Beppe Grillo e le “verità” su Mossad, Israele e Iran
Un’intervista al quotidiano Yedioth Ahronot mostra il comico genovese tanto assertivo quanto spericolato nel tranciare giudizi su questioni che non conosce. E sulle quali fa figure barbine. «Mia moglie è iraniana, lì la donna è al centro della famiglia Bin Laden non era tradotto bene, me lo ha detto mio suocero»
«Grillo è un buon attore che sa che cosa vuole il suo pubblico. Ma non sa dire che cosa vuole». Al giornalista israeliano è bastata un chiacchierata per scoprire il bluff.
di Fiorenza Sarzanini
Gerusalemme, 25 Giugno 2012 – I massacri in Siria? «Ci sono cose che non possiamo capire. Non sappiamo se sia una vera guerra civile o si tratti d’agenti infiltrati nel Paese». L’Iran di Ahmadinejad? «Un giorno ho visto impiccare una persona, su una piazza di Isfahan. Ero lì. Mi son chiesto: cos’è questa barbarie? Ma poi ho pensato agli Usa. Anche loro hanno la pena di morte: hanno messo uno a dieta, prima d’ucciderlo, perché la testa non si staccasse. E allora: che cos’è più barbaro?». E i diritti delle donne? «Mia moglie è iraniana. Ho scoperto che la donna, in Iran, è al centro della famiglia. Le nostre paure nascono da cose che non conosciamo».
IN IRAN L’ECONOMIA VA BENE – Nemmeno un po’ preoccupato da quel regime? «Quelli che scappano, sono oppositori. Ma chi è rimasto non ha le stesse preoccupazioni che abbiamo noi all’estero. L’economia lì va bene, le persone lavorano. È come il Sudamerica: prima si stava molto peggio. Ho un cugino che costruisce autostrade in Iran. E mi dice che non sono per nulla preoccupati». Ma Ahmadinejad vuole cancellare Israele dalle mappe… «Cambierà idea. Non penso lo voglia davvero: lo dice e basta. Del resto, anche quando uscivano i discorsi di Bin Laden, mio suocero iraniano m’ha spiegato che le traduzioni non erano esatte…». Perché, nessun dubbio, c’è una lobby ebraica che controlla il sapere: «Tutto quel che in Europa sappiamo su Israele e Palestina, è filtrato da un’agenzia internazionale che si chiama Memri. E dietro Memri c’è un ex agente del Mossad. Ho le prove: Ken Livingstone, l’ex sindaco di Londra, ha usato testi arabi con traduzioni indipendenti. Scoprendo una realtà mistificata, completamente diversa».
MEDIO-ORIENTE – Beppe Grillo e la politica estera. In un’intervista di un’ora e mezza al più diffuso quotidiano israeliano, Yedioth Ahronot, il leader anti-casta s’avventura su un terreno per lui insolito come il Medio Oriente. Facendo capire soprattutto una cosa: nel Movimento 5 Stelle, quella di David non è la più splendente. Mentre l’Iran… «Se un giorno Grillo farà parte del governo italiano – scrive il corrispondente Menachem Gantz -, il suocero avrà un ruolo fondamentale nella politica estera». Il giornalista è severo col comico: «È confuso, prigioniero di pregiudizi: le sue idee su Israele si possono capire dai suoi show e dal suo blog». Il riferimento è ad alcuni post, dove gli israeliani sono qua e là paragonati ad Attila («dopo di noi non cresceranno più palestinesi») o a una «dittatura militare» pronta a scatenare una terza guerra mondiale, mentre più teneri sembrano altri giudizi: «L’Islam non è una religione fondamentalista. E qualunque Stato, quando gli ammazzano gli scienziati nucleari o lo attaccano coi virus informatici, si sente sotto attacco». Grillo rivela d’essere stato invitato dall’ambasciatore americano a Roma, nel 2008. Dice che Israele è dietro molte decisioni Usa. Che «noi italiani siamo sotto occupazione dell’America, colpevole di parte della crisi economica europea». Che in ogni caso «parlare d’Israele è un tabù, come parlare dell’euro: appena lo tocchi, subito ti dicono che sei antisionista e razzista».
MATRIMONI GAY? FORSE – Il panorama dalla casa ligure è fantastico, nota il giornalista, e la lunga chiacchierata lascia spazio ad altri temi. Grillo spiega d’aver avviato «una rivoluzione culturale, non politica»; che da sette anni il suo blog è opera del fidato Gianroberto Casaleggio, «io parlo, lui scrive»; dà una mezza risposta sui matrimoni gay (favorevole? «Forse»); compara il M5S a Occupy Wall Street, ai Pirati tedeschi e agli Indignados spagnoli, «anche se noi non ci siamo scontrati con la polizia»; prima dribbla la domanda sull’uscita dall’euro («studieremo l’argomento»), poi confida di sentirsi europeo, ma «come gli inglesi, senza stare per forza nella moneta unica»; attacca Monti, «sta facendo il lavoro sporco, ma sulla casa e con la riforma del lavoro sta colpendo duro»; promette che non farà mai il premier o il segretario politico, «non ne ho la statura». E mentre sul web risponde al Corriere , che ieri criticava la lentezza del neosindaco di Parma («Pizzarotti s’è preso il suo tempo. Non ha nominato cani e porci. Altrimenti ci avrebbe messo un attimo»), qui riconosce: «La verità è che non abbiamo esperienza di governo. Entrare in Parlamento sarà un’altra faccenda. Anch’io non capisco del tutto il movimento. Forse, che cos’è, lo capiremo tra 15 anni». Alla fine, il giornalista è spazientito: ma perché, sbotta, mi dai risposte così vaghe? «Non ho gli elementi per decidere. È la gente che deve pronunciarsi, coi referendum sulla rete». Giudizio finale dell’osservatore straniero: «Grillo è un buon attore che sa che cosa vuole il suo pubblico. Ma non sa dire che cosa vuole».
Nella foto in alto: Osama Bin Grillo, sostenitore dei diritti umani in Iran
#1Emanuel Baroz
Giusto per dovere di cronaca segnaliamo che l’intervista è uscita sull’edizione cartacea di Yediot Ahronot, uno dei quotidiani israeliani con maggior tiratura, e non tutto quello che esce in edicola viene poi postato su ynetnews. Purtroppo per molti degli IDIOTI che scrivono sul web questo basta per affermare che l’intervista in questione non esiste, ma si sa: per i pacifinti odiatori di Israele la verità e l’informazione è sempre un optional…
#2Dan
@Emanuel Baroz:
Grazie dell’osservazione, in ogni caso ho trovato qui il testo integrale dell’intervista:
http://www.romaebraica.it/l%E2%80%99intervista-di-menachem-gantz-a-beppe-grillo/
#3Fede
Mi si accende splendente un idea: facciamo una colletta per Grillo, compriamogli un biglietto aereo (solo andata) per l’Iran. Contento lui, che avrà per sempre “la donna al centro della famiglia”. Contenti noi che non sentiremo più i suoi apocalittici svarioni.
#4lorenz
@Fede: in iran io ho vissuto, e nonostante grillo mi stia sui coglioni, quel che dice è in sostanza vero. le donnne sono al centro della famiglia, anche quello è vero. se gli auguri un bglietto di sola andata, gli fai un piacere. L’iran è un paese meraviglioso e uno dei piu sicuri di tutto il mondo, a differenza degli stati uniti.
#5Fede
@lorenz:
Il suo commento è sicuramente una provocazione, stile grillino. Sennò non riuscirei a capire come definisce l’Iran un posto sicuro, giacchè pullula di laboratori, sperimentazioni illegali, trattamento di uranio impoverito, siti di stoccaggio per i componenti nucleari.
Nel mondo, in ogni dove, quando avviene una rivolta o un emergenza terroristica c’è sempre lo zampino dell’Iran, guarda caso.
Comunque si, rimango del mio proposito: regalerei un biglietto di sola andata per l’Iran a Grillo, giacchè per lui questo paese è un campione di democrazia.
#6lorenz
@Fede:
#7lorenz
@lorenz: @lorenz:
#8lorenz
@Fede: ” (l’IRan) pullula di laboratori, sperimentazioni illegali, trattamento di uranio impoverito, siti di stoccaggio per i componenti nucleari”. E quindi? le sembra possa definirsi un posto non sicuro in virtu di cio’? illegali per chi? è illegale condurre ricerca scientifica per alcuni paesi? le ricordo che fino a inizio anno l’iran ha consentito le ispezioni AIEA, a differenza di quanto non HA MAI FATTO ISRAELE, tanto per dirne una..ed israele possiede giaì’ la bomba , a differenza dell’Iran. Guardacaso l’iran ha iniziato a far storie all’AIEA da inizio anno, da quando al posto dell ex segretario el baradei hanno messo Amano, amico degli americani. Gli stati uniti le risulta non abbiano mai trattato uranio impoverito? non yhanno forse testate nucleari gia pronte all’uso? se poi volesse aggrapparsi all’utilizzo della retorica infiammantwe da parte di Teheran le ricordo che l’Iran non ha mai atttaccato nessuno dal 1700, i tempi di Nader Shah. non si puo dire lo stesso per israele e stati uniti, visto che lei parla di ‘ dietro ogni rivolta o emergenza terrorismo c’è l’iran’..a me sembra ci siano altri, che tendono a ergersi a paladini della giustizia. L’iran combatte il terrorismo ( hezbollah, cioe il terrorismo a cui forse lei fa riferimento, è un partito politico di cui fanno parte anche cristiani, che possiere un’ala paramilitare nata in reazione e a tutela di un’invasione israeliana), perche ce lo ha in casa: Jundollah, attivo al sud e nell’est, legato ad al qaeda finanziata dai sauditi ( amici americani) e i mojahedin e kalq, marxisti sunniti che recentemente, sara’ sempre un caso, gli USA hanno tolto dalla lista delle organizzazioni terror9istiche…forse perche hanno interesse che compiano azioni terroristiche in iran..?
L’iran è un paese paciufico, che a causa del suo isolamento cerca legittimazione e riconoscimento internazionale ( e lo trova ad est di teheran). Non un paese aggressivo di certo. se poi i suoi leaders utilizzano una retorica infiammatoria, le ricordo di dare un occhjio alla storia recente del paese…sopratutto al senso di rivalsa che puo’ esserci visto che la guerra che saddam condusse contro l’Iran (1980-88) fu finanziata e promossa dagli stati uniti. equesto gli iraniani lo sanno bene, come sanno benissimo che quella guerra, che loro NON VOLEVANO, gli è costata molto.
Dovremmo chiarire una questione semantica inanzitutto: cos’è la sicurezza per lei? credo che la definizione sia univoca. Se parliamo di sicurezza, ripeto, l’Iran ha pochi eguali. Si faccia un giro per le periferie di detroit o anche di roma (ci vivo e c soo nato)..e poi provi a fare lo stesso (non lo fara’, peccato per lei) nelle periferie di teheran isfahan o shiraz. poi mi dira’ dove si è sentito piu sicuro, se riesc a tornare vivo da detroit. Poi se vuole apriamo le pagine della democrazia e della liberta individuale.
<la saluto, ricordandole che sono indipendente grazie a dio, e non certo un grillino. Grillo è un demagogo e un semplificatore. E in italia, paese di pecore, sempliificare è peggio che dire bugie.
#9Lorenz
@lorenz: liberta individuale.
Volevo parlare solo di sicurezza, visto che era questo il tema, e le ribadisco che l’Iran è un paese splendido e sicurissimo (guardi i dati onu sullla criminalita, oppure questi http://www.lancs.ac.uk/jais/volume/docs/vol4/4_111-131serajzade1.pdf .. Le ragioni se vuole possiamo discuterle), ma a questo punto approfitto per sottoporre una mia riflessione fatta poco tempo fa :
E’ probabile, ma affatto scontato, che l’Iran voglia raggiungere la capacita’ di costruirsi un’arma nucleare. Nel mondo e nel sistema di relazioni internazionali in cui viviamo lo farei anch’io, se avessi una delle più estese riserve petrolifere del mondo, ma non avessi lo status di superpotenza in grado di garantirne la sicurezza. Non ci vuole un mago per capirlo.
Chi rabbrividisce o si sorprend
e di ciò dovrebbe spiegare perché si accetta serenamente il fatto che USA, Russia, GB, Francia, Cina, Israele, India, Pakistan si siano dotati o si stiano dotando di armamenti nucleari. O perchè Israele stesso, stato nucleare, non permette ispezioni dell’Aiea e non è firmatario del trattato di Non proliferazione nucleare. Dovrebbe altresì notare che NESSUNO di tali paesi ha una posizione ‘neutrale’ in politica estera e che tutti hanno condotto guerre nell’ultimo mezzo secolo, con Israele e Stati Uniti in testa. Qualcuno ha imposto sanzioni nei loro confronti? Mi pare di no. L’Iran dovrebbe invece diventare terra di conquista dei paesi assetati del suo petrolio?
L’Iran e la Siria sono gli unici due tasselli mancanti in quella “cintura di sicurezza” creata dagli USA attorno ai confini meridionali della Russia. Stranamente, sono anche considerati ‘stati canaglia’, come già lo furono l’Iraq e l’Afghanistan con i risultati che sono tuttora sotto gli occhi del mondo intero.
Anche la Corea del Nord è considerata uno stato canaglia, ma nel suo caso si preferisce mantenere un basso profilo, diversamente da quanto si fa nei confronti dell’Iran: sarà forse perché la Corea del Nord ha la bomba atomica?
#10GeertWilders4president
@lorenz: L’iran? Hpo letto testimonianze sull’iran. Una regione che vive sotto la shariah islamica, ma i suoi cittadini non vi si riconoscono più da anni. Gli iraniani che ho incontrato online sono fieri persiani, molti non sono neppure musulmani ma devono fingersi tali per sopravvivere nel loro paese.
I loro politici sono ovviamente fondamentalisti islamici (come possiamo notare dall’abbigliamento dell’ultimo presidente)
#11Emanuel Baroz
IHR Italia risponde a Beppe Grillo sull’Iran, dopo l’intervista pubblicata in Israele
Gentilissimo Beppe Grillo,
abbiamo letto sul Corriere della Sera di oggi (articolo di Francesco Battistini a pag.11) alcuni stralci di una sua intervista al quotidiano israeliano Yedioth Ahronot. Nell’impossibilità di leggere tutta l’intervista, ci limitiamo ad alcune precisazioni relative alla parte riportata nell’articolo in questione, partendo dal presupposto che lei ama l’Iran, a cui è legato per ragioni personali e affettive che comprendiamo perfettamente, ma noi di Iran Human Rights Italia Onlus non l’amiamo meno di lei. E proprio per questo ci adoperiamo, nel nostro piccolo, per difendere i diritti umani dei cittadini iraniani e per informare l’opinione pubblica italiana sulle violazioni a quei diritti commesse dalle autorità della Repubblica Islamica. Abbiamo recentemente lanciato il nostro sito, http://www.iranhr.it, proprio con questo obiettivo.
Per quanto riguarda il suo paragone tra l’applicazione della pena di morte in Iran e negli USA, noi naturalmente non facciamo classifiche. Ogni persona messa a morte per decisione di un tribunale di stato, a qualsiasi latitudine, e per qualsiasi reato, è per noi una ferita profonda. Al tempo stesso, i numeri sono un dato oggettivo al quale è utile fare riferimento. Nel 2011 negli USA 43 persone sono state messe a morte (dato in diminuzione rispetto alle 46 del 2010, frutto, questo, anche di una coscienza abolizionista che faticosamente, ma progressivamente sta prendendo piede in molti stati americani). In Iran il dato fornito dal rapporto annuale di Iran Human Rights è di 676 esecuzioni nel 2011 (in aumento rispetto al dato del 2010, 646). Ma, soprattutto, è diverso il contesto in cui la pena capitale viene comminata e applicata. Il 38% delle esecuzioni o non sono state rese note dalle autorità o sono avvenute in segreto, cioè senza darne comunicazione ad avvocati difensori e parenti degli imputati se non a sentenza eseguita. Una mancanza di trasparenza che non depone a favore dell’equità dei processi. Ma c’è di più.
In Iran l’81% delle persone messe a morte nel 2011 era stata condannata per traffico di droga. I processi si sono svolti nei tribunali rivoluzionari a porte chiuse e non è dato sapere se gli imputati abbiano avuto accesso ad avvocati e se i diritti della difesa siano stati garantiti. L’80% dei condannati per traffico di droga – quindi la grande maggioranza di coloro che sono stati messi a morte in Iran nel 2011 – non sono stati nemmeno identificati con nome e cognome, e perciò è impossibile trovare conferma delle accuse e certezza che il giudizio si sia svolto in modo equo. In almeno un caso, ma presumibilmente molti analoghi potrebbero essercene, sappiamo che una donna, Zahra Bahrami, che era stata arrestata durante le proteste seguite alle contestate elezioni presidenziali del 2009 e inizialmente condannata a morte per ragioni “politiche”, è stata poi invece impiccata con l’accusa di narcotraffico.
Al tempo stesso l’Iran mette a morte rei minorenni (gli USA no), cioè giovani che all’epoca in cui avevano commesso il reato non avevano ancora raggiunto la maggiore età: 4 nel 2011, due dei quali erano minorenni anche al momento dell’esecuzione.
Ricordiamo anche che in Iran è punibile con la pena di morte il reato di apostasia, cioè il passaggio dalla fede islamica a un altro credo religioso, e la sodomia, secondo quanto recita l’articolo 233 del nuovo codice penale islamico: “L’individuo che ha un ruolo attivo (nell’atto di sodomia) sarà punito con 100 frustate se l’atto sessuale è consensuale e se non è sposato; colui che invece ha un ruolo passivo sarà condannato a morte indipendentemente dal fatto che sia sposato o meno. Se la parte attiva non è un individuo di religione islamica mentre quella passiva lo è, entrambi saranno condannati a morte.”
Lei ricorda di avere assistito a un’impiccagione in piazza, a Isfahan. Il ricorso alle esecuzioni in pubblico è in preoccupante aumento, in Iran: 65 solo nel 2011 (un dato di tre volte superiore alla media degli anni precedenti), spesso con ricorso a forme di spettacolarizzazione che dimostrano come sempre più le autorità iraniane usino la pena di morte come strumento per diffondere il terrore tra la gente e aumentare così il “controllo sociale” del regime.
Molto spesso vittime delle esecuzioni sono membri di minoranze etniche: curdi, ahwazi, azeri.
I dati di questa prima metà del 2012 non incoraggiano all’ottimismo. Nel solo mese di maggio in Iran abbiamo avuto notizia di 78 esecuzioni.
Quanto ai diritti delle donne, lei afferma: “Ho scoperto che la donna, in Iran, è al centro della famiglia. Le nostre paure nascono da cose che non conosciamo.” È assolutamente vero che le donne iraniane, spesso colte, intelligentissime, forti e coraggiose sono il “centro della famiglia”. Ma a quale prezzo pagano questa “centralità”? Riteniamo che proprio la “conoscenza” della realtà passi da una corretta informazione sui diritti che la legge iraniana riconosce (o non riconosce) alle donne.
Secondo l’articolo 1041 del codice civile, l’età minima per il matrimonio di una donna è 13 anni. Il padre o anche il nonno della ragazza possono darla in moglie a un uomo di loro scelta, e di qualsiasi età. Quindi possono decidere, per assurdo, che una bambina di 13 anni sposi un vecchio settantenne. L’articolo 1060 del codice civile prevede invece che, se una donna iraniana intende sposare un uomo straniero, per farlo deve avere l’autorizzazione del governo. Mettendo insieme queste due leggi, se ne ricava che il diritto della donna iraniana a sposarsi con chi vuole è rimesso nelle mani dei maschi della sua famiglia o dello stato.
L’articolo 1108 del codice civile stabilisce che il marito è il capofamiglia e che la moglie gli deve obbedienza. Nel caso in cui la donna rifiuti di obbedire senza ragioni concrete, non avrà diritto agli alimenti. Pensiamo alle numerose conseguenze implicite in una norma di questo tipo. La donna è costretta ad avere rapporti sessuali con il marito anche contro la propria volontà; non può uscire di casa, non può viaggiare, non può lavorare senza il permesso del marito. L’obbligo ad avere il permesso del marito per lavorare fuori di casa è peraltro ribadito dall’articolo 1117 del codice civile, mentre gli articoli 11 e 18, riguardanti la normativa sul rilascio del passaporto, stabiliscono che la donna, sia per ottenere un passaporto che per viaggiare fuori del paese, ha bisogno del permesso scritto del marito, salvo casi di emergenza in cui sarà il procuratore generale a rilasciare il permesso: ancora una volta o è l’uomo di casa o è il funzionario dello stato a decidere della vita della donna.
La società iraniana non approva la poligamia, e perciò la legge non fa esplicito riferimento ad essa. Tuttavia in varie parti del codice civile la poligamia compare in modo indiretto, in articoli in cui a più riprese si parla della possibilità che un uomo abbia “delle mogli”. Il codice prevede anche, con l’articolo 1075, la possibilità del matrimonio a termine. Questo tipo di matrimonio è un vero e proprio contratto che un uomo può stipulare con un numero indefinito di donne oltre alla moglie “stabile”, con un termine che può essere compreso tra un’ora e 99 anni. Una specie di forma legalizzata di prostituzione.
Veniamo alla legge su divorzio. L’articolo 1133 del codice civile stabilisce che l’uomo può chiederlo e ottenerlo in qualsiasi momento e senza motivo. Altri articoli stabiliscono invece che la donna può chiederlo solo per gravi e comprovate ragioni che il giudice dovrà valutare e risconoscere: l’impossibilità del marito di mantenerla, l’assenza prolungata e continuata dal tetto coniugale, condanne penali superiori ai 5 anni, alcolismo o dipendenza da droghe, violenza entro le mura domestiche. Naturalmente che una donna possa semplicemente dire al marito: “Voglio il divorzio perché non ti amo più” è fuori discussione.
Una serie di articoli del codice civile, dal 1170 al 1180 e oltre, stabiliscono inoltre che la donna non ha diritto alla patria potestà sui figli. Questa spetta infatti al marito e al nonno paterno. Essi non possono cederla alla donna neppure volendolo. Se il marito muore, la patria potestà dei figli rimane solo al nonno paterno. La madre ha solo il diritto alla custodia dei figli fino ai 7 anni di età, quando sono più grandi nemmeno a quello. Ma anche quando ha diritto alla custodia, senza il permesso del marito e del nonno paterno non ha diritto a iscrivere il bambino o la bambina a scuola, non può ricoverare il figlio o la figlia in ospedale, non può aprire un conto in banca intestato al figlio o alla figlia. E qualora si risposi, perde anche il diritto alla custodia dei figli minori di 7 anni.
Per quanto riguarda il diritto all’eredità, la donna iraniana è molto semplicemente considerata dalla legge la metà dell’uomo. L’articolo 906 del codice civile prevede che se il defunto ha i genitori, il padre eredita i due terzi, la madre un terzo. Se non ha genitori – dicono l’articolo 907 e il 908 – i figli maschi devono ereditare il doppio delle figlie femmine. Se ci sono fratelli e sorelle, di nuovo, ai maschi spetta il doppio delle femmine. L’articolo 949 afferma che, in assenza di altri parenti, in caso di morte della moglie, il marito eredita l’intero patrimonio di lei; se invece a morire è il marito, la moglie eredita un quarto dei beni e il resto va allo stato.
Le cose non migliorano per quanto riguarda la cittadinanza. Secondo gli articoli 976 e 986 del codice civile, il figlio di padre iraniano è cittadino iraniano anche se la madre è straniera, mentre il figlio di madre iraniana e padre straniero non ha diritto alla cittadinanza, a meno che non sia nato in Iran e non viva per almeno un anno in Iran dopo aver compiuto i 18 anni. Questa impossibilità di trasferire la cittadinanza iraniana dalla madre ai figli di padre straniero ha delle precise ricadute sociali: basti pensare alle decine di migliaia di bambini figli di padre afgano o iracheno che non hanno diritto ad accedere all’educazione, alle cure mediche e a tutti quei diritti che spettano a un cittadino iraniano.
C’è poi la parte che riguarda il codice penale. L’età mimima per l’incriminazione è di 15 anni per i ragazzi e di appena 9 per le bambine. Il “Diye” e cioè la sanzione da pagare a una persona che subisce un danno fisico, per le donne soggette al danno è la metà di quella per gli uomini per lo stesso danno della stessa entità. Questo vale anche per il caso del prezzo da pagare come retribuzione in caso di omicidio; il prezzo per un uomo musulmano è il doppio di quello per una donna musulmana.
L’articolo 630 codifica il delitto d’onore. Il marito che scopra la moglie adultera nell’atto consumare con un altro uomo può uccidere entrambi. Solo nel caso in cui la donna non fosse consenziente può essere risparmiata.
Ricordiamo infine che in tribunale la testimonianza di un uomo vale quanto quella di due donne e che la donna che compare in pubblico senza hijab, cioè senza velo, può essere punita con una pena che va dai 2 ai 10 mesi di prigione.
Nel 2006 un gruppo di attiviste iraniane ha fondato la campagna Un milione di firme, che aveva lo scopo di raccogliere un milione di firme per una petizione indirizzata al parlamento iraniano per l’abolizione delle leggi discriminatorie. Il gruppo è stato decimato dagli arresti e dalle persecuzioni.
Tralasciamo le sue osservazioni sulla situazione economica del paese, perché richiederebbero valutazioni politiche che non competono a un’associazione per i diritti umani come la nostra, ma un’ultima considerazione ci sia permessa a proposito della sua frase: “Quelli che scappano sono oppositori.”
Comprenderà bene lei, come chiunque, che non si tratta di una situazione né normale né incoraggiante. Laddove un oppositore o un dissidente è costretto a lasciare il proprio paese perché la sua attività politica e la manifestazione del suo pensiero ne mettono a rischio la libertà o l’incolumità, siamo di fronte a una chiara violazione dei diritti elementari dell’uomo. Ed è esattamente ciò che accade nella Repubblica Islamica dell’Iran, dove dopo le contestate elezioni presidenziali del 2009, migliaia di dissidenti, studenti, giornalisti, intellettuali, artisti, difensori dei diritti umani, attivisti per la parità di genere, esponenti di minoranze etniche, politiche e religiose sono stati arrestati, spesso posti in isolamento e torturati, sottoposti a processi iniqui (alcuni dei quali di massa e teletrasmessi dalla televisione di stato) in cui è stato loro negato l’accesso agli avvocati e che si sono conclusi con condanne a pene detentive molto severe, e talvolta alla pena capitale. Molti altri sono stati costretti a lasciare il paese per sfuggire a tutto questo, e certo non solo perché il quadro politico del paese non era di loro gradimento.
Questo le dovevamo, proprio perché è vero, come lei afferma, che “le nostre paure nascono da cose che non conosciamo” e in questo caso non è la paura il sentimento che vorremmo evocare, ma – proprio attraverso la conoscenza dei fatti – un sincero moto di adesione alla causa dei diritti umani in Iran, per la quale continueremo a batterci.
Con stima
Marco Curatolo
Presidente di Iran Human Rights Italia Onlus
http://www.iranhr.it/ihr-italia-risponde-alle-dichiarazioni-di-beppe-grillo-sulliran-pubblicate-in-israele-e-riprese-dal-corriere-della-sera/
#12GeertWilders4president
@Emanuel Baroz: Per certi versi mi ricorda l’arabia saudita…
#13Emanuel Baroz
Grillo: perché non rispondi alle domande di Di Salvo? E il network iraniano?
Michele Di Salvo pone dieci domande a Beppe Grillo che nessun giornalista ha potuto fare. Noi ne aggiungiamo un’altra: e il network iraniano?
Molto interessante l’articolo di Michele Di Salvo pubblicato ieri (qui il link) nel quale il giornalista che ha radiografato impietosamente le attività di Grillo & C. (Casaleggio) pone a Beppe Grillo dieci domande che nessun giornalista gli ha mai fatto, chiedendo al comico genovese prestato alla politica di rispondere.
Di Salvo è stato anche molto corretto nell’inviare a Grillo e a Casaleggio le dieci domande prima di pubblicarle sul suo sito web, sperando in una loro risposta che però, com’era prevedibile, non è arrivata e nemmeno crediamo arriverà mai.
Le dieci domande poste da Di Salvo a Grillo sono molto articolate e toccano alcuni punti sensibili sui quali il comico genovese prestato alla politica si è sempre ben guardato di chiarirne i retroscena, anche perché si è sempre sottratto al dibattito preferendo fare esclusivamente monologhi studiati a tavolino o concedendo interviste solo a giornalisti amici (qualcuno li chiama giornalisti servi).
Detto delle dieci domande (che potrete leggere direttamente sul sito di Di Salvo il cui link abbiamo inserito sopra) e detto che con molta probabilità le risposte non arriveranno mai, ci preme aggiungere una undicesima domanda a Beppe Grillo: che rapporti ha il suo movimento e lei personalmente con il network (dis)informativo iraniano? Ci riferiamo in particolare a IRIB (radio televisione iraniana) e ad ASI (Agenzia Stampa Italiana) che fa parte dello stessa famiglia di IRIB. Questo network negli ultimi tempi ha moltiplicato gli interventi a suo favore, il che potrebbe in un primo momento far pensare che dipenda dalle sue dichiarazioni d’amore verso il dittatore iraniano Ahmadinejad, ma che danno da pensare parecchio specie in configurazione di una sua possibile partecipazione ad un futuro governo italiano, specie pensando ai legami che ha suo suocero con il regime iraniano. E’ plausibile pensare che il regime iraniano possa condizionare le sue scelte di politica estera? E’ plausibile pensare che il regime iraniano finanzi il suo movimento politico? Non sono ipotesi e tantomeno certezze, sono semplici domande alle quali vorremo che Beppe Grillo rispondesse, lui che si ritiene il paladino della trasparenza.
http://www.rightsreporter.org/grillo-perche-non-rispondi-alle-domande-di-di-salvo-e-il-network-iraniano/
#14Ridicoli
hahhah Ha fatto bene a non cagarvi visto le domande RIDICOLE che gli avete fatto.
Poveri coglioni siete, hehe gli ebrei sono impicciati nei peggiori affari e cercare di accusare beppe grillo di complotto come capro espiatorio.
Dovrebbero cambiare nome a israele dato che da millenni ormai non centrate più niente con Dio.
#15SieteRidicoli
hahhah Ha fatto bene a non cagarvi visto le domande RIDICOLE che gli avete fatto.
Poveracci siete, hehe gli ebrei sono impicciati nei peggiori affari e cercare di accusare beppe grillo di complotto come capro espiatorio.
Dovrebbero cambiare nome a israele dato che da millenni ormai non centrate più niente con Dio.
#16Emanuel Baroz
per scrivere la stessa cazzata hai usato pure due IP diversi….bravo!!!! Ora ti ritieni soddisfatto?
#17Emanuel Baroz
Su Grillo, Israele e il suocero iraniano
di Dimitri Buffa
“Ahmadinejad bbuono, Israele no bbuono”. Per dirla alla Andy Luotto, se il comico Beppe Grillo dovesse mai andare al governo, questa sarebbe la sua welt und schauung. Grande consigliere il suocero iraniano Parvez Tajdik.
Che sta alla politica estera grillina come Roberto Casaleggio sta a quella interna. Tutto il peggio del complottismo e delle leggende metropolitane riunite in un partito e in un programma elettorale: no tav, no inceneritori e adesso anche “no Israele”. Insomma un bel problema per il nostro paese, uno dei tanti in cui ci ha spinto la politica degli annunci, della disonestà intellettuale, della prepotenza e degli imbrogli in malafede. Tanto del centro destra quanto del centro sinistra. Ed è bene che la gente lo sappia prima di votare per Grillo in Parlamento con percentuali, dicono i sondaggi, che superano il 20 per cento. A far scoprire le carte a Grillo è stato il giornalista israeliano Menachen Ganz, corrispondente da Roma per Yedioth Aronoth. In un’intervista riportata per sommi capi l’altro ieri da Francesco Battistini sul Corriere della Sera, il comico genovese non si fa pregare per mostrare tutto il proprio repertorio in materia di politica estera. Alcune cose collidono non solo con la logica ma persino con la ragione.
Ad esempio Ganz fa ribadire al comico genovese un affermazione, meglio un pezzo da circo, che lui spesso ripete durante i propri comizi show itineranti: «Tutto quel che in Europa sappiamo su Israele e Palestina, è filtrato da un’agenzia internazionale che si chiama Memri. E dietro Memri c’è un ex agente del Mossad. Ho le prove: Ken Livingstone, l’ex sindaco di Londra, ha usato testi arabi con traduzioni indipendenti. Scoprendo una realtà mistificata, completamente diversa».
Si tratta oviamente di una falsità grossa come una casa: Memri, di Itamar Marcus, è un’agenzia di monitoraggio di tutto quanto viene scritto, pubblicato e trasmesso nella stampa e nella tv araba, persiana, turca, indonesiana e in genere di tutti i paesi islamici. Magari la gente conoscesse le cose per come le riporta Memri.
In realtà Memri fa un servizio di contro informazione.
E quanto alle traduzioni, mettendo Memri, per quel che riguarda i giornali il testo originale a fronte e per quanto riguarda le tv i sottotitoli, è veramente difficile ingannare il prossimo. Chiunque conosca la lingua originale può fare i dovuti raffronti. In realtà noi conosciamo quello che accade in Israele e nei territori gestiti da Hamas e dalla Anp solo per le cronache di giornali, agenzie di stampa, radio e tv che privilegiano le fonti palestinesi, che chiamano “miliziani” i terroristi e che non fanno distinzione tra un guerrigliero di Hamas ucciso in una rappresaglia e un bambino israeliano ammazzato in un attentato suicida. Per non parlare del modo “militante” con cui vengono trattati nell’informazione i bambini palestinesi usati come scudi umani. Ma a parte Memri, preoccupa la vicinanza all’Iran di Ahmadinejad della famiglia della moglie di Grillo, Parvin Tadjik. Ganz nel suo articolo sostiene che se Grillo vince sarà il suocero a decidere la politica estera in Medio Oriente. E il suocero è un ammiratore di Ahmadinejad. Le frasi di Grillo riportate dal “Corriere”, riguardo all’intervista pubblicata su “Yedioth Aronot”, fanno rabbrividire: «I massacri in Siria? Ci sono cose che non possiamo capire. Non sappiamo se si tratti d’agenti infiltrati nel paese». «L’Iran di Ahmadinejad? Un giorno ho visto impiccare una persona, su una piazza di Isfahan. Ero lì. Mi son chiesto: cos’è questa barbarie? Ma poi ho pensato agli Usa. Anche loro hanno la pena di morte: hanno messo uno a dieta, prima d’ucciderlo, perché la testa non si staccasse. E allora: che cos’è più barbaro?». E i diritti delle donne? «Mia moglie è iraniana. Ho scoperto che la donna, in Iran, è al centro della famiglia. Le nostre paure nascono da cose che non conosciamo».
E siamo ancora in tempo per capire cosa ci aspetta se, presi dal “cupio dissolvi” per una politica i cui esponenti meriterebbero di essere bastonati tre volte al dì, prima e dopo i pasti, nella cabina facessimo l’errore di votare per il Movimento cinque stelle.
http://www.opinione.it/editoriali/2012/06/27/buffa_politica27-06.aspx
#18DOFIAGRACIA
L’importanza di chiamarsi grillo? Vale quanto quella di chiamarsi cicala, ape, o…. quello che volete voi. Non vale assolutamente nulla, come non vale nulla quello che esce da quella bocca da piccolo uomo sbavante.E’ un uomo talmente contro, che arriverà il giorno che sarà contro se stesso. Sediamoci e aspettiamo.
#19lorenz
” (l’IRan) pullula di laboratori, sperimentazioni illegali, trattamento di uranio impoverito, siti di stoccaggio per i componenti nucleari”. E quindi? le sembra possa definirsi un posto non sicuro in virtu di cio’? illegali per chi? è illegale condurre ricerca scientifica per alcuni paesi? le ricordo che fino a inizio anno l’iran ha consentito le ispezioni AIEA, a differenza di quanto non HA MAI FATTO ISRAELE, tanto per dirne una..ed israele possiede giaì’ la bomba , a differenza dell’Iran. Guardacaso l’iran ha iniziato a far storie all’AIEA da inizio anno, da quando al posto dell ex segretario el baradei hanno messo Amano, amico degli americani. Gli stati uniti le risulta non abbiano mai trattato uranio impoverito? non yhanno forse testate nucleari gia pronte all’uso? se poi volesse aggrapparsi all’utilizzo della retorica infiammantwe da parte di Teheran le ricordo che l’Iran non ha mai atttaccato nessuno dal 1700, i tempi di Nader Shah. non si puo dire lo stesso per israele e stati uniti, visto che lei parla di ‘ dietro ogni rivolta o emergenza terrorismo c’è l’iran’..a me sembra ci siano altri, che tendono a ergersi a paladini della giustizia. L’iran combatte il terrorismo ( hezbollah, cioe il terrorismo a cui forse lei fa riferimento, è un partito politico di cui fanno parte anche cristiani, che possiere un’ala paramilitare nata in reazione e a tutela di un’invasione israeliana), perche ce lo ha in casa: Jundollah, attivo al sud e nell’est, legato ad al qaeda finanziata dai sauditi ( amici americani) e i mojahedin e kalq, marxisti sunniti che recentemente, sara’ sempre un caso, gli USA hanno tolto dalla lista delle organizzazioni terror9istiche…forse perche hanno interesse che compiano azioni terroristiche in iran..?
L’iran è un paese paciufico, che a causa del suo isolamento cerca legittimazione e riconoscimento internazionale ( e lo trova ad est di teheran). Non un paese aggressivo di certo. se poi i suoi leaders utilizzano una retorica infiammatoria, le ricordo di dare un occhjio alla storia recente del paese…sopratutto al senso di rivalsa che puo’ esserci visto che la guerra che saddam condusse contro l’Iran (1980-88) fu finanziata e promossa dagli stati uniti. equesto gli iraniani lo sanno bene, come sanno benissimo che quella guerra, che loro NON VOLEVANO, gli è costata molto.
Dovremmo chiarire una questione semantica inanzitutto: cos’è la sicurezza per lei? credo che la definizione sia univoca. Se parliamo di sicurezza, ripeto, l’Iran ha pochi eguali. Si faccia un giro per le periferie di detroit o anche di roma (ci vivo e c soo nato)..e poi provi a fare lo stesso (non lo fara’, peccato per lei) nelle periferie di teheran isfahan o shiraz. poi mi dira’ dove si è sentito piu sicuro, se riesc a tornare vivo da detroit. Poi se vuole apriamo le pagine della democrazia e della liberta individuale.
<la saluto, ricordandole che sono indipendente grazie a dio, e non certo un grillino. Grillo è un demagogo e un semplificatore. E in italia, paese di pecore, sempliificare è peggio che dire bugie.
#20SELASSIè
AH SCUSATE….IO AMO ISRAELE PIù DEI NAZI-SIONISTI … LORO AMANO SOLO LA BABILONIA
LA TERRA I CUI HANNO RINNEGATO YAWEH ABBRACCIANDO IL POLITEISMO PAGANO
#21Emanuel Baroz
si,si…hai ragione te, tranquillo!
#22selassiè
@Emanuel Baroz: no ha ragione quella puttana di mambata nazzista di mberda…. guardati allo specchio ed elogiati a solo sul sangue di quelli ke non la pensano copme te… avete fatto dell’odio una cultura gia da quando avete messo i vostri fratelli nei forni e ora continuate ammazzando gente innocente in palestina latrina e voi avete il coraggio di chiamarvi Ebrei???? vergognatevi seguaci della cabala esoterica…. rinnegatori della torah
#23Emanuel Baroz
ma tu sei da rinchiudere in una casa di cura….
#24selassiè
@Emanuel Baroz:
INFATTI DA UNA PERSONA CHE STA NEL TORTO SOLO QUESTE RISPOSTE “VUOTE” POSSONO USCIRE
NON FARESTI MAI UNA CONCLUSIONE OGGETTIVA PERCHè AVETE LA MENTALITà SCHIAVA
ED è QUELLO CHE SEMINATE OGNI GIORNO DA ANNI VOI SIONISTI
SCHIAVITù , RAZZISMO , DIVISIONI E SANGUE .
PRENDETE ESEMPIO DAI VERI EBREI E PREGATE DI CAMBIARE
INVECE DI INVEIRE PURE CONTRO DI LORO
#25Emanuel Baroz
meno male che ci sono quelli come te che non hanno la “mentalità schiava”….
#26SELASSIè
ONU risoluzione 3379
#27Emanuel Baroz
@SELASSIè: e quindi?