Libano, bomba contro i caschi blu: nell’attentato feriti sei soldati italiani
Fuori pericolo i due dei militari più gravi. Convoglio attaccato nei pressi di Sidone. Calderoli: troppe missioni, ritiriamoci
Beirut, 27 Maggio 2011 – Sei soldati italiani sono rimasti feriti (due dei quali in condizioni gravi ma fuori pericolo) in un attentato che ha colpito oggi un mezzo dell’Unifil, la missione Onu schierata nel sud del Libano. Lo riferiscono fonti della Difesa che hanno confermato l’attentato contro un’autocolonna di caschi blu italiani della missione in Libano.
In precedenza al Jazeera aveva indicato in 2 i morti e 5 i feriti italiani. La notizia era stata corretta dal ministero della Difesa che aveva inizialmente indicato 5 feriti e un morto. Secondo l’emittente libanese Future Tv un ordigno è esploso a sud di Sidone (40 km a sud di Beirut) nei pressi del fiume Awwali, al passaggio di un mezzo dei caschi blu. La deflagrazione avrebbe colpito il mezzo militare sul quale si trovavano i soldati italiani.
Nell’attacco è stato colpito l’ultimo automezzo in un convoglio di quattro, con targa Unifil-8377. L’ordigno era stato piazzato dietro un guardrail di cemento. L’esplosione ha avuto luogo lungo l’autostrada che porta dalla capitale verso la città portuale di Sidone.
Il militare italiano che ha riportato le ferite più gravi «ora è fuori pericolo». Lo ha detto ai giornalisti George Falhai, medico dell’ospedale Hammud in cui sono stati trasferiti i sei militari italiani feriti. Gli altri cinque, ha confermato il medico nel suo ultimo bollettino, «hanno riportato ferite non gravi».
I sei militari italiani rimasti feriti oggi nell’attentato in Libano sono quattro campani e due pugliesi: i primi in servizio presso il 10/o Reggimento di manovra (Rema) di Persano, in provincia di Salerno, e gli altri presso il Reggimento Trasporti (Retra) di Bari. Tutti fanno parte del reparto di logistica del contingente italiano. Oggi erano stati a Beirut, dove avevano accompagnato un convoglio fino al porto: l’ordigno è esploso al passaggio del mezzo su cui viaggiavano quando si trovavano a circa un chilometro da Sidone.
«L’Italia è vicina ai suoi militari impegnati nella missione Unifil alla quale dobbiamo un contributo decisivo alla stabilità in una delle aree più sensibili della regione mediorientale», ha detto il ministro degli esteri Franco Frattini, esprimendo «dolore e profondo cordoglio» per le vittime.
Calderoli: troppe missioni, ritiriamoci. «Per primo ho chiesto il ritiro dalla missione in Libano. Continuo a ritenere che le missioni nelle quali siamo impegnati siano troppe ed in troppi Paesi: in alcune realtà siamo addirittura più rappresentati degli Stati Uniti – dice il ministro della Semplificazione ed esponente della Lega Nord, Roberto Calderoli – Siamo addolorati per i nostri militari coinvolti nel vile attentato in Libano e a loro va la nostra solidarietà e ringraziamento per la missione che stanno compiendo. È da tempo che abbiamo sollecitato il governo a rivisitare le nostre missioni. Risultano incompatibili con lo stato dei Conti pubblici a causa della crisi economica internazionale».
Il 10 maggio l’arrivo in Libano della brigata Aosta. Solo pochi giorni fa, il 10 maggio, c’era stato il passaggio di consegne nel settore ovest della missione Unifil, in Libano, fra la brigata di cavalleria Pozzuolo del Friuli, tornata in Italia a conclusione della missione, e la brigata meccanizzata Aosta.
Il Parlamento ha autorizzato per questa missione la partecipazione di 1.780 militari. Nella base Millevoi, quartier generale del contingente italiano, si era svolto l’avvicendamento tra i comandanti delle due brigate, i generali Guglielmo Miglietta, della Pozzuolo, e Gualtiero Mario De Cicco. Al termine erano stati consegnati anche 27 autocarri medi Acm 80 alle Forze armate libanesi donati dal Governo italiano.
Per la brigata Aosta, grande unità dell’Esercito stanziata in Sicilia, si tratta della prima missione in Libano, dopo varie missioni svolte negli anni passati nei Balcani. L’Aosta schiera sul terreno unità tratte da quasi tutti i suoi reparti: Lancieri di Aosta, 6/o Reggimento bersaglieri, 5/o reggimento fanteria Aosta, 62/o reggimento fanteria Sicilia, 4/o reggimento Genio guastatori e il reparto comando e supporti tattici Aosta.
Nella foto in alto: la scena dell’attentato