Siria, Israele colpisce convoglio armi a frontiera con Libano
di Dominic Evans e Khaled Yacoub Oweis
Beirut/Amman, 30 Gennaio 2013 (Reuters) – Aerei da guerra israeliani hanno bombardato un convoglio in Siria vicino alla frontiera con il Libano, per colpire armi destinate agli Hezbollah in quello che secondo alcuni è un avvertimento a Damasco, riferiscono fonti a Reuters. La televisione di stato siriana ha accusato Israele di aver bombardato un centro di ricerca militare a Jamraya, tra Damasco e la vicina frontiera, ma ribelli siriani smentiscono, dicendo che sono state le loro forze ad attaccare il sito. Nessuna fonte ha parlato di un secondo attacco israeliano.
“L’obiettivo era un camion carico di armi, diretto dalla Siria al Libano”, ha detto un diplomatico occidentale, facendo eco ad altri secondo i quali il carico del convoglio probabilmente comprendeva missili antiaerei o razzi a lungo raggio. Divere fonti escludono la presenza nel convoglio di armi chimiche. Fonti diplomatiche di tre Paesi hanno detto a Reuters che si ritiene che armi chimiche fossero stoccate a Jamraya, e che è possibile che il convoglio fosse vicino al sito quando ieri è stato attaccato.
L’episodio ha fatto seguito agli avvertimenti di Israele di essere pronto ad agire per impedire che a causa della rivolta contro il presidente Bashar al-Assad armi chimiche e razzi moderni arrivino ai suoi alleati Hezbollah o ai suoi nemici islamici.
(Fonte: Reuters, 31 Gennaio 2013)
Nella foto in alto: l’incubo dei cittadini israeliani: una guerra chimica
#1Emanuel Baroz
31/01/2013 La tv siriana ha annunciato mercoledì sera che jet israeliani avrebbero attaccato un centro di ricerca militare alla periferia di Damasco. Secondo un sito web di news libanese, l’attacco sarebbe avvenuto la notte scorsa con alcuni missili lanciati da aerei contro un “centro specializzato nello sviluppo di armi chimiche e ricerche connesse a questo settore”.
31/01/2013 L’asteroide 271763, scoperto da David H. Levy e Wendee Levy, americani, e Tom Glinos, canadese, è stato intitolato all’Università di Gerusalemme dalla International Astronomical Union. L’asteroide si trova in una fascia di asteroidi tra le orbite di Marte e Giove. Levy, che ha scoperto, da solo o con altri, 22 comete e più di 150 asteroidi, ha voluto onorare l’ateneo dove ha completato il dottorato nel giugno 2010.
31/01/2013 “Il mito dell’Olocausto è un’industria inventata dagli americani. I sei milioni di ebrei non vennero affatto uccisi dai nazisti, in realtà vennero portati negli Stati Uniti con un’operazione dei servizi segreti americani, in cooperazione con i loro alleati, per screditare la Germania e giustificare le distruzioni massicce contro le potenze dell’Asse, specialmente le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki”. Lo ha detto Fathi Shihab-Eddim, stretto consigliere del presidente egiziano Mohamed Morsi e responsabile per la nomina dei direttori di tutta la stampa statale. Shihab-Eddim ha rilasciato queste dichiarazioni domenica scorsa, in occasione della Giornata Internazionale della memoria della Shoà.
31/01/2013 Il presidente d’Israele Shimon Peres ha ricevuto mercoledì dal giudice Elyakim Rubinstein, presidente della Commissione Elettorale Centrale, i risultati ufficiali e definitivi delle elezioni per la 19esima Knesset, svolte il 22 gennaio scorso. Il presidente israeliano ha così avviato le consultazioni per la formazione della nuova consultazione, iniziando con l’incontrare i rappresentanti del Likud e di Yesh Atid.
31/01/2013 Il Vaticano ha promesso un dono di 100.000 dollari per la ristrutturazione della Chiesa della Natività a Betlemme. Ne ha dato notizia mercoledì l’Autorità Palestinese, citata dall’agenzia Ma’an. Una delegazione vaticana ha incontrato a Ramallah il ministro degli esteri dell’Autorità Palestinese, Riyad Al-Maliki, per mettere a punto il progetto di accordo bilaterale. La delegazione della Santa Sede era guidata dal sotto-segretario per le relazioni esterne Ettore Balestrero.
31/01/2013 Israele ha sbloccato 100 milioni di dollari, una parte del gettito fiscale destinato all’Autorità Palestinese che era stato congelato dopo che lo scorso novembre l’Autorità Palestinese si era fatta riconoscere alle Nazioni Unite come “stato osservatore” senza negoziato né accordo con Israele in violazione degli accordi firmati. La decisione è stata presa dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu “a causa della difficile situazione finanziaria dell’Autorità Palestinese”, ha spiegato un funzionario governativo, aggiungendo che si tratta di un “trasferimento provvisorio che riguarda solo l’importo di un mese”.
31/01/2013 Secondo un sondaggio dell’istituto Smith Research, il 38% della popolazione israeliana vorrebbe una coalizione di governo senza i partiti ultra-ortodossi come Shas o Yahadut Hatorah. In particolare, vorrebbero escludere gli ultra-ortodossi il 68% degli intervistati che hanno votato Atid Yesh e il 34% di quelli che hanno votato Likud-Beitenu.
30/01/2013 Secondo fonti occidentali della sicurezza basate a Beirut, citate mercoledì dalla Associated Press, Israele avrebbe attaccato in territorio siriano, vicino al confine con il Libano, un convoglio di camion carichi di moderni missili terra-aria tipo SA-17, di produzione russa, che avrebbero radicalmente alterato la situazione strategica rispetto a Hezbollah. Anche la tv araba Al Arabiya ha parlato di un convoglio di missili terra-aria, ma senza armi chimiche. La britannica Sky News ha invece menzionato missili anti-nave, precisando che il raid avrebbe avuto luogo nella zona del villaggio Nabi Chit, nella Bekaa libanese, a sud di Baalbek, presso il confine siriano.
30/01/2013 Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dato disposizione ai membri del governo israeliano di non commentare le notizie relative al presunto attacco aereo israeliano della notte scorsa contro un convoglio di armi siriane.
30/01/2013 Di fronte alla possibilità che il regime siriano stia per crollare, “non si deve in nessun caso permette che Hezbollah s’impadronisca di armi sofisticate attualmente in possesso del regime di Damasco”. Lo ha dichiarato mercoledì pomeriggio l’ex capo del Mossad, Danny Yatom, secondo il quale il movimento terrorista sciita libanese “farà di tutto per prendere il controllo di queste armi”, cosa che Israele dovrebbe considerare un ‘casus belli’.
30/01/2013 Aerei israeliani avrebbero attaccato, nella notte fra martedì e mercoledì, un obiettivo militare, forse un convoglio di armi, al confine tra Siria e Libano. Lo affermano fonti occidentali e fonti vicine all’intelligence israeliana, riprese dalla stampa araba e internazionale. Le Forze di Difesa israeliane non hanno rilasciato commenti. Le autorità libanesi hanno confermato che una dozzina di jet israeliani avrebbero sorvolato il suo territorio a più riprese, nelle zone di En Nakura e di Ramish. Secondo alcune fonti della sicurezza citate da AFP, il bersaglio sarebbe stato colpito in territorio siriano. Israele ha sempre dichiarato che avrebbe considerato un ‘casus belli’ l’eventuale trasferimento a gruppi terroristici come Hezbollah di armamenti particolarmente pericolosi, o addirittura non-convenzionali, provenienti dall’arsenale siriano.
30/01/2013 Siria. I ribelli anti-Assad avrebbero catturato nel nord della Siria due membri iraniani dei Guardiani della Rivoluzione islamica. Lo ha detto martedì la tv Al Arabiya.
30/01/2013 Khaled Meshaal, capo del politburo di Hamas, vorrebbe assumere la presidenza dell’Olp (Organizzazione per la Liberazione della Palestina), attualmente guidata da Mahmoud Abbas (Abu Mazen). Lo ha riferito il quotidiano pan-arabo edito a Londra Al Quds al Arabi, secondo il quale la decisione di Meshaal di non farsi confermare a capo di Hamas è motivata dalla sua ambizione di prendere la guida dell’Olp.
30/01/2013 Il governatore della Banca d’Israele, Stanley Fischer, ha annunciato martedì che lascerà l’incarico alla fine di giugno 2013. Non ha spiegato le ragioni della decisione, ma ha detto che avrebbe tenuto mercoledì una conferenza stampa in merito, a Gerusalemme. Fischer è stato a capo della Banca d’Israele per più di 8 anni e avrebbe dovuto restare in carica fino al 2015.
30/01/2013 Egitto. Un tribunale del Cairo ha confermato martedì le condanne a morte in contumacia per blasfemia contro sette cristiani copti egiziani, per il loro coinvolgimento nella produzione del film anti-islam che fece esplodere sanguinose proteste nel mondo musulmano lo scorso settembre (più di 30 morti). Ridotta, invece, la condanna a carico di un pastore americano. Ne hanno dato notizia fonti giudiziarie.
30/01/2013 Amir Eshel, comandante in capo delle forze aeree israeliane, intervenendo martedì a Herzliya in un simposio aerospaziale internazionale dedicato alla memoria dell’astronauta israeliano Ilan Ramon (nel decimo anniversario del disastro dello Space Shuttle Columbia), ha parlato delle tensioni sul fronte siriano. “La Siria sta subendo scosse telluriche e un processo di disintegrazione, ed è un paese in possesso di un enorme arsenale comprendente anche armi non convenzionali. Quell’arsenale potrebbe essere schierato ai nostri confini”.
30/01/2013 Siria. Almeno 65 persone uccise con un colpo alla testa sono state trovate, con le mani legate, presso la città settentrionale di Aleppo. Allo stato, non è chiaro chi abbia compiuto la carneficina.
30/01/2013 L’amministratore della NASA, Charles Bolden, è arrivato in Israele lunedì per partecipare al lancio di Moona, un nuovo centro scientifico, spaziale e ambientale posto a Sakhnin (nord Israele).
30/01/2013 Siria. L’Alto Commissariato Onu per i rifugiati avanza la cifra di 700.000 profughi siriani nei paesi vicini o in attesa di attraversare il confine per fuggire dalla guerra civile che devasta il paese. Solo la scorsa settimana sarebbero giunti 21.000 profughi nel campo di Zaatari, nel nord della Giordania: una quantità cinque volte maggiore di quella che il campo è in grado di assorbire.
29/01/2013 Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, intervenendo domenica a Tehran alla 26esima Conferenza Internazionale dell’Unità Islamica (in coincidenza con la Giornata internazionale della Memoria della Shoah), ha esortato tutto il mondo musulmano a unirsi per “sradicare il sionismo”, che Ahmadinejad ha definito ”corrotto, ignorante e omicida”. Lo ha riferito l’agenzia semi-ufficiale iraniana PressTV.
29/01/2013 Si apprende che Forze di Difesa e servizi di sicurezza israeliani hanno arrestato, nel dicembre scorso, nel villaggio di Kfar Fadjer, vicino a Betlemme (Cisgiordania), una cellula terroristica appartenente a Fatah che stava pianificando una serie di attentati.
29/01/2013 Arabia Saudita. I negozi che impiegano uomini e donne dovranno erigere una separazione alta almeno 160 cm per impedire ai due sessi di mescolarsi. Lo ha annunciato lunedì la stampa saudita, che riferisce di un memorandum in questo senso firmato da Abdel Latif Al-Sheikh, capo della potente polizia religiosa incaricata di garantire il rispetto della morale islamica, e dal ministro del lavoro, Adel Faqih.
29/01/2013 Iran. Arrestati negli ultimi giorni undici giornalisti accusati di ”cooperare con i mass-media stranieri in lingua persiana”. A cinque mesi dalla elezioni presidenziali, le autorità di Tehran sembrano determinate a imbavagliare la stampa per evitare il ripetersi delle proteste che fecero seguito alla contestata rielezione di Mahmoud Ahmadinejad nel giugno 2009.
29/01/2013 Secondo il partito salafita egiziano Al Nour, ”i sionisti” sarebbero responsabili dei disordini nel paese. ”L’obiettivo di Israele è quello di distruggere l’Egitto, come la Libia e la Siria”, hanno dichiarato gli estremisti islamisti egiziani.
29/01/2013 Tafferugli, lunedì, nel quartiere arabo Silwan di Gerusalemme, durante la demolizione di un edificio abusivo.
29/01/2013 La presidente argentina Cristina Kirchner ha annunciato domenica un accordo con l’Iran per la creazione di una commissione indipendente che indaghi sull’attentato contro l’Amia (Associazione di assistenza israelita) a Buenos Aires, nel 1994, in cui morirono 85 persone, e per il quale l’Argentina chiede da tempo l’estradizione di otto sospettati iraniani fra cui l’attuale ministro della difesa di Tehran, Ahmad Vahidi, e l’ex presidente Akbar Hashemi Rafsandjani. “Siamo rimasti sorpresi nell’apprendere questa notizia – ha dichiarato Yigal Palmor, portavoce del ministero degli esteri israeliano – Aspettiamo che gli argentini ci comunichino i dettagli di quanto sta avvenendo, poiché questa vicenda riguarda direttamente Israele”.
29/01/2013 Nayeh Hawatmeh, capo del gruppo terrorista Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina (FDLP), ha deciso di non entrare nei territori palestinesi di Cisgiordania nonostante le voci che lo davano in procinto di recarvisi. Lo ha detto lunedì l’ufficio politico del gruppo, secondo il quale Israele avrebbe chiesto che la fazione rinunciasse alla “lotta armata” in cambio del permesso d’ingresso per Hawatmeh: una condizione respinta dall’ufficio politico, ha spiegato uno dei suoi membri, Talal Abu Tharifa.
29/01/2013 A causa dei segni di smottamento del regime di Bashar al-Assad, Hezbollah avrebbe stabilito dei campi militari vicino ai magazzini di armi chimiche siriane. Lo affermano fonti israeliane, secondo le quali vi è il pericolo che l’organizzazione terrorista islamista libanese possa impadronirsi delle armi non convenzionali, approfittando del caos che regna in Siria, per trasferirle in Libano. Nei giorni scorsi Israele ha schierato batterie anti-missile “Cupola di ferro” nella baia di Haifa e presso Tzfat-Safed (nord Israele).
29/01/2013 Secondo il sito web palestinese Shefa, più di 7.000 uomini armati di Hamas sarebbero penetrati dalla striscia di Gaza in Egitto per recarsi al Cairo a proteggere il palazzo presidenziale di Mohamed Morsi (della Fratellanza Musulmana) dai disordini attualmente in corso nel paese. L’informazione del sito palestinese non è confermata da altre fonti.
29/01/2013 Un funzionario dei servizi di intelligence israeliani, citato dal Times di Londra, ha confermato che l’esplosione avvenuta il 21 gennaio nel sito della centrale nucleare iraniana sotterranea di Fordo ha causato danni considerevoli. Le autorità iraniane sostengono che l’informazione non ha alcun fondamento.
(Fonte: Israele.net)
#2Emanuel Baroz
Caccia israeliani in azione in Siria
La televisione siriana ha affermato che al tramonto aerei da guerra israeliani hanno bombardato un sito di ricerca militare a Damasco. Nei giorni scorsi diversi allarmi parlavano del pericolo che armi chimiche o di altro genere potessero arrivare nelle mani delle milizie sciite libanesi dell’Hezbollah come conseguenza del conflitto siriano
Israele passa all’azione in Siria. Dopo diversi allarmi lanciati nei giorni scorsi sul pericolo che armi chimiche o di altro genere potessero arrivare nelle mani delle milizie sciite libanesi dell’Hezbollah, caccia dello Stato ebraico hanno attaccato oggi all’alba obiettivi in territorio siriano. Per tutta la giornata diverse fonti diplomatiche e di apparati di sicurezza – rimaste anonime – hanno raccontato di un bombardamento vicino al confine di un convoglio che dalla Siria trasportava armamenti verso il Libano. Mentre in serata l’esercito siriano ha denunciato ufficialmente un raid israeliano – alle prime ore dell’alba – contro un centro di ricerche militari che avrebbe provocato due morti e cinque feriti.
Altri testimoni avevano raccontato in precedenza di un attacco – martedì notte – ad un sito per lo sviluppo di ”armi non convenzionali” ad al-Hameh, 15 km a nord ovest di Damasco. Le informazioni arrivano confuse e lo Stato ebraico tace. Ma quel che appare certo è che l’attacco c’è stato e che tra ieri pomeriggio e la notte scorsa diversi jet israeliani hanno violato gli spazi aerei libanese e siriano. Un’attività consueta, ma stavolta avvenuta su scala ben maggiore rispetto al solito. Almeno 12 caccia, secondo fonti militari di Beirut, hanno solcato i cieli libanesi in tre ondate successive tra le 16.30 di ieri fino alle prime ore di oggi. Una circostanza confermata anche dalle forze Onu dell’Unifil in Libano. Ciò confermerebbe una ricostruzione che i mass media israeliani hanno cercato di fare, sfuggendo parzialmente alle maglie della censura militare.
Secondo i siti di Maariv e Haaretz, infatti, l’attacco sarebbe avvenuto vicino alla strada tra Damasco e Beirut. Maariv ritiene probabile che gli aerei da combattimento israeliani abbiano sorvolato le alture del Golan e quindi abbiano puntato verso Nord, lungo la linea di demarcazione siro-libanese. Secondo Haaretz, invece, gli aerei israeliani avrebbero sorvolato il Mar Mediterraneo fino all’altezza di Beirut per poi puntare a est verso la Siria. L’agenzia statale Nna di Beirut esclude comunque che l’attacco sia avvenuto in territorio libanese. Le fonti che sostengono la tesi del raid contro il carico di armamenti escludono comunque che si trattasse delle tanto temute armi chimiche: sarebbe invece una partita di missili anti-aerei di fabbricazione russa, probabilmente gli SA-7. Un’arma che, nelle mani dell’Hezbollah, potrebbe alterare in modo significativo gli equilibri di forza con Israele. Se durante la guerra dell’estate 2006 Hezbollah aveva lanciato più di 4.000 razzi sul nord di Israele, l’aviazione dello Stato ebraico non aveva incontrato ostacoli significativi nelle sue ripetute incursioni fino alla periferia di Beirut.
Un’efficace arma anti-aerea nelle mani delle milizie sciite potrebbe invece ridurre considerevolmente la potenza di fuoco israeliana. Diversi segnali che Israele potesse passare all’azione si erano avuti negli ultimi giorni. Domenica il primo ministro Benyamin Netanyahu ha messo in guardia dalle “importanti minacce” che incombono su Israele, citando l’Iran e la Siria. Mentre le forze armate hanno detto di avere riposizionato due batterie di sistemi di intercettazione anti-razzo Iron Dome nel nord del Paese. E proprio in questa regione, ha detto stasera la radio militare, viene mantenuto un elevato stato di allerta, motivato dal timore che armamenti ”sofisticati”, e non necessariamente chimici, passino dalla Siria agli Hezbollah. Il conflitto siriano rischia di infiammare sempre più tutta la regione.
(Fonte: Giornale Radio RAI, 30 gennaio 2013)
#3Emanuel Baroz
Israele conferma trasferimenti di armi tra Siria e Hezbollah libanese
Accusato di aver lanciato raid aerei nei pressi della capitale siriana Damasco, il governo di Israele si dice determinato a impedire il trasferimento di armi dagli arsenali siriani al movimento libanese Hezbollah, alleato dell’Iran
Mercoledì sera il governo di Damasco aveva annunciato che l’aviazione da guerra israeliana aveva bombardato un centro di ricerca militare a una quindicina di chilometri dalla capitale.
Le autorità israeliane hanno rifiutato di commentare la notizia ma una conferma indiretta è giunta dalle parole di Tzahi Hanegbi, ex presidente della commissione di Difesa : “Israele ha sempre detto che se armi in provenienza dall’Iran, dalla Corea del Nord e dalla Russia fossero cadute nelle mani di Hezbollah, una linea rossa sarebbe stata oltrepassata. Israele non può accettare che armi tecnologicamente sofisticate siano in possesso di organizzazioni terroristiche. Il nostro governo desidera che i paesi occidentali prendano il controllo delle armi siriane ma l’Occidente non sembra pronto a una simile decisione. Israele si trova dunque di fronte a un dilemma che deve gestire da solo.”
Il generale israeliano Dan Harel ha dal canto suo sottolineato che Israele non è pronto ad accettare che il movimento Hezbollah sconvolga l’equilibrio delle forze. Riguardo al raid aereo di martedì notte, Harel ha commentato : “Se davvero Israele ha bombardato in territorio siriano, lo ha fatto per mantenere l’equilibrio militare.”
I media israeliani riportano giovedì un notevole aumento delle richieste di maschere a gas nel nord del paese, dove cresce il timore di attacchi dalla Siria o dal gruppo libanese Hezbollah.
Il governo di Tel Aviv (che poi sarebbe di Gerusalemme….)ha dichiarato che la consegna di armi chimiche siriane a Hezbollah costituirebbe un “casus belli” al quale Israele replicherebbe in maniera immediata e decisa.
(Fonte: Ticinolive, 31 Gennaio 2013)
#4Emanuel Baroz
Raid aerei israeliani, la Siria: “Ci hanno colpito”
Mistero sull’attacco. L’unica certezza: Tel Aviv teme le armi chimiche di Assad
Si sa sempre poco in Medio Oriente degli eventi basilari, finchè essi non si spalancano come un fiore carnivoro e rivelano i loro significati fatali. Così accadde con il bombardamento del reattore di Osirak nel 1981 in Irak e poi di quello siriano nel 2008, a lungo Israele negò e non spiegò. Anche ora si sa poco delle incursioni degli F16 israeliani che hanno (forse) bombardato nella notte fra martedì e ieri (non è confermato, anzi, il riserbo è totale) “qualcosa” sul confine fra Siria e il Libano: “I jet israeliani hanno violato il nostro spazio aereo all’alba di oggi e hanno effettuato un attacco diretto contro un centro di ricerche scientifiche per testare il nostro livello di difesa e resistenza” l’unica conferma firmata alla Sana dal comandante dell’esercito siriano.
Ci sono tre ipotesi che tuttavia convergono su un punto di significato cruciale, ovvero la situazione estrema che la rivoluzione siriana ha ormai creato: sarebbe stata bombardata una carovana di camion carichi di armi forse in parte chimiche in viaggio dalla Siria in Libano, per finire nelle mani degli hezbollah. Oppure, ipotesi due, sarebbero stati distrutti alcuni depositi in cui erano pronti oltre all’ingente arsenale di missili iraniani forniti alla Siria e agli Hezbollah anche degli SA17 russi, che cambiano decisamente l’equilibrio balistico dell’area. Oppure, terza ipotesi, ambedue i tipi di armi sono stati oggetto dell’attacco israeliano. Sembra che sia stato colpito il territorio siriano, anche se sul confine.
Fra tutti questi “sembra”, la verità inequivocabile, secondo i criteri con cui viene decisa un’operazione di questa portata e di questa evidente potenzialità strategica (è la prima volta che Israele interverrebbe direttamente e per sua iniziativa in una situazione creatasi a causa di una rivoluzione araba) è che non se ne può più fare a meno, e anche che ci se ne aspetta i massimi risultati. Il governo di Netanyahu, in varie forme, ripeteva da giorni che non doveva essere sorpassata la “linea rossa” del cambiamento strategico degli armamenti presenti nella zona. Aveva addirittura riunito il gabinetto poche ore dopo le elezioni per parlare appunto, di Siria. Evidentemente le armi o sono già passate in mani di nuovi proprietari imprevedibili o stanno per farlo. Il regime di Assad potrebbe forse durare ancora qualche mese, ma sono chiari i segni dello smottamento totale della Siria e dello scivolare della sua potente, moderna fornitura d’armi nelle mani degli sciiti hezbollah o dei ribelli. Gli uomini di Nasrallah hanno ultimamente stabilito nuove basi in Siria presso gli arsenali di armi non convenzionali, mentre anche i sunniti si organizzano allo stesso scopo.
Per Israele, come del resto per gli Stati Uniti e persino per la Russia che ha fornito qualche segnale in questo senso, il passaggio delle armi chimiche e convenzionali in mani estremiste è uno sviluppo che segna un pericolo imminente. E’ per questo che Israele ha piazzato Kipat Barzel, le nuove potenti batterie di difesa aerea, sul confine del nord. Se l’attacco di ieri è avvenuto, se l’ha compiuto Israele, tutte cose piuttosto realistiche, ora c’è da chiedersi se l’IDF è pronto ad affrontare un’eventuale reazione. Anche qui la risposta ha varie sfumature: Assad non è nel migliore stato per intraprendere una guerra con Israele, e anche gli Hezbollah, dato che il loro amico Bashar non rappresenta più una base logistica affidabile, non vedono volentieri uno scontro duro, che alla fine risulterebbe distruttivo per la loro presa sul Libano. Può anche darsi che i veri capi degli hezbollah e di Assad, gli iraniani siano in questi giorni molto occupati con i loro danni dopo lo scoppio della struttura di arricchimento delle’Uranio di Fordo, che la CIA sostiene essere di dimensioni molto notevoli. Tutto questo però può crollare di fronte all’istinto fanatico e antisraeliano di molti nemici di Israele attratti dall’occasione bellica.
Gli israeliani affrontano con calma la consueta cerimonia, che purtroppo talvolta è risultata assai realistica, per cui si tirano fuori le maschere antigas, si spolverano, si provano, si ascoltano e si leggono le istruzioni per rimetterle in funzione Il numero di normali cittadini che hanno rinnovato il loro kit contro le armi non convenzionali è triplicato nell’ultimo mese. Questa è la nuova situazione. E anche il grande caos egiziano che ieri ha fatto altre due vittime nelle piazze, non promette niente di buono. Il Sinai, abbandonato alle bande beduine, diventa sempre di più una giungla qaedista sul confine di Israele.
(Fonte: Il Giornale, 31 Gennaio 2013)
http://www.fiammanirenstein.com/articoli.asp?Categoria=3&Id=3091
#5Daniel
Israele ammette il raid di gennaio contro il convoglio militare siriano
GERUSALEMME, 22 apr. – Gli attacchi dello scorso 30 gennaio a Damasco contro un convoglio militare siriano diretto in Libano e contro un deposito di armi chimiche fu condotto da jet israeliani. L’ammissione e’ arrivata dal ministro della Difesa dello Stato ebraico, Moshe Yaalon, nel corso di una conferenza stampa congiunta con il capo del Pentagono, Chuck Hagel, che si e’ tenuta a Tel Aviv: “Quando hanno oltrepassato la linea rossa, abbiamo agito”, ha detto, riferendosi alle “armi sofisticate” o “chimiche” che dalla Siria potrebbero arrivare in Libano nelle mani di “Hezbollah o altre canaglie”.
Negli ambienti diplomatici e militari era dato per scontato che l’attacco di tre mesi fa fosse stato pianificato da Israele, anche se ancora oggi Washington fa sapere ufficialmente che sta cercando di capire i dettagli di quei raid che centrarono un numero ancora imprecisato di missili terra-aria. “Le nostre agenzie di intelligence indagano”, si e’ limitato a dire Hagel, noto per le sue posizioni fredde verso Israele e arrivato nello Stato ebraico all’inizio di una visita di sei giorni nella regione. Nell’agenda di Hagel ci sono non solo il conflitto siriano e il braccio di ferro con l’Iran sul programma nucleare di Teheran ma anche l’accordo per una compravendita miliardaria di armi con Israele, Arabia Saudita ed Emirati Arabi.
(AGI, 22 aprile 2013)