Caso Shalit: in Giordania si festeggia, in Israele si discute

 
Emanuel Baroz
15 ottobre 2011
9 commenti

Caso Shalit: manifestanti in Giordania festeggiano il rilascio dei detenuti palestinesi

AMMAN, 14 Ottobre 2011 – Centinaia di manifestanti hanno festeggiato oggi nel campo profughi palestinese di Wihdat, in Giordania, il rilascio di circa mille detenuti palestinesi dalle carceri dello Stato ebraico nell’ambito del recente accordo per la liberazione del caporale israeliano Gilad Shalit. Lo riferisce l’agenzia d’informazione ‘Dpa’.

La manifestazione odierna e’ stata organizzata dai Fratelli Musulmani giordani e si e’ svolta dopo la preghiera di mezzogiorno.

Intanto piu’ di due terzi degli israeliani sono favorevoli all’accordo con Hamas: da un sondaggio commissionato da Channel 10, emerge che il 69% sostiene l’intesa anche se il 62% ammette che potra’ portare a un deterioramento della sicurezza. Solo per il 32% la decisione non avra’ alcun impatto.

(Fonte: Adnkronos e AGI, 15 ottobre 2011)

Nella foto in alto: Noam e Aviva Shalit, genitori di Gilad

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  • #1Emanuel Baroz

    «Tutti vittime per Shalit», Israele si ribella allo scambio

    di Fiamma Nirenstein

    Saranno liberati centinaia di terroristi assassini: le famiglie dei morti pronte ad andare in tribunale

    Dunque Gilad Shalit tornerà martedì, e lo farà attraverso il Cairo cui verrà consegnato in un gioco opportunistico che riflette il distacco di Hamas dalla sua sede di Damasco ormai in fiamme, e quella del governo militare egiziano nel caos alla ricerca di consenso internazionale. Israele vibra nell’attesa, alla contentezza corrispondono anche indignazione, paura, disperazione: il figlio superstite della famiglia Schijveshuurder, Shvuel (un 27enne che nel 2001 ha avuto il padre, la madre e tre fratelli uccisi con altre 12 persone nella Pizzeria Sbarro di Gerusalemme) che da allora da segni di squilibrio, ha vandalizzato il monumento a Yitzhak Rabin a Tel Aviv. Ron Kerman, padre di Tal, una ragazzina uccisa sull’autobus numero 27 a Haifa nel 2003 ha attaccato Noam Shalit: «Per salvare tuo figlio hai vittimizzato tutta Israele». Si preparano anche manifestazioni organizzate e ci si rivolge al Bagaz, l’Alta Corte, per fermare lo scambio.

    Il fatto è che il prezzo è micidiale, e non solo numericamente. Non solo si tratta di 1027 vite contro una. Si tratta di misurare il valore di una vita umana come noi la concepiamo, sull’accettazione del male assoluto. Qui vediamo un’autentica inondazione di tagliagole, di morti viventi, e si sa già per statistica che il cinquanta per cento torneranno a colpire. Fra questi assassini di cui i palestinesi festeggiano il ritorno ci sono: Nasser Batima, responsabile dell’eccidio di 30 persone al Park Hotel di Netanya, 200 feriti; Husam Bodran che ha pianificato l’attacco alla discoteca del Dolphinarium a Tel Aviv nel 2001, qualcuno si ricorderà i corpi straziati di 21 ragazzini. Sempre Bodran è responsabile dell’uccisione dei 14 innocenti che pranzavano ad Haifa nel 2002. Ci sono Yehie Sinwar e Jihad Amur, coinvolti nel rapimento del soldato Wachsman, che lo fecero saltare per aria con una cintura quando un commando cercò di liberarlo. Abd Al Gadi Gnaim che ha buttato giù da un dirupo un autobus di linea fra Gerusalemme e Tel Aviv uccidendo 16 passeggeri. Ci sono molte donne che guidando col velo hanno accompagnato i terroristi suicidi a uccidere centinaia di innocenti.

    Ma alla cronista resta particolarmente indigeribile fra (si dice) 27 donne, la liberazione di Mona Jaud Awana che con internet ha attratto dalla cittadina di Ashkelon il sedicenne Ofir Rahum. Si è avventurato fuori del paese per la prima volta in autobus per finire nelle mani dei compagni di Awana, che l’hanno fatto a pezzi in un garage di Ramallah. La cronista ha visitato la sua casa e il suoi genitori. Ora suo padre col cuore a pezzi e la testa confusa tuttavia si congratula con Noam Shalit perché riavrà suo figlio. Nella storia dei molti altri attentati che si srotola davanti agli occhi degli israeliani mentre gli assassini escono, c’è la storia di un piccolo Paese che è pronto a dare per la vita tutto, mentre i suoi nemici sono assassini pronti a tutto per la morte. E lo saranno ancora.

    (Fonte: Il Giornale, 15 ottobre 2011)

    16 Ott 2011, 20:48 Rispondi|Quota
  • #2barbara

    Se solo qualcuno avesse l’idea di somministrargli, prima di rimandarli a casa, qualche buon veleno ad effetto ritardato, secondo il geniale sistema messo a punto dal papa Alessandro VI…

    17 Ott 2011, 00:37 Rispondi|Quota
  • #4HaDaR

    Una vergogna assoluta da pate del governo israeliano che mette in pericolo la vita di tutti liberando terroristi assassini molti dei quali ritornano poi ad assassinare.
    Guardate le facce dei CENTOTTANTA innocenti assassinati da terroristi liberati in precedenza: http://www.al-magor.com/index.htm
    I nostri migliori soldati, che servono in corpi speciali e rischiano la vita di continuo, sono furiosi al rilascio dei terroristi assassini http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/148760
    Perché rischiare la vita per catturare un terrorista se poi lo liberano?
    INFATTI, dovrebbero ammazzarli o condannarli a morte dopo. Cosí non ci sarebbero tentazioni di rapire Ebrei per ottenere la liberazione dei terroristi in carcere.
    Le associazioni di familiari delle vittime sono furiose.
    Il Ministro degli Affari Strategici, nonché ex Ganerale Capo di Stato Maggiore, Moshe Ya’alon è anche contrarissimo e dice che pageremo con decine o centinaia di vite http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/148750 Inglese
    http://www.inn.co.il/News/News.aspx/227219 Ebraico
    Ben Dror Yemini su Ma’ariv http://is.gd/WwfgnT

    Già solo la vergognosa liberazione di una fredda e crudele assassina con la faccia da madonna, la terrorista Ahlam Tamimi, יש”ו, responsabile dello sterminio di un’intera famiglia e dell’assassinio di donne, vecchi e bambini Ebrei nella pizzeria Sbarro a Gerusalemme nel 2001, nonché la liberazione del macellaio di Ramallah 2000 (vedi il film al fondo), dimostrano quanto sia pazzesco, servile e suicida che Israele non applichi la pena di morte per i terroristi; pena di morte che pure è prevista nel codice militare secondo il quale si giudicano i terroristi. Ma le pressioni dei politicanti alla Barak lo impediscono.

    Il Governo ora li libera, mettendo in pericolo le vite di noi tutti, e calpesta la base di ogni legalità, avocandosi il diritto di rendere nulle le sentenze giudiziarie di condanna, liberando assassini, vanificando il lavoro di soldati, agenti segreti e magistrati, e si prende addirittura gioco della legge non comunicando neppure ai familiari delle vittime (cosa OBBLIGATORIA per legge) la liberazione di terroristi assassini dei loro congiunti!

    Gente come la Tamimi non va liberata ma eliminata e il loro cadavere va cosparso di grasso di maiale e poi bruciato, per dissuadere altri integralisti musulmani dal seguirne l’esempio e per non trasformarne la tomba in luogo di pellegrinaggio.

    17 Ott 2011, 06:26 Rispondi|Quota
  • #5HaDaR

    Questi sono i predatori sanguinari bipedi che il Governo d’Israele sta per liberare mettendo in pericolo tutti i suoi cittadini. Vedere e ascoltare bene
    http://www.ilfoglio.it/zakor/936 la loro normalità, incredibile per un occidentale, ricordandovi delle scritte sui muri della Basilica della Natività nel 2000: “Prima il popolo del sabato, poi quelli della domenica”, che è un detto musulmano comunissimo…
    E ricordatevi, considerando questi nazisti di lingua araba, sia l’ammonimento di Niemöller “Prima vennero per gli Ebrei” ecc… sia l’ammonimento di Bertolt Brecht: “È ora di vedere, non stare a guardare. È ora di agire, non parlare. Questo mostro una volta stava per dominare il mondo. I popoli [síc] lo fermarono. Ma il ventre da cui nacque è ancor fecondo”

    17 Ott 2011, 11:34 Rispondi|Quota
  • #6Emanuel Baroz

    17/10/2011 Secondo il quotidiano egiziano Al Ahram di domenica, Ilan Grapel, il giovane israelo-americano detenuto in Egitto dallo scorso giugno per presunti reati di “spionaggio”, verrà rilasciato subito dopo la liberazione di Gilad Shalit. La scarcerazione avverrebbe, secondo queste fonti, in cambio del rilascio di 85 egiziani detenuti in Israele.

    17/10/2011 Il portavoce dell’ala militare di Hamas, Abu Obeideh, ha tenuto a precisare, domenica, che la sua organizzazione non ha firmato alcun accordo per il rilascio di Gilad Shalit direttamente con Israele, bensì un accordo diviso in due testi diversi: uno firmato tra Hamas e l’Egitto e il secondo tra l’Egitto e Israele.

    17/10/2011 L’Alta Corte di Giustizia israeliana è chiamata lunedì a discutere i ricorsi presentati contro l’accordo con Hamas per il rilascio di terroristi palestinesi. Fra i ricorrenti: l’Associazione famigliari delle vittime del terrorismo Almagor; il fratello di Vadim Norzich contro la scarcerazione di Abed Alaziz Salaha, colui che venne fotografato mentre esibiva le mani coperte di sangue durante il bestiale linciaggio di Norzich e Yossi Avrahami, a Ramallah, il 12 ottobre 2000; la famiglia Schijveschuurder che perse cinque membri nell’attentato alla pizzeria Sbarro di Gerusalemme del 2001; Me Zeev Dassberg, presidente dell’Istituto per la Ricerca sul terrorismo e fratello di Efrat Unger, uccisa col marito da terroristi palestinesi nel 1996 lasciando due orfani di pochi anni d’età; e altri.

    17/10/2011 Hamas ha respinto domenica le critiche dell’Autorità Palestinese, secondo la quale l’elenco dei detenuti da scarcerare non è sufficiente perché non comprende diversi membri di Fatah. Un alto funzionario di Hamas, Mahmoud Zahar, ha dichiarato alla radio che Mahmoud Abbas (Abu Mazen) “ha negoziato con Israele più di un milione di anni senza mai ottenere un accordo simile”. Zahar ha poi detto al quotidiano Al-Hayat che “per tutto il tempo delle trattative, Abu Mazen ha continuato a proporre di liberare Shalit in cambio solamente della fine del blocco su Gaza senza nessun rilascio di prigionieri”.

    (Fonte: Israele.net)

    17 Ott 2011, 11:39 Rispondi|Quota
  • #7Emanuel Baroz

    17/10/2011 Hamas ha chiesto a Qatar, Turchia e altri paesi di accettare sul loro territorio i 40 detenuti che, in base all’accordo raggiunto per il rilascio dell’ostaggio Gilad Shalit, dovranno essere espulsi immediatamente dopo la scarcerazione da parte di Israele. Lo ha riferito il quotidiano panarabo edito a Londra Al-Hayat. ”I palestinesi che devono essere espulsi all’estero sapranno senza alcun dubbio trovare la strada per la terra palestinese”, ha detto un alto funzionario di Hamas intervistato domenica.

    17/10/2011 Iniziate domenica le complesse operazioni che porteranno alla scarcerazione, martedì, del primo gruppo dei circa mille detenuti palestinesi in cambio del rilascio dell’ostaggio Gilad Shalit, trattenuto a Gaza da complici di Hamas dal giugno 2006. Nelle città della striscia di Gaza e di Cisgiordania si preparano festeggiamenti in onore dei terroristi scarcerati. Il primo gruppo di scarcerati comprende 477 detenuti, di cui 292 originari della Cisgiordania, 130 della striscia di Gaza, 46 di Gerusalemme est, uno del Golan, più 6 arabi israeliani e due stranieri.

    16/10/2011 ”Oggi liberiamo i prigionieri, domani la moschea di Al-Aqsa (Gerusalemme)”. Lo ha dichiarato sabato il “primo ministro” di Hamas a Gaza, Ismail Haniyeh.

    (Fonte: Israele.net)

    17 Ott 2011, 11:40 Rispondi|Quota
  • #8Emanuel Baroz

    16/10/2011 Circa trentamila arabi israeliani hanno partecipato venerdì a Umm al-Fahem a un raduno intitolato “La moschea di al-Aqsa in pericolo”, organizzato dal ramo nord del Movimento Islamico israeliano. Al grido di “Riscatteremo al-Aqsa col nostro sangue” e sventolando bandiere palestinesi e turche, i partecipanti hanno assistito, fra l’altro, a una rappresentazione teatrale dove attori vestiti da ebrei ortodossi distruggevano le moschee sul Monte del Tempio di Gerusalemme.

    (Fonte: Israele.net)

    17 Ott 2011, 11:41 Rispondi|Quota
  • #9Alberto Pi

    I principali leader palestinesi che saranno liberati
    Festa a Gaza per la liberazione dei palestinesi (lapresse)

    Ecco i principali prigionieri palestinesi che Israele rilascerà con il primo contingente dei 1.027 detenuti in cambio della liberazione del suo soldato Gilad Shalit.

    – Nail Barghuthi, originario del villaggio di Kaubar, nei pressi di Ramallah, in Cisgiordania, in carcere dal 1978, è il più vecchio prigioniero palestinese di Israele. Membro all’epoca di Fatah, principale componente dell’Organizzazione di liberazione della Palestina (Olp), è stato condannato all’ergastolo per la sua partecipazione ad una operazione costata la vita a un soldato israeliano.

    – Yehia Ibrahim Sinwar, di Gaza (campo di Khan Younes), detenuto dal 1988, è uno dei fondatori del braccio militare di Hamas. E’ condannato a quattro ergastoli per il rapimento e l’omicidio del soldato israeliano Nachson Wachsman.

    – Rawhi Jamal Mushtaha, di Gaza (quartiere di Shajaiya di Gaza city), detenuto dal 1988, uno dei fondatori dell’ala militare di Hamas, è condannato a quattro ergastoli.

    – Jihad Yaghmour, altro dirigente di Hamas, in carcere dal 1994, condannato all’ergastolo per il suo coinvolgimento nel rapimento e nell’omicidio del soldato israeliano Nachson Wachsman. Originario di Gerusalemme est, sarà costretto a emigrare all’estero.

    – Walid Anjas, in carcere dal 2002, condannato a 36 ergastoli per l’attentato contro il caffé Moment a Gerusalemme, rivendicato da Hamas, nel quale morirono 11 israeliani il 9 marzo 2002. Originario
    di Ramallah, sarà costretto a emigrare all’estero.

    – Nasser Yateima, in carcere dal 2002, condannato a 29 ergastoli per l’attentato in un hotel di Netanya, nei pressi di Tel Aviv, la sera della pasqua ebraica, rivendicato da Hamas, nel quale morirono 29 israeliani il 27 marzo 2002. Originario di Tulkarem, nel nord della Cisgiordania, sarà costretto ad emigrare all’estero.

    – Abdelaziz Salha, in carcere dal 2001, condannato all’ergastolo per il linciaggio di due soldati israeliani a Ramallah e arrestato dalla polizia palestinese. Tristemente noto per essere stato fotografato con le mani insanguinate alla finestra del commissariato. Originario di Ramallah, sarà costretto a emigrare a Gaza.

    – Ahlam al Tamimi, prima donna del braccio armato di Hamas, di Nabi Saleh, vicino a Ramallah, nata a Zarqa (Giordania), in carcere dal 2001. Condannata a 16 ergastoli per un attentato in una pizzeria di Gerusalemme ovest nel quale il 9 agosto 2001 morirono 15 israeliani.

    – Amna Mouna, in carcere dal 2001 per aver attirato un adolescente israeliano incontrato su internet in un agguato mortale delle brigate dei Martiri di Al Aqsa, braccio militare di Fatah. Originario di Gerusalemme est, sarà costretto a emigrare a Gaza.

    – Sami Khaled Younes, il più anziano, nato nel 1932, detenuto dal 1983. Tassista arabo israeliano, condannato a 40 anni di reclusione per l’omicidio di un soldato israeliano.

    – Christian Adel Isaac Bandak, in carcere dal 2003, cristiano, membro delle brigate dei Martiri di al Aqsa, braccio armato di fFatah. Condannato a quattro ergastoli per la morte di tre israeliani nel 2002. Originario di Betlemme, nel sud della Cisgiordania, sarà costretto a emigrare a Gaza.
    (16 ottobre 2011) © Riproduzione riservata

    http://www.repubblica.it/esteri/2011/10/16/news/i_principali_leader_palestinesi_che_saranno_liberati-23324070/

    18 Ott 2011, 01:36 Rispondi|Quota
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