La strage in Norvegia? Colpa del Mossad!!!!
Teheran, 27 Luglio 2011 – “Attribuisco la colpa [degli attacchi in Norvegia] a due soggetti, in occidente: la destra estremista e il Mossad israeliano”. Lo ha detto il giornalista algerino-svedese Yahya Abu Zakariya, sabato scorso, alla tv iraniana Al-Alam.
Ed ha aggiunto: “Si vedranno altre operazioni simili in Danimarca, Svezia, Islanda, Finlandia e Gran Bretagna: fa parte della strategia sionista di ripulire l’Europa della sua popolazione musulmana, sostenendo di voler impedire all’islam da stabilirsi in Europa, in modo che l’Europa continui ad appoggiare l’entità sionista” [Israele].
(Fonte: Israele.net, 27 Luglio 2011 e Memri.org, 25 Luglio 2011)
Per guardare il video integrale dell’intervista (con sottotitoli in inglese) cliccare qui
Per ulteriori dettagli cliccare qui
Nella foto in alto: il giornalista algerino-svedese Yahya Abu Zakariya durante l’intervista rilasciata alla tv iraniana Al-Alam il 23 Luglio 2011
#1autores
x colpa del mossad e di Israele ci sono troppe cose,infatti a nessuno importa,tanto che se Israele fosse piu’ furba manterebbe anonima la propria azione contro al nemico,oltre a studiarla a dovere.
#2Pane al pane
Una cosa è certa, il nome dell’attentatore è Anders Behring Breivik… il cognome “Behring” è quello della mamma, il cognome è EBRAICO, come si può controllare al link sotto riportato.
Per voi ebrei è ebreo chi è figlio di MADRE ebrea!
Quindi l’attentatore è EBREO!
…………..e adesso chi glielo dice alla Nirenstein???
http://www.avotaynu.com/csi/csi-result.html?page=next
#3Emanuel Baroz
Manco mi spreco nella risposta….siete dei poveracci che hanno bisogno di cure psichiatriche
#4lol
Questo giornalista ed i primi due commentatori dovrebbero essere ricoverati d’urgenza presso una clinica psichiatrica
#5E di questo che ne dite?
Le simpatie di Breivik imbarazzano Israele
TEL AVIV – Sono di imbarazzo e inquietudini, con venature polemiche, le prime analisi israeliane sulle manifestazioni di simpatia “pro-Israele” raccolte fra i deliranti scritti di Anders Behring Breivik, lo stragista norvegese di Oslo e Utoya. A farsene interprete è in particolare l’editorialista Raphael Mimoun, che in un commento pubblicato su Yediot Ahronot, il giornale più venduto d’Israele, mette in guardia la destra politica e l’opinione pubblica del suo Paese dalla tentazione di coltivare un dialogo con certa destra europea (e americana) sulla base di comuni sentimenti d’islamofobia.
L’articolo s’intitola, significativamente, “Non sono nostri amici” e prende spunto dagli scritti in cui Breivik si è definito “filo-sionista” e simpatizzante del “nazionalismo israeliano”. Si tratta di una posizione comune a quei settori dell’estrema destra occidentale che – nota Mimoun – esprimono “sostegno incondizionato alle politiche di Israele” in chiave anti-palestinese e anti-araba, poiché interpretano il conflitto mediorientale come parte di una sfida mortale, a un tempo “religiosa e culturale”, con l’Islam.
Un’ideologia che l’editorialista di Yediot Ahronot giudica inaccettabile in sé. E che, inoltre, non cancella “le radici fasciste e neonaziste” (quindi fondamentalmente antisemite) di molti di questi movimenti. Di qui le accuse esplicite contro chi in Israele non esita a flirtare con ambienti e militanti di questa risma, considerati da Mimoun pericolosi anche quando restano distanti dalla truce violenza di Breivik.
“Numerosi politici israeliani, inclusi deputati della Knesset e persino esponenti del governo, hanno accolto positivamente – denuncia l’analista – il sostegno di gruppi e partiti politici stranieri di una certa destra. E questo è un deplorevole errore”. “Per il bene dello status morale d’Israele – prosegue Mimoun – la massima secondo cui i nemici dei miei nemici sono miei amici non può essere applicata qui. Gli odiatori degli arabi, europei o americani che siano, non devono essere nostri amici”.
Un avvertimento che non sembra giungere a caso, a meno di un mese dall’atteso e controverso happening d’appoggio alla politica israeliana degli insediamenti organizzato per fine agosto a Gerusalemme da Glenn Beck: tribuno tv della destra populista Usa e profeta dei simpatizzanti del Tea Party, che ha tra l’altro osato accostare le vittime di Utoya alla Gioventù Hitleriana.
Un personaggio che l’ala liberal della comunità ebraica Usa ha accusato apertamente di scivolate anti-semite, nei mesi scorsi, sull’onda d’una polemica sguaiata contro il finanziere George Soros (sostenitore di Barack Obama). E che invece s’appresta a essere ricevuto con tutti gli onori in Israele dai leader del movimento dei coloni e da alcuni parlamentari dell’ultradestra nazional-religiosa, ma anche del Likud: il partito del premier Benyamin Netanyahu.
(Corriere Canadese, 29 luglio 2011)
#6barbara
Certo che è stato Israele: in Israele è pieno di ebbrei, e lo sanno tutti che gli ebbrei sono cattivi, no?
#7Mariooo
macchè, non hanno nessun motivo di fare cose del genere, come non hanno motivo di assassinare gli scienziati iraniani
Una foto del giorno del massacro: http://italian.irib.ir/images/stories/palest/norvegiaisraele1.jpg
Quello a sinistra è il ministro degli esteri,nell’isola c’erano anche i suoi figli
Il boicottaggio norvegese è sostenuto massicciamente dalla popolazione e, secondo fonti israeliane, nel 2010 il 40 per cento dei norvegesi si rifiutavano di comprare i prodotti israeliani.
<>
La Norvegia sarà la prima nazione europea a riconoscere la Palestina
Jonas Gahr Støre Ministro degli Esteri : “l’occupazione deve finire, il muro deve essere demolito e bisogna farlo subito”
PICCOLO PARTICOLARE: gli altri uomini che erano con lui a massacrare la gente si sono volatilizzati, ciò vuol dire che poteva benissimo non farsi beccare pure lui, quindi, perchè si è fatto beccare ??
(ah giusto, ha pubblicato il piano 2 ore prima su internet…)
#8Emanuel Baroz
Gli ebrei in Norvegia prima e dopo la strage
di Manfred Gerstenfeld (*)
Dopo la strage di Breivik, un insegnante israeliano che vive in Norvegia, David Katznelson, ha detto: ” La Norvegia non è un posto ospitale per gli ebrei”. Ha poi aggiunto che una volta qualcuno dipinse con lo spray una svastica sulla sua buca delle lettere, e che i suoi studenti ebrei avevano timore di rivelarsi in quanto tali. Ha anche osservato che quando in una riunione non sono presenti degli ebrei, i norvegesi si sentono liberi di dirne tutto il male possibile.(1)
In Norvegia gli ebrei sono meno di 2000, e hanno esperienze differenti. Chi ha figli in età scolastica spesso si chiede come si debba reagire ai frequenti attacchi che subiscono a scuola. E’ meglio dirlo pubblicamente, oppure può causare danni maggiori ? Altri ebrei norvegesi affermano di non essersi mai imbattuti in un aperto antisemitismo.
Durante la guerra a Gaza (2009-2010), si tenne a Oslo la più grande manifestazione antiebraica nella storia della Norvegia. Ne conosciamo i particolari grazie a Erik Eiglad, che si trovava lì in quel momento e che raccontò in un reportage in inglese quanto aveva visto.(2)
Dopo i disordini, una donna ebrea scrisse- in forma anonima – su Verdens Gang, il quotidiano più diffuso del paese, come erano cambiate le sue opinioni sulle autorità norvegesi:
” In un paese democratico come la Norvegia, dove i diritti umani sono costantemente in primo piano, avevo sempre creduto che noi ebrei eravamo al sicuro …. dopo quanto è successo in Medio Oriente questo inverno, non mi sento più sicura ma in pericolo…. anche alcuni membri della nostra comunità hanno ricevuto minacce di morte, le misure di sicurezza intorno alla sinagoga sono aumentate …. la fiducia che avevo in chi guida questo paese non è più quella che avevo un tempo “.(3)
La situazione della comunità ebraica nel suo insieme è diversa da quella dei singoli ebrei. Può sopravvivere solo con il sostegno del governo norvegese, che, fra le altre cose, garantisce la sicurezza anche fisica delle istituzioni ebraiche. Chi nella comunità ebraica norvegese aveva una decina di anni fa messo in guardia sulla crescita dell’antisemitismo, si era visto recapitare lettere contenenti proiettili.
Per questo motivo la comunità decise di tenere un basso profilo. Durante la seconda guerra del Libano nel 2006, la sinagoga di Oslo subì un attentato da parte di un pachistano, tale Arfan Batthi, il cantore del tempio fu aggredito, il cimitero ebraico dissacrato, mentre molti ricevevano minacce antisemite al telefono o per lettera.
Tanto che il governo aumentò le misure di sicurezza intorno agli edifici comunitari a Oslo e alla sinagoga di Trondheim, che divennero i luoghi più controllati della nazione. Oggi però è chiaro che il governo non trasse le dovute conclusioni da quanto accadeva e che forse gli ebrei non erano gli unici obiettivi di un odio a lungo sedimentato, e che misure di sicurezza avrebbero dovuto essere prese in tutto il paese.
I leader della comunità ebraica di Oslo mi dissero lo scorso anno che devono sempre essere in buoni rapporti con qualunque governo. Questo significa che non si deve mai tirare troppo la corda perchè potrebbe spezzarsi.
In situazioni come queste può succedere. Anne Sender, che è stata a capo della comunità, ha cercato di fare tutto quanto poteva, non riuscendoci sempre. Una di queste fu quando dichiarò al quotidiano Dagbladet che lei apprezzava molto il Ministro degli Esteri Jonas Gahr Stoere. Le dichiarazioni di Stoere confermano che è un antisemita part-time e un sostenitore indiretto del terrorismo contro Israele.(4)
La tendenza anti-israeliana in Norvegia negli ultimi anni dimostra quanto la comunità ebraica debba tenere un basso profilo per quanto riguarda Israele. L’attuale governo assume spesso posizioni contro lo Stato ebraico, mentre è molto cauto verso il terrorismo palestinese, arrivando anche indirettamente a promuoverlo.
Mentre c’è stata una auto-censura nella comunità ebraica, l’eccessivo odio contro Israele da parte del governo e della élite culturale sono così forti e frequenti, che alcuni ebrei non se la sono più sentita di rimanere in silenzio. Nell’autunno 2010, il governo norvegese ha sponsorizzato una mostra anti-israeliana dell’artista Hakon Gullvag a Damasco. Una delle “opere” uscì sul quotidiano Aftenposten. Il rabbino di Oslo, Yoav Melchior, scrisse al giornale che aveva dovuto nasconderlo a suo figlio, visto che nella prima pagina del supplemento culturale vi era stampata una bandiera israeliana con la stella di Davide insanguinata, soldati mascherati ed i palestinesi quali vittime. Una azione contro il silenzio dell’élite culturale norvegese di fronte ad una manifestazione di odio antisemita, mentre aveva invece reagito contro le vignette danesi su Maometto.(5)
La situazione attuale in Norvegia, dopo la strage, si può definire confusa. Non è ancora chiaro come il governo e la società reagiranno nei tempi lunghi alla carneficina di Breivik. Possono convivere con il fatto che l’assassino è ” uno di noi norvegesi “, oppure cercheranno altrove un responsabile ? Promuovere l’immagine prioritaria di Breivik come uno pro-Israele può essere una tentazione per chi si propone di irrobustire l’anti-israelismo dopo quanto è già stato fatto in molti anni. Alcuni norvegesi pensano che diventerà ancora più difficile in Norvegia stare dalla parte di Israele (6). Ne sono convinti anche amici non ebrei con i quali ho parlato.
Ebbene, fra poche settimane il governo norvegese dovrà cominciare a combattere un antisemitismo ancora più grande nelle scuole, spesso anche fisicamente violento, che è stato in parte alimentato dalle stesse dichiarazioni governative e da una parte rilevante della élite culturale del paese.
Note:
[1] Alex Weisler, “As Norway’s Jews mourn, concern about muting of pro-Israel voices,” JTA, 26 July
2011.
[2] Eirik Eiglad, the Anti-Jewish Riots in Oslo
[3] “Betraktninger fra en jødisk mor,” Verdens Gang, 31 May 2009. [Norwegian]
[4] Eirik Alver, “Sendebudet,”Dagbladet, 11 March 2010. [Norwegian]
[5] Joav Melchior, “Hva slags Virkemiddel?” Aftenposten 21 October 2010. [Norwegian]
(*) Manfred Gerstenfeld è Presidente del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta. Ha pubblicato 20 libri, fra i quali due riguardano l’anti-israelismo e l’anti-semitismo norvegese.
(Fonte: Informazione Corretta, 6 agosto 2011 – trad. Angelo Pezzana)
#9autores
la cosa piu’ strana e che Israele non cerca neanche di fare il colpo di Stato in Iran ma anche se la maggior parte delle impiccagioni sono fatte eseguire dai Israeliani che riescono a dare la giusta accusa di cui anche l’Iraniana Autorita’ ne ha la provvigione oltre che ad esserne promosso di grado Superiore sia l’Iraniano che l’Israeliano in Israele. chiamala convenienza?
#10barak
Il giornalista algerino-svedese, paffutello e con faccia da tonno dà l’impressione di sapere tutto su Israele
#11noi
Tanto…… quella era gente che non faceva na mazza tutto il giorno …..
#12barbara
Embè, certo: i tonni sono parenti degli squali (ti dice qualcosa?)
#13barak
Si, ma io mangio il tonno per gli omega 3 e la cartillagene di squalo per le mie giunture potrei mangiare anche il giornalista.
#14Emanuel Baroz
Confesso che il significato di alcuni commenti mi risultano di sempre più difficile comprensione…..
#15daniele
Il giornalista si è fatto una decina di canne e qualche tiro di coca prima di dire quelle colossali stronzate contro israele, poi, dato che si trovava poteva anche aggiungere che le torri gemelle le ha buttate giù la CIA…….. Ma questa gente va non ricoverata ma soppressa e messa nelle scatolette di latta al posto della carne di tonno……… Incredibile cosa si deve sentire….
#16daniele
Va bene, il mio commento di prima non stava bene a qualcuno, e non è stato pubblicato. Comunquecerta gente non dovrebbe proprio comparire in tv, sono loro i sobillatori di popolo che provocano guerre ed incidenti diplomatici. Quella faccia di maiale ha dimenticato di dire che le torri gemelle le ha buttate giù la CIA…… Ricoveratelo con urgenza e buttate le chivi della sua stanza. Comunque sempre e solo W Israele.
#17autores
ma a me sembra che la strage di Norvegia puo’ essere dichiarata non Religiosa ma razzista o contro la Svezia o contro la Norvegia ma non di natura Religiosa.