Siria: bombardato campo profughi palestinese da caccia governativi. Almeno 25 le vittime dei raid aerei.
759 palestinesi uccisi in Siria dall’inizio della rivolta. Unrwa: caos nel campo di Yarmouk
Damasco, 16 Dicembre 2012 – Un campo profughi palestinese alla periferia a sud di Damasco e’ stato bombardato da caccia governativi, che hanno colpito anche una moschea, aprendo così un nuovo scenario nella guerra scatenata per fermare l’avanzata dei ribelli sulla capitale. Almeno 25 le vittime dei raid aerei. “I jet hanno colpito un’area vicino all’ospedale di Al-Bassel, il campo di Yarmuk”, ha riferito l’Osservatorio siriano per i diritti umani, Ong vicina all’opposizione con base a Londra. Secondo attivisti dalla capitale siriana, decine di profughi palestinesi sono morti in una moschea colpita dalle bombe.
Il campo di al-Yarmouk ospita anche siriani che sono stati costretti dai combattimenti a lascare le loro case. E’ la prima volta da quando e’ iniziata la rivolta contro il regime di Assad nel marzo 2011 che i Mig del rais siriano attaccano il campo profughi palestinese, che già nell’agosto scorso era stato colpito dall’artiglieria, ovviamente nel silenzio generale. Una fonte palestinese ha affermato che dall’inizio della rivolta popolare antiregime sono stati uccisi 759 palestinesi, mentre per l’Unrwa “Alla luce dei continui combattimenti, il campo profughi di Yarmouk si trova in uno stato di caos”.
A Yarmouk, il più grande campo palestinese della Siria, da tempo considerato zona sicura per i rifugiati dove palestinesi e siriani delle alture del Golan hanno vissuto per decenni, «c’è veramente la guerra adesso», ha detto un attivista sul posto. Secondo la stessa fonte, «il raid aereo è la conseguenza dell’avanzata dell’Esercito siriano libero verso la capitale». Proprio oggi i ribelli hanno detto di aver conquistato nei pressi di Aleppo una caserma per l’addestramento di reclute dell’esercito, dopo cinque giorni di intensi combattimenti con gli uomini del presidente Bashar al-Assad. Alla fine, 100 soldati sono stati presi prigionieri e altri 150 si sono uniti alle milizie ribelli. «Erano affamati a causa dell’assedio», ha riferito un comandante di brigata.
(Fonte: Adnkronos, AGI, Corriere.it, Israele.net, 16 Dicembre 2012)
Nella foto in alto: una esplosione nel campo profughi palestinesi di Yarmouk, in Siria
Thanks to Progetto Dreyfus
#1Emanuel Baroz
18/12/2012 L’Onu rafforzerà la sicurezza dei suoi osservatori sul Golan anche con la fornitura di protezioni contro armi chimiche. Lo ha detto lunedì il capo delle operazioni di peacekeeping delle Nazioni Unite, Hervé Ladsous. L’UNDOF conta attualmente mille uomini schierati al confine fra Siria e Israele, provenienti da Austria, Croazia, India, Giappone e Filippine.
18/12/2012 Siria. Centinaia di palestinesi sono in fuga dalla Siria verso il Libano in seguito ai combattimenti tra pro- e anti-Assad e ai bombardamenti del regime su una moschea nel campo palestinese di Yarmouk, pochi chilometri a sud di Damasco (25 morti). Di fronte alla denuncia del bombardamento da parte del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, per tutta risposta il ministro degli esteri siriano Walid Mouallem ha accusato le Nazioni Unite e la comunità internazionale d’essere ”responsabili della frustrazione vissuta dai palestinesi”.
18/12/2012 Il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen ha respinto con forza, lunedì, le accuse dell’Iran, il cui capo di stato maggiore aveva detto che il dispiegamento di batterie antimissile Patriot in Turchia minaccia di provocare una guerra mondiale. “Accuse totalmente da respingere – ha detto Rasmussen in conferenza stampa a Bruxelles – Abbiamo detto chiaramente sin dall’inizio che il dispiegamento dei Patriot è una misura puramente difensiva, volta unicamente a proteggere l’alleato turco: non abbiamo nessuna intenzione offensiva”.
18/12/2012 La commissione israeliana per lo sviluppo e l’edilizia ha approvato lunedì la costruzione di 1.500 unità abitative a Ramat Shlomo, un quartiere di Gerusalemme nord situato al di là della ex linea armistiziale ’49-‘67. Vivaci critiche dalle formazioni d’opposizione Meretz e Yesh Atid di Yair Lapid.
18/12/2012 Sondaggio condotto dal Palestinian Center for Policy and Survey Research in Cisgiordania e striscia di Gaza: Hamas, che è al potere a Gaza, avanza nelle intenzioni di voto degli intervistati e arriva a eguagliare il Fatah del presidente Mahmoud Abbas (Abu Mazen). Il sondaggio è stato condotto dopo l’operazione anti-terrorismo israeliana a Gaza (14-21 novembre), la visita a Gaza del capo del politburo di Hamas Khaled Meshaal (7-10 dicembre) e il voto all’Onu del 29 novembre per l’elevazione della rappresentanza palestinese al rango di ”stato osservatore”.
18/12/2012 Siria. Carri armati e soldati del regime si sono posizionati lunedì attorno al campo palestinese di Yarmouk, poco a sud di Damasco, dove da alcuni giorni si registrano combattimenti tra lealisti del regime e ribelli. Il ministro degli esteri siriano Wallid el-Mouallem ha avvertito i palestinesi di Yarmouk di ”non offrire rifugio né assistenza ai gruppi terroristi” che si oppongono al regime.
18/12/2012 Per la prima volta dal 2006 risulta in aumento il numero dei palestinesi di Cisgiordania che sostengono l’approccio di Hamas rispetto a quello del Fatah di Mahmoud Abbas (Abu Mazen). È quanto emerge da un sondaggio condotto all’inizio di dicembre dal centro AWRAD (Arab World Research and Development) di Ramallah. Per la stragrande maggioranza dei palestinesi intervistati (88%), i risultati della più recente escalation tra Israele e Hamas, compresa l’operazione “Colonna di nube difensiva”, ha dimostrato che la lotta armata è il modo migliore per perseguire l’indipendenza palestinese.
18/12/2012 Secondo il sito web eMarrakech, che cita l’Ufficio Centrale di Statistica israeliano, nei primi dieci mesi del 2012 è nettamente cresciuto l’interscambio commerciale tra Israele e Marocco: le importazioni marocchine di prodotti israeliani sono aumentate del 216%, mentre le esportazioni marocchine verso Israele sono aumentate quasi del 150%. Dal canto suo, il ministro marocchino del commercio e dell’industria, l’islamista Abdelkader Amara, ha negato che il suo governo sia ufficialmente al corrente di tali commerci attribuendoli a “imbrogli e contraffazioni di documenti utilizzati da commercianti marocchini e israeliani per dissimulare i loro scambi”. Stando al giornale islamista Attajdid, il ministro Amara ha detto che il governo di Abdelilah Benkirane si attiene alla lettera alle raccomandazioni della Lega Araba e dell’Organizzazione per la Cooperazione Islamica che vietano ogni forma di commercio con l’”entità sionista”.
18/12/2012 Siria. In un’intervista pubblicata lunedì dal quotidiano libanese filo-siriano Al-Akhbar, il vice presidente siriano Farouk al-Shara si è pronunciato a favore di una soluzione di compromesso, affermando al contempo che il presidente Bashar al-Assad è a favore dell’opzione militare per schiacciare la ribellione armata.
17/12/2012 “Avvertiamo il primo ministro Benjamin Netanyahu: preparati, l’esercito di Maometto verrà da te. Quelli che portano esplosivi in Siria, Iraq, Afghanistan e Pakistan ti scoveranno, ad Allah piacendo. Il prossimo combattimento sarà tra noi e voi”. Lo ha detto Abed Shihadeh (Abu Muhammad al-Thawi), capo del movimento salafita giordano, sostenitore dei ribelli siriani, intervenendo al funerale del jihadista che la settimana scorsa si è fatto esplodere presso il ministero dell’interno ad Amman. Al-Thawi ha esortato i terroristi che hanno rivendicato l’attentato ad andare avanti dicendo loro: “Prendete Damasco e poi marciate su Tel Aviv. Per noi, la Palestina si estende dal fiume [Giordano] al mare [Mediterraneo], da Rafah [confine fra Gaza ed Egitto] a Nakura [confine fra Israele e Libano]. Non ci fermeremo fino a quando la Palestina non sarà liberata”.
17/12/2012 Dopo che l’editoriale del New York Times del 2 dicembre si era scagliato contro Israele per i progetti di costruzione nella zona E-1 (fra Gerusalemme e Ma’ale Adumim), domenica il giornale ha pubblicato una rettifica in cui riconosce che “tale sviluppo non taglierebbe fuori Ramallah e Betlemme da Gerusalemme, né dividerebbe in due la Cisgiordania” e dunque “tecnicamente non renderebbe impossibile la continuità territoriale dello stato palestinese”.
17/12/2012 Il primo ministro dell’Autorità Palestinese, Salam Fayyad, ha esortato a lanciare una “intifada del boicottaggio economico di tutti i prodotti israeliane” come mezzo per “resistere all’occupazione”.
17/12/2012 L’operazione anti-terrorismo israeliana su Gaza del novembre scorso ha dissuaso Hamas da nuove ostilità, a dispetto delle sue pretese di vittoria, e in questo momento quel fronte è tranquillo come non era mai stato negli ultimi vent’anni. Lo ha detto a YnetNews un alto ufficiale delle Forze di Difesa israeliane. Hamas vanta come vittoria il fatto che non vi sia stata l’offensiva di terra israeliana che avrebbe rovesciato la sua amministrazione su Gaza. “L’euforia dei capi di Hamas – dice l’alto ufficiale israeliano – non è per una vittoria, ma per il sollievo di poter uscire dai nascondigli. Hanno subito un duro colpo e devono rappezzare il loro onore”. L’ufficiale ha spiegato che molti capi terroristi sono stati risparmiati perché si sono nascosti fra i civili non combattenti, come nell’ospedale Shifa di Gaza. “La prossima volta – ha aggiunto la fonte – non spareremo comunque su Shifa, ma daremo la caccia ai loro capi ovunque si trovino”.
17/12/2012 “I ribelli siriani non avranno la meglio”. Lo ha dichiarato domenica il capo dei terroristi sciiti libanesi Hezbollah, Hassan Nasrallah, in un discorso pre-registrato. “Coloro che pensano che l’opposizione armata in Siria avrà successo – ha aggiunto Nasrallah – si sbagliano di grosso”.
17/12/2012 Siria. Per la prima volta in 21 mesi di conflitto, domenica l’aviazione del regime ha bombardato il campo palestinese di Yarmouk ed altre zone nella parte sud di Damasco. Colpita anche una moschea a Yarmouk: almeno 25 i morti. Ne ha dato notizia l’Osservatorio siriano dei diritti dell’uomo.
17/12/2012 Secondo YnetNews, uno dei leader dell’opposizione egiziana avrebbe riconosciuto domenica che i risultati provvisori del referendum indicano l’approvazione della nuova Costituzione voluta dal presidente Mohamed Morsi. In serata, il Partito Libertà e Giustizia, braccio politico dei Fratelli Musulmani, ha dichiarato che i voti a favore sarebbero il 56,5%, in questa prima giornata di votazione, ma molte Ong hanno denunciato irregolarità.
17/12/2012 Come preannunciato, il ministro degli esteri israeliano Avigdor Lieberman ha presentato domenica mattina le sue dimissioni al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per rinunciare all’immunità e “affrontare il prima possibile l’incriminazione” per abuso di ufficio (relativa a una promozione di un ambasciatore nel 2001). Netanyahu ha deciso di assegnare al proprio ufficio l’interim degli affari esteri fino alle elezioni di gennaio. Lieberman, che è a capo del partito Israel Beiteinu, in lista insieme al Likud, ha confermato sabato che, nonostante l’incriminazione, intende candidarsi alle elezioni parlamentari del prossimo 22 gennaio.
17/12/2012 Catherine Ashton, rappresentante della politica estera dell’Unione Europea, parlando a un giornale saudita ha detto che l’UE potrebbe ripristinare il monitoraggio al valico di Rafah, fra Egitto e striscia di Gaza. L’Unione Europea si era impegnata a monitorare il passaggio al momento del disimpegno di Israele da Gaza nel 2005, ma aveva poi ritirato i suoi uomini nel 2007 quando Hamas ha assunto con la forza il controllo di Gaza.
16/12/2012 Ahmed Jibril, capo del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina-Comando Generale (FPLP-GC), è fuggito dai combattimenti in corso a Damasco. Lo si è appreso sabato da fonti palestinesi e da fonti vicine ai ribelli siriani. Ahmed Jibril, 84 anni, insieme al figlio ha lasciato il quartiere Yarmouk e si rifugiato a Tartous, città siriana a maggioranza alawita, vicina al presidente Assad. Il FPLP-GC ha mantenuto stretti legami con Assad dopo l’inizio della rivolta interna siriana, a differenza della maggior parte dei capi di Hamas che facevano base a Damasco e che hanno preso fisicamente e politicamente le distanze dal presidente siriano.
16/12/2012 Jonathan Pollard, l’analista del Pentagono ebreo americano condannato all’ergastolo negli Stati Uniti per spionaggio anti-americano, passò a Israele informazioni di intelligence circa il mondo arabo, ma non segreti militari americani. È quanto emerge da documenti classificati della Cia di cui è stata autorizzata la pubblicazione. Secondo questi documenti, il Mossad aveva chiesto a Pollard informazioni sui programmi militari di paesi arabi e musulmani, tra cui il programma nucleare del Pakistan, e Pollard avrebbe passato a Israele informazioni sul quartier generale dell’Olp in Tunisia oltre a valutazioni sulla situazione in Siria. Secondo i documenti, Israele non ha mai cercato di ottenere da Pollard informazioni di intelligence sull’attività militare degli Stati Uniti. Pollard ha già scontato 27 anni di carcere e Israele non è mai riuscito a ottenere la sua scarcerazione.
16/12/2012 “A nome degli israeliani, in quanto amici e come genitori, siamo al vostro fianco, oggi, profondamente addolorati per il massacro atroce e incomprensibile di 20 bambini e 6 insegnanti nella scuola primaria Sandy Hook”. Lo ha scritto il presidente israeliano Shimon Peres in una lettera particolare inviata al presidente americano Barack Obama. “Non c’è crimine più orribile dell’omicidio di bambini – scrive Peres – I cuori di tutti gli israeliani sono con le famiglie delle vittime e con tutti gli americani”.
16/12/2012 “I missili Patriot in Turchia costituiscono una minaccia di guerra mondiale”. È l’avvertimento lanciato dal capo di stato maggiore dell’esercito iraniano, Hassan Firouzabadi, citato sabato dall’agenzia iraniana Isna. Su richiesta di Ankara la scorsa settimana la Nato, di cui la Turchia fa parte, ha autorizzato il dispiegamento di batterie anti-missile Patriot (fornite da Stati Uniti, Germania e Paesi Bassi) per rafforzare le difese aeree contro possibili attacchi missilistici dalla Siria.
16/12/2012 Iran. Le autorità di Teheran hanno fissato le elezioni presidenziali per il prossimo 14 giugno. Lo ha annunciato sabato il canale iraniano Press TV, citando il ministro dell’interno Mostafa Mohammad Najjar, secondo il quale la votazione per il presidente si svolgerà contemporaneamente alle elezioni dei consigli municipali.
16/12/2012 La comunità musulmana di Chicago ha lanciato venerdì una campagna sui social network volta a recuperare la parola ”jihad”, dissociando dal terrorismo un termine che secondo loro si riferisce a una “lotta spirituale”. La campagna – diffusa tramite poster su autobus, Twitter, Facebook e sul sito myjihad.org – mostra fedeli che raccontano le loro “vittorie personali”.
16/12/2012 Palestinesi di Hebron (Cisgiordania) hanno annunciato con un video diffuso venerdì la nascita di un nuovo gruppo terrorista, le Brigate di Unità Nazionale, composto a loro dire da membri di Hamas, Jihad Islamica, Fatah e Fronte Popolare, con lo scopo di promuovere l’unità palestinese per combattere contro Israele una “terza Intifada che sta erompendo dal cuore di Hebron e si estenderà a tutta la Palestina”. Nell’annuncio il gruppo, pur dicendosi a favore del riconoscimento alle Nazioni Unite della Palestina come “stato non membro osservatore”, dichiara che combatterà per riconquistare “tutta la Palestina dal mare [Mediterraneo] al fiume [Giordano]”.
(Fonte: Israele.net)
#2Emanuel Baroz
Siria: l’arsenale chimico di Assad. Preoccupazione alla NATO
di Sharon Levi
Siria – A svelare il vero arsenale chimico in mano ad Assad è il Generale Adnan Silou, ex capo del programma chimico siriano ora fuggito all’estero, e le notizie che si apprendono non lasciano certamente tranquilli.
Secondo il generale Adnan Silou i siti dove Assad nasconde le sue armi chimiche sono almeno 75. Molti di questi sono composti da una rete di tunnel sotterranei difficilmente individuabile. Nei tunnel ci sarebbero diversi missili Scud in grado di trasportare testate chimiche e un numero imprecisato di quintali di Sarin, di Tabun e di gas mostarda.
Il generale Adnan Silou racconta anche che Assad ha diverse possibilità per usare queste terribili armi. A parte i missili Scud, in grado di colpire obbiettivi a 300Km di distanza, ci sarebbero anche vettori con meno autonomia ma più evoluti, bombe con ogiva cava per ospitare i gas e anche bombe da mortaio in grado di trasportare piccole quantità di gas nervino.
A cercare di rassicurare gli animi ci penano gli americani che fanno sapere di “avere truppe schierate in vicinanza della Siria” (in Turchia, in Giordania e a bordo della portaerei USS Eisenhower) pronte a intervenire non appena ci sia il sospetto che Assad voglia usare armi chimiche contro i ribelli o lanciarle contro Israele.
Ma le rassicurazioni americane non tranquillizzano Israele che teme, a ragione, che Assad, magari spinto dagli iraniani, piuttosto che usare le armi chimiche sui ribelli le usi contro Israele oppure le ceda a Hezbollah. E sotto questo aspetto non tranquillizzano le parole dette pochi giorni fa dal Ministro della Difesa americana, Leon Panetta, il quale ha ammesso che “gli USA hanno perso di vista alcune partite di armi chimiche” le quali potrebbero essere già in Libano a disposizione di Hezbollah.
Intanto, temendo il peggio, la NATO continua a posizionare i suoi uomini intorno alla Siria: 500 soldati tedeschi esperti di guerra chimica e batteriologica sono in Turchia, lungo il confine con la Siria. Aerei da combattimento sono arrivati nelle basi turche di Izmir, di Incirlik e a Cipro. Timide le proteste da parte della Russia mentre sono sempre più dure quelle da parte dell’Iran che in Siria ha migliaia di Pasdaran che, secondo il New York Times, avrebbero preso in consegna gli arsenali chimici di Assad.
Tra gli alleati della NATO e i vertici militari israeliani serpeggia il timore che le armi chimiche di Assad oltre a finire in mano a Hezbollah possano arrivare anche in mano alle formazione quaediste che fanno parte della resistenza siriana e, tra le due ipotesi, non si sa quale sia la più terrificante. Per questo si stanno studiando piani per intervenire sugli arsenali chimici siriani e l’aiuto che potrebbe dare il Generale Adnan Silou potrebbe essere fondamentale.
http://www.rightsreporter.org/siria-larsenale-chimico-di-assad-preoccupazione-alla-nato/
#3Emanuel Baroz
Siria: 45.000 morti. Ma secondo la Ashton il problema è la Palestina
di Sarah F
I dati diffusi ieri dall’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani parlano da soli: sono 45.000 (quarantacinquemila) i morti nel conflitto siriano, dei quali oltre l’85% sono civili in maggioranza donne e bambini.
Ci sarebbe di che rabbrividire e, soprattutto, ci sarebbe da agire concretamente per fermare la carneficina siriana (con un buon aiuto di Hezbollah e Iran). Invece anche ieri l’Unione Europea per bocca della sua rappresentante alla politica estera, Catherine Ashton, ha allegramente sorvolato su questa vera e propria macelleria umana per occuparsi di Palestina.
L’Unione Europea ha minacciato “severe sanzioni” contro Israele se non farà marcia indietro sulle nuove costruzioni previste per la zona denominata “E1”. A dirlo è stata la Ashton dopo una riunione da lei stessa organizzata e voluta con i rappresentanti degli Stati della UE, riunione dove non si è parlato della carneficina siriana e su cosa fare di concreto per fermarla. No, per la Ashton e per le cancellerie europee il problema è la nascita di un quartiere israeliano a Gerusalemme Est.
Siamo davvero alla farsa vergognosa se si continua a mettere al di sopra di tutto la cosiddetta “questione palestinese” quando invece i problemi reali sono ben altri. La volontà della Ashton di occuparsi solo di danneggiare Israele è talmente evidente che è difficile credere che nessuno se ne sia accorto. Se poi si sorvola allegramente su 45.000 morti l’evidenza appare ancora più chiara nella sua vergognosa spudoratezza. Se poi si guarda al fatto che Catherine Ashton, da quando è iniziata la guerra in Siria ha convocato solo tre riunioni speciali dedicate a quella crisi mentre, nello stesso lasso di tempo, le riunioni speciali dedicate alla Palestina sono state almeno dodici, la discrepanza appare in tutta la sua evidenza.
http://www.rightsreporter.org/siria-45-000-morti-ma-secondo-la-ashton-il-problema-e-la-palestina/
#4Emanuel Baroz
Siria: funzionari russi a Damasco per trovare una via d’uscita per Assad
di Sharon Levi
Siria – Damasco: secondo indiscrezioni non confermate, questa mattina alcuni funzionari russi sarebbero arrivati a Damasco con il compito di trovare una via d’uscita al dittatore siriano, Bashar Al-Assad. Sarebbe questa la mossa russa attesa da tutta la comunità internazionale dopo che ieri anche Mosca aveva preso le distanze da Assad.
Proprio nella notte il Dipartimento di Stato USA aveva chiesto a Mosca di fare qualcosa per trovare una soluzione adeguata al fine di spingere Assad a lasciare il potere. Le soluzioni per un rifugio adatto al dittatore siriano al vaglio dei russi e dei siriani sarebbero diverse e vanno dal Sud America ad alcuni Paesi Arabi che si sono detti disposti a dare asilo ad Assad. Non si esclude tuttavia che per il momento sia la Russia stessa a fornire asilo ad Assad e al suo staff di fedelissimi.
Non mancano tuttavia i problemi ben evidenziati proprio dal Dipartimento di Stato americano. Per esempio è fondamentale non lasciare un vuoto di potere che potrebbe essere sfruttato dagli estremisti islamici legati ad Al Qaeda. E poi c’è il rebus delle armi chimiche. USA e Israele temono che finiscano in mano agli Hezbollah libanesi o ad alcune frange estremiste della resistenza siriana. Per questo motivo non si esclude un intervento di truppe di terra mirato però esclusivamente a prendere il controllo dei depositi dove sono stoccate le armi chimiche e batteriologiche.
In queste ore si susseguono i colloqui tra le grandi potenze e la coalizione ribelle riconosciuta proprio ieri dagli USA per evitare che il Paese finisca in un tunnel di anarchia dove a farla da padrone sarebbero le milizie armate legate ad Al Qaeda, molto meglio armate e addestrate dei ribelli “ufficiali”. Il rischio di un nuovo Iraq/Afghanistan è dietro l’angolo e né gli USA né la Russia vogliono correre questo rischio.
http://www.rightsreporter.org/siria-funzionari-russi-a-damasco-per-trovare-una-via-duscita-per-assad/
#5Emanuel Baroz
Siria: kit contro armi chimiche distribuito a militari ONU nel Golan
Il crescente timore che le forze armate siriane oppure i gruppi terroristi collegati al regime siriano usino le armi chimiche, ha spinto le Nazioni Unite a inviare un kit contro le armi chimiche e batteriologiche ai militari della forza di pace che presidiano le Alture del Golan.
Non è un buon segnale anche se dal Palazzo di Vetro sdrammatizzano affermando che “è solo una misura cautelativa”. Nel Golan sono presenti circa 1.000 soldati disarmati che hanno il compito di monitorare l’applicazione del cessate il fuoco tra Israele e Siria.
E’ stato il capo della missione, Herve Ladsous, a informare la stampa della decisione presa dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu di dotare i militari di un kit contro gli attacchi chimici e batteriologici. Le truppe Onu presenti nelle Alture del Golan sono state fatto oggetto di diversi attacchi negli ultimi giorni da parte dell’esercito siriano, attacchi che hanno provocato il ferimento di cinque caschi blu. Da qualche giorno la Siria ha aumentato il numero dei mezzi corazzati lungo il confine con Israele e questo non ha mancato di procurare un certo allarme anche tra le forze Onu. Si teme che come ultima carta il regime siriano cerchi di coinvolgere Israele nel conflitto.
http://www.rightsreporter.org/siria-kit-contro-armi-chimiche-distribuito-a-militari-onu-nel-golan/
#6Robdic
L’ho già detto più volte, e non solo io: a questi qua (pacifinti e anime belle di vario tipo) dei “palestinesi” non gliene frega niente, altrimenti non si spiega il silenzio ogni volta che si ammazzano rta loro o che li ammazzano i siriani e i libanesi. L’amore per questo “popolo” è solo la maschera di rispettabilità del loro odio per Israele e gli Ebrei