La costanza con cui questo personaggio ci ricorda la sua assoluta incapacità di rimanere obiettivo e di risultare credibile per chi giustamente teme e combatte il terrorismo palestinese è sempre più sorprendente, e ancor più soprendente è che solo oggi abbia nominato Gilad Shalit, cosa mai accaduta nel corso dei cinque anni in cui il soldato israeliano è rimasto sotto sequestro dei terroristi palestinesi di Hamas. Si, proprio quella organizzazione che si rifiuta per statuto di riconoscere lo Stato di Israele, che invita i suoi seguaci a buttare gli ebrei a mare, che spende la maggior parte dei finanziamenti che riceve per acquistare armi e missili da poter poi lanciare contro obiettivi civili israeliani. Ma tutto questo per il signor D’Alemmah non ha alcuna importanza, perchè nel suo strabismo politico l’unico interesse che lo riguarda è quello personale. Triste e preoccupanete che un personaggio del genere in Italia sia ancor oggi considerato una guida per la Sinistra, ma purtroppo è così.
Incontri con leader palestinesi e israeliani prima della tappa in Egitto. «La regione è cambiata, l’ Ue deve capirlo»
D’ Alema in Medio Oriente. «Hamas? Giusto parlarci»
TEL AVIV – Parlare con Hamas? «Inevitabilmente. Non perché io abbia una particolare simpatia, ma perché non parlarci non mi pare la scelta più brillante. Rimuovere questo movimento con un esorcismo, mi sembra strampalato. C’ è un indebolimento delle dirigenze moderate, anche fra i palestinesi prima o poi arriverà la primavera araba. Hamas non è più un movimento isolato: avrete notato che a Tunisi il nuovo governo ha invitato Khaled Meshaal, non Abu Mazen…».
Che il rospo vada baciato, Massimo D’ Alema lo dice da anni. «Quindici», precisa lui. Ma ogni suo tour mediorientale fa notizia, che sia la foto sottobraccio a un hezbollah o vi arrivi da presidente della Fep, Federazione europea per gli studi progressisti. Stavolta l’ ex ministro degli Esteri incontra tutti i capi palestinesi moderati. Vede un Fayyad depresso, un Erekat frustrato, un Mustafa Barghouti preoccupato e, accomodato sui divani dell’ ambasciatore Mattiolo, dice di non avere cambiato idea. Gli chiedono se dovrebbe cambiarla l’ Unione Europea che, dal 2003, tiene Hamas sulla lista nera del terrorismo: «Non lo so… Noi europei abbiamo rapporti con le nuove leadership tunisina ed egiziana e credo che vogliamo mantenerli. Queste leadership, a loro volta, hanno rapporti d’ amicizia e collaborazione con Hamas. Questo è un dato di realtà. L’ Europa dovrebbe aggiornare le sue strategie in quest’ area. Ho letto che anche la Ashton sostiene che bisogna parlare coi movimenti islamisti. Capisco la delicatezza del tema, ma prima o poi s’ imporrà una riflessione».
Sono parole che non piacciono a Barak e a Tzipi Livni, leader israeliani incontrati. E forse garbano poco alla Farnesina di Giulio Terzi, che su questi divani sedeva da ambasciatore durante la seconda intifada e, sui movimenti filoiraniani, ha posizioni diverse. «Israele – dice D’ Alema – da un lato dice che con Hamas non si tratta, ma dall’ altro ci parla. Il risultato, così, è che i palestinesi moderati del Fatah non ottengono nulla, mentre Hamas rapisce il soldato Shalit e ottiene la liberazione di centinaia di prigionieri. Se poi gli estremisti vinceranno al voto palestinese, quando ci sarà, nessuno si deve sorprendere. È molto più pro Hamas chi non dà una mano a dirigenti aperti alla pace come Fayyad».
C’ è spazio anche per qualche parola sull’ Iran («un attacco militare sarebbe disastroso») e sulla Siria (il veto russo-cinese all’ Onu è «una scelta grave»). Il giro prosegue al Cairo: «Avrò una bella agenda», strette di mano alla Lega Araba e ai nuovi padroni dell’ Egitto. Compresa la guida spirituale dei Fratelli musulmani: «Sono qui per una fondazione culturale: m’ interessa capire che cosa pensano».
(Fonte: Corriere della Sera, 6 Febbraio 2012, pag. 16)
Nella foto in alto: il signor D’Alemmah
#1HaDaR
Codesto deficiente figlio di papà, pure con baffetto tratterebbe, anzi, ci farebbe pure un’alleanza, come fece il suo idolo baffone nel 1939.
A baffone i nazisti facevano comodo. A lui fan comodo gli islamo-nazisti.
Codesta gente non ha nessuna considerazione per la libertà, se non a parole, ed è SEMPRE stata antisemita.
Gli si può solo augurare che faccia la stessa fine ignobile degli altri due baffuti, nella spazzatura della storia, ma senza portarsi dietro DECINE DI MILIONI di persone.
#2Daniel
Capito come funziona, si? In Italia lancia l’allarme contro il terrorismo, mentre a Israele dice che bisogna parlare con Hamas…..che BUFFONE!!!!
L’ALLARME
Copasir, D’Alema vede Monti: “Italia minacciata dall’eversione”
Audizione del presidente del Consiglio davanti al comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. “Esposti alla speculazione finanziaria, e agli attacchi cibernetici”
ROMA, 22 Febbraio 2012 – – ‘Con Monti abbiamo parlato di come portare avanti la riforma dei servizi, delle minacce che gravano sul Paese e di come migliorare il controllo parlamentare”. Ed ancora: “Il nostro Paese è minacciato dal terrorismo internazionale e dall’eversione interna”. Lo afferma il presidente del Copasir Massimo D’Alema al termine della lunga audizione del presidente del Consiglio, Mario Monti.
“Abbiamo discusso delle minacce che gravano sul nostro Paese e di come assicurare la sicurezza del Paese” continua l’esponente democratico. Sul tipo di minacce che l’Italia rischia, D’Alema afferma: “Le minacce sono note. Siamo un paese esposto alla minaccia del terrorismo internazionale, alla minaccia dell’eversione interna, alla minaccia economica nel senso della speculazione finanziaria e dell’aggressione delle nostre principali imprese, alla minaccia cibernetica, alla minaccia della criminalità organizzata”.
Per il presidente del Copasir “è certamente necessario razionalizzare attraverso una riorganizzazione che non intacca la capacità operativa del servizio. Non c’è dubbio che uno dei capitoli più importanti è quello di rinnovare il quadro delle risorse umane con l’acquisizione di professionalità e competenze, senza svalorizzare il personale attuale”.
http://www.repubblica.it/politica/2012/02/22/news/alema_italia-30309592/