Roma, Monteverde Vecchio: neonazi contro il locale kosher «Barrilli 66»
Escrementi e svastiche al ristorante ebraico. Il proprietario: colpito sette volte in cinque mesi
Roma, 24 Novembre 2011 – Il locale «Barrilli 66» finisce nel mirino di un gruppo ignoto di estremisti. L’ultimo episodio sabato scorso. Quando Simone Efrati, proprietario del ristorante, è andato nel tardo pomeriggio ad aprire i lucchetti, ha trovato sulle sue vetrine una pioggia di cachi. E per l’ennesima volta ha dovuto prendere straccio e sapone per ripulire il locale dall’atto vandalico.
È almeno la settima volta che succede dall’estate scorsa. «Da cinque mesi – racconta Efrati – mi hanno preso di mira. Ho chiesto aiuto al commissariato di polizia di Monteverde, dove ho fatto denuncia e ci sono delle indagini in corso. La prima volta che ho subito il primo torto, ho trovato una secchiata di escrementi sulla porta d’entrata. Non avrei mai pensato che potessero ancora succedere cose del genere». Pochi giorni dopo il primo atto vandalico, la storia si è ripetuta. Il ristoratore ha trovato dei pomodori schiacchiati sulla vetrina.
Efrati ha iniziato, parallelamente al lavoro delle forze dell’ordine, a ragionare per capire quale potesse essere l’origine di quei gesti. Ha inizialmente pensato alla possibilità di aver dato fastidio alla concorrenza: «Ma con la pasticceria Dolci Desideri qui accanto ho ottimo rapporti e a volte sono stati loro a chiamarmi per dare l’allarme». Poi ha ragionato sui condomini del palazzo. Ma ancora nulla. Finché una mattina, assieme alla frutta spremuta sulla porta, ha trovato uno sticker. Un adesivo con disegnata sopra una svastica e la scritta «White Power!», potere bianco.
A quel punto per Efrati era chiaro: «Quelli che subisco da alcuni mesi sono dei veri e propri atti di antisemitismo, anche se non so dire se provengono da una singola persona o da un gruppo». Del resto che il ristorante è gestito da un ebreo è chiaramente visibile. Nell’insegna del locale troneggia la parola «kosher» (che richiama le regole alimentari ebraiche), all’interno ci sono scritte a caratteri ebraici e lo stesso Efrati serve ai tavoli con in testa la sua kippà, il copricapo ebraico.
Se serviva un’ulteriore conferma, ecco che il mese scorso l’autore – o gli autori – dei gesti razzisti si sono concentrati su un simbolo ebraico. Hanno spalmato i cachi sulla «mezuzà», un oggetto che contiene delle preghiere in ebraico ed è posto all’interno dello stipide della porta d’entrata. Non solo. Sono stati anche strappati tutti i cartelli del menù in esposizione che contengono la parola «kosher». «Ogni volta – spiega Efrati – sono costretto a mandare giù un boccone amaro e ripulire. Spero che le forze dell’ordine riescano a fare luce su questa storia che sta colpendo il mio ristorante e tutti quelli che hanno cuore il rispetto del prossimo».
Nella foto in alto: l’insegna del locale
#1HaDaR
Aspettare chiunque sia il responsabile con un oggetto da sport americano e convincere in tal modo il verme a rifarsi ginocchia, spalle e costole, impedirebbe che la cosa si ripetesse o che si pensi che non ha conseguenze pesanti.
#2Simone Efrati
Ringrazio Emanuel Baroz che mi ha esortato a lasciare la mia testimonianza, non aggiungo altro al lavoro di Fabio Perugia che gentilmente mi ha esortato a denunciare all’opinione pubblica questi atti degni del peggiore dei codardi.Invito tutti a non permettere che vengano nascosti gesti infami come questi.E di non abbassare mai la guardia contro questi accadimenti piccoli o grandi che siano!
Grazie
#3Emanuel Baroz
Caro Simone, hai tutta la mia solidarietà
#4beppe sebaste
Sono indignato e assolutamente solidale con Barrili 66, come cittadino, come cliente di quel locale, come democratico e come persona qualunque. Che le autorità e il Comune si sveglino.
#5paola
Credo che gli autori meriterebbero il carcere duro, il 41 bis e sarebbe ancora poco. Magari se avessero più voglia di lavorare o di studiare questi nefasti elementi della società, tutto in Italia funzionerebbe meglio.
#6Samuel
Attacco neonazista al Facebook della Comunità ebraica di Vercelli
Nell’anniversario della Notte dei Cristalli, la pagina Facebook della Comunità ebraica di Vercelli ha subito un grave attacco da parte di hacker antisemiti, che hanno pubblicato messaggi minatori, insulti, proclami inneggianti alle ideologie naziste, scampoli di tesi negazioniste. La Comunità ha sporto denuncia presso le autorità di forza pubblica, affinché i responsabili siano identificati e scoraggiati dal ripetere simili squallide aggressioni intimidatorie, diffamatorie e lesive della memoria dell’Olocausto. L’Associazione Italia-Israele e il Gruppo EveryOne hanno segnalato all’UNAR il grave episodio antisemita che ha colpito la Comunità ebraica vercellese. Il responsabile della pagina Facebook ha rimosso i messaggi antisemiti. “II fatto è molto grave e ce ne occuperemo,” ha comunicato a EveryOne un rappresentante dell’UNAR, “ma è importante che le vittime di tali attacchi non rimuovano i testi minacciosi e offensivi, per dar modo a noi e alle forze dell’ordine di svolgere indagini accurate”. Se episodi simili dovessero ripetersi, i messaggi non verranno cancellati, se non dopo le investigazioni delle autorità.
Lunedì 21 novembre 2011, nel Salone Dugentesco di Via G. Ferraris, a Vercelli, si è svolta la conferenza dal titolo “Passaggio del testimone dalla Shoah alle nuove persecuzioni”, relatori Roberto Malini e Dario Picciau, co-presidenti dell’Associazione umanitaria EveryOne Group. La serata, organizzata dall’Associazione Italia Israele, ha costituito la migliore e più coraggiosa risposta all’attacco degli hacker. Durante la conferenza è stato proiettato un documentario realizzato dagli stessi relatori dal titolo: “In viaggio con Anne Frank”.
“Siamo orgogliosi di essere a Vercelli per la conferenza,” hanno detto i relatori, “il modo migliore per dire no alla discriminazione e alla violenza e per manifestare vicinanza alla Comunità e a tutti i cittadini vercellesi che non accettano l’intolleranza. Il testimone della Shoah Wolf Murmelstein – che dedica la propria vita ad opporsi ai nuovi fermenti di antisemitismo, neonazismo e negazionismo – ha sottolineato in un breve articolo la necessità di agire con ogni strumento giuridico e civile affinché episodi simili non si ripetano più.
“L’attacco alla pagina Facebook allestito dalla Comunità Ebraica di Vercelli è molto più di un odioso episodio di bullismo informatico,” recita l’articolo di Murmelstein. “Se si considera che è avvenuto tra l’anniversario – 9 novembre – della famigerata “Notte dei Cristalli/Kristalnacht” e quello – 17 novembre – dell’emanazione in Italia delle Leggi Razziali, si deve parlare di una minaccia antisemita da parte di uno dei tanti gruppi di negazionisti neo nazi/clerico/fascisti che pullulano in Internet. L’analisi degli slogan potrà essere utile ai fini delle indagini per l’individuazione dell’area ‘ideologica’ degli organizzatori. L’attuale situazione politica ed economico-sociale in Italia e in Europa obbliga alla massima vigilanza. Quanto capitato alla Comunità Ebraica di Vercelli può in un prossimo futuro ripetersi in danno ad un altro gruppo di minoranza e/o di persone impegnate nel sociale. E’ necessaria l’attenzione e l’impegno di tutti noi affinché il passato – evocato dagli autori di questo attacco informatico – non si ripeta”. Le prime indagini, condotte dal Gruppo EveryOne e dall’Associazione Italia-Israele, hanno rilevato una pista neofascista, vicina ai gruppi di estrema destra e agli ultras. Numerose Comunità ebraiche e le istituzioni locali hanno manifestato solidarietà verso la Comunità di Vercelli. Ricordiamo che nella bacheca del gruppo sono comparse svastiche accompagnate da un beffardo”Shalom”, citazioni di Adolf Hitler, immagini di Auschwitz commentate con frasi di scherno sul modello della seguente: “Vacanzina relax pagata a spese nostre” e proclami come “Onore e rispetto per Josef Mengele, uno che di voi sapeva cosa fare”.
“Sono allibita,” ha dichiarato la presidente della Comunità Rossella Bottini Treves, “non ci era mai capitata una cosa del genere. Abbiamo denunciato quanto avvenuto alla Digos e alla Polizia Postale. E’ un episodio grave, da non sottovalutare”.
Da giovedì scorso la pagina è stata riaperta, “esclusivamente per dare informazioni sulle attività culturali della comunità ebraica ai numerosi amici che ci seguono” spiega la presidente, “e farci sapere se è visualizzata l’intrusione di anonimi hacker che offendono volgarmente la Storia e la Shoà (i loro nomi sono sempre falsi). Abbiamo avuto messaggi di solidarietà da parte di tante persone vicine e da alcuni rappresentanti delle Istituzioni vercellesi e biellesi. Non sono sicura che trattasi solo di giovani ragazzi che a scuola studiano la storia e tutto ciò che dovrebbe evitare certe posizioni e stereotipi inaccettabili. La notte del 9 novembre resterà per sempre un evento sconvolgente che ha dato inizio al genocidio di migliaia di vite umane e può essere che si siano scelti i dintorni di quella data”.
(Fonte: IMG Press, 23 novembre 2011)
#7HaDaR
Tenendo conto che secondo il Parlamento il 44% degli Italiani sono antisemiti, c’è da stupirsi che gli atti vandalici siano cosí pochi… Come sempre non hanno neanche le palle… Non è cambiato nulla dal 1938: antisemiti fino alle ossa, hanno goduto del fatto che gli Ebrei fossero cacciati da ogni posto, glielo hanno preso, ne hanno preso le proprietà sequestrate [rubate legalmente] e mai restituite, non una protesta contro le leggi razziste, delazioni a iosa e collaborazionismo che han permesso lo sterminio di oltre 1/3 degli Ebrei in meno di due anni (e solo a Nord di Firenze…nel resto d’Italia l’occupazione tedesca durò pochi mesi!) di occupazione tedesca (meno della metà del resto d’Europa)…
Keffiah (la svastica di ogi) come sciarpetta preferita sia a sinistra sia a destra sin dagli anni ’70…il tutto dopo 2000 anni di persecuzione, discriminazione, censura, saccheggi (con le nostre opere d’arte e libri ancora bottino in mano al Vaticano, il mandante) l’invenzione e la pratica dei ghetti…gente che IN PARLAMENTO insulta avversari politici dicendo che “han messo la kippà” e interi consigli comunali e regionali (Napoli, Campania ecc.) che – anzichè occuparsi d’immondizia a casa propria – vanno in pellegrinaggio davanti all’immondizia (AraBfaRt) d’Israele a Ramallah… L’Italia che è uno dei principali partner economici di, Iran, Libia e Siria, del cui regime dittatoriale macellaio e protettore da decenni di capi nazisti (es.: Alois Brunner) “l’integerrimo” presidente tesse le lodi meno di due anni fa in visita ufficiale…sottolneando in chiave anti Israeliana l’identità di vedute con la Siria sul Golan…
Che cosa vi aspettate?
#8michael
HaDaR,
ti sei scordato che sarebbe necessario fornir motivi per rifarsi la dentiera.
Conosco il posto. Mi dispiace non essere piu’ a Roma per poter passare la sera di “ronda” al ritorno a casa.
Michael
#9Daniel
No al razzismo, sì alla libertà. Anche di criticare Israele (non il popolo ebraico. Israele ), Stato talvolta canaglia. Shalom!
#10Emanuel Baroz
non credo si possa definire lo Stato di Israele uno stato canaglia. Anzi…