Strategia colpevole
di Pierluigi Battista
Le bombe sono tutte sporche, come la guerra. E ogni civile che perde la vita per un missile o un raid aereo è un prezzo troppo elevato e su cui sarebbe indecente stilare una contabilità competitiva tra le parti in causa. Una bomba su Gaza non è meno grave di un missile su Tel Aviv, ma le ragioni e i torti esistono, non sono cancellabili, hanno una storia. E antefatti. Perché da Gaza hanno cominciato a colpire il Sud di Israele? Non c’è bisogno di risalire troppo indietro nella storia, al ’67, e prima ancora al ’48 con la costituzione dello Stato di Israele, e ancora prima alla presenza ebraica sotto il mandato britannico, giù giù fino ai tempi remoti dei testi sacri. Stiamo alla cronaca, e agli ultimi anni. Da anni non c’è più a Gaza un solo soldato israeliano, e nemmeno un abitante degli insediamenti ebraici smantellati per impulso del vituperato Sharon. Fu uno psicodramma: gli ebrei che si ribellavano ai soldati israeliani, le lacrime, le urla, addirittura il fantasma di una nuova persecuzione attuata dai fratelli in divisa. Ma se ne andarono. E da quel momento cessò l’occupazione israeliana, svanì ogni presenza israeliana, fu allontanata qualunque presenza umana israeliana.
A Gaza, anche senza la costituzione formale di uno Stato palestinese, c’è una leadership palestinese, un’autonomia amministrativa palestinese. Ci sono state elezioni e ha vinto Hamas, che non voleva e non vuole solo uno Stato palestinese, ma vuole la cancellazione dello Stato di Israele, l’annichilimento dell’«entità sionista». Da Gaza partono i missili che vogliono colpire la popolazione civile israeliana al di là del confine, in una striscia di terra quantitativamente minuscola, se confrontata all’ampiezza di altri Stati del Medio Oriente. A Gaza i bambini vengono indottrinati dall’odio anti-ebraico, imparano la «santità» del terrorismo suicida. Non c’è distinzione, nell’universo mentale di Hamas, tra un soldato e un civile israeliano: sono considerati ugualmente usurpatori per il solo fatto di essere lì, e devono sparire tutti, senza differenza, per ripulire la terra santa da ogni contaminazione ebraica. Ecco l’humus politico, culturale e religioso che c’è in chi lancia incessantemente missili per colpire civili israeliani, e prima in chi si faceva saltare su un autobus a Gerusalemme per uccidere quanti più bambini ebrei, donne ebree, vecchi ebrei. Non è una rappresentazione manichea della realtà di Gaza e di Israele. È la radice di una guerra che rischia di incendiare tutto il Medio Oriente, di nuovo.
I governi israeliani, e l’ultimo di Netanyahu, non sono esenti da colpe, soprattutto nella chiusura nei confronti di ogni trattativa con la parte moderata dei palestinesi di Abu Mazen (che tanto moderato non è…), anche senza farsi illusioni sulla volontà di pace di un interlocutore ondivago e spesso inaffidabile. Ma attorno a Israele ruggisce il nuovo Egitto dei Fratelli Musulmani che lascia libero il passaggio per Gaza. La stessa Hamas viene scavalcata dagli estremisti che la considerano troppo moderata e arrendevole. C’è la minaccia atomica iraniana, uno dei dossier più controversi e, letteralmente, esplosivi del secondo mandato di Obama. C’è il Libano in fiamme con Hezbollah. E dalla Siria la guerra tra il dittatore Assad e la rivolta guidata da Al Qaeda non determinerà, comunque dovesse finire, l’allentamento della morsa.
Questo non significa assolvere lo Stato di Israele da qualunque colpa, né giustificare preventivamente ogni sua offensiva militare su Gaza. Significa però comprendere che quella dello Stato di Israele è la difesa a una sfida finalizzata a mettere in discussione la sua stessa sopravvivenza. E anche comprendere che nell’opinione pubblica internazionale, i ripetuti, martellanti attacchi dei missili di Hamas sulle città a pochi passi dal confine, e ora su Tel Aviv e persino su Gerusalemme, non possono essere ignorati. E non è accettabile che sia divulgata una rappresentazione degli eventi drammatici di questi giorni come il frutto della solita smania militarista di Israele. Continua la minaccia «esistenziale» allo Stato di Israele. Ed è esplicita la volontà di Hamas di far sentire i cittadini israeliani costantemente sotto attacco. Il mondo spera che la guerra finisca, o che almeno l’escalation non raggiunga punte drammatiche e cruente. Ma non può permettersi di sottovalutare o trascurare la sequenza degli eventi, l’«asimmetria» di una guerra voluta e provocata da Hamas fino a che l’«entità sionista» non venga annientata. La tragedia di Gaza non è senza responsabili.
(Fonte: Il Corriere della Sera, 17 Novembre 2012)
#1Emanuel Baroz
17/11/2012 “Hamas non è nella posizione di dettare condizioni. Qualunque cosa stesse accadendo sul versante del terrorismo prima di questa operazione, di certo non continuerà ad accadere allo stesso modo dopo che l’operazione sarà conclusa. Nel momento in cui saremo certi di questo, l’operazione avrà termine”. Lo ha detto affermato a YnetNews il ministro israeliano Gideon Saar. Ed ha aggiunto: “Quello che conta è raggiungere i nostri obiettivi [restaurare la calma nel sud del paese, ripristinare la deterrenza di Israele, distruggere gli arsenali di missili dei terroristi nella striscia di Gaza]. Se lo si potrà fare senza intervento di terra, benissimo. Se invece sarà necessario l’intervento di terra, lo faremo”.
17/11/2012 Per la terza volta in tre giorni le sirene dell’allarme anti-aereo hanno suonato a Tel Aviv e Rishon LeZion sabato pomeriggio, verso le 16.30 (ora locale). Questa volta è entrata in azione la batteria del sistema anti-missilistico “Cupola di ferro” schierata sabato mattina nell’area e ha intercettato un Fajr 5 (di produzione iraniana). Il lancio è stato rivendicato dalle Brigate Izz al-Din al-Qassam (Hamas). Un secondo missile dello stesso tipo è caduto su un terreno non edificato, forse anch’esso abbattuto da “Cupola di ferro”.
17/11/2012 Il portavoce di Hamas Taher al-Nunu ha affermato ala stampa, sabato pomeriggio, che le fazioni palestinesi della striscia di Gaza “stanno avendo la meglio nel conflitto”.
17/11/2012 Dall’inizio dell’operazione “Colonna di nube difensiva” (sera del 14 novembre) sino al primo pomeriggio di sabato, i terroristi di Gaza hanno sparato 703 razzi verso Israele, dei quali 27 (4%) sono riusciti a raggiungere aree urbane. Il sistema anti-missile israeliano “Cupola di ferro”, programmato per concentrare il fuoco contro razzi diretti su centri densamente popolati, ha finora intercettato 217 razzi. Secondo il governo israeliano, una sessantina di razzi palestinesi si sono abbattuti all’interno della striscia di Gaza: non si escludono danni ai civili che vi abitano.
17/11/2012 “Le nostre unità suicide sono pronte, in caso di invasione di terra – si legge in una dichiarazione pubblicata su un sito web di Hamas – e verranno attivate al primo tank che entrerà nella striscia di Gaza”.
17/11/2012 “L’obiettivo dell’operazione è restaurare la calma, ripristinare la forza deterrente di Israele e distruggere gli arsenali di missili a lungo raggio dei terroristi nella striscia di Gaza”. Lo ha detto il ministro degli esteri israeliano Avigdor Lieberman, che ha aggiunto: “Questa non è una guerra a tutto campo, è un’operazione con obiettivi definiti. Ma siamo pronti a lanciare un’operazione di terra, se sarà necessario”.
17/11/2012 Tre case colpite sabato ad Ashdod da razzi palestinesi: una decina di feriti.
17/11/2012 Almeno 50 i razzi palestinesi lanciati dalla striscia di Gaza sulle città del sud di Israele nelle prime ore di sabato mattina. In totale, sono almeno 650 gli ordigni lanciati dai palestinesi su Israele dall’inizio dell’operazione “Colonna di nube difensiva” (sera del 14 novembre) sino a sabato mattina. Di questi, solo 27 hanno raggiunto centri abitati. Il sistema anti-missile israeliano “Cupola di ferro”, programmato per concentrare il fuoco contro razzi diretti su centri densamente popolati, ha intercettato finora 213 ordigni, con un tasso di successo del 90%. Quattro soldati israeliani sono rimasti feriti sabato mattina da schegge di un obice di mortaio nella zona di Eshkol (poco dopo, l’aviazione ha colpito la cellula che aveva fatto fuoco). Dall’inizio dell’operazione, 74 israeliani hanno avuto bisogno dell’intervento di pronto soccorso della Stella Rossa di Davide.
17/11/2012 Sono più di 830 gli obiettivi terroristici attaccati dalle Forze di Difesa israeliane dall’inizio dell’operazione “Colonna di nube difensiva” (sera del 14 novembre) sino a sabato mattina. I morti, secondo fonti palestinesi, sarebbero 39, per la maggior parte miliziani (una cifra che, se confermata, significherebbe un morto ogni 21 bombardamenti, e confermerebbe il carattere “chirurgico” delle incursioni israeliane).
17/11/2012 Forze aeree israeliane hanno bombardato nelle prime ore di sabato mattina il quartier generale di Hamas nella striscia di Gaza, sede del capo di Hamas, Ismael Haniyeh. Completamente distrutto l’edifico di quattro piani (vuoto al momento del raid) a causa anche dell’esplosione secondaria degli ordigni che vi erano immagazzinati. Le Forze di Difesa israeliane hanno spiegato che l’edificio veniva usato per organizzare attacchi terroristici e serviva da base per le cellule di lancia-razzi.
17/11/2012 Uno dei capi di Hamas, Abu Marzouq, citato venerdì sera dall’agenzia palestinese Ma’an, ha rifiutato ogni ipotesi di tregua dicendo: “Ci sono molti appelli per un cessate il fuoco, ma non vi si arriverà tanto presto”. Il portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri, ha confermato all’agenzia Ma’an che Hamas ha respinto “le aperture di vari mediatori”, pur avendo ricevuto “proposte di mediare un cessate il fuoco da parte di diversi soggetti internazionali e regionali”.
17/11/2012 Le Forze di Difesa israeliane hanno confermato venerdì sera d’aver colpito il “ministero degli interni” di Hamas nella striscia di Gaza. In precedenza era stato mandato un messaggio telefonico a 12.000 abitanti di Gaza in cui si diceva: “Tenetevi lontani dagli attivisti di Hamas. Sta per iniziare la prossima fase”.
17/11/2012 Le sirene dell’allarme anti-aereo hanno suonato anche a Gerusalemme, venerdì sera. Due razzi (che le Brigate Izz al-Din al-Qassam di Hamas hanno rivendicato, definendoli Qassam M76) si sarebbero abbattuti su terreni non edificati alle porte sud della città, uno nel deserto di Giudea presso Takua, l’altro nei pressi di un villaggio palestinese nell’area di Gush Etzion. Venerdì sera, razzi su Israele anche dal Sinai egiziano.
16/11/2012 Più di 100 i razzi palestinesi lanciati dalla striscia di Gaza durante la giornata di venerdì. Una novantina quelli intercettati dal sistema anti-missile israeliano “Cupola di ferro”. Particolarmente bersagliate le città di Beersheba, Ashkelon e Ashdod più altre località minori. Venerdì mattina tre soldati israeliani sono rimasti feriti da un colpo di mortaio nella zona di Eshkol.
16/11/2012 Dall’inizio (mercoledì sera) dell’operazione antiterrorismo “Colonna di nube difensiva” sino a venerdì sera, le Forze di Difesa israeliane hanno colpito 613 obiettivi terroristici nella striscia di Gaza, soprattutto depositi di razzi e postazioni di lancio. Ventiquattro i morti nella striscia di Gaza, secondo fonti palestinesi.
16/11/2012 Fonti palestinesi hanno confermato venerdì l’uccisione in un raid aereo israeliano di Ahmed Abu Jalal, un alto comandante dell’ala militare di Hamas.
16/11/2012 Il governo israeliano ha approvato venerdì sera la mobilitazione fino a 75.000 riservisti, in preparazione di un’eventuale operazione di terra contro le strutture terroristiche nella striscia di Gaza.
16/11/2012 Le Forze di Difesa israeliane hanno diffuso venerdì il video di un raid aereo contro un’officina di Hamas per la fabbricazione di droni (velivoli telecomandati). La cellula di Hamas operava agli ordini di istruttori iraniani ed era già arrivata ad effettuare test di volo.
16/11/2012 Dall’inizio dell’operazione antiterrorismo “Colonna di nube difensiva” (mercoledì sera) sino al primo pomeriggio di venerdì, sono stati lanciati 510 razzi palestinesi dalla striscia di Gaza su Israele. Di questi, 26 si sono abbattuti su centri urbani. Il sistema anti-missile israeliano “Cupola di ferro”, calibrato per fermare solo i razzi diretti su centri urbani, ha intercettato in volo più di 160 razzi palestinesi.
16/11/2012 Le sirene dell’allarme anti-aereo hanno di nuovo suonato venerdì mattina a Tel Aviv.
16/11/2012 Una cinquantina di razzi palestinesi sono stati lanciati sulle città israeliane, venerdì mattina, mentre il primo ministro egiziano Hesham Kandil si trovava in visita nella striscia di Gaza, costringendo Israele a reagire: frustrate le speranze che la visita desse luogo a una tregua. Israele aveva accettato di sospendere le operazioni militari durante la visita se Hamas avesse fatto altrettanto, e Gerusalemme conferma d’averlo fatto. “Hamas non ha rispettato la visita del primo ministro egiziano e ha violato il cessate il fuoco temporaneo accettato da Israele”, ha dichiarato Ofir Gendelman, portavoce del primo ministro israeliano.
16/11/2012 Secondo una fonte egiziana citata venerdì dal giornale pan-arabo al-Hayat, l’Egitto aveva messo in guardia Hamas dall’imprimere un’escalation ai lanci di razzi da Gaza contro Israele. Secondo la fonte, benché Israele non fosse tenuto a un cessate il fuoco il Cairo non si aspettava una reazione così decisa.
16/11/2012 Sono una sessantina gli israeliani che i servizi d’emergenza della Stella Rossa di Davide hanno dovuto soccorrere negli ultimi due giorni. Più di 350 i razzi palestinesi lanciati su Israele fra mercoledì sera e venerdì mattina.
16/11/2012 Le Brigate Izz A-Din Al-Qassam (Hamas) hanno rivendicato i lanci di razzi a lungo raggio sull’area metropolitana di Tel Aviv dicendo d’averla raggiunta “per la prima volta dall’inizio dell’occupazione sionista della Palestina” (leggi: dalla nascita dello Stato di Israele). Secondo alcune fonti, i due missili Fajr di produzione iraniana sarebbero caduti in mare al largo di Giaffa.
16/11/2012 Dopo il lancio di razzi in direzione di Tel Aviv, le forze aeree israeliane hanno colpito giovedì sera circa 70 obiettivi terroristici, soprattutto postazioni di lancio per razzi a medio raggio.
16/11/2012 Uno dei razzi palestinesi lanciati giovedì dalla striscia di Gaza si è abbattuto su un campo di Rishon LeZion, poco a sud di Tel Aviv. In serata due razzi hanno raggiunto l’area metropolitana di Tel Aviv, dove le sirene d’allarme hanno suonato per la prima volta dai tempi degli Scud iracheni del 1991. Secondo la rivendicazione della Jihad Islamica palestinese, si trattava di due Fajr-5 che tuttavia, stando al portavoce militare israeliano, non sarebbero esplosi.
16/11/2012 Diffusi i nomi delle tre persone uccise giovedì mattina nella loro casa a Kiryat Malachi da un razzo Grad palestinese: Aharon Smadja, 50 anni, Itsik Amsellem, 25 anni, e Mira Sharf, 25 anni.
16/11/2012 Hamas esclude ”per il momento” qualsiasi ipotesi di tregua con Israele. Lo ha detto giovedì sera Sami Abu Zuhri, portavoce di Hamas, in una conferenza stampa a Gaza.
16/11/2012 Quattordici palestinesi della striscia di Gaza bisognosi di cure mediche sono stati fatti entrare in Israele, giovedì, per essere curati. Lo ha comunicato il portavoce delle Forze di Difesa israeliane.
16/11/2012 Un soldato israeliano è stato leggermente ferito giovedì mattina sul Golan da una pallottola vagante proveniente dal versante siriano del confine. Il giubbotto antiproiettile ha evitato conseguenze più serie.
16/11/2012 Tutti i partiti israeliani hanno sospeso giovedì la campagna elettorale, finché sono in corso le operazioni anti-terrorismo nella striscia di Gaza. Le elezioni politiche sono fissate per il 22 gennaio.
16/11/2012 Il regime del presidente siriano Bashar Assad, con un comunicato diffuso mercoledì dall’agenzia ufficiale SANA, ha condannato le “feroci atrocità commesse dall’esercito nemico israeliano” nella striscia di Gaza. Nel frattempo, l’Osservatorio siriano per i diritti umani ha reso noto che le violenze in corso in Siria dall’inizio della rivolta anti-regime sono costate finora la vita di 39.000 persone, di cui almeno 27.410 civili.
16/11/2012 “Non è una questione personale. Non eravamo alla ricerca di una vendetta. E’ la lotta contro il terrorismo che continua, e siamo tutti uniti con le Forze di Difesa israeliane in questa lotta”. Lo ha detto al Canale Due della tv israeliana Noam Shalit, padre di Gilad Shalit, il soldato sequestrato nel 2006 in territorio israeliano da Hamas e tenuto in ostaggio per più di 5 anni nella striscia di Gaza. Tra gli ideatori e organizzatori del suo sequestro, Ahmed Jabari, il capo terrorista ucciso mercoledì dall’aviazione israeliana. Noam Shalit ha definito Jabari ”un uomo con le mani sporche di sangue” che ha trascorso anni “nella lotta contro civili innocenti”.
16/11/2012 Poco dopo l’inizio dell’operazione anti-terrorismo ”Colonna di nube difensiva”, la Russia ha dichiarato ”sproporzionata” la reazione di Israele agli attacchi di Hamas da Gaza, a loro volta peraltro definiti ”inaccettabili”. Lo ha detto il portavoce del ministero degli esteri russo, Alexander Loukachevitch.
16/11/2012 Le autorità egiziane hanno ammesso giovedì mattina che alcuni missili esplosi sulle comunità nel sud di Israele la notte precedente sono stati sparati da jihadisti del Sinai.
16/11/2012 Sospesi i corsi all’Università Ben-Gurion di Beersheba.
(Fonte: Israele.net)
#2Emanuel Baroz
La verità, nient’altro che la verità sulla guerra a Gaza
di Noemi Cabitza
Naturalmente ognuno è liberissimo di credere a tutto quello che vuole, anche a Biancaneve e ai sette nani se ciò gli aggrada. Tanto più i questi giorni ognuno è liberissimo di farsi l’opinione che preferisce riguardo al conflitto in atto tra Israele e Hamas. Se si gira un po’ sul web se ne leggeranno di tutti i colori, da Zerlingo a Citati su Il Fatto Quotidiano fino ai soliti siti della sinistra estrema che se ne inventano di tutti i colori.
Un altro conto è se uno cerca la verità su questo conflitto e vuole sapere cosa ha portato il piccolo Stato di Israele sull’orlo di un’altra guerra contro i terroristi. Non ci sono ragioni elettorali come sostengono i vari Zerlingo e Citati, non vi è la volontà di “conquistare Gaza” né quella di fare una guerra offensiva. Anzi, è vero l’esatto contrario perché quando ti tirano addosso missili per mesi e mesi (anni) costringendoti a una vita d’inferno non si può che parlare di “guerra difensiva”.
Si mettano quindi il cuore in pace gli intelligentoni della sinistra de noantri, si tengano pure le loro analisi o le propinino alla nutrita banda di scalmanati pacivendoli che li segue, solo loro ci possono credere “chiavi in mano”. La realtà è tutt’altra cosa. Vorrei vedere se per mesi tirassero oltre cento missili al giorno su Roma o Milano quale sarebbe la reazione del Governo italiano o di qualsiasi altro Governo.
In Israele sono stanchi di missili in testa senza reagire. La scelta non la devono fare gli israeliani ma i terroristi arabi. Possono scegliere di vivere in pace o di fare la guerra a Israele. Per ora hanno scelto la seconda ipotesi e la scelta è solo ed elusivamente loro. Quindi la smettano gli pseudo-esperti alla Zerlingo di arrampicarsi sullo specchio. Hamas ha avuto quello che voleva (o quello per cui sono pagati).
http://www.rightsreporter.org/la-verita-nientaltro-che-la-verita-sulla-guerra-a-gaza/
#3F.C
@Emanuel Baroz:
Offensivo per i numerosi morti nella Striscia di Gaza; da quando ora il colonizzatore è padrone della terra? e da quando si parla di guerra difensiva di un popolo che ha colonizzato offensivamente?
#4Emanuel Baroz
@F.C: nessuna colonizzazione. Israele ha conquistato delle terre dopo aver vinto delle guerre in cui era stata attaccata. Nella fattispecie relativa alla Striscia di Gaza Israele si è ritirato unilateralmente da quella zona nell’estate del 2005. Come sempre, basta informarsi….
#5Parvus
Hamas è punta di diamante di una strategia i cui veri artefici sono gli sceicchi del petrolio, i pacifisti, i giornalisti prezzolati:
Lo scopo è semplicissimo: attaccare ad oltranza Israele, fino a quando reagisce, e dar modo ai loro mandanti di scatenare una campagna antiebraica.