La tv di Abu Mazen elogia i massacratori di Itamar
Per due volte, la scorsa settimana, la televisione ufficiale dell’Autorità Palestinese ha celebrato i terroristi responsabili del massacro a sangue freddo della famiglia Fogel.
Lo scorso 11 marzo, cinque membri della famiglia israeliana Fogel vennero aggrediti e uccisi nella loro casa, nella cittadina di Itamar, per mano di terroristi palestinesi appartenenti alla famiglia Awad. Nell’attentato, guidato da Hakim Awad, vennero brutalmente assassinati i genitori Ehud e Ruth e tre loro figli di 11 anni, 4 anni e 2 mesi di vita.
Il programma settimanale della tv dell’Autorità Palestinese “Per voi”, dedicato ai detenuti palestinesi in carceri israeliane, ha dato voce alla madre e alla zia di uno degli assassini della famiglia Fogel, le quali hanno elogiato i terroristi come “eroi”.
Benché normalmente i partecipanti al programma non usino menzionare gli specifici attentati terroristici per cui i loro congiunti scontano condanne nelle carceri israeliane, in questo caso la madre di Hakim Awad, intervenendo via telefono, ha rivendicato con orgoglio il fatto che suo figlio è colui che “ha realizzato l’operazione a Itamar ed è stato condannato a cinque ergastoli”, con chiaro riferimento alla spietata uccisione dei cinque membri della famiglia Fogel.
Anche la zia di Hakim Awad è intervenuta nel programma, riferendosi ai terroristi responsabili della strage come “eroi” e definendo “un eroe, un mito” il nipote Hakim Awad. Cosa che ha spinto la conduttrice del programma della tv dell’Autorità Palestinese a chiosare: “Anche noi, da parte nostra, mandiamo loro i nostri saluti”.
Hakim Awad è colui che ha personalmente ucciso con un coltello Ehud e Ruth Fogel e i loro tre piccoli figli. Gli altri membri della famiglia Awad elogiati nel programma come “eroi” si sono resi complici nell’assassinio o nel cercare di distruggere le prove.
Benché si sia trattato di interventi telefonici, i curatori e la conduttrice del programma tv sapevano in anticipo che al telefono c’erano i familiari degli assassini della famiglia Fogel. La conduttrice li ha presentati prima di iniziare la conversazione, mentre alla base dello schermo compariva la scritta: “Familiari del prigioniero Hakim Awad / Awarta – Nablus”.
Il programma è stato trasmesso dalla tv ufficiale dell’Autorità Palestinese il 19 e il 21 gennaio 2012.
Questa è la trascrizione del brano (dalla traduzione in inglese a cura di PMW):
«Conduttrice tv: Abbiamo una chiamata dalla famiglia del prigioniero Hakim Awad.
Madre di Hakim Awad: Vi ringrazio per avermi collegata con mio figlio, perché a me e a tutta la famiglia viene impedito per motivi di sicurezza.
Conduttrice: Va’ avanti, sorella, siamo in grado di far arrivare la vostra voce.
Madre di Hakim Awad: Il mio saluto al caro Hakim, pupilla dei miei occhi, originario del villaggio di Awarta, 17 anni, che ha realizzato l’operazione di Itamar, condannato a 5 ergastoli più altri 5 anni di prigione.
La zia di Hakim Awad: Sono la sorella del prigioniero Hassan Awad e di Salah Awad, [sono] Um Habib, del villaggio di Awarta. Il mio caloroso saluto a tutti i grandi eroici prigionieri, a mio fratello Hassan Awad, capo del consiglio di villaggio; a mio fratello Salah Awad, l’eroico prigioniero giornalista; all’eroico, ardito prigioniero, il leone Yazid Awad, mio nipote; e a mio nipote Hakim Awad, l’eroe, il mito.
Conduttrice: Anche noi [della tv dell’Autorità Palestinese] da parte nostra mandiamo loro i nostri saluti.
La zia di Hakim Awad: Dedico questa canzone a Hassan Awad, Yazid Awad, Hakim Awad e Salah Awad, in carcere:
“Fratello mio, in isolamento, la tua voce mi chiama
Tu non ardire di abbandonare il fucile
Questo è ciò che la patria mi ha chiesto
Ai tuoi occhi, siamo tutti combattenti martiri
Vi saluto al suono dei proiettili di Ahmad Sa’adat e Hakim Awad”.
Conduttrice: Grazie per essere stati con noi, famigliari dei prigionieri Hassan e Salah Awad, di Awarta.»
(Dalla tv dell’Autorità Palestinese-Fatah, 19-21.1.12)
Ahmad Sa’adat, citato nella canzone recitata dalla zia di Hakim Awad, sta scontando una condanna a 30 anni aver guidato l’organizzazione terroristica Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e in questa veste aver organizzato l’assassinio del ministro israeliano del turismo, Rehavam Ze’evi, nel 2001.
(Da: PMW, 29.1.12)
Per vedere il filmato (con sottotitoli in inglese) cliccare qui e qui
In alto: un estratto del video andato in onda il 19 e il 21 Gennaio sulla TV palestinese gestita dall’A.N.P. di Abu Mazen
#1Emanuel Baroz
Cartoline da Eurabia
di Ugo Volli
Si può fare la pace con le SS?
Cari amici, vi ricordate la strage di Itamar? Di tutta l’orribile, interminabile carneficina che gli arabi pratica da novant’anni contro gli ebrei (non gli “occupanti”, dato che hanno iniziato ben prima del ’67; non gli israeliani, visto che hanno incominciato decenni avanti il ’48. contro gli ebrei, come essi stessi dicono spesso), di tutti i fiumi di sangue, il fumo di carne bruciata, i gemiti, gli arti smembrati che da veri eredi dei nazisti hanno prodotto senza posa, anno dopo anno, luogo dopo luogo, di tutto l’odio, la furia omicida, la bestialità patologica che hanno mostrato, questo è uno degli episodi peggiori.
Due giovani arabi, Amjad Awad and Hakim Awad, rispettivamente di 19 e 18 anni, abitanti in un paese vicino, Awarta, entrarono verso le nove di sera dell’11 marzo dell’anno scorso nel villaggio ebraico di Itamar, cinque chilometri a sudest di Nablus, fondato nel 1984 e abitato da circa mille abitanti per lo più religiosi. Armati di coltelli, si infilarono oltre la barriera di sicurezza senza essere scoperti, entrarono nella villetta della famiglia Chai per sua fortuna in vacanza, dove rubarono un fucile. Poi, verso le dieci e mezza penetrarono nella casa della famiglia Fogel. “I due entrarono nella camera dei bambini, dissero all’ undicenne Yoav, che era stato svegliato dal loro ingresso, di non aver paura, poi lo portarono in una stanza vicina, e gli tagliarono la gola. Hakim Awad poi strangolò Elad di quattro anni, mentre Amjad Awad la accoltellava due volte al petto. I due poi entrarono nella stanza dei genitori e accesero la luce, svegliandoli. I genitori lottarono con gli assassini. Ehud Fogel fu sgozzato, e Ruth Fogel accoltellata al collo e alla schiena e poi colpita con un colpo di fucile, essendosi accorti i due che non era morta. Gli assassini lasciarono la casa, temendo che i colpi fossero stati sentiti. Usciti, videro un veicolo di pattuglia, ma si resero conto di non essere stati scoperti; discussero se fuggire o compiere attacchi in altre case. Amjad poi rientrò a casa Fogel sentendo che Hadas Fogel, neonata di tre mesi piangeva: Amjad la decapitò. Gli attentatori non notarono altri due bambini addormentati in un’altra stanza. Nella loro confessione hanno detto che non avrebbe esitato a ucciderli se li avessero notati. Lasciarono invece l’insediamento senza essere scoperti. La famiglia li protesse, fornendo loro falsi alibi. Le autorità palestinesi cercarono di insinuare che la colpa del massacro fosse di un lavoratore tailandese licenziato dal villaggio. Una volta catturati, i due però non negarono, anzi si vantarono del massacro. (http://en.wikipedia.org/wiki/Fogel_family_massacre)
Una strage a sangue freddo, senza provocazione, fatta a caso, come gli attentati suicidi, ma con le mani, guardando in faccia una per una le vittime. Neonati decapitati, bambini piccoli accoltellati, una famiglia scelta a caso distrutta. Un orrore degno di Auschwitz. Molto al di là del terrorismo “normale” I giornali italiani ne hanno parlato poco, i pacifisti evitano il discorso. Come si fa a difendere una simile orripilante macelleria? In nome di quale causa si potrebbe concepire un’aberrazione del genere?
In occidente non se ne parla. In “Palestina” invece sì. Per richiedere la liberazione degli assassini, come ha fatto ancora l’altro giorno il non-negoziatore palestinese Erekat e spesso lo stesso Abu Mazen: tutti i “prigionieri politici”, dice lui, debbono essere rilasciati, come condizione per iniziare le trattative. Fuori dal sofisticato contesto diplomatico, gli arabi dell’Autorità Palestinese, della moderata e pacifica Autorità con cui Israele ha il torto di non fare subito la pace fidandosi della loro buona volontà, se ne parla per esaltarla, per esserne fieri. Guardate, per favore, questo video tratto dalla televisione ufficiale dell’Autorità Palestinese (19 e 21 gennaio 2012), leggete la trascrizione e vi renderete conto: http://elderofziyon.blogspot.com/2012/01/pa-tv-praises-murderers-of-fogels-as.html.
Conduttore televisivo: “Abbiamo una chiamata dalla famiglia del prigioniero Hakim Awad.”
Madre di Hakim Awad: “Vi ringrazio per il collegamento con mio figlio, perché io e tutta la famiglia viene impedito per motivi di sicurezza [di visitarlo].
Conduttore: “Vai avanti, la sorella, siamo in grado di trasmettere la vostra voce.”
Madre di Hakim Awad: “Il mio saluto al caro Hakim, pupilla dei miei occhi, dal villaggio di Awarta, 17 anni, che ha effettuato l’operazione di Itamar, condannato a 5 ergastoli e altri 5 anni di prigione “.
La zia di Hakim Awad:. “Sono la sorella di prigioniero e di Awad Hassan Salah Awad, [sono] Um Habib, dal villaggio di Awarta. Mando il mio cordiale saluto a tutti i grandi eroici prigionieri, a mio fratello Hassan Awad, capo del consiglio del villaggio, a mio fratello Salah Awad, giornalista ed eroico prigioniero; all’eroico, risoluto prigioniero, il leone, Yazid Awad, mio nipote;. e a mio nipote Hakim Awad, l’eroe, il mito ”
Conduttore: “Anche noi [PA TV], da parte nostra, mandiamo loro i nostri saluti “.
La zia di Hakim Awad: “Dedico questa canzone a Hassan Awad, Yazid Awad, Hakim Awad, e Salah Awad, in carcere:
‘Mio fratello, in isolamento, la tua voce mi chiama
Tu non abbandonare il fucile
Questo è ciò che la patria ha chiesto da me
Di fronte ai tuoi occhi, siamo tutti combattenti e martiri.
Vi mando la mia gratitudine al suono dei proiettili di Ahmad Sa’adat e Hakim Awad ‘”.
Non sono capace di commentare queste battute, se non dicendovi che l’Autorità Palestinese, Al Fatah, Hamas, tutte le fazioni in cui sono divisi, non hanno mai fatto distinzioni fra “lotta armata” e bassa macelleria. Certamente i terroristi sono stati molti nelle lotte politiche del Novecento. Ma Che Guevara, Mao Tsetung, i terroristi baschi e quelli irlandesi, le nostre Brigate Rosse non avrebbero sgozzato una neonata, non se ne sarebbero vantati, non avrebbero accettato che i “combattenti” fossero confusi con i sadici che strangolano i bambini. I “palestinesi” no, non distinguono, onorano tutti come eroi. Il solo paragone possibile è quelo con le SS dei campi di concentramento. Ma si può fare la pace con le SS?
http://www.informazionecorretta.it/main.php?mediaId=&sez=280&id=43201