Campagna shock sul web: come i pacifinti danneggiano persino i palestinesi bisognosi di aiuto
di Sarah F
Nei giorni scorsi su Facebook è circolata la fotografia di una bambina di Gaza con la pelle letteralmente devastata (qui a lato). Immediatamente quella fotografia è stata attribuita da diversi gruppi filo-arabi ai “danni collaterali del fosforo bianco sparato dagli israeliani” che, secondo i ben informati, avrebbe colpito quella bambina.
In particolare alcuno gruppi e qualche “membro effettivo” di “importanti” organizzazioni per la difesa dei Diritti Umani, si sono spinti a “certificare” l’autenticità di quella fotografia dall’impatto chiaramente devastante. Insomma, la fotografia raffigurava senza ombra di dubbio una bambina colpita dal fosforo bianco israeliano.
Apriti cielo, immediate le reazioni della sempre più fitta comunità antisemita sul web. Israeliani apostrofati come “nazisti”, come “assassini”, come “maledetti giudei che meriterebbero solo di essere sterminati” ecc. ecc. anche qualche richiamo ad eventuali nuovi Mohamed Merah, la bestia di Tolosa. Insomma una pioggia di insulti, minacce e frasi antisemite.
Se non che una ragazza israeliana (Tali) scopre una vecchio articolo di fonte palestinese (quindi fuori da ogni dubbio) nel quale la famiglia della bambina immortalata in quella foto chiede aiuto per curare la figlia affetta da una gravissima e rara malattia della pelle. Ecco l’articolo originale e la fonte della fotografia incriminata.
Ma come, non era vittima delle armi al fosforo sparate dagli israeliani? Non era l’ennesima vittima della crudeltà ebraica che affligge gli arabi in ogni parte del mondo? E no, si direbbe proprio di no. Si direbbe anzi che i pacifinti non guardano in faccia a nessuno pur di raggiungere il loro obiettivo che è quello di denigrare Israele, nemmeno una bambina palestinese malata e bisognosa di aiuto. La sbattano su centinaia di pagine di Facebook, ne fanno girare l’immagine in tutto il mondo mentendo spudoratamente sul perché di quelle ferite. Il fatto tragico è che adesso quella bambina e la sua famiglia non potranno più chiedere aiuto a nessuno perché irrimediabilmente resi (non per colpa loro) inaffidabili da questa vergognosa campagna pacifinta.
#1alfonso margani
Io stesso ero stato ingannato da alcuni commenti,pensavo fosse una bambina libica.Ora scopro che si tratta di una piccola malata…ma la sostanza non cambia, si é trattato ancora una volta di diffamazione antiisraeliana…