Quante “Pallywood” su Israele
È la fusione dei termini “Palestina” e “Hollywood” e vuol dire che la propaganda palestinese usa ogni mezzo per manipolare i media a proprio favore
di Aldo Grasso
Nella viva speranza che israeliani e palestinesi trovino presto una forma di convivenza, che le parti arrivino a una «soluzione permanente» della questione Gaza con mezzi diplomatici, è doveroso constatare come la strategia di Hamas trovi terreno fertile nella disinformazione.
La forma più elementare consiste, per esempio, nel saltare sempre le premesse. È solo Israele che reprime i palestinesi nella Striscia o questa situazione è frutto della determinazione di molti Stati arabi nel tenere Israele sotto scacco? Si può parlare di volontà di pace quando Hamas non vuole solo uno Stato palestinese, come sarebbe giusto, ma vuole la cancellazione dello Stato di Israele? La compassione per le vittime deve fare velo sulla sopravvivenza dell’unico Stato democratico in quella terra?
Facile per molta parte dell’informazione saltare queste premesse, dimenticare la situazione dei Fratelli Musulmani in Egitto, della minaccia atomica iraniana, della convulsa situazione in Libano, della rivolta guidata da Al Qaeda in Siria, trascurare la dinamica di quest’ultimo conflitto (i razzi sono partiti da Gaza e sono tanti, ogni giorno). Non fa scandalo e non si approfondisce il fatto che l’Iran rifornisca Hamas di missili a lunga gittata, come se non fosse colpa di nessuno. Ma c’è una nuova forma manipolatoria che è già stata battezzata in America con il termine “Pallywood”, un neologismo composto dalla fusione di due parole, Palestina e Hollywood, a significare “la manipolazione dei media, la loro distorsione e la completa truffa da parte dei palestinesi col fine di vincere la guerra mediatica e della propaganda contro Israele”.
SPRECO DI IMMAGINI. Gli esempi si sprecano, e sono tutti ampiamente verificabili: immagini di bambini insanguinati sui lettini d’ospedale, o addirittura morti, prese dal conflitto in Siria e spacciate come testimonianze del bombardamento su Gaza; immagini di palestinesi che scavano fra le macerie in cerca di bimbi, peccato che quegli uomini portino la kippah, il copricapo usato dagli ebrei; spreco di immagini con scritte false.
Giorni fa circolava questa notizia: la responsabilità delle stragi nella Striscia di Gaza è dell’emiro del Qatar, il padrone di Al Jazeera. Sarebbe andato in visita a Gaza non per solidarietà, ma per fornire i collaborazionisti di Israele di materiale tecnologico per facilitare l’esercito israeliano nella sua opera distruttiva. Naturalmente questo materiale sui social network viene diffuso in maniera acritica, alimentando ogni tipo di odio razziale.
Ha ragione Pierluigi Battista: «Non è accettabile che sia divulgata una rappresentazione degli eventi drammatici di questi giorni come il frutto della solita smania militarista di Israele». Bisogna lavorare alla pace, ma seriamente, senza infingimenti o manipolazioni.
(Fonte: Sette, settimanale del Corriere della Sera, 30 Novembre 2012)
Nella foto in alto: la foto pubblicata sul sito web de “La Stampa” il 18 Novembre scorso in cui si mostrano uomini con la kippah che starebbero cercando i propri figli a Gaza tra le macerie (mentre altre risalgono al 2006 o al 2007, e sono sempre da verificare). Segnaliamo che a seguito protesta da parte di molti la foto è stata tolta dal sito ma piuttosto che chiedere scusa la signora Anna Masera (caporedattore de La Stampa on line!) ha insinuato su Twitter che quella foto non sia mai stata pubblicata (salvo poi eliminare il post una volta dimostratole in modo inequivocabile cosa era accaduto). Così funziona l’informazione in Italia….(thanks to Progetto Dreyfus)
#1Emanuel Baroz
La fiorente industria di Pallywood
http://ilborghesino.blogspot.it/2012/11/la-fiorente-industria-di-pallywood.html
#2Emanuel Baroz
Ci sono bambini e bambini
http://ilborghesino.blogspot.it/2012/11/ci-sono-bambini-e-bambini.html
#3HaDaR
Questa foto è emblematica del livello incredibile di DISINFORMAZIONE operata da La Stampa, prevenuta come poche altre nei confronti d’Israele: un Ebreo osservante – con tanto di kippàh – fotografato mentre ispeziona i danni alla propria casa a Sderot, dal momento che le MIGLIAIA di razzi arabi sui civili israeliani non contano e vengono omessi fino a che Israele non risponde, viene SPACCIATO dalla Stampa per i solito povero palestinese in cerca del cadavere di suo figlio fra le macerie di Gaza durante l’ultima campagna militare israeliana… E negano pure di averlo fatto! MA CI SON LE PROVE…e allora dopo le proteste tolgono l’immagine, twittano che non l’hanno mai postata, salvo poi eliminare il twit dopo che ci fanno una figuraccia…
La Masera segue sulle orme piene di odio per Israele e/o interiorizzazione di ogni menzogna palestinISTA, operate per molti anni da altri giornalisti de La Stampa, da Igor Man, a Barbara Spinelli, Francesca Paci, eccetera.
La Spinelli nel 1995 riuscí persino a cambiare la geografia per far passare le sue tesi palestinISTE, dicendo che la fermata dell’autobus a Bet Lid in cui due predatori bipedi arabi si fecero saltare in aria assassinando una trentina di Ebrei si troverebbe “nei territori”…
DOVEVA PUR DARE UNA QUALCHE IMPLICITA SCUSANTE AD UN DOPPIO ATTENTATO SUICIDA CHE AVEVA MASSACRATO DUE DOZZINE DI RAGAZZINI, NO????!!!…
Il senso di SCHIFO è infinito nel trovarsi di fronte a subdola propaganda continuamente spacciata per giornalismo!