Giornata della Memoria, farneticanti dichiarazioni di Silvio Berlusconi: “Colpa Mussolini leggi razziali, ma fece bene altro”
Milano, 27 Gennaio 2013 – Silvio Berlusconi interviene, a sorpresa, alle celebrazioni per la Giornata della Memoria in corso a Milano. Una presenza «dovuta» per celebrare una vicenda «che non si può ripetere. Solamente nei panni dei deportati si può capire quali vertici di tragedia e disperazione si raggiunsero».
Per l’ex premier «è difficile mettersi nei panni di chi decise allora. Certamente il governo di allora per timore che la potenza tedesca vincesse preferì essere alleato alla Germania di Hitler piuttorso che opporvisi». «Dentro questa alleanza – ha aggiunto – ci fu l’imposizione della lotta e dello sterminio contro gli ebrei, quindi il fatto delle leggi razziali è la peggiore colpa di Mussolini che per tanti altri versi invece aveva fatto bene». L’Italia, ha argomentato Berlusconi, dunque «non ha le stesse responsabilità della Germania» e la «connivenza» col nazismo «all’inizio non fu completamente consapevole». «Non si possono più ripetere quelle vicende che qui iniziarono – ha proseguito -, solo mettendosi nei panni dei deportati si può capire quali vortici di tragedia si raggiunsero».
(Fonte: Ansa, Adnkronos, 27 Gennaio 2013)
Per ulteriori dettagli sulla notizia cliccare qui, qui e qui
Nella foto in alto: Silvio Berlusconi nell’intervista rilasciata a SkyTg24 il 27 Gennaio 2013
#1Emanuel Baroz
La Comunità Ebraica di Roma: “Non permetteremo attentato alla memoria”
«Il Giorno della Memoria celebra il ricordo della tragedia della Shoah. In questa data simbolica che coincide con l’apertura dei cancelli di Auschwitz, Roma, l’Italia e l’Europa intera riflettono anche e soprattutto sulle cause che hanno portato al più spietato e scientifico sterminio della Storia dell’Uomo, affinché i nostri figli non vivranno mai un orrore simile. Le leggi razziste non possono essere descritte come uno scivolone nella Storia del Novecento, non è permessa la decontestualizzazione».
Lo dichiara in una nota la Comunità Ebraica di Roma.
«Le leggi razziste sono parte della politica e della storia di tutto il fascismo in Italia – sottolinea la Comunità Ebraica – Le leggi razziste sono il frutto di un progetto politico che annientò le libertà fondamentali dell’Uomo. Il fascismo soppresse il pluralismo, perseguendo la concezione totalitaria del potere. Non è un caso se i padri fondatori della nostra Repubblica Italiana decisero di imporre con la Costituzione il divieto di ispirarsi al fascismo».
«Come il fascismo aggredì le autonomie individuali e sociali, così i Costituenti, le hanno ripristinate, stabilendo un perimetro invalicabile di libertà individuali – conclude la nota- In questa fase concitata che vive la politica italiana la Comunità Ebraica di Roma non entrerà nel merito dei programmi e delle alleanze, ma resterà vigile affinché i principi costituzionali siano rispettati e affinché la Memoria non sia attentata».
http://www.romaebraica.it/comunita-ebraica-roma-memoria/
#2Emanuel Baroz
Gattegna sulle dichiarazioni di Silvio Berlusconi: “Destituite di senso morale e di fondamento storico”
“Le dichiarazioni rilasciate a Milano a margine dell’inaugurazione del Memoriale Binario 21 dal leader del Pdl Silvio Berlusconi nel corso di un’intervista trasmessa dalla Rai appaiono non solo superficiali e inopportune, ma, là dove lasciano intendere che l’Italia abbia deciso di perseguitare e sterminare i propri ebrei per compiacere un alleato potente, destituite di senso morale e di fondamento storico. Le persecuzioni e le leggi razziste antiebraiche italiane, come è ben noto, hanno avuto origine ben prima della guerra e furono attuate in tutta autonomia sotto la piena responsabilità dal regime fascista, in seguito alleato e complice volenteroso e consapevole della Germania nazista fino a condurre l’Italia alla catastrofe. Furono azioni coerenti nel quadro di un progetto complessivo di oppressione e distruzione di ogni libertà e di ogni dignità umana”. Lo afferma il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna al termine della cerimonia milanese, che ha visto un’altissima partecipazione di pubblico e di personalità del mondo politico, religioso, culturale e della società civile.
“Tali sconcertanti dichiarazioni – ha aggiunto Gattegna – secondo le quali nel corso della Shoah da parte italiana ‘Ci fu una connivenza non completamente consapevole’ e ‘Responsabilità assolutamente diverse’ rispetto a quelle tedesche, sono da respingere e dimostrano quanto ancora l’Italia fatichi, al di là delle manifestazioni retoriche, a fare seriamente i conti con la propria storia e con le proprie responsabilità”.
Nel corso della mattinata l’esponente politico aveva rilasciato alla Rai un’intervista televisiva, apparendo in video a fianco del presidente della Comunità ebraica milanese, contenente le seguenti affermazioni:
Domanda: Cosa possiamo dire oggi ai nostri giovani oggi delle responsabilità italiane durante il fascismo e durante la guerra? Berlusconi: È difficile adesso mettersi nei panni di chi decise allora. Certamente il governo di allora, per il timore che la potenza tedesca si concretizzasse in una vittoria generale, preferì essere alleato alla Germania di Hitler piuttosto che contrapporvisi. E dentro questa alleanza ci fu l’imposizione della lotta e dello sterminio contro gli ebrei. Quindi il fatto delle leggi razziali è la peggiore colpa di un leader, Mussolini, che per tanti altri versi invece aveva fatto bene. Domanda: La Merkel ieri ha detto: “Noi siamo responsabili di questa immane tragedia per sempre”. In fondo anche l’Italia dovrebbe dire questo… Berlusconi: Beh, noi non abbiamo la stessa responsabilità. Ci sono responsabilità assolutamente diverse. Da parte nostra ci fu una connivenza non completamente consapevole”.
http://moked.it/blog/2013/01/27/gattegna-sulle-dichiarazioni-di-silvio-berlusconi-destituite-di-senso-morale-e-di-fondamento-storicobr/
#3Emanuel Baroz
Pacifici: “Non basta dirsi amici di Israele se poi si minimizzano le colpe del Duce”
Il presidente della Comunità Ebraica di Roma: “La politica eviti strumentalizzazioni”
di Giacomo Galeazzi
Non serve giurare sulla propria amicizia verso il popolo ebraico e Israele se poi si minimizzano le responsabilità di Mussolini per compiacere le alleanze con frange politicamente eredi del fascismo». Considera «uno scivolone imprudente» le parole di Berlusconi il presidente della Comunità Ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, amareggiato per «questa infausta uscita nel Giorno della Memoria». Il leader della più antica comunità europea argomenta il no alla riabilitazione del Duce e avverte: «È la verità storica a impedire ogni rivalutazione del fascismo».
Teme strumentalizzazioni?
«Sì. Alla sinistra diciamo che non svendiamo le ragioni d’Israele in cambio dell’antifascismo. Alla destra che le dichiarazioni di amicizia verso Israele e il popolo ebraico non legittimano la minimizzazione delle colpe del Duce. L’Italia oggi è in piena campagna elettorale e noi non facciamo endorsement. Ogni ebreo voterà secondo la propria coscienza e come comunità non entriamo nel merito dei programmi e delle alleanze. Però vigileremo sul rispetto dei principi della Costituzione per scongiurare qualunque attentato alla memoria».
Cosa la amareggia?
«Vanno temuti pericolosi cedimenti alla nefasta ideologia di un regime crudele, illiberale e repressivo. Né Berlusconi (né nessun altro) può permettersi di descrivere le leggi razziste come un semplice “errore” nella storia del Novecento. Chi decontestualizza quell’abominio compie un atto inqualificabile. Non esiste un fascismo buono e uno cattivo. E non va dimenticato che fu il fascismo a ispirare il nazismo. Per noi non esiste alcun compromesso possibile sul fascismo, nessun sostegno allo stato di Israele può farci svendere il nostro antifascismo».
Può esserci qualcosa di buono in una dittatura?
«Parlano i fatti. Il fascismo soppresse il pluralismo, accecato com’era da una concezione totalitaria del potere. Nel ventennio le autonomie individuali e sociali furono cancellate. È storicamente accertato che i fascisti fornirono ai nazisti le liste per i rastrellamenti. Le leggi razziste sono parte della politica e della storia di tutto il fascismo in Italia. Nascono da un progetto politico che annientò le libertà fondamentali dell’uomo. E bene hanno fatto i costituenti a stabilire il divieto di ispirarsi al fascismo. Una costituzione che nasce sulle ceneri del fascismo, ma anche delle leggi razziste e della Shoah. Per questo oggi Roma, città medaglia d’oro della resistenza, spegne le luci del Colosseo. Oggi un Paese europeo come l’Ungheria vive l’incubo dell’antisemitismo, con un salto nel passato che ci riporta agli Anni 30. Noi, cittadini italiani ed europei, non possiamo tollerarlo. L’indifferenza è il grande alleato dell’intolleranza» .
Quali passi chiedete?
«La caduta del governo ha impedito all’Italia, cioè alla nazione che ha partorito il fascismo, di introdurre il reato di negazionismo, come richiesto dall’Europa. Noi ci esprimiamo da cittadini italiani che condividono i valori dell’antifascismo sui quali si fonda la Costituzione. Del resto in Europa l’antifascismo è patrimonio anche dei conservatori. La condanna dei regimi totalitari deve essere un valore comune che unisce le forze politiche e il Paese».
Com’è la situazione europea?
«L’antisemitismo torna sotto forma di partiti estremisti in Grecia, Francia e in Ungheria. E anche a Napoli ci sono stati arresti in un gruppo candidato al Parlamento per azioni progettate contro gli ebrei. In Grecia il partito ultraconservatore, nazionalista e xenofobo Alba Dorata fornisce cibo ai cittadini in cambio dell’iscrizione al partito. Non si sono inventati nulla, la stessa cosa la facevano anche nazisti e fascisti. Non è solo un problema di antisemitismo ma anche di rifiuto degli immigrati e della diversità. Sapere che in Ungheria si va in parlamento con le camicie brune, che si marcia in strada, che si pensi soltanto di stilare liste di ebrei o israeliani, che i valori ricostruiti in decenni stiano per essere attentati, ci fa inorridire. Ma non resteremo indifferenti Combatteremo con tutte le nostre forze ogni atto di antisemitismo, razzismo e xenofobia. Per non consentire mai il nascere di partiti e di ideologie in nome dell’odio. E i politici devono dare l’esempio e non cadere in giudizi totalmente errati come quello su Mussolini».
http://www.lastampa.it/2013/01/28/italia/speciali/elezioni-politiche-2013/pacifici-non-basta-dirsi-amici-di-israele-se-poi-si-minimizzano-le-colpe-del-duce-7wslxPdXrgsESaXv3fnYDL/pagina.html
#4Daniel
Ridiamoci su almeno….
http://www.youtube.com/watch?v=1l8J3flqJhE
#5Daniel
e per restare in tema…
http://www.youtube.com/watch?v=BQCwDeOEAVY
#6david
“Farneticanti dichiarazioni” Diamoci una calmata prima di dare del matto a Berlusconi che matto non è Per anni ho criticato gli scappellamenti e inchini da parte di stampa ebraica e delle comunità ebraiche a certi ebrei e mezzi ebrei come Lerner,Metana,Arrigo Levi,Shaphiro(cantante inglese) e giornalisti come Mieli,Maffai…non ultimo ma solo per finirla quì co sta lagna, Ovadia recentemente invitato dallo svitato Parenzo alla giornata della cultura ebraica Ricordo che questi personaggi sono più seguiti di Berlusconi e fanno più danni del premier e non ho mai sentito tanto livore verso questi.Distinti saluti David
#7Emanuel Baroz
Caro David, a nostro parere quelle di Berlusconi sono dichiarazioni vergognose. pericolose ed inaccettabili, perchè giustificano in qualche maniera le azioni di Mussolini e, soprattutto, quelle degli italiani “brava gente”. Ovviamente questo non vuol dire che le persone da citate siano da noi stimate. Ma qui su Focus noi ci occupiamo di quello che viene detto dalle persone, e se un esponente politico importante come l’attuale leader del PDL dice una castroneria del genere riteniamo nostro dovere segnalarlo.
Saluti
#8Robdic
@Emanuel Baroz: si, la castroneria ci sarà pure ma, come ha detto in maniera acuta Umberto Perugia su “Informazione Corretta”, che lo sdegno sia ripartito in maniera più equanime, il sostegno alla flottiglia da parte del sindaco di Napoli e le continue esternazioni dei sinistrorsi su Israele non mi sembrano meno degne di riprovazione. Berlusconi nopn ha fatto apologia del fascismo, questi che ho nominato fanno apologia dei nosrti peggiori nemici contemporanei. Forse un pò più di indignazione verso questa gente non guasterebbe.
#9Robdic
@Emanuel Baroz: Inoltre, e con questo chiudo sennò divento logorroico, oggi Napolitano ha parlato, finalmente, di Ahmadinejhad. Non ho sentito una parola (UNA!!!) sul tema da parte di Bersani e delle anime belle Ingroia, Vendola e Di Pietro, su Grillo per ovvi motivi sorvolerei, così come su Monti che, unico nella storia repubblicana, è riuscito a votare una mozione per il riconoscimento dello “stato” palestinese e a far convocare per consultazioni l’Ambasciatore di Israele sui presunti ampliamenti dei cosiddetti “insediamenti” (nemmeno D’Alema da ministro degli esteri è arrivato a tanto, nemmeno d’Alemmah!!!!). Imparare a riconoscere i propri nemici, diffidare dalle montature a mezzo stampa
#10Emanuel Baroz
@Robdic: Caro Robdic, come sai bene visto che ci segui da tempo (e di questo ti ringraziamo, così come ringraziamo tutti quelli che lo fanno in maniera assidua), noi qui cerchiamo di non fare sconti a nessuno. il fatto che a nostro parere le dichiarazioni di Berlusconi sul fascismo siano state quantomeno inopportune ed errate non significa che lodiamo i vari pacifinti odiatori di Israele e i De magistris o Dalemmah…..anzi!
Che poi la Sinistra, in piena campagna elettorale, abbia sfruttato al massimo questo scivolone del leader del PDL mi sembra ovvio e scontato. Ma non vuol dire che quanto detto da Berlusconi sia meno grave
#11Robdic
@Emanuel Baroz: Un momento, non fraintendiamoci, non mi è mai passato per la mente che voi foste dalla parte dei pacifinti, altrimenti non posterei proprio. Quello che volevo dire lo chiarisco meglio adesso: l’indignazione nei confronti di B. per le frasi che ha detto è sacrosanta (difatti l’ho detto che la castroneria c’era) però ritengo che i soli legittimati a dirlo siamo noi e i nostri pochi amici non ebrei. Quando entrano nel coro certe persone però (i vari Vendola, Ingroia, Bersani) si rischia di fargli da controcanto e questo a me ripugna.
#12Emanuel Baroz
ripugna anche noi, tranquillo. Ma la faciloneria e la superficialità con cui è stata detta quella frase meritava una presa di posizione da parte nostra, o almeno abbiamo ritenuto fosse opportuno quantomeno citarla. Per quelli che hai citato (tra i quale segnalo il sindaco di Napoli che tra le tante cose non ha detto NULLA riguardo ai fatti riguardanti Casapound nel capoluogo partenopeo) saremo inflessibili. Come sempre.
#13Emanuel Baroz
Sinistra filoebrea per un giorno. Gli altri 364 abbraccia Hamas
di Fabrizio Rondolino
La sinistra italiana, che si considera la parte migliore del Paese e fra le cui mani sventola da sempre la bandiera del «politicamente corretto », ha celebrato anche quest’anno con compita partecipazione la Giornata della Memoria. E quando Silvio Berlusconi s’è lasciato scappare un giudizio infelice su Mussolini, non le è sembrato vero di sbranare – come si usa dire oggi – il Cavaliere e il suo presunto fascismo di ritorno. Lasciamo da parte Berlusconi, e volgiamo per un attimo lo sguardo alla sinistra scandalizzata o meglio sarebbe dire scandalosa, e fastidiosamente ipocrita, perché ogni 27 di gennaio è sì orgogliosa di commemorare la Shoah, ma negli altri 364 giorni dell’anno non esita ad applaudire Hamas. Lasciamo da parte le frange più estreme, i militanti del «Forum per la Palestina» – quasi tutti di Rifondazione e del Pdci, e oggi con Ingroia – che bruciano in piazza le bandiere di Israele, inneggiano al terrorismo e invocano una perversa riedizione della «soluzione finale». E lasciamo da parte gli studenti che lo scorso novembre hanno lanciato oggetti e scandito slogan minacciosi davanti alla sinagoga e alla scuola ebraica di Roma, senza che nessuno si sentisse in dovere di pronunciare una parola di condanna. E lasciamo anche da parte i lettori oramai appassiti del Manifesto , che apprezzano le parole di Valentino Parlato sulla «sanguinosa aggressione dello Stato di Israele contro i disperati di Gaza» e coprono di insulti (è accaduto tre anni fa) un collaboratore storico come Zvi Schuldiner, reo di aver scritto che «il calcolo di Hamas è criminale » .
Ma se dagli«estremisti»spostiamo l’attenzione sulla «sinistra di governo » – quella di Bersani e di Vendola- il paesaggio non muta un granché. Nel corso dell’ultimo conflitto di novembre, il governatore della Puglia non ha speso una parola per condannare i razzi che piovevano su Tel Aviv, e si è invece scatenato contro la «violenza israeliana contraria a ogni convenzione internazionale e, soprattutto, a ogni elemento di diritto», schierandosi senza se e senza ma con «una popolazione civile stremata dall’isolamento imposto da Israele». Che poi buona parte di questa «popolazione civile» inneggiasse allo sterminio degli israeliani è per Vendola un dettaglio trascurabile.
Non si è comportato molto meglio Bersani, che in quei giorni, incontrando la Comunità ebraica di Roma, ha sparato ancora una volta su Israele «Le colonie e i check point sono un’umiliazione quotidiana » – e poi non è stato capace di andare oltre una pericolante equidistanza- « il Pd non è tifoso né di Israele né dei palestinesi » – fingendo di ignorare che da una parte c’è uno Stato democratico in lotta per la propria sopravvivenza fisica, e dall’altra un’organizzazione terroristica senza scrupoli.
Già, Hamas. È qui il cuore dell’ambiguità del Pd, qui c’è il nocciolo duro, ineliminabile e imbarazzante, di una politica estera che, se dovesse diventare la politica estera del nostro Paese, potrebbe creare un serio problema internazionale. Intervenendo al seminario dei progressisti europei al Cairo, lo scorso 20 gennaio, Massimo D’Alema ha spezzato l’ambigua equidistanza di Bersani sostenendo che «non è più accettabile fare finta che la relazione fra i palestinesi fragili e divisi e i potenti israeliani sia su una base di parità». E ha poi ribadito una sua radicata convinzione: bisogna «favorire una riconciliazione politica all’interno della fazioni palestinesi.
Non avere avuto relazioni con Hamas da parte degli europei è stato un errore perché questo ha reso più difficile il processo di unità politica palestinese ». Naturalmente, ha concluso D’Alema, «non è in discussione il diritto di Israele a esistere».
Peccato che Hamas non soltanto non riconosca questo diritto, ma anzi sia nata proprio per negarlo alla radice. L’articolo 11 dello statuto spiega infatti che «la terra di Palestina è un bene inalienabile, terra islamica affidata alle generazioni dell’Islam fino al giorno della resurrezione. Non è accettabile rinunciare ad alcuna parte di essa». L’obiettivo di Hamas è di conseguenza quello di «sollevare la bandiera di Allah sopra ogni pollice della Palestina» cancellando la presenza ebraica. Davvero un programma democratico e progressista con cui dialogare.
Aveva avvertito Matteo Renzi, durante le primarie: «La sinistra italiana deve abituarsi a ridire che Israele ha il diritto di esistere, perché troppo spesso c’è stato un atteggiamento anti-israeliano inconcepibile e insopportabile». Ma non è affatto andata così, e oggi la sinistra continua a flirtare con chi lavora per la distruzione di Israele. Come se gli ebrei meritassero ogni onore soltanto quando sono morti da molti anni.
(Fonte: Il Giornale, 29 Gennaio 2013, pag. 8)
#14Emanuel Baroz
Magari non dovrei, ma sono sollevato
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Cari amici,
devo confessarvelo, ogni anno, quando finisce la giornata della memoria mi sento sollevato. Capisco naturalmente la sua utilità, la necessità di avere una data di riferimento per il ricordo della Shoah, e mi sento profondamente parte del lutto per la morte di quella metà del popolo ebraico che è stata sterminata dal nazismo – anche se la data fissata dalle autorità religiose ebraiche per questo lutto non è il 27 gennaio, ricorrenza della liberazione di Auschwitz, ma un un altro giorno del calendario ebraico di poco precedente quello in cui si ricorda la fondazione dello Stato di Israele.
Mi sento sollevato, come deve sentirsi sollevato per l’ebraismo chiunque esca da un lutto. La vita deve continuare, bisogna ricordare il dolore della scomparsa ma non restarvi catturati: questo è un insegnamento dell’ebraismo, che impone sempre la memoria, proibisce la rimozione fisica dei corpi dei defunti e quella mentale della loro identità; ma dà al lutto limiti precisi, codificandone esplicitamente le fasi e stabilendone i limiti.
Ma mi sento più sollevato perché fatico a reggere una certa retorica che con tutte le migliori intenzioni si è costruita e si frequenta intorno alla Shoah. La parola “Olocausto”, per esempio, che è tratta dal lessico dei sacrifici che si sono fatti alla divinità. La Shoah (che in ebraico vuol dire catastrofe, disastro) non è stato un sacrificio, è stato un orribile crimine, Dio non c’entra, sono stati degli uomini, dei movimenti politici, degli Stati, una certa cultura. Autorevolissimi prelati hanno parlato di Auschwitz come del Golgota, implicando una specie di ripetizione della morte di Gesù. Capisco che dal punto di vista cristiano questa sia una sacralizzazione e un riconoscimento; ma dal mio è un errore. Non bisogna cercare di costruire una teologia della Shoah, bisogna semmai capire quali convinzioni teologiche e religiose l’hanno favorita e giustificata. Per esempio quelle di coloro come molti nella storia cristiana, dai padri della Chiesa fino ad Agostino, a molti papi, a Lutero e oggi ai lefebvriani e a certi vescovi del Medio Oriente, hanno propalato l’immonda calunnia del “popolo deicida”, con le calunnie secondarie del sangue cristiano impastato nelle azzime, dell’avvelenamento dei pozzi, della profanazione dell’ostia. E nel mondo islamico di quelli che hanno diffuso le calunnie parallele degli ebrei discendenti dalle scimmie e dai maiali, nemici e assassini dei profeti, eccetera eccetera. Tutti coloro che, religiosi ma anche laici, hanno decretato che il futuro (la parusia, il secondo avvento, il giudizio finale di Allah, la società senza classi, il dominio della ragione, quel che volete, sarebbe avvenuto solo con la scomparsa del popolo ebraico. Poco importa se questa scomparsa doveva essere assimilazione, conversione, acquisto della cultura occidentale o altro. Alla fine la scomparsa è diventata la soluzione finale.
Sono sollevato perché non mi piace la parte della vittima. Non mi interessa che i miei fratelli uccisi siano onorati con monumenti e bei discorsi. Capisco che i monumenti e i discorsi servano alla memoria, ma il rischio di essere fissato in un’essenza di vittima, di avere il dovere di fare la vittima, di essere buono in quanto vittima mi sembra intollerabile, in realtà non il contrario della Shoà ma la sua continuazione. Come diceva Golda Meir, preferisco che ci vogliano condannare piuttosto che compiangere. Il senso è che se ci condannano siamo vivi, se ci compiangano siamo morti.
E qui vengo alla ragione vera del disagio, la separazione fra Shoah e Israele. In occasione della giornata della memoria, oltre che i sinceri amici del popolo ebraico, si scatenano i nemici di Israele, quelli che dicono che gli ebrei oggi fanno ai palestinesi quello che hanno subito dai nazisti. Il che è palesemente, clamorosamente falso. Per dare solo due dati. Primo: nelle guerre arabo-israeliane fra morti civili e militari, terroristi e loro vittime, i morti sono stati circa 50 mila, dalle due parti. Molto meno delle vittime della guerra civile siriana. Meno dell’un per cento della popolazione. Tantissimi di cui portare il lutto (per gli innocenti uccisi dal terrorismo, per coloro che sono caduti in difesa del diritto alla vita di Israele). Ma senza alcun confronto con il progetto nazista di distruzione totale del popolo ebraico e la sua realizzazione al 50 per cento (cui per quanto poterono, gli arabi della Palestina dettero il loro contributo). Secondo: non è vero che Gaza sia Auschwitz, basta vedere le fotografie, leggere dei rifornimenti, sapere delle visite di stato che vi si recano, guardare i razzi che vi si costruiscono e che vi si lanciano contro le città israeliane.
Ecco, io sono sollevato soprattutto di non dover sentire più quest’anno il ricordo e le condoglianze di gente che, per quanto sta in loro, aiutano al progetto di una seconda distruzione del poipolo ebraico, che è quasi unanime nel mondo arabo e musulmano. Non mi importa niente di chi compiange gli ebrei morti e non vuole che gli ebrei vivi si difendano. Considero costoro altrettanto ributtanti e forse più (in quanto ipocriti) di coloro che semplicemente celebrano il progetto hitleriano con gioia e magari rimpiangono che non si sia compiuto, come si legge sui media arabi. Sono sollevato di non sentirli più parlare dei crimini del nazismo, mentre favoriscono quelli dell’islamismo. Magari non dovrei, ma sono sollevato.
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=280&id=47898
#15Emanuel Baroz
Berlusconi: Il potere anche negativo delle parole
di Deborah Fait
Ho sempre pensato, ingenuamente, che un politico dovesse pensare prima di parlare, attento a non fare gaffes, a non offendere qualcuno.
Ho sempre pensato che uno che arriva a cariche importanti avesse l’obbligo di fare attenzione ad ogni parola, ad ogni espressione ma, nella mia semplicita’, sbagliavo perche’ i politici sono comuni mortali portati a dire cazzate, spesso oscene.
Berlusconi e’ famoso per fare gaffes e dire stupidaggini e la sua ultima, stupida e antistorica perla e’ stata pronunciata proprio durante le celebrazioni della Giornata della Memoria con quella frase su Mussolini che, a parte le Leggi Razziali, aveva fatto anche ….bene.
Quando l’ho sentito mi sono cadute le braccia, non era possibile che un politico, un imprenditore, un uomo indubbiamente intelligente si lasciasse trasportare dalla propria superficialita’ a dire idiozie tali da far saltare per aria tutta l’Italia e , il giorno successivo, tutta l’Europa in un’indignazione talmente ipocrita da essere piu’ scandalosa e indecente delle dichiarazioni del Presidente.
Come puo’ un uomo, abituato da anni a cariche pubbliche delle piu’ importanti, non sapere come esprimersi senza dare adito ai propri avversari di speculare sulle sue parole , strombazzando soddisfatti “…eccolo qua l’amico di Israele….”, e di farlo non solo il 27 gennaio ma anche in campagna elettorale.
Stupidita’ totale, stupidita’ ancor piu’ grave perche’ sappiamo che, al di la’ delle dovute dichiarazioni indignate della Comunita’ Ebraica, Berlusconi e’ davvero amico degli ebrei e di Israele.
Sappiamo che dal primo giorno del governo Berlusconi, vent’anni orsono, i rapporti tra Italia e Israele sono cambiati, sono diventati amichevoli e cordiali e sappiamo che il veleno dell’ostilita’ e, spesso dell’odio, dei governi precedenti , aveva trovato il suo antidoto.
Gli avversari di Berlusconi, quelli che protestano, quelli che si fingono indignati sono i nemici storici di Israele, sono quelli che piangono le loro lacrime di coccodrillo nella Giornata della Memoria e che poi inneggiano alle barche piene di filoterroristi che veleggiano verso Gaza per provocare Israele.
Sono quelli che vanno a braccetto con terroristi hezbollah, sono quelli che vogliono che l’Europa allacci rapporti ufficiali con Hamas.
Sono quelli che urlano “Israele non esiste”, sono quelli che, in visita ufficiale in Israele si rifiutavano di andare a Gerusalemme non riconoscendola Capitale di Israele.
Sono quelli che declinavano l’invito di recarsi allo Yad vaShem per non rinunciare a un incontro con Arafat, sono quelli mai venuti a dare solidarieta’ a Israele in 5 anni di terrorismo quotidiano, quando qui avevamo anche 15/20 attentati al giorno.
Sono quelli che, al contrario, andavano a dare solidarieta’ a chi ci massacrava, al terrorista Arafat per poi accusare Israele di essere nazista.
Sono quelli che sbattono docenti e studenti israeliani fuori dalle universita’ e licenziano i ricercartori israeliani.
Sono quelli che possono dire che Israele sia “un piccolo paese di merda” senza suscitare nessun tipo di indignazione se non la nostra di israeliani.
Sono quelli che definiscono “innocui sigaretti” i missili che hamas spara contro Israele e si mettono a urlare quando Israele reagisce.
Sono quelli che ci accusano di aver derubato i palestinesi delle loro terre.
Sono quelli che tappezzavano i muri di Roma con manifesti che li raffiguravano abbracciati ad Arafat mentre lui ci stava massacrando col terrorismo.
Sono quelli che negli anni del peggior antisemitismo dei governi italiani, facevano fuggire terroristi palestinesi dopo che avevano assassinato cittadini ebrei italiani.
Sono quelli che hanno definito “coloni” i bambini, la piu’ piccola di tre mesi, sgozzati a Itamar.
Sono quelli che non hanno voluto fare un solo minuto di silenzio alle Olimpiadi per ricordare la strage di Monaco.
Sono quelli che hanno smesso di parlare della strage di bambini ebrei a Tolosa appena saputo che l’assassino era arabo.
Sono quelli che dicono “sti ebrei non hanno imparato niente, fanno ai palestinesi quelli che hanno patito dai tedeschi”
Sono quelli che definiscono Gaza una prigione a cielo aperto.
Sono quelli che si sono imbarcati sulla Mavi Marmara e le altre barche piene di innamorati degli assassini di ebrei.
Sono quelli che vorrebbero che Israele diventasse Palestina.
Sono quelli che dicono che l’11 settembre e’stata opera di Israele.
Sono quelli che deridono la nostra attenzione al pericolo Iran che potrebbe portare a una seconda e definitiva Shoa’.
Sono quelli che considerano hezbollah un “partito politico”.
Sono quelli che disegnano vignette raffiguranti Netaniahu, col nasone da ebreo delle vignette naziste, che costruisce un muro col sangue e pezzi di corpi dei poveri palestines, pubblicata esattamente il 27 gennaio.
Sono quelli che dicono “anche l’ONU vi condanna” e non gliene frega niente che Le condanne contro Israele siano centinaia contro ZERO nei confronti di paesi che commettono massacri e genocidi.
Sono quelli che non si indignano se gli ebrei europei devono tenere un basso profilo per non farsi riconoscere.
L’elenco dell’ipocrisia sarebbe infinito.
I travasi di bile che noi sionisti abbiamo patito durante i governi antisraeliani che hanno fatto la storia europea del dopoguerra non si sono ancora riassorbiti e, posso dirlo tranquillamente anche se saro’ impopolare, che quei travasi di bile sono cessati nel 1994, col primo governo Berlusconi, per ricominciare tragicamente coi governi Prodi e D’Alema, di tristissima memoria, quando ministri degli esteri andavano a Beirut a braccetto con chi voleva la distruzione di Israele o quando orde di pacifisti , finanziati dai loro partiti colla falce e martello, dimostravano bruciando bandiere israeliane e venivano in Israele per dire che eravamo assassini … mentre i nostri figli saltavano per aria e mirivano bruciati vivi… per poi correre ad abbracciare Arafat
Nessuno e dico nessuno, se non noi ebrei e chi ci ama pur senza esserlo, ha il diritto di indignarsi per le parole di Berlusconi i cui governi hanno permesso a noi israeliani di tirare un respiro di sollievo e chi oggi lo nega e’ in malafede.
Noi ebrei possiamo dire che le parole di Berlusconi sono state stupide e dette nel momento piu’ sbagliato ma quelli che le hanno usate per travestirsi da pecorelle indignate e innocenti non sono altro che lupi assetati del sangue di altri ebrei, quelli vivi, quelli che sono in Israele continuamente minacciati dagli arabi e dai loro protettori occidentali.
Noi ebrei vivi portiamo nella nostra carne e nel nostro sangue la Memoria dei Sei Milioni e che i lupi abbiano almeno il buon gusto di tacere!
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=47919
#16Emanuel Baroz
I felloni ipocriti dell’Olocausto
di Giulio Meotti
La frase su Mussolini dell’ex presidente del consiglio Berlusconi era infelice, nei tempi e nel luogo, la giornata della memoria, come lo sono state spesso le sue barzellette. Ma è molto più squallida l’ipocrisia dei felloni che lo attaccano e ci hanno dedicato le prime pagine dei quotidiani.
Ipocriti perché hanno trasformato la morte di milioni di ebrei in una banale piattaforma di educazione civica buona solo per le sezioni di partito.
Ipocriti perché hanno fatto del giorno della memoria il sacrario delle loro buone intenzioni umanitariste.
Ipocriti perché si riempiono la bocca sugli ebrei morti ma vanno a passeggio a Beirut con i più grandi antisemiti viventi, gli islamisti tagliateste di Hezbollah.
Ipocriti perché usano l’Olocausto per promuovere nuove forme di ostilità antiebraica (“Israele non ha imparato la lezione della storia…”).
Ipocriti perché benedicono le crociere pro Hamas.
Ipocriti perché quando i bambini ebrei di Tolosa si scoprì che erano stati uccisi da un giovane arabo fanatizzato non scrissero più una riga.
Ipocriti perché quando gli ebrei saltavano in aria negli autobus di Afula e Tel Aviv si imboscarono tutti.
Ipocriti perché fomentano un’opinione pubblica che contempla un mondo ripulito dallo stato ebraico.
Se questa è la loro giornata della memoria, facciamone a meno. Serve solo a impaginare nove colonne di giornale.
http://www.ilfoglio.it/zakor/1018