Roma, 27 Dicembre 1985: il terrorismo palestinese colpisce l’aeroporto di Fiumicino
Alle nove del mattino del 27 dicembre 1985, un commando terroristico formato da quattro uomini entra nell’atrio dell’aereoporto Leonardo da Vinci di Roma Fiumicino e si posiziona di fronte ai banchi accettazione delle compagnie aeree El Al (la compagnia di bandiera israeliana) e Twa. Poco dopo i quattro uomini, armati di kalashnikov, cominciano a lanciare bombe a mano e a sparare sulla folla assembrata davanti ai banchi del check-in e nel bar vicino. Gli agenti della sicurezza israeliani e le forze dell’ordine italiane rispondono al fuoco; circa due minuti dopo tre attentatori sono uccisi e il quarto catturato. L’attentato provoca tredici morti e settantasette feriti.
Contemporaneamente, in Austria, un commando formato da tre terroristi mette in atto lo stesso tipo di azione all’aeroporto Schwechat di Vienna, provocando tre morti e quaranta feriti. Fu la seconda volta che il terrorismo internazionale sparse sangue sul territorio italiano: la prima era stata tre anni prima con l’attentato alla sinagoga di Roma.
I giovani che formano i commando di Fiumicino e Vienna sono di età compresa tra i venti e i venticinque anni, provengono dai campi profughi di Sabra e Chatila in Libano e considerano se stessi palestinesi. L’azione che hanno intrapreso è stata concepita come un’azione suicida. Questa nuova manifestazione del terrorismo internazionale di matrice palestinese ebbe risultati politici disastrosi sia per l’Olp che per i suoi sostenitori in Europa, mettendo in serio pericolo i tentativi di dare vita a colloqui di pace in Medio Oriente.
Gli atti terroristici furono rivendicati da quattro gruppi diversi. La prima rivendicazione giunse il giorno stesso dell’attentato, alle 16.30, con una telefonata alla rete radiofonica spagnola Ser: l’attentato è rivendicato a nome dell’organizzazione Abu Nidal nella Costa del Sol. La seconda rivendicazione, che riguarda l’attentato di Vienna, venne fatta attraverso una telefonata a una stazione di polizia austriaca: rivendica l’attentato a nome di un’organizzazione chiamata Ottobre Rosso. La terza rivendicazione, per entrambi gli attentati, arrivò ad un’agenzia di stampa internazionale a Beirut a nome di un’altra organizzazione, le Cellule della guerriglia araba. La quarta rivendicazione, all’Agenzia Ansa di Milano e rivendicava l’attentato a nome dell’OLP dichiarando: «Abbiamo colpito a Roma e a Vienna perché l’Italia tiene prigioniero un nostro capitano». Nonostante queste diverse rivendicazioni, gli attentati saranno infine attribuiti ad Abu Nidal, la cui fazione rappresentava una delle ali più estreme di tutto il terrorismo palestinese.
Nato nel ‘ 37 a Jaffa, nel sud di Israele, da famiglia benestante, sotto quello che era ancora un protettorato britannico, Sabri al-Banna, vero nome di Abu Nidal (il nome in arabo significa “Il padre della lotta”), fu costretto a lasciare la sua casa nel ‘ 48, per stabilirsi a Nablsu, dove divenne maestro di scuola ed entrò a far parte dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina di Yasser Arafat. Rappresentante dell’ Olp in Sudan e in Iraq, quando alla fine della guerra arabo-israeliana del ‘ 73, Arafat decise di limitare le azioni militari contro obiettivi in Israele e nei Territori, Abu Nidal si stacca da Arafat: ai suoi occhi è diventato «troppo moderato».
A quel punto fonda il gruppo «Al Fatah Consiglio Rivoluzionario», e dà il via alla sua di guerra: contro Israele e contro i moderati palestinesi. Su suo ordine vengono uccisi i rappresentanti dell’ Olp da Roma a Islamabad, da Madrid al Kuwait.L’Iraq prima, la Siria poi gli danno asilo e rifugio. Abu Nidal diventa terrorista anche per conto di altri, per credo ma anche per finanziare il suo gruppo: nell’ 82 probabilmente Saddam Hussein gli chiede di organizzare l’ attentato contro l’ ambasciatore israeliano a Londra che darà a Gerusalemme l’ occasione per invadere il Libano e cacciare l’ Olp dell’ ex amico Arafat.
E’ negli anni Ottanta che esplode la sua ferocia sanguinaria. Nell’attentato di Fiumicino, muoiono tre attentatori che in tasca hanno un «testamento da martiri» che ricorda quelli di oggi: «Per ogni goccia di sangue arabo versato ne scorreranno fiumi». Da lì in avanti è una tragica sequela di morti. L’ attacco alla sinagoga di Istanbul e a quella di Roma, dove nell’ 82 rimane ucciso un bimbo di due anni. Il dirottamento di un aereo Pan Am a Karachi, l’ assalto a una nave di turisti in Grecia, l’ attentato al Café de Paris in via Veneto, 16 settembre ‘ 85, dove 40 persone sono ferite dall’ esplosione di due bombe «ananas» lanciate tra i tavoli. Per l’ America è «il terrorista più pericoloso». Lascia la Siria. Trova rifugio in Libia. «Mollato» anche da Gheddafi, malato di leucemia, passa prima in Egitto e poi in Iraq gli ultimi anni della sua vita. Viene trovato morto a Bagdad il 19 agosto del 2002 a 65 anni. Si parla di suicidio, ma l’ipotesi non convince nessuno perché sul suo corpo vengono trovati troppi colpi di arma da fuoco.
Nella foto in alto: la scena dell’attentato poco dopo l’accaduto
#1l’ecclesiaste
e com’è che abu nidal fu costretto a lasciare giaffa nel ’48?
e com’è che dei giovani provenienti da sabra e chatila (avete dimenticato di dire “sopravvissuti a sabra e chatila”) diventano poi degli attentatori suicidi?
Mah, misteri….
#2barbara
Perché gli ebbrei sono kattivi, elementare, Watson! (anche quando i campi sono stati , costruiti dagli arabi per volontà degli arabi, in territorio arabo e i loro abitanti sono uccisi dagli arabi, ultraelementare, Watson)
#3l’ecclesiaste
se i palestinesi PER LORO SCELTA, aizzati dai leader arabi (immaginate i leader arabi che girano la Palestina coi megafoni a dire di andarsene) decisero di abbandonare le loro case, com’è che Abu Nidal fu COSTRETTO a lasciare Giaffa. In realtà
#4barbara
Non c’è assolutamente nessun bisogno di immaginare alcunché, ragazzo mio: è tutto DOCUMENTATO da fonti rigorosamente ARABE. Quanto al suo amico terrorista, mi dica: se gli arabi sono stati costretti a lasciare Giaffa, com’è che Giaffa è piena di arabi? Come dice? Lo afferma Abu Nidal? Ah, capisco: lo dice Au Nidal, e Abu Nidal è un uomo d’onore.
#5Elena Palatini
@barbara:
Ma i terroristi palestinesi sono feroci.
Veri serpenti assetati di sangue.
Nessuna pietà x loro.
Vanno annientati.@Elena Palatini:
Rimango basita…atterrita nel leggere la copiosa pioggia ☔ di razzi verbali lanciata da questo fantoccio che utilizza tra l’altro un nome così fortemente connotato come Ecclesiaste(probabilmente non ha capito bene che cosa significa).
Ma chi vuole convincere?.
Al massimo annoia.@barbara:
Ma questo sclera proprio.
Ehi Abu.Nidal.
Ti dovrebbero arrestare per istigazione al terrorismo.
#6l’ecclesiaste
Sì e poi c’erano le marmotte che shakeravano la cioccolata per farla venire con le bolle. Questa dei palestinesi che furono invitati a lasciare le loro case è la regina delle bufale. Non esiste nessuna prova, addirittura sono stati esaminati le registrazioni radio di quel periodo di tutto il MO (sono in un museo a Londra) e non vi è nessun messaggio del genere lanciato per radio. E’ una scusa inventata di sana pianta a posteriori per giustificare la cacciata dei palestinesi che erano il 90%. Senza tale cacciata infatti non sarebbe stata possibile la creazione di uno stato su base etnico-razziale.
D’altronde ci sono le parole del primo presidente dello stato coloniale che parlano da sole: “Ci sono stati l’antisemitismo, i nazisti, Hitler, Auschwitz, ma loro [gli arabi] in questo cosa c’entravano? Essi vedono una sola cosa: siamo venuti e abbiamo rubato il loro paese. Perché dovrebbero accettarlo?” e ancora ”
I villaggi ebraici sono stati costruiti al posto dei villaggi arabi. Voi non li conoscete neanche i nomi di questi villaggi arabi, e io non vi biasimo perché i libri di geografia non esistono più. Non soltanto non esistono i libri, ma neanche i villaggi arabi non ci sono più. Nahlal è sorto al posto di Mahlul, il kibbutz di Gvat al posto di Jibta; il kibbutz Sarid al posto di Huneifis; e Kefar Yehushua al posto di Tal al-Shuman. Non c’è un solo posto costruito in questo paese che non avesse prima una popolazione araba”.
Ecco, faccia una cosa gentile donzella: non risponda a me che sono ovviamente nazista, risponda al suo eroe nazionale a cui se non sbaglio hanno dedicato piazze ed aeroporti.
#7barbara
Tutto vero, hai ragione. E poi il sole è quadrato, il mare è fatto di vodka, i sette nani hanno distrutto la foresta del Sahara riducendola a un deserto e Babbo Natale ha ufficialmente dichiarato di avere rubato le renne a Biancaneve, c’è scritto in un libro assolutamente autentico. Ora e sempre nei secoli del secoli, amen.
#8l’ecclesiaste
Mi faccia capire, sono false le frasi?
#9barbara
Sì, e se non ricordo male la documentazione è stata pubblicata anche in questo blog – però su questo punto non sono sicura di ricordare bene perché ho visto la documentazione dei testi originali, più o meno in contemporanea, in almeno un paio di blog.
#10Elena Palatini
@barbara:
Così sono tanti arabi.
Infidi.
Vi ricordate Arafat?.
Uno degli uomini più cattivi del ‘900.
#11barbara
Sì, sono false, e se non ricordo male la cosa è stata documentata anche in questo blog – su questo però non sono del tutto sicura perché ho visto gli stessi documenti, più o meno in contemporanea, in almeno un paio di blog (chiedo scusa, ho appena scritto un commento quasi identico a questo – identico no perché se no il sistema mi dice “lo hai già detto, imbecille!” e non lo vedo comparire, per cui l’ho riscritto. Se poi dovessero comparire entrambi me ne scuso)
#12l’ecclesiaste
Palle! http://it.wikiquote.org/wiki/David_Ben-Gurion
#13Emanuel Baroz
Il giustificazionismo del terrorismo palestinese è uno dei peggior mali di questo paese (l’Italia), e non aiuta certamente quegli arabi che abitano nella Striscia di Gaza o nelle città amministrate dall’ANP e che vorrebbero semplicemente vivere in pace e non in guerra perenne. Ma di questo i nostri benpensanti nostrani non se ne occupano…preferiscono sempre gridare il loro odio contro lo Stato di Israele. Storia già vista purtroppo….e sono certo che non sarà l’ultima volta
#14l’ecclesiaste
eg, già. Che brutto che il Garibaldi d’Israele si sia lasciato sfuggire quelle brutte cose. Rovina l’idillio dei bravi e probi e pii pionieri che vanno in una terra disabitata e desertica e la fanno rifiorire rimboccandosi le maniche.
Che brutti anche i resoconti autobiografici di Mordecai Richler, ebreo canadese antisemita
http://www.martinbubergroup.org/documenti/art02-6.asp
#15Emanuel Baroz
bella sta fonte! In una sola riga mi hai risposto!
#16Lorella
ecclesiaste, hai ragione! Strani questi ebrei, in un paese democratico esistono anche gli ebrei antisemiti, coraggiosi e codardi, belli e brutti, guerrafondai e pacifisti. Strano però che nei paesi arabi ai dissidenti o ai moderati venga attuata la Shaaria (quando va bene) oppure ammazzati sulla pubblica piazza. Smettiamola di nasconderci dietro il vittimismo (quasi sempre frutta bene, vedi i tantissimi soldi che arrivano in palestina), tutte queste tue critiche sono alimentate solo da pregiudizio e voglia di vedere il “male” solo da una parte. Non hai mai scritto niente quando in Israele saltavano gli autobus, le discoteche o arrivavano i razzi. La scusa era sempre la stessa: “poveri palestinesi”. Perchè non è mai stata organizzata una manifestazione a favore dei poveri siriani o dei palestinesi ammazzati dai siriani? Semplice un morto palestinese ucciso dai siriani vale meno di quello ucciso dagli israeliani. Questo io lo chiamo pregiudizio, non amore per i palestinesi.
#17Daniel
Certo questa cosa che per dimostrare il razzismo (inesistente) di Ben Gurion si portano documenti presi dal gruppo del Buber fa riflettere……oltre a far ridere!!!
#18Alberto Pi
@Daniel: e di che ti stupisci? Adesso inizieranno a riportare i documenti di Jcall, vedrai!
#19Elena Palatini
@Daniel:
Sono loro i razzisti.
Basta leggere la loro storia di odio e d’invidia che ha le radici nella loro atavica ignoranza ed incultura.
Basta sangue innocente ? per colpa loro.
http://www.iloveisrael.com
#20ted
Mi dispiace, carissimo, ma oltre a un bel corposo e sincero VAFFA a camere riunite, NON ho altro da dirti!
#21Emanuel Baroz
Com’è utile la falsa citazione!
http://bugiedallegambelunghe.wordpress.com/2012/05/01/come-utile-la-falsa-citazione/
#22Emanuel Baroz
Suscitare l’odio per mezzo delle false citazioni
http://bugiedallegambelunghe.wordpress.com/2012/08/24/suscitare-lodio-per-mezzo-delle-false-citazioni/
#23Emanuel Baroz
QUELLE BUGIE CON LE GAMBE TANTO LUNGHE
http://ilblogdibarbara.wordpress.com/2012/04/29/quelle-bugie-con-le-gambe-tanto-lunghe/
#24Emanuel Baroz
L’uso del falso per colpire ebrei e Israele
http://www.informazionecorretta.it/main.php?mediaId=115&sez=120&id=44172
#25l’ecclesiaste
http://it.wikiquote.org/wiki/David_Ben-Gurion
qui distingue quelle vere da quelle attribuitegli.
Nei link indicati si parla di frasi di “sionisti” ma non di quelle che ho copincollato, cioè quelle nella prima parte del link di wiki.
Quanto a Mordecai Richler, dal punto di vista letterario è un ottimo scrittore (ti consiglio La versione di Barney), dal pdv politico non saprei. Tu l’hai liquidato con un semplice cenno del sopracciglio, ma è uno che ha partecipato in prima persona alla “lotta di liberazione”, cosa che dubito tu abbia fatto. Quindi qualcosa da dire ce l’avrà pure.
#26Emanuel Baroz
“Quindi qualcosa da dire ce l’avrà pure”. Esatto! E nessuno glielo impedisce….funziona così in uno stato democratico, pensa un pò! Ma poi con queste frasi prese qui e lì estrapolate dal contesto cosa vorresti dimostrare? Oltre al tuo pregiudizio è ovvio…
#27Alberto Di Capua
Breve storia dei “territori occupati”. La guerra dei sei giorni.
Forte della sua apparente vittoria nella guerra del 1956, Nasser continuò negli anni successivi ad avere un ruolo
determinante nella scena internazionale, tentando quanto possibile di unificare i popoli arabi (e non solo) contro l’occidente colonialista, di cui a suo dire Israele era l’avamposto nella regione. A tale scopo l’elemento di comunanza con gli altri Stati arabi – che come è stato già detto erano in realtà assai diversi l’uno dall’altro e avevano ognuno le proprie mire e i propri interessi – fu identificato nella “causa palestinese”, nata in seguito all’esodo arabo da Israele avvenuto oltre dieci anni prima.
Il primo ad assumersi l’onere di difendere la causa palestinese fu ancora una volta Nasser, che nel 1964 – assieme agli altri membri della Lega Araba – diede vita al Cairo all’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP). L’OLP raggruppava una miriade di formazioni politiche diverse ma tutte ugualmente decise a combattere contro “il nemico sionista”. Le sorti di questa lotta all’epoca erano però affidate in primo luogo agli eserciti e questi fino ad allora erano stati sconfitti (nel 1948 e nel 1956): Nasser tentò di capovolgere questo trend. Già negli anni precedenti la Siria aveva più volte bersagliato dalle Alture del Golan i villaggi israeliani limitrofi mediante il lancio di missili; così come il rais egiziano aveva già più volte minacciato verbalmente lo Stato ebraico, il cui Primo Ministro dal 1966 era Levi Eshkol, con Moshe Dayan al Ministero degli Esteri.
Il 16 maggio del 1967 Nasser intimò alle truppe ONU di ritirare le proprie forze di pace stanziate nella penisola del Sinai, schierando il proprio esercito nel deserto, preludendo un attacco imminente. Gli israeliani tuttavia non reagirono alla provocazione e il rais mise in atto un blocco navale su Eilat, l’unica città portuale israeliana del sud, chiudendo nuovamente il traffico nel golfo dell’Aqaba. La settimana successiva pronunciò un acceso discorso al Cairo, in cui dichiarò apertamente di voler annientare l’“entità sionista”. L’escalation di provocazioni continuò nelle settimane successive, anche per mezzo di proclami radiofonici: in particolar modo il 25 maggio Radio Cairo diffuse il messaggio secondo cui il popolo arabo era “risoluto nel voler cancellare Israele dalle mappe”. Tre giorni dopo anche altri quattro Stati arabi (Siria, Iraq, Giordania e Arabia Saudita) avvicinarono i loro eserciti lungo il confine.
Il governo israeliano era contrario ad un attacco preventivo, poiché avrebbe potuto minare l’appoggio della comunità internazionale: ma le forze Israeliane erano potenzialmente di gran lunga inferiori rispetto a quelle avversarie: le truppe di cui disponeva erano infatti in tutto 264 mila, dunque molto inferiori rispetto a quelle arabe che disponevano di eserciti ben più imponenti e preparati. Gli 800 carri armati israeliani erano ben poca cosa in confronto ai 2504 cingolati arabi e anche gli aerei da guerra erano meno della metà rispetto a quelli avversari. Moshè Dayan non aveva dubbi: l’attacco preventivo era l’unico modo per sopravvivere all’imminente offensiva degli Stati limitrofi. Alle 7.45 della mattina del 6 giugno 1967 l’aviazione israeliana bombardò a sorpresa le basi aeree di Egitto, Siria e Giordania. Oltre 400 velivoli da guerra furono distrutti prima ancora di spiccare il volo e le piste di decollo furono messe fuori uso, rompendo sul nascere il vantaggio aereo arabo e salvando le città israeliane e i suoi civili dall’orrore che sarebbe derivato dai bombardamenti. (Da: Storia di Israele)
Durante questa guerra, che durò sei giorni, l’esercito giordano, è sconfitto. Perde i territori della West Bank il cui nome geografico è Giudea e la Samaria.
Israele quindi, secondo alcune interpretazioni, ha conquistato, occupato, o “preso” la parte ovest della Giordania, rifiuta di ritirarsi e inizia un programma di costruzione per l’insediamento della popolazione ebraica in questi territori. Da allora, i commentatori e gli osservatori citano il diritto internazionale per chiedere a Israele di fermare gli insediamenti, noti come “colonie”, un nome inadatto per la situazione, perché gli israeliani non era arrivati da un altro pianeta a conquistare quei territori. Certo, la Convenzione internazionale di Ginevra vieta la costruzione in un territorio conquistato. Tutti i governi Israeliani, di sinistra e di destra, hanno rifiutato di ritirarsi e semmai hanno continuato gli insediamenti. Tutti stupidi questi governi, da pensare di gabbare il diritto internazionale, mentre Israele è uno stato di diritto ed i suoi tribunali sono riconosciuti da tutto il mondo, compresi gli arabi, per la loro piena indipendenza?
Nel 1967, l’esercito Giordano ha ceduto all’esercito Israeliano e ha perso la West Bank. L’esercito israeliano non si trovava di fronte un esercito palestinese, ma uno giordano. Il diritto internazionale stabilisce che è al paese che li perse che dei territori devono essere restituiti,nel nostro caso alla Giordania. Siamo di fronte a due equazioni: cercare di distruggere un paese non è legale, e ne consegue una guerra di difesa. Costruire nei territori conquistati, non è legale, quindi la pretesa di lasciare questi territori. Ma chi possiede questi territori?
La Giordania aveva semplicemente conquistato la Cisgiordania nel 1948, alla creazione dello Stato di Israele. Nessuna nazione aveva riconosciuto la conquista, tranne il Pakistan e la Gran Bretagna. Anche i paesi arabi non riconobbero alla Giordania questo diritto. Allora la nostra seconda equazione diventa: Israele conquistò la Cisgiordania nel 1967, che a sua volta era stata conquistata dai giordani nel 1948. E se la Convenzione di Ginevra vieta la costruzione in un territorio conquistato, la regola è valida sia per gli israeliani che per i giordani. E ‘chiaro e stabilito, secondo il diritto internazionale, che la Giordania non può avere alcun diritto su questi territori, e che “l’occupazione” di questi territori da parte di Israele non è una conquista o una occupazione, secondo la definizione di questi termini nel diritto internazionale.
Israele ha “conquistato” territori che erano stati “conquistati” 20 anni prima dai Giordani. Ci sono esempi simili: Kashmir, Nagorno Karabakh, le Isole Falkland, Western Sahara. Per legge, n
on sono territori occupati ma contesi. Ma a chi appartengono quindi quei territori, secondo le convenzioni riconosciute dalle Nazioni Unite e quindi dal diritto internazionale?
Torniamo un po’ indietro, prima del 1967. 29 NOVEMBRE 1947, la risoluzione 181 delle Nazioni Unite adotta la proposta per la creazione di due Stati, al posto della Palestina che era sotto mandato britannico: uno stato ebraico e uno stato arabo. La proposta era soggetta ad accettazione da entrambe le parti. Gli ebrei accettarono, gli arabi rifiutarono e scatenarono le ostilità contro il nuovo stato Ebraico, nel 1948. Gli eserciti arabi, guidati dalla Giordania, persero questa guerra. La Risoluzione 181, quindi, diventa a sua volta priva di significato in termini di diritto, perché non fu accettata da entrambe le parti, ma solo da una. Le nostre equazioni ci sfuggono e ci viene voglia di dire: ma allora cosa abbiamo tra le mani per discutere? Allora, torniamo indietro nella storia, non c’è bisogno di tornare ad Abramo, 100 anni fa è sufficiente.
Con quale decisione delle Nazioni è stata validata l’esistenza degli attuali paesi del Medio Oriente ? A differenza dei paesi del Maghreb arabo che sono radicati nella storia, e che nessuno può né rivendicare, né osare mettere in dubbio la loro esistenza, i paesi arabi del Medio Oriente sono relativamente nuovi, e sono stati creati dopo spartizioni determinate dalle Nazioni Unite, dopo le due grandi guerre del 20 ° secolo. Fino al 1917, praticamente tutti i territori del Medio Oriente erano sotto la dominazione dell’Impero turco. Alla fine della Prima Guerra Mondiale (1914-1918), la Turchia ha combattuto e parte dei territori del suo impero, che è il Medio Oriente di oggi, è passata nelle mani di Francia e Gran Bretagna. La Società delle Nazioni di allora ha quindi deciso di creare un “nuovo Medio Oriente”, diviso in diversi stati. Lord Balfour, ministro degli Esteri dell’Impero Britannico, decise che avrebbe assegnato un territorio agli ebrei (che vivevano in parte del territorio del Medio Oriente, così come gli arabi), e riconosciuto i diritti storici di Eretz Israel, la Terra di Israele.
La Dichiarazione Balfour riconobbe agli ebrei del Medio Oriente una zona composta da: territorio di Israele pre-1967 , la Cisgiordania, e parte della Transgiordania, ad est del Giordano. Nel 1920, la Conferenza di San Remo ratificò la Dichiarazione Balfour, e nel 1922 la Società delle Nazioni approvo’ la ratifica. Sempre secondo il diritto internazionale, le decisioni della Società delle Nazioni sono valide per l’Onu che fu creata nel 1946, al posto della Società. Pertanto, le decisioni del 1920 e 1922 sono giuridicamente vincolanti. La decisione del 1922 ha incaricato l’Impero Britannico di aiutare a costruire e creare uno Stato ebraico nel territorio della Palestina, il cui nome risale all’epoca romana.
Gli inglesi,come sappiamo, non rispettarono il mandato conferito loro dalla Società delle Nazioni, da qui la prima guerra d’indipendenza del 1948. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la decisione del 1922 è stata sostenuta questa volta dalle Nazioni Unite. Pertanto, il territorio dello stato ebraico in Palestina è stato riconosciuto per due volte dalle Nazioni Unite. Conclusione: La Cisgiordania o la Giudea e la Samaria, non è un territorio occupato, ma disputato, ai sensi della legge internazionale. Israele ha ceduto alla Giordania la parte ad est del Giordano, territorio che gli era stato riconosciuto dalle Nazioni Unite, due volte.
Il termine “territori occupati” non si basa su una definizione del diritto internazionale, dobbiamo parlare di “territori contesi”. Questo non significa sostenere che i palestinesi attualmente non abbiano diritto a uno Stato. Se i palestinesi si basano sul Diritto internazionale per rivendicare uno stato, non possono poi violare questo stesso Diritto quando si tratta di Israele. Devono fermare la loro campagna di demonizzazione di Israele e accettare i fatti storici sostenuti dalla legge. Se i paesi arabi riconosceranno uno stato ebraico con confini difendibili, allora il rigore del diritto internazionale darà spazio a negoziati diretti di concessioni reciproche. Da parte sua, Israele ha l’obbligo di non rimanere statico e promuovere piani di pace, come quelli nel 2000 dei sauditi, che non soddisfano pienamente le esigenze di sicurezza di Israele. Ma che hanno un vantaggio rispetto agli altri piani: un accordo di pace con tutti i paesi arabi.
#28esperimento
Visto che Wikipedia è fatta dai singoli cittadini e ognuno può modificarla quasi a proprio piacere bisognerebbe andare a vedere le fonti originarie da cui vengono tratti i post.
Nello specifico si nota che la fonte principale (e quasi unica) dello wikiquote su Ben Gurion è un fantomatico sito cattolico (ultrà?). Fantomatico perché se ci si clicka sopra non esce niente: http://www.tradizione.biz/politica/sionismo/citazioni-sioniste.html
Comq. uno degli autori citati è Chomsky che, sarà pure un bravo (?) e famoso linguista, ma quanto a storia, non è certo obiettivo, essendo dichiaratamente antisionista…
#29l’ecclesiaste
Proprio un peccato che invece siano vere. Provate ascrivere Ben Gurion citrazioni o B. G. quotes e vi escono migliaia di pagina, altro che unico link. Il sito cattolico a cui fai riferimento ha TRADOTTO le frasi dalle FONTI indicate a sinistra, che credo siano tutti saggi storici, è indicato anche l’anno e l’editore, quindi non si sfugge). C’è in giro una citazione di Primo Levi falsa, e infatti si sa per filo e per segno come e perchè è falsa. Con le frasi di B.G. no, ed è un personaggio molto + importante di Levi. Le frasi nella prima parte del link di wiki sono vere, e tra l’altro corrispondono esattamente a quel che accadde, come sostiene pure il famoso scrittore di prima, che non scrive per sentito dire ma per esperienza DIRETTA, e che tra l’altro definire antisemita è ridicolo e offensivo nei confronti della sua memoria. So che la cosa potrebbe turbarvi, ma purtroppo è così.
#30luther blisset
Sono l’ecclesiaste, non riesco a commentare col mio nick
Proprio un peccato che invece siano vere. Provate ascrivere Ben Gurion citrazioni o B. G. quotes e vi escono migliaia di pagina, altro che unico link. Il sito cattolico a cui fai riferimento ha TRADOTTO le frasi dalle FONTI indicate a sinistra, che credo siano tutti saggi storici, è indicato anche l’anno e l’editore, quindi non si sfugge). C’è in giro una citazione di Primo Levi falsa, e infatti si sa per filo e per segno come e perchè è falsa. Con le frasi di B.G. no, ed è un personaggio molto + importante di Levi. Le frasi nella prima parte del link di wiki sono vere, e tra l’altro corrispondono esattamente a quel che accadde, come sostiene pure il famoso scrittore di prima, che non scrive per sentito dire ma per esperienza DIRETTA, e che tra l’altro definire antisemita è ridicolo e offensivo nei confronti della sua memoria. So che la cosa potrebbe turbarvi, ma purtroppo è così.
#31luther blisset
ahahah. Avete finito gli specchi. Il sito cattolico ha TRADOTTO le citazioni, la fonte è indicata a sx e nella maggior parte dei casi si tratta di un saggio scritto da Nahum Goldmann, leader sionista e fondatore del World Jewish Congress. Ritenta.
#32Giulio
Cara Ecclesiaste ho letto i suoi commenti le è in mala fede su tutto e Le diro il perchè pero deve andare a studiare molto bene la storia è un consiglio.
Gli arabi non hanno abitato a lungo in modo stabile la Palestina, per quattro secoli la Palestina è stata una provincia turca disabitata, consegnata dall’incuria dei governi di instanbul alla sabbia del deserto e alle paludi.
La palestina meglio conosciuta come provincia di Damasco e comprendente l’attuale israele,Libano,Giordania e cisgiordania incomincia ad essere restaurata solo a partire dall seconda metà dell’800 quando i primi pionieri ebrei giunti dalla Russia, zarista iniziano a creare qualche occasione di lavoro capace di attirare lavoratori di altre provincie turche.come la siria l’iraq e l’attuale giordania create artificilmente.
maggiori occasioni lavoratice si sviluppano tra la prima e la seconda guerra mondiale sia per l’occupazione britannica che per le fatiche dei contadini ebrei che strappando territori alla sabbia ed acquistando le terre a caro prezzo dagli sceicchi arabi, Cara ecclesiaste non è falsando la storia che che i diritti dei palestinesi diventano piu sicuri.
Quando L’Onu voto la spartizione si legga la risoluzione del 29 Novmbre del 1947, questa non fu accettata dagli arabi in particolar modo i paesi arabi vicini: Iraq,Girodania,Libano ,Egitto, Siria con l’appoggio anche di tutti gli altri paesi lontani , non vollero rispettare la risoluzione dell’Onu ed aggredirono lo stato ‘Israele ,prima ancora che che la Mezzanotte del 14 Maggio ne segnasse la nascita.
e adesso veniamo anche a sabra e chatila : il 6 giungo del 1982 Israele lancia un attacco con 60.000 soldati in Libano dove L’olp ha istituito una specie di stato nello stato e da dove fa partire attentati contro i villaggi settentrionali d’ Israele. tra l’altra la presenza dei palestinesi in Libano che è uno stato confessionale è portatrice di convulsioni all’interno di questo piccolo stato.
I cristiano Maroniti eleggono a preseidente del Libano Bashir Gemayel che verra assassinato, ora i cristiani vogliono vendicarsi dell’assassinio decidendo di dilagare nei due quartieri di sabra e chatila compiendo un vero e proprio massacro l’autore materiale del delitto sono i cristiani, tutto sommato il governo israeliano decide di nominare una commissione d’inchiesta che dimostra la propria indipendenza e senza guardare in faccia nessuno e nemmeno farsi condizionare dalla delicatezza della situazione politica estera ed interna accerta le responsabilità. il bilancio libanese di tanti anni di feroce guerra civile fomentata dalla siria è disastroso. tra il 1975 e la fine degli anni ottanta sono morti 150000 libanesi su una popolazione di poco piu di due millioni.
#33Elena Palatini
@Giulio:
Tutto verissimo.
Ma i cristiani maroniti x la mia visione religiosa sono solo degli apostati.
http://www.iloveitaly.com
#34Alberto Di Capua
Mandato per la Palestina
http://www.mythsandfacts.org/conflict/mandate_for_palestine/mandate_for_palestine.htm
#35Alberto Di Capua
Cronistoria d’Israele in Palestina, con riferimento a documenti storici
http://bugiedallegambelunghe.wordpress.com/2012/11/30/cronistoria-disraele-in-palestina-con-riferimento-a-documenti-storici/
#36Alberto Di Capua
Inoltre, Nello statuto di Hamas ad oggi non compaiono ancora le parole “stato di Palestina”
http://www.focusonisrael.org/2008/01/17/statuto-hamas-2/
#37Ruben DR
Questo modo di ragionare è folle! Si prende una frase, la si estrapola dal contesto, la si traduce in maniera distorta, e poi su quello si crea una polemica volta dimostrare l’insesistente razzismo di Ben Gurion! Ma quelli come ecclesiaste (bel nome!) non si vergognano neanche un pò?! Non si rendono conto di quanto sono ridicoli nel portare avanti tesi come queste?!
#38l’ecclesiaste
L’ecclesiaste è Qoelet, ovvero un libro della Bibbia, che si dice sia stato dettato addirittura dal vostro amato Salomone. Non ha niente a che fare col cattolicesimo come potrebbe pensare qualche persona poco preparata. Cmq io considero la Bibbia alla stregua del Signore degli Anelli (con la differenza che quest’ultimo è scritto molto meglio), ho scelto questo nick per via del protagonista di un libro: Q di Luther Blisset.
Veniamo agli argomenti: prima si diceva che le frasi di Ben Gurion erano false, ora non potendo + sostenere questa tesi farlocca, visto che sono frasi riportate nientemeno che in un saggio del fondatore del World Jewish Congress, si spara un’altra cartuccia che sa tanto di fondo del barile: contestualizzare. Se qualcuno ha buona memoria ricorderà che era l’argomento di Berlusconi: sì, dalla lettura delle intercettazioni potrebbe sembrare che io vada a troje, decine di troje tutti i santi giorni, ma bisogna CONTESTUALIZZARE. Anzi, a ben pensarci, chiunque sia stato preso con la lingua nel sacco al telefono ha usato questo argomento. Fiorani, Fassino, boss della camorra,Fabrizio Corona, Vittorio Emanuele the king ecc.
Io purtroppo sono una mente limitata, e non capisco cosa ci sia da contestualizzare in una frase come questa: “Tra di noi non possiamo ignorare la verità … politicamente noi siamo gli aggressori e loro si difendono … Il paese è loro, perché essi lo abitavano, dato che noi siamo voluti venire e stabilirci qui, e dal loro punto di vista li vogliamo cacciare dal loro paese. (da un discorso del 1938[3])”. Ma sicuramente l’avrà detto in un momento di ubriachezza. Vi pare possibile che i gentili e pii ebrei emigrati in Palestina volessero cacciare gli arabi? Quali arabi poi, visto che a me risulta che la regione fosse deserta a parte qualche beduino rigorosamente nomade? Mah….
Ruben: ridicolo sarà lei visto che è riuscito nella non facile impresa di riempire quattro righe senza dire assolutamente nulla.
#39Emanuel Baroz
Conosciamo bene il libro di Qòhelet perchè lo abbiamo letto e studiato, ma grazie cmq per la lezioncina. Il dato di fatto è che qui si vuole far passare Ben Gurion per un razzista, cosa non vera, e per farlo si portano frasi mai verificate ed estrapolate dal contesto. Per te basta questo per dire che sono vere? Ok, conosciamo questo metodo, tipico di chi ha un pregiudizio antiebraico e lo nascaonde dietro una avversione incomprensibile per lo Stato di Israele! Vieni qui e commenti un articolo che parla di attentato vergognoso che colpi civili inermi e cerchi di spostare l’attenzione, ma facendolo hai commesso un errore (più di uno per la verità…) perchè hai mostrato la tua vera faccia di antisemita che si nasconde dietro una critica (assurda) verso l’esistenza stessa dello stato israeliano. Offendi tutti e pensi anche di essere dalla parte della ragione! Pazzesco. Direi che ti abbiamo anche concesso troppo spazio. Vai, studia, documentati bene e poi ripassa da queste parti. Noi saremo sempre qui, q combattere gli idioti antisemiti come te
#40robdic
Caro, si fa per dire, ecclesiaste ma mi sembra meglio gran demente come ho gia avuto modo di dire, se ne stia con i suoi simili e non scocci. Quello che mi dispiace e che ci sia qualcuno che le risponde. E evidente che lei e un antisemita per cui risponderle significa legittimarla. La mia risposta e ben diversa: si fotta.
#41l’ecclesiaste
@robdic:
sei un poveraccio, sappilo. Un cane troverebbe maggiori e migliori argomentazioni di te.
Quanto all’antisemitismo, dovrebbe essere un’accusa grave, ma ormai è squalificata, è diventata come il “comunista” di Berlusconi. La sinistra israeliana è antisemita, anche Einstein era antisemita. Scrisse una lettera antisemita al NY Times.
Anche Ben Gurion era antisemita, scrisse falsità e calunnie sui pii pionieri d’Israele.
#42Robdic
Per il gran demente che si firma con un nome decisamente inappropriato vista la sua levatura intellettuale: intanto il lei lo riservi ai minus habens suoi sodali, frequentatori di centri sociali e indossatori di kefyah. Quanto al paragone con il cane, lei è un celenterato, quindi di livello intellettivo decisamente inferiore al migliore amico dell’uomo. Il fatto che un decerebrato come lei si atteggi a portavoce di un genio come Einstein fa rabbrividire, per cui credo che in effetti, più che antisemita, a lei si attagli maggiormente la più semplice etichetta di scemo
#43Robdic
@Robdic: Ovviamente volevo dire il tu, non il lei, la precisazione è d’obbligo considerato che gli stolti come lei, gran demente, si attaccano a queste quisquilie
#44Daniele Tiles
Un pezzo di storia della mia famiglia recuperato da me… 28 anni fa tutti noi (mio padre, mia madre, mio fratello minore e me) eravamo in procinto per andare a trovare mia nonna a Tel-Aviv.
Mio fratello è sempre stato di salute molto cagionevole, e quasi all’ultimo ebbe della gran febbre, per cui si decise che sarebbe partito solo mio padre.
Per cui mio padre fece il volo Bologna – Roma e Roma – Tel-Aviv il 27 dicembre 1985…il giorno dell’attentato di Fiumicino, in cui si salvò per puro miracolo. Fossimo stati tutti e 4 (2 genitori con 2 bambini in passeggino), forse non sarei qui ora.
Non so come mai i miei genitori non hanno mai tenuto da parte l’articolo che comparve in prima pagina ne Il Resto del Carlino del giorno dopo, che ho ritrovato all’Archiginnasio di Bologna. Mi è sembrato giusto prenderlo e tenerlo da parte come ricordo.
Anche perchè come al solito i giornalisti sbagliano un tot di cose XD, tipo
– Il nostro cognome (ma quello ormai è uno sport)
– Hanno messo la foto di un bambino che non si sa chi sia (non siamo nè io nè mio fratello, non so neanche se sia una vittima dell’attentato).
Mai dimenticare, sempre ricordare.
#45Emanuel Baroz
Strage di Fiumicino, il terrore 30 anni prima di Parigi
Il 27 dicembre 1985 l’assalto all’aeroporto di un gruppo di terroristi palestinesi. Morirono sedici persone
di Luca Laviola
Doveva finire come l’11 Settembre a New York – ma 16 anni prima – con un aereo a schiantarsi su Tel Aviv. Invece fu la seconda strage dell’aeroporto di Fiumicino, con modalità che ricordano quella di Parigi a novembre. Era il 27 dicembre 1985 – 30 anni fa -: un gruppo di terroristi palestinesi assaltò con bombe a mano e kalashnikov i banchi della compagnia israeliana El Al e della statunitense Twa, sparando sulla gente in fila o al bar. Nello scontro a fuoco con i poliziotti e la sicurezza israeliana morirono 16 persone: 12 passeggeri, 3 terroristi e un addetto israeliano; 80 i feriti. Secondo alcune fonti, avallate dal giudice Rosario Priore che indagò, il commando doveva prendere un aereo e farlo precipitare su Israele. Come avrebbero poi fatto nel 2001 i kamikaze di Osama Bin Laden in America.
Ma i terroristi furono scoperti e scatenarono l’apocalisse in aeroporto. “Sapevamo che nessuno di noi sarebbe uscito vivo”, ha detto anni fa Ibrahim Khaled, l’unico dei quattro a essere catturato. Condannato a 30 anni, ha collaborato, chiesto perdono e di recente è tornato libero.
Il massacro dell”85 arrivò 12 anni dopo quello del 17 dicembre 1973, sempre a Fiumicino e da parte di arabi armati, con 34 vittime e modalità ancora più cruente: due bombe incendiarie gettate dentro un aereo pieno fermo sulla pista. A seguito di quella strage Aldo Moro avrebbe stretto un accordo con i gruppi palestinesi, che si impegnavano a non compiere azioni in Italia a patto di poter transitare per il Paese con armi ed esplosivi. Ma l’intesa segreta voluta dal ministro degli Esteri democristiano sarebbe emersa solo molti anni dopo.
Il mandante dell’attentato dell”85 era Abu Nidal, capo di una fazione palestinese contraria alla linea più moderata a cui si era deciso il leader dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) Yasser Arafat. Condannato all’ergastolo in contumacia, Abu Nidal è stato ucciso nel 2002 a Bagdad. Il commando arrivò a Roma un mese prima, in un periodo in cui stava saltando il cosiddetto ‘Lodo Moro’ (lo statista Dc era stato ucciso nel ’78), che aveva risparmiato per 12 anni attentati palestinesi all’Italia. In poche settimane, un colpo di bazooka sull’ambasciata Usa, una bomba al Cafè de Paris in via Veneto, un’altra alla compagnia British Airways. Ad ottobre il dirottamento della nave Achille Lauro e l’uccisione di un passeggero americano sulla sedia a rotelle, Leon Klinghoffer.
E si arriva al 27 dicembre 1985. Sono le 9.05 quando i quattro, che si trovano vicini ai check-in El Al e Twa, vengono individuati dalla security israeliana – probabilmente corpi speciali – e scoppia la sparatoria. Un minuto di terrore, i palestinesi mirano ai passeggeri in fila. Tra le vittime italiani, statunitensi, messicani, greci e un algerino. Tre terroristi vengono uccisi. Khaled, 18/enne, viene catturato. In simultanea a Vienna un altro gruppo attacca l’aeroporto, uccide 3 persone, decine i feriti. Due fedayn vengono presi, uno muore.
L’ammiraglio Fulvio Martini, nell”85 capo del Sismi (intelligence militare), ha scritto che dal 10 dicembre si sapeva di un possibile attentato in Italia. Il 19 i servizi informarono che sarebbe avvenuto tra il 25 e il 31 dicembre a Fiumicino. Gli israeliani, scrive Martini, misero tiratori scelti a difesa della postazione El Al. Furono loro i primi a reagire. Le forze dell’ordine italiane erano impreparate. Nel 1992 i capi della sicurezza di Fiumicino sono stati assolti.
Il 17 dicembre ’73 era andata perfino peggio: un gruppo di terroristi arabi arrivato dalla Spagna in aereo con le armi nei bagagli a mano gettò bombe al fosforo dentro un Boeing Pan Am sulla pista, uccidendo 30 persone. Quindi dirottò un aereo su Atene, altri morti prima di arrendersi in Kuwait. Un massacro quasi dimenticato. Stragi di civili, come quelle dell’Isis oggi.
(Fonte: ANSA, 20 Dicembre 2015)
#46Daniel
Il testimone dei due attentati di Fiumicino: «Feci la stessa cosa: presi la macchina fotografica e scattai»
http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/15_dicembre_27/testimone-due-attentati-fiumicino-feci-stessa-cosa-presi-macchina-fotografica-scattai-elio-vergati-96dcf78a-acc1-11e5-9807-438c782270a2.shtml
#47Elena Palatini
Ed ora ci sono anche i suoi seguaci a seminare terrore
#48Elena Palatini
@barbara:
Ma i terroristi palestinesi sono feroci.
Veri serpenti assetati di sangue.
Nessuna pietà x loro.
Vanno annientati.@Elena Palatini:
Rimango basita…atterrita nel leggere la copiosa pioggia ☔ di razzi verbali lanciata da questo fantoccio che utilizza tra l’altro un nome così fortemente connotato come Ecclesiaste(probabilmente non ha capito bene che cosa significa).
Ma chi vuole convincere?.
Al massimo annoia.
#49Parvus
@Elena Palatini:
Ti preoccupano forse più le parole del terrorismo palestinese?
#50Parvus
Comprendendo la strage di Bologna, hanno fatto più morti in Italia i palestinesi, che fascisti e comunisti messi assieme.