Egitto: sequestrati missili diretti alla Striscia di Gaza
Il Cairo, 6 Gennaio 2013 – Il Direttorato della Sicurezza del Nord del Sinai ha sequestrato un carico di moderni missili anti-carro e anti-aereo all’alba 3 gennaio.
La polizia ha ricevuto una soffiata che i missili erano stati segretamente immagazzinati in un deposito a Be’r al-Hefn, a sud di Arish, capitale del Nord Sinai, e che sarebbero stati contrabbandati attraverso i tunnel per la Striscia di Gaza. Dopo aver informato il ministero dell’Interno al Cairo, le forze di polizia hanno effettuato un raid sulla zona. Be’r al-Hefn è stato spesso utilizzato come deposito illegale di esplosivi e armi.
Stando alle fonti di polizia egiziana, la spedizione probabilmente ha avuto origine in Libia, e che il raggio d’azione dei razzi era di 2 km.
#1Emanuel Baroz
Deposito di missili scoperto in Egitto
I servizi di sicurezza egiziani hanno scoperto un deposito di missili classe «terra-aria» e ordigni anticarro al nord della penisola del Sinai, nei dintorni del confine con la striscia di Gaza. La scoperta è stata comunicata alla stampa dalle forze di sicurezza della provincia del Siani settentrionale.
Le indagini preliminari mostrano che le testate sono state consegnate all’Egitto dalla Libia ed evidentemente erano destinate ad essere trasportate nella striscia di Gaza attraverso tunnel sotterranei scavati artigianalmente.
(Fonte: La Voce della Russia, 4 Gennaio 2013)
#2Emanuel Baroz
09/01/2013 Secondo un sondaggio TRI-Strategic Research-Times of Israel, per il 43% degli elettori israeliani le questioni economiche sono il tema prioritario nelle prossime elezioni, seguite a distanza da: questione palestinese (16%), minaccia iraniana (12%), instabilità regionale (7%).
09/01/2013 Siria. Un milione di cittadini resterà senza cibo, soprattutto nelle zone di guerra, a causa delle restrizioni alla distribuzione degli aiuti poste dal governo. Lo ha comunicato martedì Elisabeth Byrs, portavoce del Programma alimentare mondiale, l’agenzia Onu che distribuisce in Siria razioni alimentari a 1,5 milioni di persone al mese, benché si calcoli che i siriani che ne hanno bisogno sono almeno 2,5 milioni. Alla popolazione civile mancano soprattutto pane e carburante.
09/01/2013 A un mese e mezzo dalla fine dell’operazione anti-terrorismo “Colonna di nube difensiva”, Israele ha accolto sul proprio territorio poco più di una trentina di contadini palestinesi della striscia di Gaza venuti ad apprendere nuove tecniche e tecnologie agricole. Jamal Abu Al-Najjar, direttore dell’Associazione degli agricoltori di Khan Younis, è stato così ricevuto con il gruppo nella regione di Eshkol, una delle zone israeliane particolarmente colpite dai razzi di Hamas.
09/01/2013 Essam el-Erian, il consigliere del presidente egiziano Mohammed Morsi che la scorsa settimana in un’intervista ad Al-Sharq Al-Awsat aveva esortato gli ebrei di origine egiziana a “tornare in Egitto” perché “entro 10 anni Israele sarà scomparso”, ha dato le dimissioni lunedì motivandole con l”’incompatibilità” della carica con quella di vice presidente del partito che fa capo ai Fratelli Musulmani. Le sue parole avevano suscitato vivaci polemiche, in Egitto, suscitando il timore che gli ebrei possano chiedere un risarcimento per i beni persi quando furono cacciati negli anni ‘50 e ‘60. Il Movimento della Jihad Islamica aveva chiesto ad el-Erian di dimettersi e “chiedere scusa al popolo egiziano”.
08/01/2013 ”E’ tempo che il mondo si svegli” ha detto lunedì il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in un discorso a Gerusalemme, spiegando che non è la costruzione di case israeliane a Gerusalemme est che minaccia la pace nel mondo. Netanyahu ha esortato la comunità internazionale ad unirsi a Israele nella lotta contro “le vere minacce”: l’arsenale chimico siriano e il programma nucleare iraniano.
08/01/2013 Il presidente d’Israele Shimon Peres ha assegnato lunedì a otto aziende israeliane il premio come miglior esportatore. “Al momento della creazione dello stato d’Israele – ha detto Peres – nessuno avrebbe creduto che un giorno questo paese sarebbe arrivato ad esportare per una somma di 90 miliardi di dollari all’anno, pari al 40% del Pil”.
08/01/2013 Come ogni settimana, tra il 23 e il 29 dicembre sono entrate nella striscia di Gaza 33.381 tonnellate di alimentari e altre merci. Le importazioni sono gestite dall’Autorità Palestinese, in coordinamento con le Forze di Difesa israeliane che garantiscono che i carichi non contengano nessuna arma che possa essere utilizzata da Hamas contro Israele. La maggior parte dei prodotti viene distribuita a varie catene di negozi di Gaza. Il resto viene diviso tra le organizzazioni internazionali presenti a Gaza, come Unrwa e Croce Rossa, secondo gli ordini effettuati.
08/01/2013 Secondo i dati diffusi lunedì dai servizi di sicurezza israeliani, nel mese di dicembre a Gerusalemme e in Giudea-Samaria (Cisgiordania) sono stati contati 111 atti violenti di matrice terroristica contro i 166 del mese di novembre. Tra l’altro, 98 lanci di bombe Molotov, 6 ordigni esplosivi e 3 lanci di granate.
08/01/2013 Per la prima volta in dieci anni, in piena lunedì i fiumi minori di Galilea (Dishon, Amud, Hatzor e Tzalmon) a seguito di forti piogge.
08/01/2013 Il portavoce dell’esercito egiziano Ahmed Mohamed Ali ha detto che le forze di sicurezza del suo paese hanno sventato, lunedì mattina, un tentativo di attacco terroristico contro una chiesa nella parte egiziana della città di Rafah, al confine con la striscia di Gaza. Secondo il comunicato, le forze egiziane avrebbero fermato in tempo un veicolo con a bordo uomini mascherati muniti di razzi RPG, esplosivi e armi automatiche.
08/01/2013 Siria. Almeno 5.000 membri dell’organizzazione terrorista sciita libanese Hezbollah si sarebbero uniti lo scorso dicembre alle forze siriane fedeli al presidente Bashar al Assad per combattere i ribelli. Lo ha scritto lunedì il quotidiano saudita Al Watan. Secondo il giornale, almeno 300 terroristi Hezbollah sarebbero stati uccisi negli ultimi giorni di combattimenti, un’informazione non confermata da altre fonti.
08/01/2013 Leggero calo del tasso di disoccupazione israeliano che è passato, nel mese di novembre, da 6,9% a 6,7%.
07/01/2013 Il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha ordinato domenica a tutti i dipartimenti del suo governo di cambiare il logo sui loro documenti ufficiali e sui francobolli da “Autorità Palestinese” in “Stato di Palestina” (Nota: secondo i trattati internazionali, la nascita di uno “stato palestinese” doveva avvenire solo attraverso un negoziato e un accordo di pace definitivo con Israele).
07/01/2013 Su richiesta del Libano, la Lega Araba ha convocato al Cairo una riunione straordinaria dei ministri degli esteri. Lo ha annunciato il segretario generale, Ahmed Ben Helli, secondo il quale l’incontro si concentrerà su come aiutare il Libano ad ospitare i profughi in fuga dal conflitto interno siriano. Nel frattempo in Giordania in questi primi giorni del 2013 sarebbero arrivati quasi 9.000 nuovi profughi siriani (soprattutto donne e bambini originari del sud del paese), portando il totale di profughi siriani nel regno hascemita a più di 290.000. Ne ha dato notizia domenica Anmar al-Hammoud, responsabile giordano del dossier dei profughi siriani.
07/01/2013 Il Controllore di stato israeliano, Yosef Shapira, ha pubblicato il rapporto iniziato dal suo predecessore, Micha Lindenstrauss, e da lui completato, circa il cosiddetto “Documento Harpaz” (che venne distribuito in segreto per compromettere la nomina del generale Yoav Galant alla carica di capo di stato maggiore). Secondo il rapporto, non si trattò di un ”tentativo di golpe” al vertice delle Forze di Difesa israeliane, ma di un “comportamento problematico” da parte dell’ex capo di stato maggiore Gaby Ashkenazy e del ministro della difesa Ehud Barak.
07/01/2013 Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto domenica che è necessario costruire una nuova barriera di sicurezza lungo il confine con la Siria, analoga a quella eretta lungo il confine con l’Egitto, per proteggere Israele da “incursioni e terrorismo”. “Sappiamo che al di là della frontiera l’esercito siriano si è allontanato dal confine e al suo posto è aumentata la presenza di elementi della jihad globale” ha spiegato Netanyahu, aggiungendo che il regime siriano è “molto instabile” e che la presenza in Siria di armi chimiche preoccupa molto Israele. Netanyahu ha detto che Israele si sta coordinando “con gli Stati Uniti e con altri” per “prepararsi ad ogni eventualità che possa presentarsi”.
07/01/2013 Secondo una fonte diplomatica degli Stati Uniti, centinaia di jihadisti, provenienti in particolare da Yemen e Somalia, hanno preso posizione nel Sinai egiziano, non lontano dal confine con Israele.
07/01/2013 Il film israeliano “I Guardiani”, sulle operazioni dei servizi di sicurezza, ha ricevuto il premio annuale della National Society of Film Critics, un’associazione americana di critici cinematografici.
07/01/2013 Un cittadino arabo israeliano che si è recato in Siria attraverso la Turchia per unirsi alla ribellione anti-Assad sarebbe trattenuto contro la sua volontà tanto che non può più tornare in Israele. I ribelli gli hanno bruciato il passaporto e l’hanno minacciato se avesse cercato di tornare a casa.
07/01/2013 Siria. Dopo 7 mesi il presidente Bashar al-Assad ha parlato di nuovo in pubblico, domenica, ed è tornato ad accusare gli oppositori di essere “burattini fabbricati dall’Occidente”.
07/01/2013 Il leader di Israel Beitenu ed ex ministro degli esteri Avigdor Liberman ha detto domenica d’aver sempre sostenuto il discorso all’Università Bar-Ilan con cui il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu indicava la “soluzione a due stati”, ed ha aggiunto che tale discorso sarà anche il principio alla base del prossimo governo israeliano. “Ciò che dobbiamo spiegare al mondo è che se c’è qualcuno che rifiuta la pace” ha continuato Liberman facendo riferimento al presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen). Le sue parole appaiono allineate a quelle con cui domenica mattina, a Radio Israele, Netanyahu ha accusato Abu Mazen d’essere responsabile dello stallo dei negoziati. Netanyahu ha ribadito che qualsiasi accordo deve comprendere il riconoscimento palestinese di Israele come stato ebraico, una dichiarazione di fine del conflitto e uno stato palestinese smilitarizzato. Ha anche spiegato che questi termini devono essere il risultato dei negoziati, ma che non sono pre-condizioni per il loro avvio. “Sono i palestinesi, non Israele, che pongono pre-condizioni”, ha detto Netanyahu.
(Fonte: Israele.net)