Shlomo Venezia, i neonazisti di “Stormfront” inneggiano alla sua morte
di Marco Pasqua
“Non ho più avuto una vita normale. Non ho mai potuto dire che tutto andasse bene e andare, come gli altri, a ballare e a divertirmi in allegria. Tutto mi riporta al campo. Qualunque cosa faccia, qualunque cosa veda, il mio spirito torna sempre allo stesso posto. È come se il “lavoro” che ho dovuto fare laggiù non sia mai uscito dalla mia testa. Non si esce mai, per davvero, dal Crematorio”
Shlomo Venezia
Roma, 2 Ottobre 2012 – Il giorno dopo la morte di Shlomo Venezia, unico sopravvissuto italiano del Sonderkommando di Auschwitz-Birkenau, i neonazisti e i negazionisti “esultano”. Lo fanno sul principale forum italiano “dell’orgoglio bianco”, quello Stormfront divenuto negli anni un ricettacolo di insulti razzisti, antisemiti e omofobi, contro personaggi più o meno noti. I suoi iscritti fanno parte di formazioni di estrema destra – ci sono naziskin ma anche iscritti a Forza Nuova. Stavolta non risparmiano Venezia, da sempre oggetto di attacchi dei nazisti, perché la sua testimonianza della Shoah e dell’orrore dei campi di sterminio hanno rappresentato (e continueranno a farlo) un’arma imbattibile nello sconfessare le bugie negazioniste di cui si nutre il forum. Per questo la sua morte viene salutata con affermazioni che offendono la sua memoria e di quanti hanno vissuto in prima persona il folle piano nazista di sterminio del popolo ebraico.
“Un falsario in meno”, è il commento di un utente che si firma Neocrack, mentre “cangrande della scala” scrive: “Cento di questi giorni”. Biomirko, firma storica del forum, militante di Forza Nuova e autore di un documentario negazionista diffuso sul web (dal titolo “Wissen macht Frei”), sentenzia: “E’ morto Pinocchio… lunga vita a Pinocchio! Perché tanto lo manterranno in vita con i suoi racconti, il suo libraccio, le sue testimonianze registrate”. “Godo, prima o poi creperanno tutti i fantomatici sopravvissuti”, è l’insulto di “Europeanwhite”.
Il forum, i cui server si trovano in America, in Florida, è da tempo oggetto di indagini da parte della polizia postale italiana. Le inchieste – con tanto di richieste di rogatorie internazionali – sono scaturite da una serie di denunce presentate, ad esempio, dal presidente della comunità ebraica di Roma (Riccardo Pacifici), o dalle personalità ebraiche i cui nomi sono stati inserite in alcune blacklist. Ma i suoi utenti continuano a sfidare le leggi italiane – nello specifico quella Mancino – convinti di essere protetti da un anonimato che sembrerebbe garantire loro una sostanziale impunità.
Nella foto in alto: Shlomo Venezia nel corso di uno dei suoi Viaggi della Memoria con i ragazzi delle scuole
#1Emanuel Baroz
Shoah: Stormfront attacca la memoria di Shlomo Venezia
L’osceno sito negazionista Stormfront non ha perso tempo e a due giorni dalla scomparsa di Shlomo Venezia, proprio nel giorno delle esequie, ha pubblicato un attacco dal titolo: “Morto il falsario olo-sopravvissuto Shlomo Venezia“.
I negazionisti di Stormofront, per dimostrare che la testimonianza di Shlomo Venezia sarebbe stata tutta inventata, hanno pensato bene di mettere il link ad un lungo testo di un altro negazionista, Carlo Mattogno. Come dire: due menzogne farebbero una verità.
La rapidissima reazione dei negazionisti-nazisti di Stormfront, dimostra l’urgenza e la inderogabile necessità di introdurre in Italia – così come ci chiede la direttiva europea – il reato di negazionismo sul web.
http://www.romaebraica.it/stormfront-i-shlomo-venezia/
#2Emanuel Baroz
Consigliamo la lettura del seguente articolo:
Antisemitismo nel cyberspazio italiano
http://www.huffingtonpost.it/stefano-gatti/antisemitismo-nel-cybersp_b_1899795.html
#3Parvus
Non si può che definirli malati di mente: si fosse trattato di un loro avversario politico, di qualcuno che li avesse combattuti… No, solo la malattia mentale può spiegare certe balordaggini criminali.
#4Fede
L’assurdo “documentario” Wissen macht Frei mostra che dietro i minus habens, gli idioti e i falliti dell’utenza stormfront c’è purtroppo anche una regia occulta, raffinatissima. Mi spiego meglio:
prima di tutto sono inorridito per il fatto che il “documentario” prova a spacciare i campi di concentramento come luoghi di semplice lavoro e ozio (allucinante la menzogna in cui la voce narrante asserisce dell’esistenza di una piscina, sala massaggi, e addirittura un bordello, suggerendo l’idea del campo di sterminio come luogo di svago.
Infine ho trovato inquietante il loro cercare di aizzare un odio/risentimento contro gli ebrei, cercando sponda in qualche tipo di cristianesimo. Come? Con un operazione vigliacca. Nel “documentario” è’ stata inserito una gag tv di cattivo gusto in cui una ragazza discinta crocifigge un peluche, e la voce narrante conclude che tutti gli ebrei irridono il cristianesimo.
E’ la solita minestra velenosa propinata da David Duke.
In cui, con quel suo fare melenso, si rivolge a non meglio specificati cristiani, incitandoli all’odio contro Israele.
Piacerebbe anche a me un giro di vite contro stormfront, prendendo per l’orecchio i referenti in Italia di David Duke, che ultimamente si sono addirittura offerti di far visionare il “documentario” nelle scuole. Dio ce ne scampi.
La verità deve sopraffare le menzogne, non viceversa.
#5Davide Ottolenghi
i bastardi neonazisti di stronZfront citano focusonisrael, possibile che nessuno riesca a porre un freno a questi deliri antisemiti?
http://www.stormfront.org/forum/t916406-12/#post10642265
#6Emanuel Baroz
ma lasciali fare……
#7Porco Giuda
Dopo 7 anni di permanenza sul WEB del testo di Carlo Mattogno che confuta la “testimonianza” di Shlomo Venezia, non mi risulta che qualche storico abbia rilevato errori, inesattezze o falsificazioni… mi potrebbe indicare sig. Baroz dove rileva le menzogne nel suddetto testo?
Lo studio del Mattogno lo può leggere qua: http://studirevisionisti.myblog.it/archive/2012/01/08/007-considerazioni-storiche-sulla-testimonianza-unica-di-shl.html
certo di una sua risposta in merito alle bugie presenti nello studio di Mattogno cordialmente la saluto.
#8Emanuel Baroz
@Porco Giuda: già chiamarlo studio è una esagerazione…
#9Porco Giuda
Il Miracolo Termotecnico di Shlomo Venezia
in un’intervista al Giornale Shlomo Venezia affermò quanto segue:
«Sì, ma la prima notte mi adibirono a questo crematorio all’aperto. Intorno c’era uno scolo in pendenza dove si raccoglieva l’olio che colava dalla pira. Dovevo raccattarlo e ributtarlo sui cadaveri per farli bruciare più in fretta. Lei non ha idea di che combustibile sia il grasso umano»
…e nel suo libro:
«Le fosse erano in pendenza; il grasso umano prodotto dai corpi che bruciavano colava lungo il fondo fino a un angolo, dove era stata scavata una specie di conca per raccoglierlo. Quando il fuoco minacciava di spegnersi, gli uomini prendevano un po’ di grasso dalla conca e lo versavano sui corpi per ravvivare la fiamma. Una cosa del genere l’ho vista solo qui, nelle fosse del Bunker 2»
(Sonderkommando Auschwitz, p. 77)
Come ci spiega Carlo Mattogno, la storiella del magico “grasso collante” ha ricevuto la sua sanzione ufficiale da F. Müller, che l’ha ricamata in modo molto minuzioso. Secondo lui, tuttavia, le presunte “fosse di cremazione” erano provviste di due canaletti larghi 25-30 cm che, dal centro della fossa, correvano in pendenza lungo l’asse centrale e sboccavano in due buche più profonde nelle quali si raccoglieva il grasso umano liquido, che veniva raccolto con un secchio e gettato sul rogo.
Queste storielle sono insensate per il fatto che la temperatura di accensione degli idrocarburi leggeri che si formano dalla gasificazione dei cadaveri è di circa 600°C… la temperatura di accensione dei grassi animali è di 184°C… perciò in un tale impianto il grasso umano brucerebbe immediatamente.
Anche perché la temperatura di accensione del legno stagionato è di 325-350°C.
Inoltre, se – per qualcuno dei tanti miracoli di cui sono costellate le vite dei “sopravvissuti” del “Sonderkommando” – il grasso umano liquido avesse potuto colare attraverso le fiamme sul fondo della fossa, scorrere sulle braci ardenti e defluire nelle fosse di raccolta laterali, Venezia, insieme a F. Müller, avrebbe dovuto attingerlo sul ciglio di una “fossa di cremazione” in cui c’era un immenso rogo che bruciava ad una temperatura minima di 600°C!
Sig. Baroz, chi ha mentito? Shlomo Venezia o Carlo Mattogno?
#10Emanuel Baroz
FINALMENTE ti sei scoperto per quello che sei: UN IGNOBILE NEGAZIONISTA! Pensavo fossi solamente un bimbominkia poco informato e con molto tempo da perdere (vista la mole di commenti con cui hai infestato il nostro sito), e invece ora scopriamo che sei uno dei soliti mentecatti che ancora negano la Shoah e quanto accaduto in quegli anni. Da oggi quindi i nostri lettori capiranno perchè non comparirai più su questo sito, dove il negazionismo ed i negazionisti sono banditi. ADDIO