Militia, blitz dei Ros: arrestati 5 neofascisti. «Volevano una guerra rivoluzionaria»
Altri undici estremisti indagati. Tra le accuse: azioni contro comunità ebraica, minacce ad Alemanno, Fini e Schifani
Roma, 14 Dicembre 2011 – Cinque arresti e una decina di perquisizioni a Roma contro esponenti dell’organizzazione di estrema destra “Militia”. Sono accusati di associazione per delinquere, di azioni contro la comunità ebraica romana e minacce nei confronti del suo presidente Pacifici, del sindaco di Roma Alemanno, di Schifani e Fini, dell’ex presidente Usa George Bush e di cittadini rumeni. Contro di loro gli arrestati avrebbero prospettato una serie di azioni violente.
In carcere il leader di estrema destra Maurizio Boccacci e alcuni militanti dell’organizzazione neonazista Militia, protagonista a Roma di episodi di razzismo, minacce e insulti alla comunità ebraica. Oltre a Boccacci, 54 anni, residente ad Albano Laziale, questa mattina i carabinieri del Ros hanno notificato l’ordinanza di custodia cautelare anche a Stefano Schiavulli (26 anni, di Roma), Giuseppe Pieristé (54 anni, di Ascoli Piceno), Massimiliano de Simone (43 anni, di Roma) e Daniele Gambetti, (26 anni, di Albano Laziale). Perquisizioni sono in corso anche nel Napoletano, a Perugia e Salerno.
L’operazione “Lama”, condotta dal Ros, parte da un’indagine coordinata dal pool antiterrorismo della procura di Roma. Gli arresti e le perquisizioni sono in corso dall’alba e riguardano persone inserite tutte nell’estremismo politico di destra. Ai militanti di “Militia” è stato contestato, oltre al reato di associazione per delinquere, anche la violazione della legge Mancino, la diffusione di idee fondate sull’odio razziale ed etnico, l’apologia del fascismo, il deturpamento di cose altrui, il procurato allarme e le minacce alle istituzioni e ai loro rappresentanti.
I militanti dell’estrema destra volevano «porre le basi di una guerra rivoluzionarià, contrapponendosi alle Istituzioni preposte alla repressione, che non riconoscevano», secondo quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare. In tutto sono 16 gli indagati, 5 dei quali sono finiti in manette. Tra i denunciati a piede libero anche un sedicenne, accusato di apologia del fascismo per aver predisposto un «documento-relazione dedicato ai giovani».
Due degli arrestati avrebbero agito «con il proposito di ricorrere alla violenza e di impiegare ordigni esplosivi per colpire gli obiettivi, come nel caso di Pacifici. Nessun attentato di questo genere è stato però poi realizzato. Gli indagati sono accusati anche di aver diffuso «idee fondate sull’odio razziale ed etnico», sia attraverso la rivista bimestrale “Insurrezione”, sia «con striscioni, scritte murarie e manifesti, sia con riunioni e volantinaggio».
Gli accusati avrebbero poi commesso il reato di apologia del fascismo attraverso la rivista e le scritte, ma anche utilizzando la «Palestra popolare Primo Carnera», a Roma, «per svolgere l’attività di proselitismo e di indottrinamento politico». Una struttura «impiegata anche quale base logistica per effettuare le attività proprie dell'”Organizzazione politica di stampo Nazional-Rivoluzionario”, con finalità antidemocratiche proprie del disciolto partito fascista e antimperialiste, denominata “Militia”». Gli indagati, secondo l’accusa, si sarebbero dati da fare per costituire «una struttura politica più ampia», sempre proiettata a «esaltare la violenza quale metodo di lotta, per fini xenofobi e antidemocratici», cercando «ulteriori seguaci» e «alleanze con altri gruppi, come “Avanguardia Lazio”», fino ad organizzare per il 22 maggio 2010 una “Adunanza nazionale” «alla quale avevano aderito non meno di 87 “camerati”».
Associazione a delinquere. Otto degli indagati sono accusati anche di questo reato, con lo scopo di compiere una serie di «azioni delittuose». Tutti gli episodi si sarebbero verificati a Roma nell’arco di un triennio, dal settembre 2008,«quando Militia esordiva nella capitale con una serie di azioni xenofobe e antisemite», fino al settembre 2011.
Nella foto in alto: Maurizio Boccacci, leader dell’organizzazione di Estrema destra Militia, durante una intervista
#1Emanuel Baroz
LE REAZIONI
La comunità ebraica: “Bene gli arresti ma il negazionismo dev’essere reato”
Il presidente Pacifici: “Le morse della giustizia si chiudono intorno a gruppi eversivi che stanno diventando pericolosi per la società”
“Bene gli arresti, ma se ci fosse il reato di negazionismo, la vicenda chiuderebbe il cerchio”. Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica romana, commenta così, ai microfoni di Radio Popolare Roma, gli arresti di questa mattina di esponenti legati a Militia.
“Credo sia utile andare avanti, ma soprattutto non limitarci agli arresti – prosegue Pacifici – Non vorrei che queste persone, grazie a bravi avvocati, uscissero immediatamente, vanificando così gli sforzi delle forze di polizia che ben conoscono quella natura e la pericolosità di certi individui”.
“Si è deciso – conclude il presidente della comunità ebraica romana, – di chiudere le morse della giustizia intorno a gruppi eversivi che, dalle semplici scritte e azioni dimostrative, stanno alzando il tiro e stanno diventando pericolosi per la società, come dimostra quanto successo ieri a Firenze”.
(14 dicembre 2011)
http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/12/14/news/la_comunit_ebraica_bene_gli_arresti_ma_il_negazionismo_dev_essere_reato-26584876/
#2Emanuel Baroz
Intercettazioni: ”Voglio far saltare Pacifici”
Operazione dei Ros a Roma negli ambienti dell’estrema destra. “Il gruppo Militia è sparuto ma ben radicato nel territorio. Maurizio Boccacci, fra i fermati, era ossessionato dal presidente della comunità ebraica di Roma”
http://video.repubblica.it/cronaca/intercettazioni-voglio-far-saltare-pacifici/83646/82036
#3Emanuel Baroz
BLITZ ROS: LEGALE BOCCACCI,È MALATO NON PUÒSTARE IN CARCERE
(ANSA) – ROMA, 14 DIC – Le condizioni di salute di Maurizio Boccacci sono tali che non può sostenere il regime carcerario. È quanto sostiene il suo difensore, avvocato Paolo Colosimo, che ha presentato una istanza al pm e al gip. Boccacci, 54 anni, uno dei cinque esponenti dell’organizzazione di estrema destra Militia arrestati stamani dal Ros carabinieri, sarebbe da tempo affetto da un grave tumore. Ha subito diversi ricoveri ed interventi, secondo quanto riferito dal suo legale.
L’avvocato di Boccacci ha pertanto chiesto al pm e al gip di metterlo ai domiciliari piantonato, ritenendo le sue condizioni di salute incompatibili con il carcere. A tal fine Colosimo ha anche chiesto copia delle cartelle cliniche.(ANSA)
#4paola
Già, ma a quanto patutto ciò non gli ha impedito di progettare un attentato ai danni di Pacifici. Incredibile.kn
#5Kolot
Riccardo Pacifici nel mirino
Mentre sulla newsletter L’Unione Informa del 13.12 un delirante articolo attaccava i supposti legami delle Comunità ebraiche con i “fascisti da sempre”, ieri un blitz contro i neofascisti di Militia sventava minacce concrete
Luca Lippera
«Quel porco ebreo lo facciamo saltare». Minacce, livori, progetti in itinere, deliri. Cinque capi carismatici del movimento di ultradestra «Militia», dopo mesi di intercettazioni, sono stati arrestati ieri mattina dai carabinieri del Ros. Uno dei provvedimenti riguarda, per l’ennesima volta, Maurizio Boccacci, 54 anni, di Albano Laziale, l’estremista che da sempre rivendica senza tentennamenti la legittimità di «professare l’idea fascista» e nega la storicità dell’Olocausto. Il gruppo, stando alle indagini del Raggruppamento speciale operativo dell’Arma, stava pianificando un’azione contro Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica romana definito, appunto, «quel porco» e contro altri «obbiettivi istituzionali» per «porre le basi di una guerra rivoluzionaria».
La sigla «Militia», nata attorno al 2008 nell’alveo ideologico del neofascismo, è una di quelle che si affacciano con più insistenza sui muri di Roma. Slogan e manifesti contro gli ebrei «Il sionista è il vero nemico del mondo» e da ultimo minacce al sindaco Alemanno («Maiale e infame»), ai presidenti della Camera e del Senato, all’ex leader degli Stati Uniti George Bush e genericamente ai romeni. Oltre a Boccacci, messo agli arresti domiciliari perché malato di cancro, sono stati arrestati Stefano Schiavulli, 26 anni, Massimiliano De Simone, 43, entrambi di Roma, Daniele Gambetti, 26, di Marino, e Giuseppe Pieristé, 54, di Ascoli Piceno nelle Marche. Ci sono anche undici indagati (tra cui un sedicenne) a piede libero: due umbri, tutti gli altri romani.
La Procura accusa i componenti del gruppo di «diffusione di idee fondate sull’odio razziale, apologia di Fascismo, procurato allarme, minacce alle istituzioni» con l’aggravante della associazione a delinquere. L’attività di proselitismo, per i carabinieri, avveniva in un ex scantinato di Vigne Nuove, periferia nord, zona Bufalotta. Il posto è la Palestra Popolare Primo Carnera (Carnera, inizi del Novecento, è stato il più famoso peso massimo italiano della Storia, ndr) e la nobile arte ovviamente non era in cima ai pensieri dei frequentatori. «Gli indagati afferma il Ros stavano cercando di costituire una struttura politica più ampia proiettata a esaltare la violenza come metodo di lotta per fini xenofobi».
L’operazione (denominata «Lama») parte da un’indagine del pool antiterrorismo della Procura. I cinque, va detto, erano noti da tempo. Boccacci («Sono fascista, lo dico e me ne vanto») è nel mirino della magistratura da venticinque anni: processi e condanne a ripetizione.
Gambetti e Di Simone mesi fa sono stati bloccati sul Raccordo Anulare mentre scrivevano frasi anti-semite sui muraglioni della carreggiata. Stefano Schiavulli nel giugno scorso è stato fermato per rapina dai carabinieri di Monterotondo. Qualche mese prima lo trovarono con il primo numero della rivista «Insurrezione». «Mai come in questo momento c’era scritto l’Europa bianca ha bisogno di una risposta militante».
Il movimento, probabilmente, stava tentando di espandersi con un salto di qualità nel reclutamento delle nuove leve. Lo stesso Ros nel maggio 2010, proprio alla Primo Carnera, fece saltare «un’adunanza con l’adesione di ottantasette camerati». Gli slogan sui muri almeno trecento i manifesti «puntavano a fomentare l’odio e ad accreditarsi come organizzazione di ampio respiro». «I carabinieri ha commentato il sindaco Alemanno hanno dato una risposta adeguata». «Plauso all’operazione» dal presidente della Comunità Ebraica romana Pacifici. Un giorno Schiavulli svastica sul braccio disse: «La porto perché nel nazionalsocialismo ci sono stati eroi che hanno combattuto fino alla morte per un’idea». È in carcere a Regina Coeli.
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=173280&sez=HOME_ROMA
http://www.kolot.it/2011/12/15/riccardo-pacifici-nel-mirino/