Wiesenthal Center: L’Unesco finanzia periodico palestinese che glorifica Hitler
Il Centro Simon Wiesenthal ha chiesto mercoledì scorso al direttore generale dell’Unesco di sospendere la sponsorizzazione alla rivista educativa per ragazzi palestinesi Zayafuna spiegando che tale rivista non esita a pubblicare celebrazioni dell’assassinio di massa di ebrei perpetrato da Hitler. Il brano è stato portato all’attenzione del pubblico da Palestinian Media Watch, secondo il quale Zayafuna “pubblica anche componimenti che esaltano la jihad” (guerra santa).
Il rapporto di Palestinian Media Watch fa riferimento in particolare a un componimento pubblicato dalla rivista nel quale una ragazzina palestinese scrive d’aver incontrato in sogno Adolf Hitler il quale le ha detto d’aver ucciso gli ebrei “affinché tutti voi sapeste che sono una nazione che sparge distruzione in tutto il mondo”. Nel componimento, Hitler dice alla ragazzina che deve essere resistente e paziente di fronte alle sofferenze che i palestinesi patiscono per mano degli ebrei.
“Purtroppo – ha commentato la storica israeliana Petra Marquardt – non c’è nulla di sorprendente nel fatto che un’adolescente palestinese, cresciuta in un ambiente che celebra sistematicamente l’uccisione di ebrei e israeliani, veda Hitler come un maestro di vita”.
In una lettera a Irina Bokova, direttore generale dell’Unesco, il direttore per le relazioni internazionali del Centro Wiesenthal, Shimon Samuels, denuncia il fatto che i redattori di Zayafuna “avallano Adolf Hitelr come modello di comportamento per i ragazzini palestinesi”, sottolineando che quello citato non è un caso isolato: circa un quarto dei componimenti inoltrati dai giovani lettori e selezioni dalla rivista per la pubblicazione “esprimono odio verso gli ebrei, rispecchiando i messaggi diffusi dai mass-media ufficiali dell’Autorità Palestinese”.
“A quanto pare – continua la lettera di Samuels – i messaggi positivi di pace e coesistenza veicolati dalla rivista si applicano a tutti meno che a israeliani ed ebrei. Attraverso la ragazzina, la Shoà viene presentata come un atto per il bene dell’umanità”. Samuels fa notare che sia il vice ministro per l’istruzione sia l’ex ministro dell’istruzione dell’Autorità Palestinese figurano fra i membri del comitato di consulenti della rivista.
L’Unesco finanzia la rivista Zayafuna dallo scorso agosto, osserva Samuels, quando era già stato pubblicato il brano su Hitler, comparso sul numero del febbraio 2011. Conta poco che nell’edizione di ottobre sia apparsa la dicitura “le opinioni espresse in questa rivista non riflettono necessariamente il punto di vista dell’Unesco”: una presa di distanza che “non costituisce certo una risposta adeguata alla divulgazione della riprovevole celebrazione della Shoà pubblicata sul numero di febbraio”, dice Samuels, ricordando che il mese scorso, quando la “Palestina” venne ammessa all’Unesco (senza che ancora esista come stato sovrano e senza negoziato né accordo con Israele), il Centro Wiesenthal aveva suggerito di “verificare che il nuovo membro si attenesse ai valori dichiarati dall’Unesco”. “Se Zayafuna non si scuserà per aver divulgato antisemitismo, la ‘Palestina’ avrà già fallito il test” afferma Samuels, sollecitando l’Unesco a chiedere che il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) revochi i finanziamenti al periodico.
Il direttore di Palestinian Media Watch, Itamar Marcus, dice che la sua organizzazione vede con favore la richiesta fatta dal Centro Wiesenthal all’Unesco di fermare i finanziamenti alla rivista Zayafuna. “La continuazione dei finanziamenti dell’Unesco a una rivista che educa all’odio – spiega Marcus – rende l’agenzia Onu compartecipe della diffusione di odio promossa dalla rivista. Costituirebbe una violazione fondamentale dei principi morali finanziare un periodico palestinese che glorifica la violenza e la jihad e che presenta Hitler come un modello per i ragazzini”. E aggiunge: “A quanto pare, l’unico modo perché l’Autorità Palestinese cessi la sua continua promozione dell’odio è far sì che tale promozione comporti conseguenza finanziarie. Speriamo che l’Unesco opti per la dignità morale e sospenda i finanziamenti, anziché accomodarsi nella scelta politicamente più conveniente di fronte all’odio palestinese”.
In risposta alla lettera del Centro Wiesenthal, l’ufficio del direttore generale dell’Unesco ha scritto che l’Unesco “prende questa questione molto sul serio” e che la porterà “all’attenzione delle autorità palestinesi competenti”, una risposta definita “inadeguata” da Marvin Hier, fondatore e decano del Centro Wiesenthal.
(Da: Jerusalem Post, Wiesenthal.com, 22.12.11)
Aggiornamento: Dopo la lettera di protesta del Centro Simon Wiesenthal, l’Unesco ha dichiarato che “non fornirà ulteriore supporto finanziario alla pubblicazione in questione”. Lo afferma l’ufficio del direttore generale dell’Unesco in una lettera di cui ha dato notizia venerdì, con un comunicato, lo stesso Centro Wiesenthal
#1Emanuel Baroz
AGGIORNAMENTO
“………….Il periodico Zayafuna, si legge nella lettera dell’Unesco, “è pubblicato da una ONG con lo stesso nome, sotto il patrocinio della Commissione Nazionale Palestinese per l’Unesco, che è l’organismo nazionale istituito dall’Autorità Palestinese per facilitare il proprio lavoro con l’Agenzia. L’Unesco sostiene la libertà di espressione come parte integrante del proprio mandato, ma l’inclusione nella rivista di un’affermazione che può essere interpretata come apologia dell’Olocausto è contraria al mandato costituzionale e ai valori dell’Unesco, ed è totalmente inaccettabile”. Il sostegno finanziario da parte dell’Unesco, prosegue la lettera, “era stato garantito sulla base di un accordo con coi il comitato di redazione [di Zayafuna] si impegnava a promuovere fra i palestinesi maggiore consapevolezza del loro patrimonio e della loro cultura e l’apertura verso un dialogo positivo volto a superare le conseguenze del conflitto mediorientale e a combattere gli stereotipi che possono favorire la violenza”. L’Unesco si dice “scioccata e costernata per i contenuti del numero di febbraio” che “deplora e condanna con forza”, e afferma che l’Agenzia “non fornirà ulteriore supporto finanziario alla pubblicazione in questione”, “dissociandosi da ogni dichiarazione che sia contraria ai suoi principi fondanti e all’obiettivo di costruire tolleranza nel pieno rispetto dei diritti umani e della dignità umana”.
(Fonte: Israele.net)