Fatah: “Israele è il nemico principale di arabi e musulmani”

 
Emanuel Baroz
8 maggio 2013
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«Israele è il nostro nemico, la lotta armata in tutte le sue forme la nostra strategia»

fatah-trattative-pace-rajoub-israele-nemico-focus-on-israelJibril Rajoub, vice segretario generale del Comitato Centrale di Fatah (il movimento del presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen), ha dichiarato in un’intervista che “la resistenza in tutte le sue forme” rimane la strategia del suo gruppo contro Israele, e ha definito lo stato ebraico “il nemico principale” di arabi e musulmani.

Rajoub, che ha svolto un ruolo chiave nei negoziati con Israele e oggi è a capo del Comitato Olimpico palestinese, ha dichiarato lo scorso 30 aprile alla tv libanese Al-Mayadeen che, per Fatah, “la resistenza contro Israele rimane all’ordine del giorno”, e ha precisato: “Intendo resistenza in tutte le sue forme. In questa fase riteniamo che la resistenza popolare, con tutto ciò che essa comporta, sia efficace e costi caro alla controparte”. Nel lessico della politica araba, per “resistenza contro Israele in tutte le sue forme” si intende ogni forma di violenza, anche quella terroristica contro civili.

A suo tempo detenuto in Israele per aver lanciato una granata contro un autobus, dopo essere stato scarcerato Rajoub divenne capo della Forza di Sicurezza Preventiva dell’Autorità Palestinese in Cisgiordania e consigliere di Yasser Arafat per la sicurezza nazionale. Fra i firmatari dell’iniziativa ufficiosa israelo-palestinese di Ginevra del 2003, Rajoub è noto al pubblico israeliano per essere una delle maggiori personalità palestinesi comparse nel 2010 nel video di una campagna pubblicitaria volta a convincere gli israeliani dell’esistenza di un affidabile interlocutore di pace. Rajoub si rivolgeva direttamente alla popolazione israeliana dicendo in ebraico: “Io sono il vostro interlocutore”, e aggiungeva che “vi è consenso nel mondo arabo per il riconoscimento dell’esistenza di Israele in cambio della fine dell’occupazione”.

Nell’intervista lunga un’ora della scorsa settimana, resa nota mercoledì dal centro di monitoraggio Palestinian Media Watch, nell’esprimere preoccupazione per i toni islamici assunti dalla “primavera araba” Rajoub sottolinea che anche Fatah è un movimento rivoluzionario votato alla lotta contro Israele. E spiega: “Se me lo chiedete come palestinese, io dico: la nostra battaglia è contro l’occupazione israeliana, il nostro nemico principale, non [solo] in quanto palestinesi ma in quanto arabi e musulmani, è Israele e l’occupazione israeliana”.

Rajoub afferma che inserire la questione palestinese nel contesto della primavera araba danneggerebbe la causa palestinese; tuttavia fa appello a tutti gli arabi perché prendano parte alla “liberazione di Gerusalemme”, e critica l’inazione araba rispetto alla causa palestinese, alludendo al fatto che molti ricchi paesi arabi si rifiutano costantemente di aiutare finanziariamente l’Autorità Palestinese. L’esponente di Fatah ha poi difeso i negoziati dicendo che si tengono per il semplice motivo che, al momento, i palestinesi non hanno sufficiente forza militare. Ed ha poi aggiunto: “Se ci fosse una mobilitazione [araba] per la liberazione di Gerusalemme, se venissero sfoderati soldi e spade in faccia al nemico sionista, sarebbe magnifico”. Lo stesso Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha affermato in diverse occasioni che se le nazioni arabe lanciassero una guerra contro Israele, “la Palestina si unirebbe a loro”.

Palestinian Media Watch cita anche una frase dell’intervista in cui Rajoub dice che se i palestinesi avessero armi nucleari le userebbero subito contro Israele, parole che nel contesto possono essere lette come un’affermazione retorica fatta per rintuzzare le critiche di coloro che in campo arabo attaccano Fatah per la sua dichiarata disponibilità a negoziare con Israele. “Per ora – afferma Rajoub nel sostenere l’immutata combattività di Fatah – noi non abbiamo l’atomica. Ma giuro, se avessimo l’atomica l’avremmo usata questa mattina stessa”.

(Da: Times of Israel, PMW Bulletin, 8 Maggio 2013)

Israele.net

Nella foto in alto: un estratto del video dell’intervista a Jibril Rajoub pubblicato da Palestinian Media Watch

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  • #1Emanuel Baroz

    09/05/2013 Il ministro israeliano della giustizia Tzipi Livni, capo della squadra israeliana per i negoziati di pace con i palestinesi, ha ringraziato il Segretario di stato Usa, John Kerry, per i suoi continui sforzi volti a rilanciare il processo di pace nella regione. “Siamo in una situazione di stallo diplomatico – ha detto Tzipi Livni – ma gli sforzi di Kerry potrebbero modificare questo stato di fatto”.

    09/05/2013 Nel corso di una conferenza stampa congiunta con il presidente della confederazione sindacale Histadrut Ofer Eini, il ministro israeliano delle finanze Yair Lapid ha parlato mercoledì sera delle misure di austerità che dovrebbero entrare in vigore con la legge di bilancio. “Abbiamo tassato anche i ricchi e i beni di lusso – ha detto Lapid – abbiamo alzato l’imposta sulle società e abbiamo tagliato gli stipendi di parlamentari e ministri. I tagli hanno riguardato anche gruppi considerati finora intoccabili. Abbiamo completamente cambiato la distribuzione del peso economico. Certo – ha concluso il ministro – Tutti vorrebbero che il conto per il deficit dello Stato lo pagasse qualcun altro, ma non ci sono miracoli in questo genere di cose. Non intendo distribuire soldi che lo Stato non ha: non saremo come Grecia, non sotto la mia responsabilità”.

    09/05/2013 Il ministro degli esteri turco Ahmet Davutoglu, intervistato mercoledì, ha accusato il presidente siriano Bashar al-Assad di ricorrere a una nuova strategia di ”pulizia etnica” allo scopo di creare una zona esclusiva per la sua setta alawita.

    09/05/2013 I caschi blu continuano a monitorare la linea di cessate il fuoco tra Siria e Golan israeliano, ma hanno spostato alcuni osservatori a causa della precaria situazione della sicurezza dovuta al conflitto che imperversa in Siria. Lo hanno comunicato mercoledì le Nazioni Unite.

    09/05/2013 Il parlamento giordano ha votato a favore della proposta di espellere l’ambasciatore israeliano dalla capitale, Amman, e ritirare quello giordano da Israele come reazione a quelle che i parlamentari giordani definiscono “le azioni di Israele verso i luoghi sacri dell’islam e del cristianesimo a Gerusalemme” (riferimento a tafferugli avvenuti martedì fra palestinesi che insultavano fedeli ebrei e agenti di polizia israeliani, e al fermo con interrogatorio per alcune ore del mufti di Gerusalemme, sospettato d’aver fomentato i disordini). La mozione, non vincolante, sarà inviata al governo giordano, ma non potrà essere attuata senza l’approvazione della Corona hascemita. Il presidente Shimon Peres ha reagito alla decisione del parlamento giordano ribadendo che “la pace con la Giordania ci è cara e noi continueremo a rispettare tutti i luoghi santi di tutte le religioni, e a fare di tutto per mantenerli sicuri, come concordato negli accordi di pace”.

    09/05/2013 Si apprende che nei mesi scorsi Forze di Difesa e servizi di sicurezza israeliani hanno scoperto strutture paramilitari di Hamas nell’area di Ramallah (Cisgiordania) che dovevano servire per realizzare vari attentati terroristici (ordigni esplosivi, rapimenti, costruzione di razzi). Arrestati e incriminati due membri chiave della cellula terroristica.

    09/05/2013 “Il ricorso al boicottaggio accademico contro Israele è vergognoso e arbitrario. Israele è una democrazia in cui tutti possono esprimere le proprie opinioni, quali che siano. Boicottare non è compatibile con un aperto dialogo democratico”. Lo ha detto mercoledì Israel Maimon, presidente della quinta edizione della President’s Conference, reagendo alla decisione del fisico britannico Steven Hawking di boicottare l’evento (in programma per giugno a Gerusalemme). Scrive il Guardian che Hawking ha inviato una lettera al presidente israeliano Shimon Peres dicendogli che ha deciso di aderire al boicottaggio su sollecitazione dei suoi colleghi palestinesi. Secondo Maimon, la decisione di Hawking è tanto più inaccettabile alla luce dello “spirito di libertà” che è sempre stato alla base delle sue attività accademiche e umane.

    09/05/2013 “Il regime siriano ha i missili e li deve usare contro Israele, non contro il popolo siriano”. Lo ha detto mercoledì l’ex vice capo del politburo di Hamas, Mousa Abu Marzook.

    09/05/2013 Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dato mercoledì il suo pieno appoggio al ministro delle finanze Lapid e alla sulla proposta di bilancio, dicendo che non intende interferire nella sua elaborazione, ad eccezione di questioni relative al budget per la sicurezza.

    08/05/2013 “Non stiamo intervenendo nella guerra civile siriana – ha ribadito martedì il ministro della difesa israeliano Moshe Ya’alon – ma abbiamo posto delle linee rosse, che sono i trasferimenti di armi a organizzazioni terroristiche o le violazioni della nostra sovranità. In ognuno di questi casi agiremo a difesa della sicurezza di Israele. Le forze sul campo hanno avuto istruzione di reagire ogni volta che venga aperto il fuoco verso Israele da una fonte identificata”.

    08/05/2013 Miliziani di Hamas a Gaza hanno disperso una manifestazione di sostenitori del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina scesi in strada martedì, nel sud della striscia di Gaza, per protestare contro gli attacchi aerei in Siria attribuiti a Israele. Secondo testimoni locali, i miliziani di Hamas hanno anche aggredito la troupe di un’emittente tv che sostiene il presidente siriano Bashar Assad.

    08/05/2013 ”Il Golan diventerà la prima linea della resistenza armata”. Lo ha detto martedì il presidente siriano Bashar Assad durante un incontro con il ministro degli esteri iraniano Ali Akbar Salehi, il quale dal canto suo ha dichiarato: ”Siamo con voi e non permetteremo che la Siria cada nelle mani di Israele, degli Stati Uniti o di qualsiasi altro infedele”. Ne hanno dato notizia l’emittente libanese Al-Mayadeen e l’agenzia ufficiale siriana Sana.

    08/05/2013 Il regime siriano avrebbe intenzione di permettere a fazioni terroristiche palestinese di operare attraverso il confine del Golan per compiere attentati contro Israele. Lo ha scritto lunedì il quotidiano siriano Al Watan, secondo il quale l’iniziativa verrà discussa in imminenti riunioni tra le autorità siriane e i capi di alcune fazioni palestinesi, stando a quanto ha dichiarato Khalid Abd al-Majid, segretario generale del Fronte di Lotta Popolare Palestinese.

    08/05/2013 Siria. Ribelli siriani della Brigata Martiri dello Yarmouk hanno annunciato martedì d’aver fermato un gruppo di caschi blu filippini della forza di osservazione Onu sulla linea di cessate il fuoco tra Siria e Golan israeliano, dicendo di volerli proteggere dai combattimenti a dalle bande criminali della zona. Una portavoce Onu ha confermato il sequestro dei quattro filippini mentre erano in servizio di pattuglia nei pressi della zona dove, nel marzo scorso, altri osservatori Onu erano stati sequestrati per tre giorni da forze siriane ribelli.

    08/05/2013 Il ministro israeliano delle finanze Yair Lapid ha difeso martedì il suo progetto di bilancio, vivacemente attaccato dall’opposizione, dicendo: ”Questo è esattamente ciò che significa assunzione di responsabilità: fare ciò che è difficile pur sapendo che molta gente sarà in collera con voi”. Lapid ha detto che non intende fare come quei politici “spreconi” di altri paesi che non hanno resistito alle pressioni e hanno portato i loro paesi al disastro economico, e ha promesso che nell’arco di due anni Israele sarà un paese ”completamente diverso”. “Per la prima volta dopo anni – ha spiegato – la classe media israeliana non è l’unica a pagare il prezzo. Questa volta siamo andati anche dove nessuno osava mettere mano, settori che fino ad oggi erano politicamente immuni: imposta sulle società e sugli articoli di lusso, legge per incentivare l’investimento di capitale”. Lapid ha aggiunto che, anche se la classe media verrà danneggiata nel breve termine dai tagli di bilancio, a lungo termine i tagli serviranno per abbattere il costo della vita, aumentare i posti di lavoro, far scendere i prezzi delle case e arrivare a una più equa distribuzione degli oneri sociali.

    08/05/2013 Un altro colpo di mortaio è caduto martedì mattina a Tel Fares, vicino al confine del Golan con la Siria. Lo ha riferito Radio Israel precisando che anche questo incidente, come quelli della mattina precedente, sembra essere un’accidentale effetto collaterale di combattimenti tra ribelli e forze del regime di là del confine.

    07/05/2013 Il Segretario di stato Usa John Kerry incontrerà a Roma, mercoledì, il ministro della giustizia israeliano Tzipi Livni, che è anche capo negoziatore per il processo di pace israelo-palestinese. il Dipartimento di stato americano ha annunciato lunedì che Kerry, a Roma, incontrerà anche il ministro degli esteri giordano Nasser Judeh, nel quadro degli sforzi per trovare il modo di rilanciare i negoziati di pace, interrotti dal 2010.

    07/05/2013 Due colpi di mortaio partiti dalla Siria sono esplosi lunedì in un campo sulle alture del Golan, vicino alla recinzione di confine, non lontano da una postazione militare israeliana. Una fonte militare israeliana ha detto che quasi certamente si tratta di colpi sparati nel quadro dei combattimenti tra ribelli siriani e forze del regime di Assad, e non di un attacco deliberato contro Israele.

    07/05/2013 Il Comando Nord delle Forze di Difesa israeliane ha deciso di ridimensionare significativamente le annuali esercitazioni nel nord del paese, che di solito comprendono attività sul confine libanese. Il portavoce militare ha spiegato che la decisione è stata presa al fine di evitare inutili tensioni nella regione.

    07/05/2013 Il Comitato ministeriale per la legislazione ha ratificato un piano per la regolamentazione degli insediamenti abusivi beduini nel Negev israeliano, nonostante le obiezioni dei partiti Yesh Atid e Habayit HaYehudi. La proposta, portata avanti dal ministro Benny Begin, porterebbe alla legalizzazione della maggior parte di tali comunità.

    07/05/2013 Dopo Stati Uniti e Regno Unito, anche la Francia ha detto che i raid attribuiti a Israele in Siria sono “comprensibili”, benché ”rischiosi”. Lo ha affermato lunedì il ministro degli esteri francese Laurent Fabius durante una visita a Hong-Kong.

    07/05/2013 Siria. La Croce Rossa Internazionale ha esortato lunedì entrambe le parti della guerra civile in corso nel paese a consentire la rapida evacuazione di morti e feriti, molti dei quali civili, che spesso giacciono abbandonati per giorni o mesi durante gli intensi combattimenti urbani. La Croce Rossa ha ricordato a governo e ribelli che il diritto umanitario internazionale esige la pronta evacuazione dei feriti da curare e una rispettosa rimozione del corpi dei caduti. Lo ha ricordato Magne Barth, nuovo capo della delegazione della Croce Rossa in Siria, con una dichiarazione diffusa a Ginevra.

    07/05/2013 Investigatori delle Nazioni Unite avrebbero raccolto testimonianze di vittime e personale medico della guerra civile in Siria secondo le quali il gas nervino Sarin sarebbe stato usato dalle forze ribelli. Lo ha comunicato domenica Carla Del Ponte, membro della Commissione di ispettori. “Ci sono forti sospetti concreti, ma non ancora prove inconfutabili, dell’uso di gas sarin”, ha dichiarato Carla Del Ponte in un’intervista alla tv della Svizzera italiana. Il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, si è detto molto scettico sull’uso di gas nervino da parte delle forze siriane ribelli. Carney ha sottolineato che la stessa Commissione d’inchiesta dell’Onu sulla Siria, con una dichiarazione, ha preso le distanze dalle affermazioni di Carla Del Ponte. “A noi risulta molto probabile che le armi chimiche siano state usate in Siria – ha detto Carney – e vi sono le prove che ne è stato responsabile il regime di Assad”.

    07/05/2013 Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, in visita a Shanghai, ha perorato più forti legami economici tra Israele e Cina. Parlando durante una visita a un parco hi-tech, Netanyahu ha detto che Israele mira a espandere la cooperazione economica e ad aumentare in modo significativo le proprie esportazioni verso la Cina.

    07/05/2013 Israele vuole evitare un aumento delle tensioni con la Siria “mettendo in chiaro che, se vi sono sue operazioni, esse sono rivolte solo contro Hezbollah, non contro il regime siriano”. Lo ha detto lunedì a Radio Israel il parlamentare ed ex presidente della Commissione esteri e difesa della Knesset, Tzahi Hanegbi. Hanegbi ha sottolineato che Israele non ha formalmente riconosciuto sue azioni in Siria consentendo ad Assad di salvare la faccia, e ha osservato che Netanyahu ha iniziato domenica la prevista visita di cinque giorni in Cina dando il segno che non è in corso alcuna escalation. Domenica il governo di Assad aveva condannato i raid attribuiti a Israele definendoli “una dichiarazione di guerra” e minacciando generiche ritorsioni.

    07/05/2013 Il ministro della difesa israeliano Moshe Ya’alon ha approvato un piano per la riduzione di quattro mesi della durata del servizio militare obbligatorio maschile. In base al piano, formulato da capo di stato maggiore delle Forze di Difesa israeliane Benny Gantz, i coscritti arruolati a partire dal luglio 2015 in poi presteranno servizio per 32 mesi. Il piano si basa tra l’altro sul principio di equiparare il più possibile la durata della leva obbligatoria per maschi e femminile che svolgono le stesse funzioni, e di arrivare a una più equa distribuzione dell’onere del servizio militare in tutta la società israeliana.

    (Fonte: Israele.net)

    9 Mag 2013, 10:44 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    Hamas: Israele non deve esistere e va distrutto

    di Sarah F

    «Rifiutiamo il piano di pace proposto dalla Lega Araba semplicemente perché Israele non ha nessun diritto di esistere e perché non accettiamo interferenze esterne». A parlare così è stato il capo di Hamas nella Striscia di Gaza, Ismail Haniyeh.

    La scorsa settimana la Lega Araba aveva proposto un suo piano di pace per risolvere la questione israelo-palestinese. Il piano prevedeva concessioni territoriali a Israele sottoforma di “scambio”, una apertura insufficiente ma pur sempre una apertura anche se piena di trabocchetti. Il piano piaceva al Segretario di Stato americano, John Kerry, e all’Unione Europea. Israele era rimasto (a ragione) piuttosto freddo pur apprezzando la parziale apertura. La ANP si era detta disponibile a trattare. La stroncatura di Hamas arriva come una mannaia.

    Parlando in una moschea di Gaza, Ismail Haniyeh ha ribadito che l’obbiettivo di Hamas non è trattare con Israele, né ora né mai, ma è quello di conquistare la terra dal “Mediterraneo al fiume Giordano”. «L’obbiettivo di Hamas è chiaro: nessuna trattativa con chi non ha il diritto di esistere (Israele n.d.r.). La guerra finirà solo quando la terra dal Mediterraneo al fiume Giordano sarà purificata dalla presenza ebraica e sionista» ha detto Haniyeh a una folla delirante.

    Nulla di nuovo quindi sul fronte di Hamas. C’è solo da chiedersi come sia possibile che personaggi europei (Ashton in primis) continuino a considerare il gruppo terrorista palestinese un interlocutore quando premedita apertamente un nuovo olocausto ebraico.

    http://www.rightsreporter.org/hamas-israele-non-deve-esistere-e-va-distrutto/

    9 Mag 2013, 10:44 Rispondi|Quota
  • #3Emanuel Baroz

    Israele: il piano di pace arabo uno sputo in faccia alla democrazia israeliana

    di Miriam Bolaffi

    “Tutti i piani di pace arabi iniziano con discorsi trionfanti sulle praterie americane e finiscono con pozze di sangue sulla terra di Israele”. Queste parole di Hagai Segal riassumo in poche parole 60 anni di menzogne arabe e di promesse di pace disattese dagli stessi arabi ai quali la pace proprio non interessa.

    Anche l’ultimo trucchetto della Lega Araba ha scatenato i trionfalismi di quell’essere inutile e paradossale che è il Segretario di Stato Americano, John Kerry, e del suo capo e compagno di merende, Barack Obama. Lo chiamano “nuovo piano di pace” quello proposto dalla Lega Araba quando in effetti è un vero e proprio sputo in faccia alla democrazia israeliana, un insulto all’intelligenza di tutto il popolo di Israele, un meschino strattagemma per far credere ad una apertura araba che palesemente non c’è ma che fa platealmente gridare John Kerry al “miracolo”.

    Ma in sostanza, in cosa consiste il cosiddetto “nuovo piano di pace” proposto dalla Lega Araba e che tanto è piaciuto a Kerry? E’ lo stesso piano di pace proposto sempre dalla Lega Araba nel 2002 e rigettato da Israele. In tutto c’è una piccola variante che introduce il concetto di “scambio di terra”. Insomma, ritiro di Israele entro i confini 1967, Gerusalemme Est ai palestinesi, libertà di circolazione di merci e persone ecc. ecc. L’unica “apertura” riguarda un eventuale “scambio di terra”, cioè se c’è una colonia israeliana in territorio considerato palestinese non verrà smantellata ed evacuata come è successo in passato ma Israele potrà concedere un equivalente porzione di terreno alla Palestina.

    Questa “apertura araba” ha fatto gridare John Kerry alla “grande vittoria diplomatica” e alla “soluzione risolutiva” del conflitto israelo-palestinese. In effetti è addirittura un passo indietro rispetto ai già generosissimi (per i palestinesi) accordi di Oslo che tanto sangue sono costati a Israele. E’ un insulto alla democrazia di Israele e all’intelligenza israeliana. E’ un trucco meschino messo in piedi dallo sceicco del Qatar con la collaborazione della Casa Bianca per mettere in difficoltà la politica israeliana su Gerusalemme Est e per introdurre in modo sibillino, con la libertà di circolazione di persone e merci, il concetto di Stato binazionale.

    E’ una cosa inaccettabile per Israele, lo sa benissimo anche Kerry. Proprio per questo è un sputo in faccia alla democrazia israeliana, perché ben sapendo che un piano del genere non può essere accettato da Israele, la Casa Bianca ha scelto di sponsorizzarlo apertamente dimostrando ancora una volta in più, se ce ne fosse bisogno, la sua posizione filoaraba.

    Il paradosso è che i primi a bocciare il piano di pace arabo sono proprio i palestinesi. Ieri è arrivata la netta stroncatura di Hamas che ha detto di non accettare il piano di pace della Lega Araba semplicemente perché “Israele non deve esistere nemmeno entro i confini del 67 e quindi va distrutto”. L’unico a gioire a Abu Mazen che, da vecchio volpone, vede nella posizione assunta dalla Casa Bianca un modo di mettere in difficoltà il Governo israeliano ed è già partito in cerca di soldi (tanto per cambiare) e di appoggi.

    Quello che francamente risulta incomprensibile è come la Casa Bianca abbia improvvisamente ridato fiato alle trombe della “politica filoaraba” dopo che negli anni scorsi non ne ha azzeccata una in Medio Oriente. Ma soprattutto non si capisce come possa la Lega Araba, che non riesce a trovare nessuna soluzione per il mondo arabo dilaniato da vere tragedie, voler trovare soluzioni per il conflitto israelo-palestinese. Onestamente ho l’impressione che ancora una volta l’obbiettivo sia esclusivamente Israele con buona pace di tutte le vere crisi regionali.

    http://www.rightsreporter.org/israele-il-piano-di-pace-arabo-uno-sputo-in-faccia-alla-democrazia-israeliana/

    9 Mag 2013, 10:48 Rispondi|Quota