticati di Arrigoni?
di Anna Momigliano
Bin Laden è morto e Hamas è in lutto: il padre di al-Qaida era un “santo guerriero arabo” e la sua uccisione rappresenta “una continuazione della politica americana basata sull’oppressione e lo spargimento di sangue musulmano”, ha detto Ismail Haniyeh, il capo di Hamas nella Striscia di Gaza. Lacrime da coccodrillo. Già, perché fino a pochi giorni fa Hamas aveva dichiarato guerra aperta ad Al-Qaeda, o meglio a quella galassia di gruppi salafiti che si ispiravano più o meno direttamente all’ideologia di Bin Laden.
Due parole: Vittorio Arrigoni. Non stiamo parlando di storia antica, stiamo parlando dell’attivista italiano barbaramente ucciso da gruppi che si definivano “salafiti” (il termine non sarebbe esattissimo, ma diciamo che in questo contesto significa “vicino ad Al-Qaeda”) attivi nella Striscia di Gaza. Ebbene, qualcuno ricorderà che Hamas (il quale di fatto governa a Gaza da quando ha preso il potere nel 2007), non ha preso affatto bene l’assassinio del giovane italiano. Tanto che la milizia palestinese ha vendicato la morte di Arrigoni con un blitz armato, in cui sarebbero rimasti uccisi due terroristi salafiti.
Hamas e Al-Qaeda non sono mai andati d’accordo, anche se si tratta in entrambi i casi di gruppi terroristici che si ispirano a una lettura iper-radicale dell’Islam. Tanto per cominciare , si tratta di una banale lotta per il potere: la Striscia di Gaza è piccola, e non c’è spazio per tutti e due. Poi esistono anche delle divergenze ideologiche. Hamas si inserisce nel cosiddetto Islam politico, crede nell’instaurazione di uno Stato islamico attraverso la politica, anche se non disdegna l’utilizzo del terrorismo. I salafiti invece vogliono ritornare all’Islam delle radici, al califfato, e per loro elezioni, governi e parlamenti fanno solo parte della decadenza occidentale.
E allora perché Ismail Haniyeh, il capo di Hamas a Gaza, si straccia le vesti per la morte di Osama Bin Laden? Come si diceva, sono lacrime da coccodrillo. Dettate da motivazioni politiche. Hamas sta attraversando un periodo estremamente delicato: ha recentemente siglato un accordo per formare un governo di unità nazionale con il Fatah, partito di Abu Mazen, considerato dai settori più estremisti della popolazione palestinese come “venduto” a Israele e all’Occidente. Contemporaneamente, sempre sul versante della popolazione più estremista, Hamas se la deve vedere con la concorrenza di altri gruppi, come la Jihad islamica e, appunto, le cellule vicine ad al-Qaida.
Che cosa ne consegue? Che per evitare di essere bollati pure loro come “venduti all’Occidente” a causa del loro accordo con Abu Mazen, i dirigenti di Hamas devono fare di tutto per “recuperare punti” davanti alle frange più intransigenti della popolazione palestinese. Una bella orazione funebre di Bin Laden è quello che faceva al caso loro. E costava pure poca fatica.
(Fonte: Panorama, 3 maggio 2011)