Ad ulteriore dimostrazione della malafede dei paficinti…che per la cronaca su ciò che accade in Siria non hanno ancora detto nulla! Una bella flottiglia si potrebbe organizzare no? Anche una manifestazione davanti all’ambasciata siriana, una conferenza in cui vengono denunciati i massacri di Assad…invece NIENTE. Eppure ci sono state vittime palestinesi! Possibile che non interessino a nessuno dei benpensanti nostrani? Magari a quelli che andavano sottobraccio ad Hezbollah….
Gaza: ogni settimana passano tonnellate di merci e di alimenti tramite i valichi controllati da Israele per paura del terrorismo. Ma quale emergenza umanitaria?!
Gerusalemme, 8 Gennaio 2013 – Il Governo israeliano, come ogni settimana, ha reso noto nel dettaglio il passaggio di 33.381 tonnellate di merci, farmaci e alimenti entrate nella Striscia di Gaza nella settimana tra il 23 e il 29 Dicembre 2012 tramite i valichi di Erez e di Kerem Shalom. Tra i vari materiali entrati nell’area controllata da Hamas anche 467 camion con materiale per costruzione.
Le importazioni sono gestite dall’Autorità Palestinese, in coordinamento con le Forze di Difesa israeliane che garantiscono che i carichi non contengano nessuna arma che possa essere utilizzata da Hamas contro Israele. La maggior parte dei prodotti viene distribuita a varie catene di negozi di Gaza. Il resto viene diviso tra le organizzazioni internazionali presenti a Gaza, come Unrwa e Croce Rossa, secondo gli ordini effettuati.
(Fonte: Israele.net, Cogat.it, 8 Gennaio 2013)
Nella foto in alto: la fila dei camion pieni di merci, farmaci, alimenti e altri beni in attesa del passaggio tramite il valico di Kerem Shalom (foto d’archivio)
#1Robdic
Ma che dici Emanuel, Gaza è una prigione a cielo aperto, muoiono di fame (anche se i soldi per comprare i razzi che sparano su Sderot ce li hanno, ma forse l’Iran gli fa delle condizioni di vendita da sballo). Ovviamente, ora si scateneranno i gran dementi (uno fra tutti quello che usurpa il nome dell’autore di un libro tra i più profondi del nosrto canone biblico) per dire che siamo razzisti.
#2Alberto Pi
08/01/2013 ”E’ tempo che il mondo si svegli” ha detto lunedì il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in un discorso a Gerusalemme, spiegando che non è la costruzione di case israeliane a Gerusalemme est che minaccia la pace nel mondo. Netanyahu ha esortato la comunità internazionale ad unirsi a Israele nella lotta contro “le vere minacce”: l’arsenale chimico siriano e il programma nucleare iraniano.
08/01/2013 Il presidente d’Israele Shimon Peres ha assegnato lunedì a otto aziende israeliane il premio come miglior esportatore. “Al momento della creazione dello stato d’Israele – ha detto Peres – nessuno avrebbe creduto che un giorno questo paese sarebbe arrivato ad esportare per una somma di 90 miliardi di dollari all’anno, pari al 40% del Pil”.
08/01/2013 Come ogni settimana, tra il 23 e il 29 dicembre sono entrate nella striscia di Gaza 33.381 tonnellate di alimentari e altre merci. Le importazioni sono gestite dall’Autorità Palestinese, in coordinamento con le Forze di Difesa israeliane che garantiscono che i carichi non contengano nessuna arma che possa essere utilizzata da Hamas contro Israele. La maggior parte dei prodotti viene distribuita a varie catene di negozi di Gaza. Il resto viene diviso tra le organizzazioni internazionali presenti a Gaza, come Unrwa e Croce Rossa, secondo gli ordini effettuati.
08/01/2013 Secondo i dati diffusi lunedì dai servizi di sicurezza israeliani, nel mese di dicembre a Gerusalemme e in Giudea-Samaria (Cisgiordania) sono stati contati 111 atti violenti di matrice terroristica contro i 166 del mese di novembre. Tra l’altro, 98 lanci di bombe Molotov, 6 ordigni esplosivi e 3 lanci di granate.
08/01/2013 Per la prima volta in dieci anni, in piena lunedì i fiumi minori di Galilea (Dishon, Amud, Hatzor e Tzalmon) a seguito di forti piogge.
08/01/2013 Il portavoce dell’esercito egiziano Ahmed Mohamed Ali ha detto che le forze di sicurezza del suo paese hanno sventato, lunedì mattina, un tentativo di attacco terroristico contro una chiesa nella parte egiziana della città di Rafah, al confine con la striscia di Gaza. Secondo il comunicato, le forze egiziane avrebbero fermato in tempo un veicolo con a bordo uomini mascherati muniti di razzi RPG, esplosivi e armi automatiche.
08/01/2013 Siria. Almeno 5.000 membri dell’organizzazione terrorista sciita libanese Hezbollah si sarebbero uniti lo scorso dicembre alle forze siriane fedeli al presidente Bashar al Assad per combattere i ribelli. Lo ha scritto lunedì il quotidiano saudita Al Watan. Secondo il giornale, almeno 300 terroristi Hezbollah sarebbero stati uccisi negli ultimi giorni di combattimenti, un’informazione non confermata da altre fonti.
08/01/2013 Leggero calo del tasso di disoccupazione israeliano che è passato, nel mese di novembre, da 6,9% a 6,7%.
07/01/2013 Il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha ordinato domenica a tutti i dipartimenti del suo governo di cambiare il logo sui loro documenti ufficiali e sui francobolli da “Autorità Palestinese” in “Stato di Palestina” (Nota: secondo i trattati internazionali, la nascita di uno “stato palestinese” doveva avvenire solo attraverso un negoziato e un accordo di pace definitivo con Israele).
07/01/2013 Su richiesta del Libano, la Lega Araba ha convocato al Cairo una riunione straordinaria dei ministri degli esteri. Lo ha annunciato il segretario generale, Ahmed Ben Helli, secondo il quale l’incontro si concentrerà su come aiutare il Libano ad ospitare i profughi in fuga dal conflitto interno siriano. Nel frattempo in Giordania in questi primi giorni del 2013 sarebbero arrivati quasi 9.000 nuovi profughi siriani (soprattutto donne e bambini originari del sud del paese), portando il totale di profughi siriani nel regno hascemita a più di 290.000. Ne ha dato notizia domenica Anmar al-Hammoud, responsabile giordano del dossier dei profughi siriani.
07/01/2013 Il Controllore di stato israeliano, Yosef Shapira, ha pubblicato il rapporto iniziato dal suo predecessore, Micha Lindenstrauss, e da lui completato, circa il cosiddetto “Documento Harpaz” (che venne distribuito in segreto per compromettere la nomina del generale Yoav Galant alla carica di capo di stato maggiore). Secondo il rapporto, non si trattò di un ”tentativo di golpe” al vertice delle Forze di Difesa israeliane, ma di un “comportamento problematico” da parte dell’ex capo di stato maggiore Gaby Ashkenazy e del ministro della difesa Ehud Barak.
07/01/2013 Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto domenica che è necessario costruire una nuova barriera di sicurezza lungo il confine con la Siria, analoga a quella eretta lungo il confine con l’Egitto, per proteggere Israele da “incursioni e terrorismo”. “Sappiamo che al di là della frontiera l’esercito siriano si è allontanato dal confine e al suo posto è aumentata la presenza di elementi della jihad globale” ha spiegato Netanyahu, aggiungendo che il regime siriano è “molto instabile” e che la presenza in Siria di armi chimiche preoccupa molto Israele. Netanyahu ha detto che Israele si sta coordinando “con gli Stati Uniti e con altri” per “prepararsi ad ogni eventualità che possa presentarsi”.
07/01/2013 Secondo una fonte diplomatica degli Stati Uniti, centinaia di jihadisti, provenienti in particolare da Yemen e Somalia, hanno preso posizione nel Sinai egiziano, non lontano dal confine con Israele.
07/01/2013 Il film israeliano “I Guardiani”, sulle operazioni dei servizi di sicurezza, ha ricevuto il premio annuale della National Society of Film Critics, un’associazione americana di critici cinematografici.
07/01/2013 Un cittadino arabo israeliano che si è recato in Siria attraverso la Turchia per unirsi alla ribellione anti-Assad sarebbe trattenuto contro la sua volontà tanto che non può più tornare in Israele. I ribelli gli hanno bruciato il passaporto e l’hanno minacciato se avesse cercato di tornare a casa.
07/01/2013 Siria. Dopo 7 mesi il presidente Bashar al-Assad ha parlato di nuovo in pubblico, domenica, ed è tornato ad accusare gli oppositori di essere “burattini fabbricati dall’Occidente”.
07/01/2013 Il leader di Israel Beitenu ed ex ministro degli esteri Avigdor Liberman ha detto domenica d’aver sempre sostenuto il discorso all’Università Bar-Ilan con cui il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu indicava la “soluzione a due stati”, ed ha aggiunto che tale discorso sarà anche il principio alla base del prossimo governo israeliano. “Ciò che dobbiamo spiegare al mondo è che se c’è qualcuno che rifiuta la pace” ha continuato Liberman facendo riferimento al presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen). Le sue parole appaiono allineate a quelle con cui domenica mattina, a Radio Israele, Netanyahu ha accusato Abu Mazen d’essere responsabile dello stallo dei negoziati. Netanyahu ha ribadito che qualsiasi accordo deve comprendere il riconoscimento palestinese di Israele come stato ebraico, una dichiarazione di fine del conflitto e uno stato palestinese smilitarizzato. Ha anche spiegato che questi termini devono essere il risultato dei negoziati, ma che non sono pre-condizioni per il loro avvio. “Sono i palestinesi, non Israele, che pongono pre-condizioni”, ha detto Netanyahu.
06/01/2013 Per il presidente egiziano Mohammed Morsi i sionisti sono “sanguisughe” che “discendono da scimmie e maiali”. Lo disse nel 2010, prima di diventare presidente, in due interviste al canale satellitare libanese Al-Quds la cui registrazione video è stata rinvenuta e tradotta questa settimana da MEMRI (Middle East Media Research Institute). Morsi esortava a “troncare tutti i legami con Israele” e aggiungeva: “I sionisti non hanno alcun diritto sulla terra di Palestina. Non c’è alcun posto per loro nella terra di Palestina. Quello che hanno preso prima del 1947-48 costituisce un saccheggio, e quello che fanno ora è la continuazione di quel saccheggio. In nessun caso si deve riconoscere la loro ‘linea verde’. La terra di Palestina appartiene ai palestinesi, non ai sionisti”. Morsi descriveva l’Autorità Palestinese come “una creazione dei nemici americani e sionisti che ha il solo scopo di opporsi alla volontà del popolo palestinese e dei suoi interessi”, definiva i negoziati con gli israeliani “una futile perdita di tempo” e concludeva dicendo che “gli ebrei sono intrinsecamente ostili”.
06/01/2013 Siria. Le autorità di Damasco sono riuscite ad arrestare Mohammad Zawahiri, fratello del noto leader di al-Qaeda, Ayman Zawihiri. Ne ha dato notizia sabato il quotidiano britannico The Independent. Secondo il giornale, l’arresto è avvenuto a Deraa, nel sud-ovest della Siria, mentre Mohammad Zawahiri teneva una riunione con i gruppi armati dell’opposizione.
06/01/2013 Mentre gli Stati Uniti la esortavano a ridurre gli acquisti dall’Iran, la Turchia ha deciso di ritirare le informazioni statistiche circa l’origine delle sue importazioni di petrolio. Lo hanno annunciato fonti ufficiali turche. La decisione è stata presa su richiesta della principale compagnia petrolifera turca Tupras, che già vietava all’Istituto di Statistica turco di pubblicare l’ammontare delle importazioni di petrolio.
(Fonte: Israele.net)
#3Alberto Pi
Il Ministero della Sanita’ ha deciso di passare una medicina che costa piu’ di un milione di shekel (200.000€), per poter salvare la vita dell’ unico bambino malato di una sindrome rarissima. Il bambino si chiama Jihad ed e’ un arabo che vive a Gerusalemme est.
L’ennesima prova dell’apartheid israeliana… questi sionisti assassini!
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=408178785925155&set=a.387495981326769.85422.386438174765883&type=1
#4Alberto Pi
I cattivi israeliani curano a spese loro i bambini palestinesi
Pubblicato da: Dimitri Buffa
Il caso del bambino Jihad, affetto da una rarissima malattia
Lui si chiama Jihad, è un bambino palestinese, e soffre di una rara sindrome che se non curata lo porterà a restare alto al massimo un metro e venti e a diventare cieco.
L’Anp non può assisterlo e quelli di Hamas pensano solo alla “jihad” di cui proprio questo piccolo porta l’orrendo nome. Chi lo salverà allora?
Giudichi il lettore: la commissione nazionale israeliana dei farmaci ha fatto entrare nella lista dei farmaci a carico del contribuente israeliano una medicina che costa più di 200.000 euro a confezione per curare una malattia rarissima e salvare la vita all’unico ammalato che ne soffre nel paese, un bambino arabo di Gerusalemme est. Altro giro altro caso: agli inizi del dicembre 2012 un bambino palestinese di due anni proveniente dalla Cisgiordania ha subito un trapianto di midollo osseo in Israele, al Chaim Sheba Medical Center di Tel Hashomer.
La procedura era stata finanziata dall’amministrazione civile cittadina, dopo che l’Autorità palestinese aveva rifiutato la richiesta della famiglia di finanziare l’intervento. A quelli d’altronde i soldi sembrano servire solo o per arricchimento personale, vedi Arafat e coniuge, o per finanziare la lotta armata.
I casi citati sono solo due delle migliaia di esempi che si potrebbero fare e che sfatano le leggende della cattiveria degli israeliani verso i bambini palestinesi. Che certo possono venire uccisi se i genitori fanatici religiosi li mettono a guardia dei lanciarazzi che sparano kassam a raffica su Ashkelon e Ashdod, ma che sicuramente vengono trattati con i guanti quando si rivolgono alla sanità pubblica di Gerusalemme.
Il caso di Jihad sicuramente è clamoroso: quale governo mondiale metterebbe a spese del contribuente un farmaco che costa per ogni anno di cura oltre un milione e mezzo di euro per salvare la vita di un solo essere umano? Certo Israele in questo momento è in crescita economica e otto milioni di abitanti non sono 80, da assistere. Ma rimane il gesto. Che ovviamente i detrattori e gli antisemiti già bollano come “propagandistico”. Chi però comincia ricredersi sono i genitori degli interessati. Quelli di Jihad ad esempio furono consigliati sottobanco di portare il bambino in America, sempre che ne avessero avuto i soldi. Ma nemmeno negli Stati Uniti esiste una cura per chi ha questo rarissimo deficit dell’enzima che in ebraico è stato denominato “Arilsolftaz”.
“I medici mi hanno spiegato che lui crescerà soltanto fino all’altezza di 1,20 metri, e avrà problemi con il cuore, i reni, gli occhi e le ossa. Davvero mi sono sentito perso quando l’ho sentito”, dice oggi il padre ai media israeliani.
Sammy e Iman erano disperati e impotenti contro la malattia del figlio, poi hanno sentito che forse in Israele c’era una cura, già usata in passato per uno che soffriva la sua stessa rarissima sindrome. In particolare venne fuori il nome di questo farmaco, “Nglziim”, che costava, per la cura di un anno, ma Jihad dovrà essere curato per tutta la vita, oltre un milione e duecentomila euro. Detto fatto, la coppia che ama tanto gli ebrei da avere chiamato il figlio Jihad, si trasferisce nella parte ovest di Gerusalemme e ottiene immediatamente assistenza. Non solo: il terribile governo di destra di Nethanyau fa approvare a tempo di record l’inserimento del farmaco nel prontuario a rimborso totale a spese della collettività, benché serva solo a un bambino palestinese, un unico bambino, non mille.
Ecco questo è un esempio che da solo combatte centomila leggende metropolitane sui maltrattamenti di cui sarebbero oggetto i “poveri bambini palestinesi” di Gaza o della West Bank da parte dei perfidi israeliani. Non a caso la notizia sui media italiani ed europei fatica a trapelare. E magari la prossima volta che faranno un figlio Sammy e Iman invece di chiamarlo Jihad gli daranno un nome più bene augurante per la pace e la concordia tra i due popoli che dovrebbero vivere in due stati confinanti e in sicurezza.
http://www.romaebraica.it/israele-cura-bambini-palestinesi/