Università Cattolica, nell’atrio spuntano i manifesti antisemiti
di Luca de Vito
Milano, 6 Marzo 2012 – Due manifesti che annunciano un convegno, con il volto di Mussolini e la caricatura del ‘giudeo’ come veniva raffigurato nelle illustrazioni antisemite durante il fascismo. Sono comparsi nell’atrio dell’Università Cattolica, a Milano, negli spazi del gruppo studentesco della Comunità antagonista padana (cellula che si è staccata dal Mup, il movimento universitario padano vicino alla Lega Nord), provocando stupore e indignazione.
“Chiediamo all’Università e al rettore che vengano tolti, perché ci offendono in quanto cittadini di religione ebraica – ha detto Daniele Nahum, vice presidente della comunità ebraica milanese – Siamo di fronte a razzismo becero e pericoloso”.
I cartelloni fanno riferimento a un convegno programmato per il 17 marzo all’Admiral Hotel (‘Nazismo, sionismo e altri totalitarismi: alleanze taciute e verità scomode’) con la presentazione di due libri L’asse Roma-Berlino-Tel Aviv e Il fez e la kippah di Andrea Giacobazzi. Proprio sulla copertina di uno di questi libri c’è un ebreo con i tratti tipici dello stereotipo razzista: barba, orecchie a punta e naso adunco. Dopo la denuncia di Repubblica, l’ateneo ha disposto la rimozione dei manifesti
Nella foto in alto: i manifesti affissi nell’atrio dell’Università Cattolica di Milano dalla Comunità antagonista padana
#1Emanuel Baroz
ANTISEMITISMO: FIANO (PD), A MILANO EPISODIO GRAVISSIMO
(AGENPARL) – Roma, 06 mar – “I manifesti antisemiti firmati dalla comunità antagonista padana apparsi oggi nell’atrio dell’Università Cattolica di Milano rappresentano un episodio gravissimo, sul quale mi auguro ci saranno conseguenze in applicazione della cosiddetta legge Mancino. Auspico che gli inquirenti vogliano verificare la natura e le finalità di questo gruppo studentesco e il contenuto del convegno che in questi manifesti si annuncia. Nei prossimi giorni chiederò un incontro al ministro della Giustizia Severino per verificare la possibilità di una approvazione del disegno di legge presentato dal Pd per una revisione che renda più efficace la legge Mancino contro ogni forma di discriminazione e di intolleranza”, è quanto ha dichiarato Emanuele Fiano, Responsabile Sicurezza del Partito Democratico.
(Fonte: Agenzia Parlamentare.it, 6 Marzo 2012)
#2Emanuel Baroz
Milano. Manifesti antisemiti all’università Cattolica, Fiano invoca la legge Mancino
MILANO – ”I manifesti antisemiti firmati dalla comunita’ antagonista padana apparsi oggi nell’atrio dell’Universita’ Cattolica di Milano rappresentano un episodio gravissimo, sul quale mi auguro ci saranno conseguenze in applicazione della cosiddetta legge Mancino”. Lo ha detto Emanuele Fiano, responsabile Sicurezza del Partito Democratico, a proposito di alcuni manifesti comparsi, secondo quanto riferiscono alcuni quotidiani e siti, all’Universita’ Cattolica di Milano per annunciare un convegno su ‘Nazismo, sionismo e altri totalitarismi: alleanze taciute e verità scomode’ per il 17 marzo a Milano, con il volto di Mussolini e la caricatura del giudeo com’era rappresentato nelle illustrazioni antisemite.
”Auspico che gli inquirenti vogliano verificare la natura e le finalità di questo gruppo studentesco e il contenuto del convegno che in questi manifesti si annuncia – ha aggiunto Fiano -. Nei prossimi giorni chiederò un incontro al ministro della Giustizia Severino per verificare la possibilità di una approvazione del disegno di legge presentato dal Pd per una revisione che renda più efficace la legge Mancino contro ogni forma di discriminazione e di intolleranza”.
E’accaduto all’Università Cattolica di Milano, negli spazi del gruppo studentesco della Comunità antagonista padana.Daniele Nahum, vice presidente della comunità ebraica milanese, si è subito mobilitato: “Chiediamo all’Università e al rettore che vengano tolti questi manifesti, perché ci offendono in quanto cittadini di religione ebraica. Siamo di fronte a razzismo becero e pericoloso”.
(Fonte: Blitz quotidiano.it, 6 Marzo 2012)
#3Emanuel Baroz
IN VIA DELLA COMMENDA
Tensione al Berchet durante un volantinaggio di Forza Nuova
Gli studenti del collettivo: «Aggredito a pugni un ragazzo».La replica: «Gli aggrediti siamo noi»
MILANO – Momenti di tensione al Berchet. Fuori dal liceo di via della Commenda, nell’orario d’uscita, erano presenti una decina di militanti di Forza Nuova per un volantinaggio. Uno studente ha rifiutato il volantino e da lì si è innescata un’accesa discussione. Secondo il racconto di alcuni ragazzi del collettivo del Berchet lo studente «è stato apostrofato come ebreo e colpito con schiaffi e pugni». Lo studente del Berchet coinvolto nell’episodio ha confermato di essere stato picchiato con «due pugni in faccia» da due militanti dell’organizzazione di estrema destra ma ha escluso di essere stato aggredito «in quanto ebreo». I militanti di Forza Nuova hanno sostenuto che è stato lo studente a «scagliarsi contro di loro».
LA POLIZIA – Sul posto erano presenti alcuni agenti della Digos che hanno diviso i giovani. Tre esponenti dell’organizzazione di estrema destra sono stati portati in questura per essere identificati. Sono stati indagati per lesioni. Secondo gli studenti del collettivo del Berchet altri militanti di Forza Nuova sarebbero poi tornati a scuola per minacciare alcuni di loro, in particolare il ragazzo con cui si erano scontrati poco prima.
Redazione Milano online
3 marzo 2012 (modifica il 4 marzo 2012)
http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_marzo_3/forza-nuova-volantinaggio-berchet-2003529889075.shtml
#4Emanuel Baroz
Milano – Attivisti di Forza Nuova picchiano uno studente ebreo, che però nega la motivazione razzista
Milano, 5 marzo 2012 – Uno studente del liceo Brecht è stato picchiato per un tatuaggio: la stella di David tatuata su un braccio. Lui è un giovane studente che non aveva gradito i volantini con gli slogan contro l’immigrazione e loro, nove militanti di Forza Nuova, non erano certo intenzionati a interrompere la loro campagna propagandistica fuori dai licei milanesi.
Così, i toni si sono accesi e si è passati presto alle mani: uno contro tre. Tutto è successo sotto gli occhi della Digos. I tre esponenti di Forza Nuova hanno tra i 19 e i 20 anni e massacrano di botte lo studente, tanto che sono ora indagati per lesioni.
Mentre gli aggressori vanno dritti in questura, per lo studente picchiato arrivano anche le minacce da parte degli attivisti rimasti davanti alla scuola, riferite attraverso i suoi compagni di classe. I militanti minacciano di andare a prendere il giovane a casa, in caso di denuncia.
Al Berchet in molti, fra studenti e insegnanti, attribuiscono l’aggressione alla stella di David che il giovane studente ha tatuato sul braccio. Il ragazzo stesso nega però che quella stella a sei punte, e le origini ebraiche, c’entrino con l’aggressione: “Non l’hanno neanche vista – racconta – sono stato io a dire che qualcosa di personale contro le loro idee ce l’ho, visto che mio nonno è stato in un campo di concentramento. Ma loro non hanno nemmeno capito cosa stessi dicendo”.
http://milano.ogginotizie.it/120779-milano-attivisti-di-forza-nuova-massacrano-uno-studente-ebreo/
#5Fede
se si sommano queste inquietanti notizie è chiaro che sono vagiti di un mostro che viene dal passato: il nazismo non è stato ancora sconfitto. Chi ha come bandiera l’antisemitismo (che oggi va di moda chiamare antisionismo) si sente in dovere di minacciare e perseguitare chi difende la democrazia e la dignità dell’Uomo.
I forzanovisti in questo periodo, complice la crisi nazionale, hanno alzato la testa. Le loro azioni dovrebbero essere maggiormente contenute e controllate dalle autorità competenti.
Se non, cosa auspicabile, stroncate sul nascere.
#6BurnZionBurn
La storia dei diritti umani e della difesa della democrazia e tutto il resto non sono che i mattoncini che vanno a formare la grande spranga nelle mani di ZOG, da usarsi proprio contro il genere umano che si pretende di difendere e tutelare.
#7Emanuel Baroz
Perché in Cattolica un negazionista riesce a farsi pubblicità?
di Matteo Battistella
Il libro dello storico Andrea Giacobazzi racconta una cosa strana e inedita: la collaborazione tra fascismo e sionismo. Visione revisionista? Negazionista? Le polemiche vengono da ogni parte, ma lui tira dritto. Anche in Cattolica, dove in occasione di un suo convegno alcuni studenti hanno appeso manifesti antisemiti del ventennio, scatenando critiche e discussioni. Intervistato da Linkiesta, Giacobazzi si difende così.
Nel ’38 venivano promulgate le leggi razziali dallo stato fascista. Dopo più 70 anni l’odio antisemita sembra ancora esistere. E trovare luoghi istituzionali dove portare avanti la “cattiva” novella. È poi l’apparizione nei chiostri dell’Università Cattolica di manifesti antisemiti che pubblicizzano la presentazione del libro Il Fez e la Kippah con una copertina quantomeno irriverente. Autore del libro, che verrà pubblicamente presentato a Milano il 17 marzo all’Admiral Hotel, è Andrea Giacobazzi, giovane ricercatore laureatosi nello stesso ateneo.
Siamo nel 2012, Giacobazzi. Perché gli ebrei devono ancora difendersi dall’antisemitismo?
Non riesco a vedere dove possa individuarsi un “pericolo antisemitismo” nella presentazione di due libri basati su documenti storici.
Nella copertina del suo libro è accostata l’immagine del duce a una caricatura chiaramente antisemita degli anni Trenta. Non ci siamo spinti troppo lontano?
Prima di me si era “spinto troppo lontano” uno storico di fama mondiale come Renzo De Felice, che aveva riportato questa stessa immagine nel suo Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo.
Un conto è riportare un’ immagine in una raccolta di documenti, altra cosa è farci la copertina e accostare nel titolo Fez e Kippah.
Sa qual è la cosa curiosa? Che la stessa copertina nelle settimane scorse è stata duramente contestata da alcuni perché troppo “antifascista” in quanto accostava la figura del duce ad un ebreo che gli sussurrava in un orecchio.
Si spieghi meglio.
Alcuni hanno una visione sacrale di Mussolini. Accostarlo a un ebreo pare loro un’ eresia. Ma questo è esattamente l’argomento del libro. Ovvero la vicinanza di parti importanti del mondo ebraico alla dirigenza dello stato fascista. Già nell’Asse Roma-Berlino-Tel Aviv avevo approfondito le relazioni tra sionismo e Germania nazionalsocialista.
Lei però pare dimenticarsi delle legge razziali fasciste. Come le giustifica, o meglio come fa a dimenticarsene?
Non me ne dimentico affatto. Nei miei libri se ne parla. Chi leggerà l’ultimo libro incontrerà un curioso documento diplomatico del 1940, a guerra iniziata, che parlava della questione ebraica nel mediterraneo. Resterà stupito: si parlava dell’ebraismo mediterraneo come potenziale alleato di una Italia fascista vincitrice della guerra.
Migliaia di ebrei deportati nei campi di concentramento. Di questo passo non rischia di avvicinarsi al negazionismo?
I due libri sono relativi alle relazioni internazionali e politiche del mondo ebraico e sionista con l’Italia fascista e la Germania nazionalsocialista. Quanto al negazionismo bisogna stare attenti ad usare le parole come lame. In questi giorni contro di me ho sentito definizioni di ogni tipo: antisemita, negazionista, fascista e addirittura antifascista. Credo nella libera ricerca storica e non ho paura del cosiddetto revisionismo. La storia stessa ha senso solo se può essere rivista, ovviamente basandosi su fonti attendibili. Non credo che nessun storico “revisionista” serio neghi in blocco le persecuzioni antiebraiche. Sicuramente sono contrario ad una legge che istituzionalizzi in modo irreversibile la cifra di 6 milioni di ebrei morti, punendo gli eretici con il carcere, come in diversi Paesi europei già accade. In ogni caso, come detto, mi occupo di relazioni internazionali.
Il salto dall’antisionismo all’antiebraismo è però molto facile. Il vicepresidente della Comunità ebraica di Milano, Daniele Nahum, ha usato parole chiare contro il convegno e l’onorevole Emanuele Fiano ha già auspicato un’ inchiesta.
Pensi che nella storia ebraica contemporanea la principale accusa degli ebrei antisionisti contro il movimento sionista era che il sionismo stesso fosse complementare all’antisemitismo. Tanto gli antisemiti quanto i sionisti volevano un’Europa meno ebraica possibile e per questo hanno avuto luogo documentate convergenze. «Dobbiamo combattere l’intolleranza», ha detto onorevole Fiano. Peccato che subito dopo non abbia nemmeno tollerato un convegno in città a lui sgradito.
Risulta che lei abbia tenuto in autunno una conferenza in Iran e che l’estate scorsa ne abbia fatta una con un dirigente di Hezbollah. Nulla d’aggiungere?
Sì, sono cose che non devo nascondere e assolutamente pubbliche. In Iran ero stato invitato ad una riunione dell’Association of Free Cyber Activists. Mi hanno chiesto di parlare di sionismo. Quanto ad Hezbollah, ho un vago ricordo di D’Alema, fotografato a braccetto con un esponente di questo movimento. Se non erro, in quella occasione, fu difeso dallo stesso Romano Prodi. E si immagini, lui era a braccetto, io in videoconferenza e parlavo di storia.
È ancora convinto che si debba fare il convegno?
Sì, senza dubbio.
http://www.linkiesta.it/fascismo-italia