Viale Eritrea Proteste per le bottiglie di vino con la faccia del Führer
E il «Rosso Hitler» va tra i regali
di Clarida Salvatori
Roma – Tempo di Natale e di regali, ma nelle vetrine compaiono «pensierini» che fanno discutere. Proprio come è successo ieri in un negozio di cartoleria e gadget di viale Eritrea. Dove, al fianco di peluche, giocattoli e portachiavi sono comparse bottiglie di vino. E fin qui niente di strano, se non fosse che sull’ etichetta di quel rosso Stefanello di Reggio Emilia vi è la faccia di Adolf Hitler. Come pure di Benito Mussolini e di Ernesto Che Guevara. Sono stati i baffi del dittatore tedesco a scaldare gli animi dei tanti passanti che affollano una delle principali vie delle shopping della Capitale, insieme a viale Libia, e anche di un quartiere in cui vivono e hanno esercizi commerciali diversi esponenti della comunità ebraica.
C’è chi è entrato nel negozio per protestare per quella bottiglia in bella mostra. «Stiamo parlando di una persona che ha ucciso milioni di uomini, donne e bambini – si è lamentata una signora chiedendo spiegazioni al commerciante -. Non sono oggetti come questo da proporre per Natale».
Ma l’ esercente non ha fatto una piega. «Io sono di destra, vengo da una famiglia di militari, però Hitler è un personaggio storico, così come Mussolini e Che Guevara, che gli compaiono di lato. È come nel calcio: io sono laziale, ma vendo anche i gadget della Roma. E rispetto gli uni e gli altri». É proprio in segno di rispetto, comunque, che alla fine quella bottiglia dello scandalo il negoziante e l’ ha tolta dalla vetrina e l’ ha esposta all’ interno del negozio.
(Fonte: Corriere della Sera, edizione di Roma, 8 Dicembre 2011, pag. 1)
Nella foto in alto: una serie di bottiglie di vino Stefanello in bella vista a Cattolica nel 2009
#1Emanuel Baroz
Quel vino inneggiante al Führer: vergogna
Scrivo per commentare un articolo apparso ieri mattina sulla prima pagina del Corriere della Sera-Roma e che racconta la storia del negozio di viale Eritrea che assieme a gadget e cartoleria vende bottiglie di vino con etichette raffiguranti Hitler e Mussolini. L’esercente in questione ci fa sapere essere di destra (e quindi?), venire da una famiglia di militari (facendo torto alla gloriosa storia dell’ Esercito Italiano si accosta l’essere di destra ai militari) e ci dice che è laziale e vende i gadget della Roma, come se vendere gadget della Roma e della Lazio sia equiparabile al vendere materiale dove sono ritratti volti di dittatori sanguinari, sterminatori di popoli e promulgatori di leggi razziste per le quali tante persone hanno sofferto e sono perite e dando la possibilità a qualche folle acquirente di «brindare», magari a tavola con mogli e figli, bambini e bambine con tali vini dalle etichette altrettanto folli.
Come persona di religione ebraica, ringrazio il negoziante perché grazie al suo comportamento e alle sue politiche commerciali aiuta a sfatare il falso mito del commerciante ebreo disposto a tutto per il business e per il guadagno. Da oggi sappiamo che per il commerciante in questione, che non è di religione ebraica, tutto è lecito per far soldi… e il tutto nell’ indifferenza generale, e se non fosse stato per la solita signora rompiscatole, mi auguro a sua volta non di religione ebraica ma temo che lo sia, le bottiglie sarebbero rimaste in vetrina, magari accanto all’ addobbo di Natale in un macabro accostamento tra Hitler e le prossime festività. * Responsabile delle Relazioni esterne della Comunità ebraica
Ruben Della Rocca
(Fonte: Corriere della Sera, edizione di Roma, 9 Dicembre 2011, pag. 1)
#2HaDaR
Chi protesta SOLO per la presenza della foto di baffetto sulle bottiglie, e non lo fa ALTRETTANTO VEEMENTEMENTE per la presenza di baffone e mascellone, non ha capito un tubo.
In quanto Ebreo mi vergogno di essere rappresentato da gente cosí… “persona rappresentante della religione ebraica” [SÍC!]
#3Emanuel Baroz
sinceramente non credo sia la stessa cosa…..