Ramallah: vietato l’ingresso agli ebrei

 
Emanuel Baroz
30 giugno 2013
5 commenti

Ramallah: vietato l’ingresso agli ebrei

antisemitismo-palestina-abu-mazen-emanuele-segre-amar-focus-on-israel

Piero Fassino, sindaco di Torino, Alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza dell’Unione europea, fondatore di “Sinistra per Israele”, insieme a Giorgio Napolitano, Furio Colombo, Umberto Eco, ed altri nomi della politica e della cultura italiana, si reca in missione a Ramallah, dal 2 al 5 giugno di quest’anno. Lo accompagnano sei aziende piemontesi. Il viaggio è prevalentemente motivato da contatti commerciali e incontri istituzionali, ma ovviamente il conflitto arabo-israeliano non puo’ restarsene fuori dalla porta. Appare ad ogni tappa di questo viaggio.

La questione del riconoscimento e dei confini (linea verde? Gerusalemme capitale israeliana? ) crea non poche difficoltà anche ai diplomatici in missione. Una complicata trafila di procedure burocratiche fa si’ che gli incontri con le dirigenze palestinesi possano avvenire solo in ambito “neutro”, nel Consolato italiano in questo caso. E i diplomatici in visita possono accedere al Consolato italiano, ma viaggiando su auto del Consolato. Della delegazione fa parte anche il vice Presidente della Comunità Ebraica di Torino, Emanuel Segre Amar. Al momento di concedere i nulla-osta che autorizzano l’entrata in territorio palestinese, la presenza di Segre Amar è rifiutata. Con che motivazione? E’ Ebreo! Nessun Ebreo puo’ mettere piede a Ramallah.

La delegazione italiana, capitanata da Piero Fassino che pure qualche idea in proposito – proprio per i suoi trascorsi in “Sinistra per Israele” – dovrebbe avercela, accetta l’idea che Ramallah sia da considerarsi Judenfrei e lascia a Gerusalemme Emanuel Segre Amar, questo antifascista che condivise la cella con Leone Ginzburg  per la sua lotta contro il regime di Mussolini (in realtà si tratta del padre).

A Segre non resta altro modo per manifestare la sua indignazione che scrivere una lettera indirizzata a Abu Mazen che Fassino, bontà sua, si incarica di recapitare:

Gerusalemme, 24 di Sivan 5773, 2 Giugno 2013

Sua Eccellenza Mahmoud Abbas,

Sono nato nel 1944 a Gerusalemme, dove i miei genitori si rifugiarono per sfuggire alla deportazione che minacciava tutti gli Ebrei d’Italia a causa dell’occupazione tedesca. Per ragioni politiche, che mi trovano in disaccordo, non posso incontrarla durante la nostra visita in Israele e nei territori ANP, quindi le invio questa missiva per mezzo del Sindaco di Torino, Piero Fassino.

Io credo personalmente che i palestinesi appartengano a questa terra santa martirizzata. Ma credo altresí che l’ostacolo maggiore al raggiungimento di una pace duratura sia la mancanza di volontà degli Arabi di riconoscere il diritto degli Ebrei a essere Popolo Sovrano nella nostra Terra Madre in Medio Oriente. Il conflitto è sull’esistenza stessa d’Israele, non sulla sua grandezza o frontiere.

Per circa duemila anni, in seguito alla distruzione di Gerusalemme da parte dell’esercito imperiale Romano, la maggior parte del Popolo d’Israele è vissuta in esilio dai propri luoghi santi, mantenendo vive la propria religione, lingua e usanze, in un atto senza eguali di memoria collettiva. Gli Ebrei sono sempre vissuti nella Terra d’Israele, anche dopo la deportazione da parte dei Romani; siamo vissuti a centinaia di migliaia per 2.000 anni in tutto il Medio Oriente, dall’Iraq all’Egitto, dalla Siria a Gaza, compresa la Penisola Araba, come scritto anche nel Corano. Noi Ebrei siamo sempre rimasti fedeli alla nostra cultura e al nostro Retaggio anche attraverso continue sofferenze, bersagliati dovunque ci stabilivamo dal risentimento e dalla xenofobia degli ospiti, tuttavia senza mai dimenticare Gerusalemme – la Città Santa di tutta la nostra storia, menzionata almeno tre volte al giorno nelle nostre preghiere e OGNI VOLTA che abbiamo mangiato del pane o dei frutti tipici della Terra d’Israele, come fichi, datteri, uva, ecc.; una città in cui abbiamo sempre vissuto, tranne che durante l’occupazione dei Crociati, e dove almeno sin dalla metà del XIX Sec. E.V. noi Ebrei siamo sempre stati la maggioranza assoluta degli abitanti. Nessun altro popolo nella Storia ha sperimentato una tale sofferenza immeritata, o dedicato altrettanta energia al ricordo e al lutto per i propri morti.

Questa è anche la storia della mia famiglia: una storia di persecuzione e di redenzione.

Le Nazioni Unite votarono a stragrande maggioranza per riconoscere lo Stato d’Israele come membro e come patria in cui gli Ebrei potessero finalmente vivere come Popolo Indipendente e Sovrano. Israele è sempre stata per gli Ebrei un anelito di libertà, il modo per acquisire l’auto-governo il cui ricordo avevano mantenuto in vita per duemila anni nella memoria. Com’è noto, l’odio è ricominciato, ora diretto ad Israele e ai Suoi Cittadini Ebrei.

Come possiamo rompere quest’orribile catena di aggressioni terroriste e risposte difensive dopo quasi settant’anni di conflitto e odio?

La pace può essere raggiunta solo con il riconoscimento in Medio Oriente d’Israele come il focolare nazionale del Popolo Ebraico, come già deciso dalla Conferenza di San Remo del 1920; aggiungendo lo Stato d’Israele in tutte le carte geografiche usate nelle scuole del mondo islamico, specialmente nelle scuole palestinesi; la promozione di interazione e collaborazione tra scienziati, studiosi, artisti e atleti; l’abbandono della delegittimazione d’Israele alle Nazioni Unite; la messa fuori legge dei gruppi terroristi miranti all’uccisione d’Israeliani e alla distruzione d’Israele; la fine dei boicottaggi economici contro Israele; infine, ma non per importanza, la proclamazione di fatwa da parte di teologi che proibiscano l’assassinio degli “infedeli”.

Signor Presidente, i soldati israeliani non usano bambini come scudi quando iniziano un conflitto a fuoco coi terroristi, le scuole e le colonie estive israeliane non fanno il lavaggio del cervello agli alunni perché compiano azioni vilente contro i civili, gli esponenti religiosi d’Israele non tessono le lodi di bambini che compiono azioni terroriste.

Credo che il modo in cui l’Autorità Palestinese educa i propri bambini e la propria società sia un indicatore chiave delle sue vere intenzioni. Nonostante tutto ciò, non voglio perdere la speranza che Lei lavorerà duro per costruire una vera cultura di pace durevole.

Cordialmente.

In Fede,

Emanuel Segre Amar – Vice Presidente della Comunità Ebraica di Torino.

Non è retorica andare con il pensiero alla diversa accoglienza che ha avuto in Israele una delegazioni di Imam francesi, a novembre del 2012, liberi di viaggiare e visitare tutto il territorio israeliano, accolti come ospiti d’onore, ricevuti dal Presidente Peres.

Come non ricordare l’impressione che lo scrittore algerino Boualem Sansal riporto’ del suo viaggio in Israele, dove si reco’ di nascosto al governo algerino che non avrebbe mai autorizzato il viaggio; trattato da “traditore” in patria, di Israele scrive:

Che viaggio amici! E che accoglienza! Vi parlo di Israele e degli israeliani cosi’ come puo’ farlo chi è stato sul posto ed ha visto con i suoi propri occhi…Non c’è nel mondo un altro paese e un altro popolo come quello….. Ne sono tornato felice”.

Un altro episodio nero da aggiungere ad una lunga lista: Segre Amar non è un “colono”, non è un “israeliano”, è un cittadino italiano ma, cio’ che per il governo di Ramallah fa la differenza, è EBREO. E allora basta con l’ipocrisia di un Occidente palestinofilo che si affanna a tracciare una linea di demarcazione tra “Ebreo” e “Israeliano”, tra “antisemitismo” e “antisionismo”. Almeno Abbas ha avuto il coraggio di dirlo chiaro e tondo, abbiatelo anche voi questo coraggio, mostratevi per quello che siete, accettate, come ha fatto Piero Fassino, l’evidenza che ci siano luoghi vietati agli Ebrei, siate responsabili delle vostre scelte.

Bugie dalle gambe lunghe

Articoli Correlati
Nessuna indignazione per quei paesi che vietano l’ingresso agli israeliani: distrazione o ipocrisia?

Nessuna indignazione per quei paesi che vietano l’ingresso agli israeliani: distrazione o ipocrisia?

Quel bando ignorato verso la Stella di Davide di Davide Simone Pericoloso. Inutile. Iniquo. Con questi tre aggettivi potremmo definire il cosiddetto “Muslim ban” voluto dal neopresidente statunitense, ben diverso […]

Gli insulti agli ebrei al corteo del 25 Aprile: una problema che la sinistra italiana deve affrontare

Gli insulti agli ebrei al corteo del 25 Aprile: una problema che la sinistra italiana deve affrontare

Gli insulti agli ebrei, uno strappo a sinistra La sfilata del 25 Aprile. L’ aggressione antisemita di Milano nasconde un meccanismo perverso: si nazifica Israele e si de-umanizza il popolo […]

Tv di Hamas: “Gli ebrei sono stati ammassati in Palestina per dare agli islamici l’onore di massacrarli come insetti dannosi”

Tv di Hamas: “Gli ebrei sono stati ammassati in Palestina per dare agli islamici l’onore di massacrarli come insetti dannosi”

Tv di Hamas: “Gli ebrei sono stati ammassati in Palestina per dare agli islamici l’onore di massacrarli come insetti dannosi” Parole di Yunis Al-Astal, religioso musulmano e parlamentare di Hamas, […]

Giordania, ‘Vietato l’ingresso a cani e israeliani’: cartello choc sui locali di Petra

Giordania, ‘Vietato l’ingresso a cani e israeliani’: cartello choc sui locali di Petra

Giordania, ‘Vietato l’ingresso a cani e israeliani’: cartello choc sui locali di Petra A denunciare la presenza di questi cartelli su numerosi negozi dell’antica città giordana sono stati proprio alcuni […]

Il 29 novembre 1947, quando le Nazioni Unite assegnarono una parte della Palestina agli arabi e un’altra agli ebrei. Quella ebraica non fu forse sottratta agli arabi?

Il 29 novembre 1947, quando le Nazioni Unite assegnarono una parte della Palestina agli arabi e un’altra agli ebrei. Quella ebraica non fu forse sottratta agli arabi?

5) A proposito del 29 novembre 1947, quando le Nazioni Unite assegnarono una parte della Palestina agli arabi e un’altra agli ebrei. Quella ebraica non fu forse sottratta agli arabi? […]

Lista Commenti
Aggiungi il tuo commento

Fai Login oppure Iscriviti: è gratis e bastano pochi secondi.

Nome*
E-mail**
Sito Web
* richiesto
** richiesta, ma non sarà pubblicata
Commento

  • #1Emanuel Baroz

    L’ebreo italiano bandito da Ramallah

    Nella recente visita a Ramallah, “capitale” dell’Autorità Nazionale Palestinese, della delegazione ufficiale della Città di Torino, guidata dal sindaco Piero Fassino, non ha potuto far parte il vice Presidente della Comunità Ebraica di Torino, Emanuel Segre Amar, perché EBREO. Sì, perché EBREO. Perché le istituzioni italiane e i loro rappresentanti accettano il “judenrein”, come i nazisti chiamavano le entità ripulite dagli ebrei? Emanuel è il figlio di Sion Segre Amar, un celebre esponente della comunità ebraica di Torino, coraggioso corsaro sionista della prima ora condannato dal tribunale speciale fascista e gettato in cella assieme a Leone Ginzburg. Vergogna che in quanto ebreo il figlio non abbia potuto mettere piede nei “territori occupati”. Sì, da fanatici islamisti antisemiti. Emanuel Segre Amar ha fatto avere ad Abu Mazen una lettera. Eccola qui riprodotta:http://www.ilfoglio.it/zakor/1035

    1 Lug 2013, 11:44 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    1 Lug 2013, 11:46 Rispondi|Quota
  • #3Emanuel Baroz

    Missione Torino nel Paese che non c’è

    di Stefano Magni

    Missione di Torino in Israele e Palestina: dal 2 al 5 giugno, sei aziende piemontesi, assieme al sindaco di Torino Piero Fassino. Oltre ai contatti commerciali e gli incontri istituzionali, di cui si è detto ampiamente nelle cronache quotidiane, altri aspetti della missione, molto meno noti, sono in realtà estremamente rivelatori. Il Medio Oriente non è un luogo in cui si possa fare semplicemente business, senza toccare temi epocali come il processo di pace, il riconoscimento di Israele, il rapporto fra Islam e Cristianesimo e fra Cristianesimo ed Ebraismo. E infatti, puntualmente, questi problemi sono saltati fuori tutti e senza sconti. Della missione faceva parte anche la Comunità Ebraica di Torino, rappresentata dal suo vicepresidente Emanuel Segre Amar. Ebbene, non ha potuto mettere piede nei Territori contesi, dunque non ha potuto prender parte all’incontro con Mahmoud Abbas (Abu Mazen) a Ramallah, tanto per dirne uno.

    La “linea verde”, quella dell’armistizio del 1949 (Prima Guerra Arabo-Israeliana) è ancora vista come una barriera insuperabile, anche per i funzionari dell’ambasciata italiana… che non possono andare oltre, per non riconoscere l’“occupazione” israeliana del 1967. Possono recarsi al Consolato italiano dei Territori palestinesi, perché è terra italiana. E possono prendere parte a incontri tripartiti a Hebron, ma solo su auto del Consolato italiano. Ma non possono andare al di là di quello che era il muro divisorio di Gerusalemme fino alla Guerra dei Sei Giorni. Non c’è da stupirsi che nelle cronache italiane si parli sempre di “governo di Tel Aviv”, anche se Netanyahu è a Gerusalemme: dalle nostre parti quella città non è mai stata riconosciuta quale capitale dello Stato ebraico. Emanuel Segre Amar è però cittadino italiano. Ebreo, ma italiano, non un cittadino israeliano, tantomeno un “colono” dei “Territori occupati”. Il fatto che sia stato escluso dalla visita, sa molto di “Palestina Judenfrei”? Ma forse siamo noi troppo paranoici. Altro piccolo dettaglio che non fa notizia: nessuna delegazione internazionale, nemmeno quella piemontese, visita la mostra su Erode il Grande (fiore all’occhiello del Museo Ebraico di Gerusalemme).

    Per la controparte palestinese, gli ebrei non hanno mai avuto nulla a che fare con la terra che abitano. Si tratta di uno Stato artificiale costruito nel 1948 come “compenso per la Shoah”. Una mostra sulla civiltà ebraica pre-diaspora, l’esposizione di reperti archeologici ebraici dell’epoca di un re che visse sotto l’egida dell’Impero di Augusto, dimostrerebbero ai palestinesi che esiste, da tempo immemore, anche un altro popolo su quella terra. Forse è per questo motivo che né Obama né Fassino vengono accompagnati in quelle sale d’esposizione? Ma forse siamo noi troppo paranoici. Segre Amar, non potendo metter piede in terra palestinese, ha dovuto limitarsi ad inviare una lettera ad Abu Mazen, per mano di Piero Fassino. In questa lettera si ricorda al leader dell’Autorità Palestinese che Israele è stata riconosciuta nel 1948 dalla maggioranza delle nazioni rappresentate all’Onu.

    «La pace può arrivare solo con il riconoscimento, nel Medio Oriente, di Israele quale Stato nazionale del popolo ebraico – scrive Segre Amar – così come è stato stabilito dalla Legge Internazionale in occasione della Conferenza di San Remo del 1920; l’inserimento dello Stato di Israele in tutte le mappe usate nelle scuole del mondo musulmano, specialmente in quelle palestinesi; la promozione di interazioni fra scienziati, studenti, artisti e atleti; l’abbandono della politica di delegittimazione di Israele nelle Nazioni Unite; la messa al bando di gruppi terroristi dediti all’uccisione di civili israeliani e alla distruzione di Israele; la fine del boicottaggio economico contro Israele e, infine, ma non da ultimo, la proclamazione di editti religiosi che vietano l’uccisione di “infedeli”. Signor Presidente, i soldati israeliani non usano bambini come scudi umani quando ingaggiano scontri a fuoco con i terroristi, le scuole e i campi estivi israeliani non fanno il lavaggio del cervello agli scolari per spingerli a commettere atti di violenza contro civili. I religiosi israeliani non tessono le lodi ai bambini che partecipano ad azioni terroristiche». Abbas, ad oggi, non ha ancora risposto. Ma forse non ha avuto tempo. La Missione Torino ha anche partecipato ad un incontro con monsignor Fouad Twal, Patriarca latino di Gerusalemme. Anche in questo caso, gli è stata recapitata una lettera, stavolta da parte di Silvana De Mari, presidente dell’associazione Salviamo i Cristiani (fondata da Magdi Cristiano Allam). «Siamo tra le poche persone, pochissime, che in questo momento si stanno preoccupando di organizzare e coordinare gli aiuti ai Cristiani in fuga dalla Siria, Le ricordo che tra gli scopi ufficialmente dichiarati di non pochi dei contendenti in campo c’è il progetto di purificare la Siria dalla Cristianità – scrive la De Mari – La Siria di San Paolo sarà purificata dalla jihad islamica esattamente come purificata dalla Cristianità è il luogo che attualmente si chiama Turchia, luogo santo per il Cristianesimo, dove è stata scritta l’Apocalisse di San Giovanni, dove la Cristianità è uscita dalla clandestinità. Dove un milione e mezzo di cristiani armeni sono stati cancellati dalla faccia della terra come scarafaggi, come esseri inferiori.

    Nel luogo dove è stata scritta l’Apocalisse di San Giovanni di cristiani non ce n’è nemmeno uno. Sono circa 108 i cristiani rapiti in questo momento in Siria, è una tattica per far finanziare la jihad e per spingerli all’esodo, così da terminare la pulizia etnica». Monsignor Fouad Twal, ad oggi, non ha ancora risposto a questa lettera. In compenso, durante l’incontro con la delegazione piemontese, ha spiegato che coi Territori palestinesi i rapporti siano ottimi. Mentre con le autorità israeliane sono pessimi e che «l’occupazione fa male a occupante ed occupato». Il patriarcato gestisce 31 scuole a Gaza e «I figli di Hamas vengono da noi». Già, a proposito di Gaza: quel territorio governato da un gruppo, Hamas, inserito nella lista nera delle organizzazioni terroriste dell’Unione Europea, ma in quel caso non ci sono problemi a intrattenere rapporti economici e politici. Torino, assieme a Barcellona (Spagna), Cascais (Portogallo), Dunkerque (Francia) e Tromso (Norvegia) è gemellata con Gaza. Fa parte delle città di “EuroGaza”. Fassino ha promesso aiuti per lo smaltimento dei rifiuti, considerato un grave problema dall’Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati, finanziata lautamente dal governo italiano (oltre che da una rete di supporto di comunità locali) che gestisce i 2/3 dei servizi di Gaza, molto più di Hamas. Disse un commerciante armeno incontrato da Segre Amar, col quale dialogava sulla questione del genocidio armeno: «voi europei, se pensate di aver fatto qualcosa che non va bene, vi scusate, e magari pagate anche un indennizzo. Ma in Medio Oriente non funziona così, qui non si riconoscono mai i propri sbagli. Qui tutti hanno sempre ragione, basta dirlo e continuare a ripeterlo, fino a quando la gente ci crederà». Benvenuti nel “nostro” Medio Oriente.

    http://www.opinione.it/esteri/2013/06/12/magni_esteri-12-06.aspx

    1 Lug 2013, 11:46 Rispondi|Quota
  • #4Alberto Pi

    E non accade solo con le delegazioni italiane…..anche con quella di Kerry!!!! Leggete qui: http://www.gatestoneinstitute.org/3783/palestinians-no-jews-allowed …………ma la domanda è sempre la stessa: perchè nessuno ne parla?

    1 Lug 2013, 17:38 Rispondi|Quota
  • #5Emanuel Baroz

    Sei ebreo, israeliano o sei stato in Israele? Talvolta rischi di perdere la libertà di movimento

    di Alessandra Boga

    E’ accaduto all’ebreo italiano Emanuel Segre Amar, vice Presidente della Comunità Ebraica di Torino e figlio di Sion Segre Amar, che fu condannato dai fascisti e compagno di cella di Leone Ginzburg. Emanuel Segre Amar avrebbe dovuto far parte della delegazione ufficiale della Città di Torino guidata dal Sindaco Piero Fassino, che si è recata il mese scorso a Ramallah, città sotto il controllo dell’Autorità Palestinese (Anp) del “moderato” presidente Mahmoud Abbas, meglio conosciuto con il suo nome di battaglia di Abu Mazen. Invece niente da fare: Segre Amar è dovuto rimanere a casa “in quanto ebreo”.

    Ha inviato soltanto una sentita lettera di rammarico per la sua esclusione dalla visita al presidente palestinese, precisando che lui, nato nel 1944 a Gerusalemme per sfuggire alle persecuzioni nazifasciste, ritiene “che i palestinesi appartengano a questa terra santa martirizzata. Ma credo altresì che l’ostacolo maggiore al raggiungimento di una pace duratura sia la mancanza di volontà degli Arabi di riconoscere il diritto degli Ebrei a essere Popolo Sovrano nella nostra Terra Madre in Medio Oriente. Il conflitto è sull’esistenza stessa d’Israele, non sulla sua grandezza o frontiere”. L’esistenza di Israele con capitale Gerusalemme, città dove gli Ebrei hanno sempre vissuto “tranne che durante l’occupazione dei Crociati, e dove almeno sin dalla metà del XIX sec” hanno risieduto. “Noi Ebrei siamo sempre stati la maggioranza assoluta degli abitanti”, ha aggiunto Segre Ammar.

    Difficoltà analoghe alle sue con Ramallah, trovano ebrei e israeliani ad entrare in quasi tutti i Paesi arabi: ”Vietato l’ingresso agli ebrei”, né più né meno come sotto il nazifascismo.

    Ma che ciò avvenga nei Territori Palestinesi e nello stesso mondo arabo, forse non dovrebbe sorprendere troppo, per quanto grave sia: negli anni sono stati già cacciati un’infinità di ebrei arabi dalle loro case, e alcuni ne conservano ancora le chiavi, come dicono di fare certi palestinesi.

    Più sorprendente e allarmante, se questo avviene in un Paese europeo come l’Inghilterra.

    Già, ma la multiculturalista Inghilterra che si è praticamente arresa all’immigrazione dei musulmani e degli integrasti islamici.

    A questo punto verrebbe da chiedersi: quando avverrà il ritorno dei ghetti e magari dei campi di concentramento? Quando avverrà l’espulsione forzata degli Ebrei dall’Europa com’è stato fatto nel mondo arabo, ricalcando le orme nazifasciste?

    E’ da inserire in questo quadro, infatti, la vicenda di Louis “Chip” Cantor, 23 anni, che viene dal Kansas e il mese scorso ha dovuto recarsi proprio in Inghilterra per lavoro. È stato bloccato all’aeroporto per nove ore, insultato con frasi antisemite dalla polizia di frontiera e poi rimpatriato perché aveva “troppi timbri di Israele sul passaporto”.

    Dov’è finito l’impegno europeo, o presunto tale, a che il razzismo e l’antisemitismo non si ripetano mai più?

    http://www.ebraismoedintorni.it/schede.cfm?id=236

    8 Lug 2013, 12:48 Rispondi|Quota
Trackbacks & Pingback
  1. Abu Mazen: “Non un solo israeliano nel futuro stato palestinese” | Focus On Israel