Il lato oscuro di Grillo
di Giulio Meotti
Nel 2012 è stato il “suocero iraniano”, nel 1996 fu la marmitta di Cesare Romiti. Allora toccò a Enrico Deaglio sull’Unità denunciare le allucinazioni ideologiche di Beppe Grillo: “Fa parte dell’antisemitismo di base, quello da bar, da barzelletta, che è la base di quello politico, ridicolizzare l’Olocausto”, scrisse Deaglio. Il motivo? Il paragone del futuro fondatore del Movimento 5 stelle fra il regista dello sterminio degli ebrei, Adolf Eichmann, e il presidente della maggiore fabbrica italiana di automobili. “Chi è il serial killer”, arringò Grillo dal palcoscenico. “Eichmann ha gassato tre milioni di persone per un ideale distorto. C’è uno che gassa milioni di persone per un conto corrente…”. Sullo sfondo appare la foto dell’allora presidente della Fiat. “Paragonare i gas di scarico della propria marmitta al genocidio degli ebrei in Europa” è inaccettabile, scrisse Deaglio sul giornale fondato da Antonio Gramsci. “Il signor Grillo parla di tre milioni di persone, invece furono sei milioni di ebrei”. E ancora: “Nella sua scala di valori il comico preferisce Eichmann (che comunque aveva un ideale benché distorto) a Romiti che agisce solo per il proprio conto corrente”.
Una volta le idee di Beppe Grillo circolavano soltanto nella piccola e petulante corporazione di pistaroli. Adesso il leader del Movimento 5 stelle quelle idee le ha sdoganate e ci ha costruito sopra il primo partito d’Italia. C’è dentro di tutto in questa visione complottistica della storia che proietta paranoicamente sui “nemici” una grande ossessione. C’è l’umanitarismo dei corifei del dottor Gino Strada, ci sono le bufale di “Loose Change”, il film sul complotto dell’11 settembre (le Torri non sono crollate per l’incendio, ma in seguito all’esplosione di cariche piazzate in precedenza, e il Pentagono non è mai stato centrato da un aereo), c’è la difesa amorosa del Mullah Omar scritta da Massimo Fini (“si tratta di una battaglia che, una volta tanto, è davvero lecito definire epocale, fra le ragioni della Modernità e quelle del Medioevo. E noi siamo contro la Modernità a favore delle ragioni del Medioevo”), c’è soprattutto l’odio nei confronti di Israele e degli Stati Uniti.
Beppe Grillo è un geniale mistagogo della cospirazione. E tocca spesso vette inusitate. “Le Brigate rosse sono state finanziate e addestrate dai servizi segreti della Germania orientale, la Stasi, e anche i servizi segreti israeliani, il Mossad, offrirono il loro aiuto”, ha scritto il leader del Movimento 5 stelle. E’ questa paranoia il vero “inferno di Beppe”, per usare il titolo di un reportage del New Yorker sulle elezioni italiane. L’11 settembre? “La Cia è coinvolta negli attentati? Non è da escludere”, ha scritto Grillo. “L’Amministrazione americana sapeva molto di più di quanto ha ammesso? Sembra certo”. Le parole usate con strepito e scandalo sono sempre state per Grillo un privilegiato passe-partout per cancellare giusto e sbagliato, vero e falso, dicibile e indicibile. Ovunque verità nascoste, ovunque attori clandestini, ovunque ombre della scena visibile. Costernazione. Sospetto. Caccia al traditore. Eccitazione da vendetta. E’ la grande saga del cacciatore di trame internazionali. Nella fiumana ideologico-politica di Grillo la realtà sparisce, sopraffatta dagli agguati della dietrologia. In cima alla piramide vigila l’occhio massonico.
Un fenomeno, non sempre direttamente riconducibile alla bocca di Grillo, ma ben descritto in una lettera al Corriere della Sera da Enrico Sassoon, l’ex della Casaleggio Associati demonizzato dalla rete grillina proprio per le sue origini ebraiche, che ha denunciato un ritorno ai toni della fosca teoria “del complotto pluto- giudaico-massonico di memoria zarista e hitleriana”. Per questo il Consiglio di rappresentanza delle istituzioni ebraiche di Francia (Crif) ha appena dichiarato che Grillo è “profondamente antisemita”. Secondo l’associazione ebraica francese, Grillo e il M5s godono di un considerevole sostegno da parte di gruppi “profondamente radicati nel tristemente celebre falso antisemita dei ‘Protocolli dei savi di Sion’” di fine Ottocento, che accusa gli ebrei di tutti i mali del mondo. Il leader 5 stelle “ha sempre rivendicato senza alcuna ambiguità il suo antisemitismo” sia nei suoi comizi che sul blog, sul quale “sono stati pubblicati centinaia di messaggi anti israeliani”. Secondo il Crif, Grillo difende la repubblica islamica degli ayatollah. “Per Beppe Grillo – ha denunciato il Crif – l’Iran degli ayatollah è un paese pacifico costantemente sotto attacco, che ha il diritto di difendersi perché aggredito; e il presidente iraniano Ahmadinejad” secondo l’ex comico genovese “non ha mai negato l’Olocausto e non ha mai sostenuto la distruzione dello stato ebraico”. In un documento pubblicato sul proprio sito, il Crif ha ricordato che in un’intervista concessa al quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth Grillo ha detto: “Tutto quel che in Europa sappiamo su Israele e Palestina è filtrato da un’agenzia internazionale che si chiama Memri. E dietro Memri c’è un ex agente del Mossad. Ho le prove”. Gli ebrei francesi citano anche le dichiarazioni ironiche di Grillo, “infarcite con i classici stereotipi antisemiti”, al giornalista ebreo Gad Lerner. “Né la classe politica né la cittadinanza italiana – ha concluso il Crif francese – hanno reagito alle sue posizioni antisemite o alla sua difesa del regime iraniano. Gli italiani sono in procinto di tornare a una parte oscura della loro storia”.
Il Crif evoca anche i presunti legami fra la galassia grillina e il giornalista, ex Avvenire, Maurizio Blondet, che secondo Stefano Gatti, stimato ricercatore all’Osservatorio dell’antisemitismo di Milano, “è il più palese fra tutti i polemisti di stampo antisemitico”. Fra le molte macchinazioni, Blondet ha parlato di “Osama bin Mossad”, lo sceicco sarebbe in realtà un agente israeliano. I libri di Blondet, come “11 settembre: colpo di stato in Usa”, vendono migliaia di copie. Non entrano nel circuito di distribuzione ufficiale, ma i fan li acquistano via Web sul sito di Effedieffe.com, l’editore che realizza il giornale online omonimo, dove il giornalista pubblica articoli fluviali. Tempo fa, Blondet aveva detto Beppe Grillo ha uno staff e so che spesso riprende le mie tesi”. Gli ebrei francesi paragonano Grillo al comico Dieudonné M’bala M’bala, l’esponente della Francia musulmana e militante nonché uno degli attori più popolari di Parigi, noto per essere andato in tv a dire: “Con la bandiera israeliana mi ci pulisco il culo”.
Per Grillo era legale e legittima persino la dittatura dei talebani: “Perché siamo in Afghanistan? Sono passati dieci anni e non lo sappiamo ancora. Bin Laden era arabo, non afghano. Nel 2001 il Mullah Omar era il capo riconosciuto di uno stato legittimo”. Sempre sull’Afghanistan, Grillo nega i legami fra i talebani e al Qaida: “Non vi sono prove del coinvolgimento del governo afghano nell’attacco alle Torri gemelle. L’Afghanistan era uno stato sovrano a cui è stata dichiarata una guerra”. In un comizio del 2002, Grillo parla di Afghanistan e di kamikaze, a suo dire ritratti in maniera ingenerosa sulla stampa occidentale: “E’ la guerra dei grassi contro i magri (…) Dicono che i grassi che sganciano le bombe sono coraggiosi, mentre i magri che si fanno esplodere sono dei codardi”. E cosa pensare della strage di Nassiriya, in cui persero la vita venticinque fra civili e militari italiani vittime di un attentato suicida? “A trecento metri dalla caserma di Nassirya c’è un pozzo di petrolio e una sede dell’Eni. Ecco perché siamo lì”.
Nel 2003 Grillo voleva processare l’Amministrazione Bush: “Saddam Hussein è sotto processo a Baghdad per delitti contro l’umanità e Bush è in libertà provvisoria nel suo ranch nel Texas. Perché non processarli insieme?”. Nel gennaio di quell’anno, al Sistina di Roma, Grillo consiglia a Saddam di puntare bene i suoi missili Cruise su un punto preciso della cartina italiana, della quale fornisce l’esatta latitudine e longitudine: la casa di Silvio Berlusconi ad Arcore. Due mesi dopo l’attentato alle Torri gemelle, Grillo definisce Bush “il più grande serial killer della storia”. Il Crif ha ragione, le parole di Grillo non indignano. Non lo hanno fatto quando ha umiliato Rita Levi Montalcini (“quella con lo zucchero filato in testa”) o quando ha detto di Gianfranco Fini di ritorno da Gerusalemme, nel 2004: “In Israele s’è messo la papalina, ha dato due testate al Muro del pianto, si è circonciso da solo tre volte”. Parole simili furono proferite sull’ex presidente della Camera dall’allora senatore del Pdl Giuseppe Ciarrapico (“Spero che Fini abbia già ordinato le kippah”), ma ebbero ben altre reazioni di indignazione.
“Grillo e il suo Movimento 5 stelle godono di un grande sostegno di buona parte della sfaccettata galassia del complottismo nostrano, un vivace mondo trasversale con molti ‘follower’ e articolato in numerosi e attivissimi spazi online e da prolifiche case editrici, dove però, a fianco di temi ecologisti, esoterici e di controinformazione, trovano spazio anche stereotipi antisemiti che affondano le loro radici nel famigerato falso antisemita dei ‘Protocolli dei savi di Sion’”, dice l’esperto di antisemitismo italiano Stefano Gatti. I follower di Grillo indulgono nella polemica di marca anti israeliana e spesso antisemita ormai da anni, nei loro spazi online è consuetudine trovare migliaia di commenti simili: “Fosse per me prenderei a cannonate Israele da mattina a sera e gli farei rimpiangere i metodi usati dallo zio Adolf”, “The Shoà Must Go On”, “Sono il popolo maledetto da Dio”, “E’ brutto da dire non sono razzista o fascista, Hitler era sicuramente un pazzo malato, ma la sua idea di eliminare gli ebrei era per eliminare la loro dittatura finanziaria”, “Se il mondo avesse la palle, Israele sarebbe già scomparsa da due decenni, e poi trasferiteli in qualche atollo nel Pacifico, dove non possono rompere le palle a nessuno”. Il turpiloquio è come il prezzemolo. A favore di Grillo va detto che il leader non è responsabile di quanto lettori e fan lasciano scritto sul suo blog (i moderatori dei siti però sì) e lui stesso ha chiesto alla magistratura di eliminare commenti disdicevoli (che però continuano a campeggiare sul portale).
Eppure che esista un problema serio nelle piattaforme di Grillo è un fatto riconosciuto da molti osservatori, come Pierluigi Battista sul Corriere della Sera. Inoltre il livore pervade non solo i fan, ma anche i responsabili del movimento Un post del 5 Stelle Veneto sul blog di Grillo accusa Israele di pianificare un genocidio: “I bambini di Gaza studiano. Studiano sotto le bombe d’Israele. Israele gestisce la loro vita come vivessero in una gabbia, centellinando anche gli aiuti che provengono dall’esterno. Vivono in una gabbia. E se osano alzare la testa, se qualcuno di loro, anche solo uno osa, tutti diventano bersaglio della rappresaglia, anzi, i più piccoli lo diventano per primi. Perché Israele sa. Sa che la disperazione e la guerra perpetua producono follia e odio e questo non porterà mai pace e convivenza. E allora meglio programmare scientemente l’eliminazione del popolo convivente che non si assoggetta a essere brutalmente recluso”. Sull’Iran, Grillo accusa l’occidente di bramare per la guerra: “Bomba o non bomba, arriveremo a Teheran. Lo scienziato nucleare iraniano Mostafa Ahamadi-Roshan è stato ucciso con un ordigno collegato alla sua auto. Non è il primo. La caccia agli scienziati nucleari iraniani è aperta sin dal 2007. E’ in atto lo strangolamento economico dell’Iran attraverso l’embargo. A Palazzo Chigi comanda Obama”. Grillo non soltanto nega che il nucleare iraniano abbia una origine bellica: “Nessuna delegazione internazionale ha dimostrato che Teheran abbia altri scopi per il nucleare che non siano civili”. Ma rivendica apertamente il diritto di Teheran a un programma atomico: “Mi sembra una barzelletta che i cinque paesi membri permanenti (Cina, Russia, Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti) abbiano deciso di deferire l’Iran al Consiglio di sicurezza Onu per il suo programma nucleare. E che chiedano all’Iran di ‘ripristinare la sospensione delle attività collegate all’arricchimento dell’uranio’. Ma forse per entrare nel club delle atomiche bisogna avere alcune buone qualità che ancora mancano all’Iran. Come, ad esempio, essere membro permanente dell’Onu, o una superpotenza o, meglio ancora, alleato degli Stati Uniti”.
Per Grillo non è l’Iran che minaccia di distruggere Israele, l’Iran è vittima del famelico Israele: “Perché scoppi una guerra è necessario un nemico da odiare. E’ indispensabile che la macchina dei media manovrata dai governi crei il mostro (…) L’ultimo chiodo nella bara sarà l’Iran, che è l’obiettivo principale di Israele”. E ancora: “La macchina della guerra non può fermarsi, il pil sprofonderebbe. Sotto a chi tocca, come nei saloon del Far West. In lista ci sono Siria e Iran. Quest’ultimo nel mirino di Israele”. E se non bastasse: “Qualunque stato, quando gli ammazzano gli scienziati nucleari o lo attaccano coi virus informatici, si sente sotto attacco”. La guerra d’Israele contro Hamas a Gaza nel 2009? “Una tonnara con i palestinesi chiusi tra mare e terra”. Oppure: “La Palestina è sotto il tallone di Israele, alleata degli Stati Uniti”. A Beppe Grillo è capitato persino di difendere Mel Gibson. Il regista e attore viene arrestato dalla polizia nei pressi di Los Angeles perché trovato al volante con un tasso di alcol elevato nel sangue. Una volta fermato, Gibson inizia a bestemmiare e a comportarsi in modo violento, lanciandosi in una violenta tirata antisemita. “F…ti ebrei, gli ebrei sono responsabili per tutte le guerre del mondo”, “Anche tu sei ebreo?”, chiede l’attore all’agente di polizia. Scrive Grillo: “Hollywood lo vuole mettere al bando. Alcuni opinionisti americani dicono che le scuse non bastano. Mel Gibson ha sbagliato e deve pagare. E i produttori di origine ebraica, e anche gli altri se ci sono, non devono dargli una seconda opportunità. Se avesse detto: ‘Israele è responsabile della guerra in Libano’, oppure: ‘Israele con il suo comportamento può fare scoppiare la terza guerra mondiale’ forse avrebbero riaperto Alcatraz solo per lui e buttato via le chiavi. Israele fa paura. Il suo comportamento è irresponsabile. Ecco, l’ho detto. E non sono neppure ubriaco”.
Per questo il portavoce della sinagoga milanese Beth Shlomo, Davide Romano, ha detto che “Grillo è sicuramente in buona fede ed è anche un non violento, però forse ha un problema, non solo con Israele, ma anche con gli ebrei”. Persino nella guerra in Ossezia Grillo ha visto ovunque stelle di David: “La Georgia è armata da Israele e dagli Stati Uniti. (…) Dietro Israele ci sono gli Stati Uniti o dietro gli Stati Uniti c’è Israele, chi è la causa e chi l’effetto?”. Ancora su Israele: “Il regime cinese si dimostrò più umano”. Qui il paragone è con la strage di piazza Tiananmen. Dal novembre 2011: “Dopo Bin Laden e Gheddafi ora vogliono lo scalpo di Mahmoud Ahmadinejad. Aspettare per credere”. Oppure: “Gli Stati Uniti fanno le guerre a quegli stati che sono passati dal dollaro all’euro. L’Iraq vendeva in euro, la Corea del nord vende in euro, l’Iran vende in euro. Gli americani hanno capito che il mondo può fare a meno di loro, ma loro non possono fare a meno del mondo”. Fosse per Grillo, Israele sarebbe già in giudizio al tribunale dell’Aia: “Si può dire, gridare che chi uccide i bambini, in modo deliberato, ovunque nel mondo, è un assassino? E che va giudicato per crimini contro l’umanità da un tribunale internazionale?”.
Israele ossessiona a tal punto Grillo che il comico la usa come metafora delle vicende italiane: “La Val di Susa è diventata la Striscia di Gaza dell’Europa. I suoi abitanti sono tenuti nella stessa considerazione dei palestinesi, la loro volontà è ignorata (…) I valsusini sono i palestinesi d’Italia”. Nel gennaio 2004, alla presentazione di un libro di Nicolò Scialfa, Grillo criticò “l’industria dell’Olocausto”. “Chi è che gridava ‘dopo di me non crescerà più l’erba’?”, diceva in uno show del 2000. “Chi? Ve lo ricordate? Attila. Oggi gli israeliani cosa dicono, ‘dopo di noi non cresceranno più palestinesi’?”. La migliore definizione di Grillo l’ha fornito Richard Hofstadter nel 1965, quando dissezionò lo “stile paranoico” in politica. La paranoia come “delirio di persecuzione o di grandezza”. La grandezza, perché chi ha la fissa del complotto finge di sentirsi perseguitato. In realtà lo cerca, lo brama. E’ un megalomane che non tollera anonimato. Pretende che il mondo si occupi di lui. Anche nella forma del complotto? Meglio di niente. Perché la paranoia, ci dicono gli psicoanalisti, è una forma molto accentuata di noia.
(Fonte: Il Foglio, 9 Marzo 2013, pag. 3)
Nella foto in alto: Beppe Grillo, leader del Movimento Cinque Stelle
#1Emanuel Baroz
Ecco come la stampa estera analizza le idee di Grillo su Israele
di Michele Pierri
Le invettive populiste del comico Beppe Grillo sono state viste come uno sfogo benigno per la rabbia popolare nei giorni in cui il suo movimento anti-establishment era una forza marginale nella politica italiana.
Ora che è una delle figure più preminenti d’Italia, le sue opinioni sono sottoposte a maggiore controllo e una serie di dichiarazioni antisemite ha iniziato ad alimentare preoccupazioni di fuori del Paese.
A raccontare questi timori poco noti in Italia è il quotidiano canadese Toronto Star.
– Da Mel Gibson al mondo dell’informazione: tutte le dichiarazioni di Grillo
Il Movimento 5 stelle ha ottenuto circa un quarto dei voti alle elezioni politiche dello scorso mese, non consentendo a nessuno dei partiti tradizionali di ottenere il controllo del Parlamento.
Considerato questo suo peso politico, secondo il quotidiano canadese gli osservatori stranieri hanno espresso allarme per alcuni commenti antisemiti che Grillo avrebbe fatto.
In un’intervista concessa lo scorso anno al quotidiano israeliano Yedioth Ahronot, commentata in un post dal giornalista Gad Lerner, il comico ha parlato di una lobby ebraica che controllerebbe tutte le informazioni che gli europei conoscono su Israele e i territori palestinesi.
Sul suo blog invece Grillo se l’è presa con alcuni produttori ebrei di Hollywood che avrebbero nel mirino Mel Gibson dopo alcune frasi sprezzanti dette sugli ebrei dall’attore durante il suo arresto per guida in stato di ebrezza nel 2006.
Sulla vicenda ha scritto che se l’attore “avesse detto… che Israele potrebbe causare lo scoppio della terza guerra mondiale forse avrebbero riaperto Alcatraz solo per lui e poi gettato via le chiavi”, ha scritto Grillo.
Grillo avrebbe aggiunto che “Israele è spaventosa. Il suo comportamento è irresponsabile”. Frasi che portano alle considerazioni di alcuni commentatori come Edward Luttwak, che hanno sottolineato come il comico abbia “difeso il presidente iraniano Ahmadinejad”, uno dei nemici di Israele, “dicendo che è stato mal tradotto” in Occidente
– Le preoccupazioni del mondo ebraico
Queste dichiarazioni – sottolinea il Toronto Star – non hanno ancora creato grande scalpore in Italia, dove gli insulti razziali contro ebrei e altri incontrano un livello sorprendentemente alto di tolleranza. Ma alcuni legali esperti in casi di diffamazione dicono che Grillo deve ora essere chiamato a risponderne in virtù della sua nuova posizione di potere.
“Come intrattenitore Grillo era tenuto a dare conto solo al suo pubblico. Ora, invece, deve dare conto a tutti i cittadini italiani e le sue buffonate e i suoi deliri sugli ebrei e Israele diventano un problema molto più grave”, ha detto Michael Salberg, direttore di New York degli affari internazionali della Lega Anti-diffamazione.
“Manifestazioni di antigiudaismo espresse da qualcuno che ha attirato quasi il 25 percento dei voti è motivo di preoccupazione”, ha detto Salberg, aggiungendo che non c’è nessun nesso fra la popolarità di Grillo con gli elettori e l’antisemitismo.
Il gruppo ebraico di maggior rilievo in Francia, il Crif, ha pubblicato la scorsa settimana un saggio in cui l’autore Yohann Taieb descrive Grillo come “populista, controverso, razzista, profondamente antisemita e antisionista”.
Taieb ha espresso indignazione perché “né la classe politica italiana, né la cittadinanza hanno reagito alle sue dichiarazioni”.
Menachem Gantz, il giornalista israeliano che ha intervistato Grillo nel 2012 sul quotidiano Yedioth Ahronot ha detto che la sua rapida ascesa e la sua dimostrazione di forza alle elezioni forti sono “paurosi” e “pericolosi” per l’Italia.
La giornalista americana Lisa Palmieri-Billig, osservatrice di lunga data, da anni a Roma, avrebbe anche osservato “una forte vena razzista e antisemita tra alcuni dei sostenitori di Grillo”. Ha scritto questo mese per il sito web di Ajc, un’organizzazione mondiale in difesa del mondo ebraico, che il M5s “non si è ancora schierato contro le espressioni di razzismo e antisemitismo riguardanti i contenuti espressi da alcuni suoi blogger”.
– Le responsabilita’ della classe dirigente
Alla domanda del quotidiano canadese sul perché la società italiana sembri imperturbabile di fronte ai sospetti di antisemitismo di Grillo, Palmieri-Billig ha risposto che potrebbe essere perché “vi è una sezione dell’opinione pubblica italiana che segue questi stereotipi”. La giornalista ricorda a proposito gli ultimi episodi di cronaca che hanno riguardato l’ex premier Berlusconi e la capogruppo alla Camera del M5s Roberta Lombardi, sotto i riflettori per frasi dette e scritte riguardanti il fascismo e Mussolini, responsabili di leggi razziali contro gli ebrei.
“C’è stata una rinascita della legittimazione d’idee neo-fasciste”, ha concluso Palmieri-Billig. “E c’è stata una diminuzione del tabù di antisemitismo e il razzismo”.
(Fonte: Formiche.net, 11 marzo 2013)
#2Stefano
Io sono di origine Ebrea ed ho tanti amici ebrei sparsi per il mondo… Molti dei quali trai cui il sottoscritto, pensano che in effetti Israele non ha motivo di esistere esattamente come Città del vaticano ed i motivi per cui sono nati questi stati son ben diversi da quelli che ci hanno raccontato. Inoltre quello che stiamo permettendo in Palestina non si può giustificare in nessun modo e chi non è daccordo su questo punto, non ha idea di quello che succede.
Ecco a questo punto chiunque parla in questi termini di Israele è razzista e antisemita… Il problema è che Israele viene difesa a prescindere perchè rappresenta gli interessi americani e occidentali nel Medio Oriente. E per finire penso che il terrorismo nasce quando semini bombe, e li non hanno mai smesso di seminarle!
#3Daniel
@Stefano: “sono di origine ebrea”….”ho tanti amici ebrei sparsi per il mondo”….”Israele non deve esistere”….
praticamente hai elencato i soliti luoghi comuni degli odiatori di Israele. E poi vi stupite se qualcuno vi insulta!
#4Alberto P.
@Stefano: ma come si fa a mettere sullo stesso piano lo Stato del Vaticano allo Stato di Israele?! Ma che paragone è????? Mi rivolgo agli amministratori del sito. ma perchè continuate a permettere a questi insulsi provocatori di venire qui a lasciare questo tipo di commenti?
#5Emanuel Baroz
@Stefano: Erano anni che non leggevo tante tesi tipiche di chi odia gli ebrei e cerca sempre una scusa per giustificarsi
#6Emanuel Baroz
@Alberto P.: caro Alberto, se solo sapessi quanti commenti insulsi e pieni di insulti ci troviamo a dover eliminare…
#7Ruben DR
eccone un altro……
#8barbara
Non è interessante questa nuova moda degli antisemiti di spacciarsi per ebrei (salvo non conoscere neppure l’aggettivo necessario per definirsi tali…) nell’illusione di dare maggiore dignità al loro odio?
#9Cavallette su israele
Ma che vi drogate per essere così convinti o cosa? Siti come questo sono un’offesa all’intelligenza umana. Vi può seguire giusto qualche ignorante che non ha cognizione (così come voi non l’avete) di cosa state parlando. Gli ideali e le notizie morbosamente contorte, al limite della paranoia, che stillate in questo pseudo sito di disinformazione le ritengo vergognose, e mi pento quasi di perdere tempo a scrivere qua. Lo stato d’israele non è mai esistito e non esiste. L’odio che avete e che trasuda dalle vostre carni non è diverso dall’odio che fu un tempo. Adesso non so se siete pagati per fare questo, e se così fosse allora posso capire tanto fanatismo; se così non fosse, vi consiglio di leggere qualche libro… per esempio per parcondicio ne cito solo due delle centinaia : David Grossman (Ebreo) “La guerra che non si può vincere” e Susan Abulhawa (Araba) “ogni mattina a Jenin”. Se invece il vostro è solo odio a prescindere, …è giusto e SACROSANTO che sia ripagato nella medesima, identica moneta. (non perdete tempo a rispondermi, non tornerò a leggere fandonie) Cordialmente
#10Emanuel Baroz
“non tornerò a leggere”: questo si che si chiama capacità di dialogo! Cmq rispediamo tutti gli insulti al mittente. Addio
#11barbara
@Emanuel Baroz: Ma cosa dici?! Trattare così uno che conosce addirittura la nostra carne!! Ma tu devi proprio essere impazzito, ragazzo!
#12Robdic
@Cavallette su israele: Che tu smetta di leggere e di entrare in questo sito è veramente un fatto salutare per tutti noi. Che tu “non perda più tempo a scriverci” lo è ancora di più, ma stavolta anche per te. Si vede benissimo infatti dalla tua “prosa” che scrivere è un esercizio mentale molto arduo per te e i tuoi simili, visto quello che sei riuscito a tirar fuori con il tuo post, per scrivere il quale devi effettivamente aver perso parecchio tempo, mettendo a dura prova la tua salute, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Le cavallette che auspichi su Israele sono probabilmente le stesse che ti hanno divorato il cervello (ammesso che tu ne abbia mai avuto uno).
#13Emanuel Baroz
Il Pd non faccia inciuci con chi nega l’Olocausto
di Fiamma Nirenstein
Se il PD cerca la sponda del nuovo grande protagonista, il partito di Beppe Grillo, deve preoccuparsi di un bel problema per evitare un traumatico ed evidente “mercato delle vacche”. Sarebbe una macchia sull’intera storia d’Italia e sullo stesso PD se qualsiasi trattativa si svolgesse senza affrontare un aspetto intollerabile del leader e del Movimento 5 Stelle. Non si dovrebbe, cioè, neppure avere a che fare con un partito che sul blog del capo, nelle sue parole e in quelle dei suoi, mostra di covare un profondissimo sentimento antiebraico e antisraeliano, condito da teorie della cospirazione che coinvolgono gli Stati Uniti,accusati di dare come gli ebrei la scalata al dominio del mondo, e dall’esaltazione di un regime oppressivo e genocida come quello iraniano. Il conflitto israelo-palestinese lui lo vede così: “La Palestina è sotto il tallone di Israele, alleato degli Stati Uniti”. Ovvero: “La macchina da guerra non può fermarsi, il PIL sprofonderebbe… In lista ci sono Siria e Iran, quest’ultimo nel mirino di Israele”.
La Shoah viene ridicolizzata da Grillo, che paragonò Eichmann a Romiti: questi secondo lui, mentre “Eichmann ha gassato tre milioni di persone per un ideale distorto (cioè, Eichmann almeno aveva un ideale ndr), ha gassato milioni di persone per un conto corrente”. Grillo oltretutto ci offre qui la sua versione del negazionismo riducendo da sei a tre milioni le vittime della Shoah. Del resto in altra sede Grillo aveva citato quella che per lui è “l’industria dell’Olocausto”. Quanto a dominare il mondo “gli ebrei lo dominano attraverso l’usura (questa è una vecchia storia in Europa”. Grillo ha difeso Mel Gibson quando, beccato in stato di ubriachezza si mise a inveire contro gli ebrei causa di tutti i mali. Per Grillo è ovvio che Gibson è una vittima del sistema ebraico holliwoodiano, e lui pensa che quando ha detto “gli ebrei sono responsabili di tutte le guerre del mondo” abbia detto una semplice verità: “Israele col suo comportamento può far scoppiare la terza guerra mondiale.. Ecco l’ho detto e non sono nemmeno ubriaco”, “Le Brigate Rosse sono state finanziate dai servizi segreti della Germania Orientale, la Stasi, e anche i servizi segreti israeliani (il Mossad) offrirono il loro aiuto”. Una delle sue tante teorie della cospirazione: Grillo dice sull’11 di settembre: “La CIA è coinvolta negli attentati? Non è da escludere…L’Amministrazione Americana sapeva molto di più di quanto ha ammesso. Sembra certo”.
Grillo, probabilmente influenzato pesantemente dalla sua gentile consorte, iraniana e, pare, affezionata al regime, sembra anche certo che Ahmadinejad non intenda affatto distruggere Israele come dice sempre, che anzi sia Israele che lo minaccia. Pensa anche che in Iran si stia benissimo e che la donna iraniana non sia affatto una vittima, contrariamente a quello che testimoniano tutte le vicende di cui siamo a conoscenza. Pensa che tutto quello che sappiamo sui conflitti di Israele e del Medio Oriente sia conseguenza delle traduzioni capziose del sito Memri, che non sarebbe com’è, un certificabilissimo sito di traduzione dei media islamici, ma un centro del Mossad. Anche le parole di Bin Laden (anche lui non voleva far del male a nessuno, come gli Ayatollah di Grillo?) sono vittima di traduzioni sbagliate; sono oggetto di involontaria distorsione tutte le ottime intenzioni islamiche e arabe, oggetto dell’odio occidentale. Il Mullah Omar è una vittima dell’imperialismo, la nostra presenza nei teatri di guerra un gesto di aggressione verso civiltà innocenti. La simpatia per l’Iran testimoniata dalle risposte al giornalista Menahem Gantz del quotidiano Yediot Ahronoth lo scorso giugno, è un segnale molto pesante dell’idea di politica estera che ha Grillo, che invece considera Israele è un paese che “massacra i vicini” e che per questo “potrebbe non avere domani amici in Occidente”. Di concerto con lui i suoi sulle pagine di Facebook si lanciano: “Si può dire che Israele è uno stato canaglia, assimilabile alla Germania nazista”; “La partigianeria ci ha spacciato la seconda guerra mondiale come un atto di forza razziale.. eppure queste cose avvenute non erano altro che un esproprio di ricchezze.. nei confronti degli ebrei che da sempre comandano il mondo..”; “Sono il popolo maledetto da Dio…” “Hitler era sicuramente un pazzo razzista ma la sua idea di eliminare gli ebrei era di eliminare la loro dittatura finanziaria”, “Israele il più sanguinario, criminale, schiavista e folle governo che esista al mondo”.
Non è colpa di Grillo se sulla sua scia si bestemmia così, ma certo i grillini ripetono che Israele causerà la terza guerra mondiale perchè Grillo stesso l’aveva detto, di certo l’aria che emana dal suo blog e dal suo Facebook risente di dichiarazioni come “E’ una barzelletta che i cinque Paesi membri del comitato permanente dell’ONU abbiano deferito l’Iran all’ONU per il suo programma nucleare”, perchè per lui gli USA e Israele “dopo lo scalpo di Bin Laden e di Gheddafi ora vogliono quello di Ahmadinejad”. Per Grillo, come dallo stereotipo antisemita classico del blood libel, gli israeliani uccidono i palestinesi di Gaza come “in una tonnara”. E ci sono ancora un milione di esempi purtroppo. Sappiamo bene che l’antisemitismo è nella storia il cemento più importante del populismo.
Dunque, si può fare un accordo, un governo, un programma con 5 Stelle senza verificare se siano pronti, e per primo il loro capo, a ripudiare tutte queste malvagie idiozie?
Pensiamo di no, chiunque si avvicini a Grillo deve per prima cosa chiedergli se sugli ebrei, gli americani, l’Iran… È d’accordo con se stesso. Che smentisca pubblicamente, o niente accordi.
(Fonte: Il Giornale, 6 Marzo 2013)
http://www.fiammanirenstein.com/articoli.asp?Categoria=3&Id=3122
#14Emanuel Baroz
Antisemiti in Parlamento
di Francesco Lucrezi
E così, dopo la Grecia e l’Ungheria, un altro Paese europeo – molto più grande e importante – ospita, nel suo Parlamento, un partito (pardon, movimento) apertamente, violentemente antisemita. Un partito che ha raccolto addirittura il 25 per cento dei suffragi, e che, in ragione delle forti contrapposizioni tra le altre forze politiche, tiene in mano le sorti della legislatura e del Paese, giocando con gli altri soggetti politici, e con le istituzioni, come il gatto col topo.
Al suo indiscusso capo e padrone va riconosciuto il merito di avere sbriciolato le fasulle differenze tra antisemitismo e antisionismo, grazie a una retorica equamente, imparzialmente bilanciata, nelle sue furiose invettive, tra attacchi a Israele e attacchi agli ebrei “tout court”: così, se gli israeliani ammazzano i palestinesi “come in una tonnara”, e “l’Iran è nel mirino di Israele”, “gli ebrei dominano il mondo attraverso l’usura”; se “Israele col suo comportamento può far scoppiare la terza guerra mondiale”, Eichmann è stato cattivo, più o meno, come Romiti; se Le Brigate Rosse sono state finanziate dal Mossad, “a manovrare tutto sono gli ebrei americani”, il giornalista critico è “un verme ebreo” ecc. ecc. Un merito che condivide con i suoi seguaci, che brillano tutti per autonomia di giudizio, originalità di valutazione e spirito indipendente: le pagine Facebook dei disciplinati soldatini della nuova idea grondano di pensieri carini: Israele – citiamo a caso dalla silloge offerta da Fiamma Nirenstein sul Giornale dello scorso 6 marzo – è “uno stato canaglia, equiparabile alla Germania nazista”, “gli ebrei dominano il mondo con la finanza”, la Shoah è stata una conseguenza delle ruberie degli ebrei, Israele è “uno stato sanguinario, schiavista e razzista” ecc. ecc. (voci dissenzienti? zero). Dai neo-onorevoli sono subito cominciate a venire frasi di ammirazione verso il fascismo, e arriveranno presto – se non sono già arrivate, non so – altre perle di pensiero.
La perfetta distribuzione dei colpi – metà esatta contro Israele, l’altra metà contro tutti gli ebrei – non è certo casuale, ma funzionale all’idea di novità che il movimento intende rappresentare: prendersela solo contro gli ebrei potrebbe generare confusione con i piccoli partitini neonazisti, mentre concentrarsi contro Israele potrebbe far pensare a una replica dei centri sociali e dei gruppi pro-Flotilla. Tutta roba vecchia. Il movimento è nuovo, nuovissimo, ben diverso tanto dai primi quanto dai secondi, infinitamente più grande e potente. Rifiuta l’idea che l’antisemitismo e l’antisionismo debbano essere confinati negli angusti confini di questo o quel partito, essi devono essere patrimonio di tutti. Per questo, giustamente, il vastissimo consenso finora raggiunto appare ancora decisamente insufficiente: il 25% è solo l’inizio, l’obiettivo è il 100%. E’ un obiettivo raggiungibile, già qualcuno, in tempi non troppo lontani, ci era andato vicino. Il fatto che, in questo 100%, dovrebbe essere compresa anche l’esigua minoranza ebraica presente nel Paese, non costituirà certo un problema. Gli ebrei “si arrenderanno”.
L’Europa forse protesta? Figuriamoci. Lo fa esattamente come l’ha fatto nei confronti di Grecia e Ungheria. E gli altri partiti dello sfortunato Paese? Men che meno. Sono rosi dall’invidia, e lanciano al vincitore timide e imbarazzate “avance”, ricevendo in risposta la consueta dose di insulti.
(Fonte: Newsletter Ucei, 21 Marzo 2013)
#15GeertWilders4president
@Daniel: @Emanuel Baroz: Veramente c’è la Norvegia che ha parecchi antisemiti in parlamento (gli unici a favore di Israele sono proprio le bisastratte destre, quali il FremskrittPartiet di Siv Jensen)
#16Emanuel Baroz
Il Grillo-pensiero in politica estera
di Angelo Pezzana
Con gli occhi spalancati davanti ai risultati elettorali, tutti si chiedono come si comporterà Beppe Grillo, il vero vincitore, colui che ha travolto con uno Tzunami il vecchio parlamento. A differenza di quelli che a fatti avvenuti si stracciano le vesti, rammaricandosi per non averli previsti, noi seguiamo il cammino inverso, preferiamo sbagliare le previsioni piuttosto che ignorare – o sottovalutare- gli eventi che potrebbero annunciarsi imminenti. A Grillo va riconosciuto almeno un merito, quello di parlare chiaro, non la sta a menare, dice ciò che pensa. Il gioco gli è riuscito in una maniera fin troppo facile. In un tempo in cui la crisi economica colpisce le economie occidentali, presentarsi come una forza che non ha ancora governato permette a chiunque di mostrare le mani pulite, e rende qualsiasi promessa elettorale del tutto credibile. Mi permetto però di ricordare che la Germania dopo la 1° guerra mondiale, era pronta per accogliere l’arrivo di Hitler dopo il crollo della Repubblica di Weimar, come l’Italia di Mussolini, che instaura la dittatura sulle rovine dello stato liberale. Perché non dovremmo preoccuparci se nel giro di pochi anni ci siamo trovati di fronte a un signor Grillo, che poco ha da invidiare, in quanto a stile da imbonitore, ai due signori sunnominati, uno che urlerebbe a squarcia gola anche solo per dirti buona sera ? Grillo è di destra o di sinistra ? Una domanda inutile, come ha scritto Ugo Volli “Si ignora la lezione storica per cui sempre i movimenti di estrema destra si presentano all’inizio come di estrema sinistra (così i fascisti che si richiamavano nel nome ai fasci dei contadini siciliani e si presentavano come anti-capitalisti, così i nazisti o nazional-socialisti, così la Repubblica Sociale di Salò” (fonte: informazione corretta). Grillo afferma di essere estraneo a ogni ideologia, il modo più furbo per accalappiare i voti da tutti i partiti politici. Non ci stupiamo che sia riuscito a intontire il 25% degli elettori. Ma veniamo ai contenuti, ad esaminarli bene ancora peggiori della struttura piramidale faraonica del movimento che solo per caso non è riuscito, ancora, ad impadronirsi in modo totale del nostro paese. Erano tutti elencati nell’intervista che il corrispondente da Roma di Yediot Haaronot, Menachem Gantz,gli aveva fatto il 26 febbraio dello scorso anno, e ripresa in italiano da Informazione Corretta.
Ecco il Grillo-pensiero:
1.Per capire quel che succede in Medio Oriente il punto di riferimento è l’ex sindaco di Londra Ken Livingstone ( un politico corrotto, a libro-paga del defunto Saddam Hussein)
2. Parlare di Israele è tabù,dice, appena tocchi l’argomento ti dicono che sei anti-sionista o razzista
3. Israele sarà la causa della 3° guerra mondiale, se ha la bomba atomica perché non dovrebbe averla l’Iran (scritto nel suo blog, ricordiamo che la signora Grillo è iraniana, tutt’altro che dissidente)
4. In Siria non si riesce a capire cosa succede, ha detto. Per questo non ha mai fatto cenno nel suo Blog alle stragi che vi avvengono, mentre su Gaza è sempre molto attento, con commenti durissimi contro Israele
5. L’islam non è una religione fondamentalista, Ahmadinejad sarà anche un dittatore, ma quando ti fanno saltare in aria gli scienziati, introducono i virus, si deve difendere.
Fin qui, una parte dell’intervista di Gantz, che è di un anno fa, dalla quale abbiamo preso il Grillo-pensiero su temi di politica estera, un anticipo di quello che vedremo quando i suoi parlamentari entreranno in un futuro governo, cosa tutta da verificare, ma anche solo nelle commissioni. E non ci si venga a dire che è prematuro dire come si comporteranno, perché all’interno del movimento 5 stelle di comportamenti ce n’è uno solo, quello del padre-padrone, chi non è d’accordo si accomodi, dimissioni e espulsione, come è avvenuto finora nelle amministrazioni locali. Esageriamo ? il paragone con Hitler e Mussolini è esagerato ? Ma se l’idolo di Grillo è Dario Fo, che ha celebrato la vittoria con un richiamo ai valori della giovinezza, non era quello lo stile mussoliniano celebrato attraverso una canzone diventata un inno del regime ? La nuotata nello Stretto di Messina, era forse diversa dal Duce a torso nudo che mieteva il grano ? Una delle prime dichiarazioni di Grillo è stata per Dario Fo prossimo Presidente della Repubblica, il guitto Premio Nobel si è un po’ schernito, ma no, sono vecchio,ha detto, ma non ha del tutto respinto l’invito. Ci troveremo al Quirinale un saltimbanco, cui l’età ha permesso di attraversare tutte le ideologie del secolo scorso, uscendone sempre indenne ? Dalla Repubblica di Salò, vabbè era giovane,qualcuno dirà, ma mentre lui era repubblichino altri giovani combattevano e morivano nel nome della libertà; poi comunista di stretta osservanza, adesso affascinato da un altro ‘piccolo padre’, d’accordo che un Nobel non si rifiuta a nessuno, ma qui ne va di mezzo il futuro del nostro paese, è troppo chiedere a chi ci insegna come mai le cose sono andate nel modo in cui non dovevano andare, di ragionarci sopra prima, come facciamo noi, forse un po’ esagerando, ma mettendo in guardia chi vuol capire verso quale baratro stiamo andando ? Intanto in tutta Europa cresce l’antisemitismo, insieme all’anti-sionismo, ma sembra che la cosa interessi poco ai mezzi di comunicazione. Ci mancava solo più un Beppe Grillo. Adesso c’è.
(Fonte: Shalom, Marzo 2013, pag. 15)