Israele protegge i giacimenti da Hezbollah
Gerusalemme – La Marina israeliana si allena per proteggere i giacimenti offshore dalle minacce di Hezbollah. I contrasti tra Israele e Libano nel campo energetico sono cresciuti negli ultimi tempi, dopo la scoperta di ingenti risorse nei fondali del Mediterraneo, come il giacimento-gigante Leviathan. Il comando della Marina dello Stato ebraico ha dichiarato che il contesto attuale presenta «numerose sfide», ma ha assicurato che sia Tamar (giacimento a largo di Haifa) che Leviathan rientrano nella zona economica israeliana.
«I giacimenti – hanno dichiarato i vertici militari – si trovano a ovest di Rosh Hanikra (il punto di confine tra Israele e Libano nel Mediterraneo, ndr). Le pretese del segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, secondo cui le risorse si estenderebbero anche in acque territoriali libanesi non sono fondate e non trovano ragion d’essere nel quadro del diritto internazionale».
Il “partito di Dio” accampa diritti sulle risorse riscontrate nelle profondità del Mare nostrum basandosi sul fatto che i giacimenti di gas possono essere costituiti da varie falde collegate tra loro, come vasi comunicanti. Se Israele iniziasse a estrarre carburante fossile da una falda, potrebbe sottrarre gas da eventuali falde contigue antistanti il Libano.
Finora – bisogna notare – tali falde non sono state rintracciate: le proteste di Hezbollah appaiono dunque preventive, fondate su una possibilità ancora tutta da dimostrare. Ma in Medio Oriente la tensione sale facilmente. I due Paesi, tra cui vige uno stato di guerra, da mesi rivolgono l’uno contro l’altro accuse e minacce fuori dai denti. Diversi opinionisti, sui giornali israeliani e internazionali, hanno già profetizzato una prossima “guerra del gas”.
In realtà, ad oggi questa ipotesi sembra uno spauracchio più che un pericolo concreto; non di meno, l’equilibrio regionale è notoriamente precario. L’esercito israeliano non vuole farsi cogliere impreparato. «Le minacce che agitano le nostre acque economiche si sono moltiplicate – ammette l’ammiraglio Rani Ben-Yehuda –, strutture strategiche come gli impianti delle compagnie petrolifere rientrano senz’altro nel novero degli obiettivi sensibili». «Ecco perché – aggiunge Ben-Yehuda – l’Alto comando della Marina sta mettendo a punto risposte concrete contro un ampio ventaglio di pericoli».
(Fonte: Focusmo.it, 10 Maggio 2011)
Nella foto in alto: una piattaforma per l’estrazione del gas