Siria: ribelli accusano, “decine morti per attacchi Hezbollah”
Damasco, 18 Febbraio 2013 – (AGI) – Decine di persone, compresi un gran numero di civili, sarebbero morte in Siria negli ultimi due giorni a causa di una serie di attacchi sferrati oltre confine da miliziani del movimento radicale sciita libanese Hezbollah, stretto alleato del regime di Damasco, che hanno costretto a reagire con le armi i ribelli locali: lo ha denunciato Fahd al-Masri, portavoce del Libero Esercito Siriano, costituito in massima parte da ex militari che hanno disertato dai ranghi lealisti.
Teatro delle scorribande di Hezbollah soprattutto la provincia centrale di Homs, e in particolare i dintorni delle localita’ di al-Qoseir, al-Borhaniyah, Abu Huri e Sarqaya, ha precisato Masri, a detta del quale i guerriglieri filo-siriani avrebbero utilizzato le artiglierie pesanti contro la stessa popolazione.
Nei combattimenti avrebbero perso circa trenta uomini, mentre gli insorti uccisi non sarebbero piu’ di sei. Masri ha poi voluto lanciare un “avvertimento” al leader del Partito di Dio, lo sceicco Hassan Nasrallah: “La sua fine e’ vicina”, ha ammonito il portavoce.
Thanks to Progetto Dreyfus
#1Emanuel Baroz
Hezbollah invade la Siria
di Sarah F
Non è uno scherzo o un titolo provocatorio. Secondo l’opposizione siriana oltre mille uomini di Hezbollah sarebbero entrati in Siria nelle ultime 24 ore per affiancare l’esercito siriano nei combattimenti. “Una vera e propria invasione di terra” ha affermato un responsabile della dissidenza siriana all’estero.
Secondo la resistenza siriana miliziani di Hezbollah controllano almeno otto villaggi intorno a Homs e nelle ultime ore hanno attaccato diversi villaggi che si trovano lungo il confine libanese tanto da spingere il portavoce dei ribelli siriani, Louay Almokdad, a lanciare un appello agli abitanti dei villaggi di confine con il Libano a lasciare al più presto la zona. «Le milizie di Hezbollah hanno dichiarato guerra al popolo siriano» ha detto Louay Almokdad nel suo comunicato.
Intanto la stampa iraniana cerca di nuovo di accreditare l’idea che Israele sosterrebbe il ribelli. Questa mattina infatti riferiscono che sabato scorso medici israeliani avrebbero curato almeno otto ribelli feriti nelle Alture del Golan, un fatto smentito seccamente dai vertici del Free Syrian Army.
Al contrario, il coinvolgimento di Hezbollah nel conflitto siriano non solo è evidente, è più che provato e solo Catherine Ashton e la sua combriccola di antisemiti non lo vedono e continuano a difendere il gruppo terrorista libanese definendolo “un partito politico”, un aperto insulto alla verità.
Il massiccio coinvolgimento di Hezbollah nel conflitto in Siria preoccupa tutto il mondo arabo e la Turchia, non solo per le atrocità di cui sono capaci i terroristi libanesi, ma anche per la possibilità che questo intervento, sicuramente diretto da Teheran, destabilizzi ulteriormente il Libano profondamente diviso tra i sostenitori e oppositori di Assad.
http://www.rightsreporter.org/hezbollah-invade-la-siria/
#2Emanuel Baroz
Libano, critiche a Hezbollah: meglio combattere Israele che sostenere Assad
di Sarah F
C’è un vecchio detto secondo cui “il Libano balla sull’orlo di un vulcano”. Mai come ora quel detto rispecchia la verità. Con il coinvolgimento diretto e aperto di Hezbollah nella guerra civile siriana le tensioni all’interno del Paese dei cedri si sono acuite nelle ultime ore e in diverse occasioni si è sfiorato il conflitto armato tra diverse fazioni.
Ieri si è fatto sentire il capo del partito Kataeb, Amin Gemayel, il quale ha ammonio Hezbollah che un suo coinvolgimento diretto in Siria potrebbe avere gravi ripercussioni in Libano. Gemayel ha invitato il gruppo terrorista libanese a concentrarsi sul vero nemico del Libano, Israele, e non sul tentativo di salvare Assad. Amin Gemayel ha poi parlato delle accuse arrivate dal Bahrein secondo cui miliziani di Hezbollah starebbero addestrando ed armando le milizie sciite ostili al governo del Paese del Golfo. «Una intromissione di Hezbollah nelle vicende interne del Bahrein sarebbe devastante per l’economia libanese» ha ammonito Gemayel. Il Bahrein è infatti uno dei maggiori partner commerciali del Libano.
Hezbollah tuttavia difende le sue “operazioni estere” definendole necessarie alla difesa dei cittadini sciiti sia in Siria che in Bahrein.
Secondo l’International Crisis Group, che ha appena emesso un rapporto allarmate sul Libano, il 2013 potrebbe essere per il territorio libanese una anno durissimo. Il riposizionamento di Hezbollah dopo la più che probabile caduta di Assad potrebbe sconvolgere i fragili equilibri interni del Libano. L’arrivo di centinaia di migliaia di profughi dalla Siria, che siano essi sciiti, sunniti o Alawiti, preoccupa fortemente la minoranza cristiana che vede in questo il pericolo di una maggiore sproporzione tra musulmani e cristiani. Per questo le milizie cristiane, secondo l’International Crisis Group, si stanno armando. Altrettanto stanno facendo i sunniti, da sempre nemici degli sciiti e degli Alawiti. Il rischio che “il vulcano Libano” esploda nel giro di poco tempo è quindi sempre più alto.
Dice la sua anche un ex alleato di Gemayel, Walid Jumblatt, il quale sostiene che Hezbollah dovrebbe concentrarsi sulla difesa del Libano da una futura invasione israeliana (chissà dove l’ha presa Jumblatt questa notizia) e che è indispensabile garantire al Libano lo status quo affinché il Paese dei cedri possa continuare a svolgere il suo indispensabile ruolo nella lotta contro Israele. Insomma, a prescindere dall’appartenenza politica o religiosa, tutti sono convinti che sia più importante combattere Israele piuttosto che sostenere militarmente Assad.
http://www.rightsreporter.org/libano-critiche-a-hezbollah-meglio-combattere-israele-che-sostenere-assad/