Guerra di spie – I misteri di un attentato a fine maggio: l’ ipotesi di una ritorsione per l’ assassinio di uno scienziato di Teheran
«Uccidete il sionista»: l’ombra dell’ Iran dietro la bomba turca
Console israeliano sfuggito a Hezbollah. L’esecuzione affidata a tre militanti libanesi dell’ Hezbollah, entrati con finti passaporti iraniani
di Guido Olimpio
WASHINGTON – Sono le 8.58 del 26 maggio. Una bomba, celata su un motorino, esplode ad un incrocio nel quartiere di Etiler a Istanbul, Turchia. Sei i feriti, tra i quali una donna alla quale devono amputare una gamba. La stampa accusa i separatisti curdi. Ma è una falsa pista. I servizi di sicurezza sanno che i responsabili sono altri. Sono venuti dall’ estero e il loro obiettivo non erano i passanti.
L’ attentato – secondo quanto hanno rivelato fonti mediorientali – aveva come target il console israeliano. A sistemare la bomba un team di tre uomini, legati agli 007 iraniani. Una risposta all’ uccisione di uno scienziato nucleare avvenuta a Teheran nel novembre 2010. Anche allora c’ era di mezzo una moto. L’ hanno usata due uomini per avvicinarsi alla vettura del bersaglio e applicarvi una bomba «adesiva». Per i mullah non vi sono dubbi, l’ attacco è da attribuire al Mossad. Quello di Istanbul, dunque, è solo un altro episodio – sconosciuto – della guerra segreta che si combatte dal Medio Oriente all’ Europa.
L’ agguato nel quartiere Etiler è stato preparato con largo anticipo. Ambienti investigativi ritengono che l’ Armata Qods, l’ apparato clandestino dei pasdaran, abbia inviato una squadra di sorveglianza. Hanno studiato le mosse del console, hanno osservato i suoi percorsi. Poi hanno scelto il luogo migliore: una curva vicino ad un cavalcavia, un punto dove le auto sono costrette a rallentare. L’ ordigno è stato celato su una bicicletta elettrica – un sistema usato spesso nella regione – parcheggiata sul lato della strada. Per attivarla un radiocomando.
La mattina del 26 maggio nella zona erano presenti tre elementi. Il primo – il coordinatore – era poco lontano dall’ incrocio. Poi c’ era una vedetta, mimetizzata tra i passanti in attesa di un bus. Infine l’ artificiere, l’ uomo che ha fatto esplodere la trappola. Non è sicuro ma non si esclude che il team abbia avuto l’ assistenza di una seconda «squadra» per la fuga. Il piano, ben congeniato, è fallito per le contromisure adottate dal diplomatico israeliano e dai servizi antiterrorismo locali. La prevenzione ha funzionato e i turchi, anche se non amano parlarne, sono consapevoli di cosa combinano i loro vicini.
È probabile che questa missione sia stata affidata a tre libanesi dell’ Hezbollah entrati nel Paese con passaporti iraniani «puliti». Una volta a Istanbul hanno avuto l’ aiuto logistico dei loro complici. Il ricorso a libanesi o a locali per la fase finale delle operazioni è un marchio di fabbrica degli 007 khomeinisti. Se gli attentatori sono catturati possono sostenere di essere dei «guerriglieri» e negare un legame diretto con gli ayatollah. È esattamente quello che è avvenuto nel 2009 quando, sempre i turchi, hanno sventato un progetto di attentato organizzato dagli iraniani in tandem con l’ Hezbollah.
Gli uomini designati per questo tipo di attacchi rispondono agli ordini di due personaggi del movimento libanese sciita. Mustafa Badr Al Din e Talal Hamia. Sono i dirigenti Hezbollah responsabili delle attività clandestine. Il primo è stato incriminato anche per l’ omicidio dell’ ex premier libanese Hariri, il secondo è ritenuto il referente delle cellule all’ estero. Alcune si nascondono in località della Turchia meridionale.
Le indagini hanno portato la polizia a «cercare» tra Antalya, Alanya e Antakya. Quest’ ultima, vicino al confine siriano, è considerata uno snodo importante per chi cerca di infiltrarsi o intende far passare esplosivo. L’antiterrorismo resta in guardia. Il sospetto è che gli iraniani non abbiano rinunciato alla loro vendetta. Un’ azione potrebbe essere imminente. E per i turchi sono giorni di grande lavoro. Infatti non c’ è solo questa minaccia. Venerdì è stato annunciato l’ arresto di un commando qaedista che voleva colpire l’ ambasciata americana.
(Fonte: Corriere della Sera, 17 Luglio 2011, pag. 13)
#1autores
guerre di spie dove? Con tutto quello che accade ai servizi segreti ed e’ pubblico tradimento ufficiale l’Iran si pone il problema spie dentro all’Iran,ma non e’ sufficente il tradimento ufficiale e pubblico che e’ fatto dai servizi segreti d’Italia ed in questo caso anche da quelli di Scotland Yard? Quando mai i servizi segreti Ufficialmente possono dichiarare il proprio tradimento ma senza essere la causa e la colpa delle stragi perche’ non provato. E’ fin troppo logico che tramite il loro Tradimento che e’ ufficiale si mette in atto le stragi ed e’ fin troppo fondamentale ai stati nemici di cui non serve dare la prova del loro tradimento che e’ gia’ ufficiale di cui il nemico si serve per ottenere la strage dentro agli altri Stati.lo dovrebbero anche dichiarare oltre che riuscire a farlo tramite il tradimento che e’ da parte dei servizi segreti d’Italia?Sai quanta gente che si impicca grazie a quelli li?Per che cosa si chiama e giura il servizio segreto d’Italia e di Scotland Yard?non certo per salvaguardare i Stati.Il loro tradimento e’ ufficiale ma all’Iran non interessa,anche se fossero la causa e la colpa di impiccagioni,stragi etc,etc,in Iran,ed e’ perche’ vorebbe la prova. Io mi domando che convenienza ha il nemico a dargli la prova mentre tutto va per il meglio contro all’Iran. Avete capito che all’Iran importa molto poco di venire colpita per colpa dei traditori anche se non si viene a scoprire per volonta’ di chi e’ nemico.
#2Marcus Prometheus
Chiedo all’autore o ai responsabili del sito o di tradurre (se ne sono capaci) in normale lingua italiana il commento di cui sopra a firma autores, oppure chiedo ai responsabili di ritirarlo dal sito, perche’ non mi pare proprio comprensibile.
#3autores
Ti stai sbagliando perche’ lo ha detto Mahmud Ahmadinejād. Lui afferma,e questo anche il Capo Leader della Religione e il Capo della Polizia di Iran,che per arrestare spie o metterle alla Pena di morte ,occorre la prova sicura e certa da fare l’accusa. Questo significa che grazie ai Ufficiali e pubblici tradimenti fatti dai servizi segreti d’Italia e di Scotland Yard contro al proprio giuramento,si puo’ mettere in atto la strage dentro all’Iran anche mantenendo tutto anonimo perche’ l’accusa viene fatta solo con la prova certa. Israele puo’ farlo dal esterno e senza darne la prova all’Iran. Tutto cio’ e’ un vero bene per Israele e l’Iran se lo puo’ anche sentire dire in faccia,lo ha detto Mahmud Ahmadinejād e Khamenei. Quale nemico ha il dovere di rivendicarlo a loro compiacimento? Tanto e’ vero che l’Iran ha tutto l’Occidente come nemico!