11 Settembre: annunciato un nuovo attacco di hacker contro Israele
Come ormai accade ogni anno la data dell’11 Settembre risveglia il sentimento antistatunitense e antisraeliano nelle menti di quelle persone che, ottenebrate dal proprio odio e dal proprio pregiudizio nei confronti degli USA e di Israele, ritengono giusto attaccare in qualsiasi maniera questi due stati.
Non si discostano da questo triste leit motiv neanche gli hacker di Anonymous che, è notizia di ieri, hanno annunciato di voler colpire oggi il sistema informatico israeliano con il seguente messaggio: “Ciao Israele, noi siamo gli stessi che ti hanno colpito il 7 aprile 2013 e adesso siamo tornati per punirvi. AnonGhost è dappertutto. Non c’è nessun Israele sulla mappa, nessuno vi riconosce perchè vi è la Palestina“. Ricordiamo ai più distratti che il 7 Aprile scorso il tanto annunciato attacco hacker contro Israele venne a dir poco ridicolizzato dalla risposta degli esperti informatici israeliani.
La campagna denominata #OpIsrael Reborn è stata lanciata dal gruppo degli AnonGhost che ha pubblicato su una serie di forum la lista dei propri obiettivi, tra cui ci sono diversi siti del governo. Gli organizzatori dell’attacco hanno esortato tutti gli hacker ad unirsi e crackare i siti israeliani o rovinare il traffico per bloccare l’accesso ai siti, anche se per ora i siti defacciati sono stati quelli di una società specializzata in piscine di nome Aquapool, una compagnia di interior design e un outlet per bambini.
Thanks to Progetto Dreyfus
#1Emanuel Baroz
11 settembre 2013: Anonymous attacca USA e Israele
di Antonino Caffo
Il gruppo degli AnonGhost ha annunciato il lancio di #OpIsrael Reborn, un’altra campagna in difesa della Palestina.
Domani sarà l’11 settembre, il dodicesimo anniversario dell’attentato terroristico alle Torri Gemelle. Un giorno da ricordare per milioni di cittadini di tutto il mondo come punto di rottura tra la storia recente e quella futura basata sulla corsa alla protezione e prevenzione di ulteriori minaccia orientali. Un giorno che anche Anonymous vuole far ricordare ma in senso contrario. Gli hacktivisti hanno lanciato la seconda #OpIsrael proprio in occasione del prossimo 11 settembre come campagna digitale contro gli alleati Israele e Stati Uniti.
La dichiarazione di guerra:
“Ciao Israele, noi siamo gli stessi che ti hanno colpito il 7 aprile 2013 e adesso siamo tornati per punirvi. AnonGhost è dappertutto. Non c’è nessun Israele sulla mappa, nessuno vi riconosce perchè vi è la Palestina” – hanno scritto gli hacker su diversi siti già “defacciati”.
Nonostante le minacce di colpire e spegnere diversi siti affiliati al governo, gli esperti dicono che i danni che gli hacker potrebbero causare sono di rilevanza minore.
L’annuncio su YouTube
Un video in lingua inglese su YouTube ha invitato gli hacker musulmani di tutto il mondo a partecipare all’iniziativa di domani. Partita diverse settimane fa, la #OpIsrael Reborn ha già causato alcuni disservizi su obiettivi israeliani di certo non strategici come una società specializzata in piscine di nome Aquapool, una compagnia di interior design e un outlet per bambini.
(Fonte: Data Manager, 10 settembre 2013)
#2Emanuel Baroz
12 anni dopo
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Cari amici,
ricorre oggi il dodicesimo anniversario della strage terroristica delle Torri Gemelle di New York. Abbiamo tutti presente le immagini degli aerei che si schiantavano contro i grattacieli, dell’incendio, del collasso delle costruzioni, di quella giornata tremenda in cui le televisioni trasmettevano notizie sotto il titolo “Attacco all’America”, riecheggiando il ricordo di Pearl Harbour.
Solo alcuni sciocchi che si sentono furbi inventandosi improbabili complotti – simili in questo e non solo in questo ai negazionisti della Shoà – rifiutano il dato storico di un atto di guerra islamista contro il centro della civiltà occidentale. C’erano stati altri attacchi analoghi contro l’America negli anni precedenti, a partire forse dall’attentato che uccise centinaia di marines a Beirut, con la firma di Hezbollah, o forse dall’occupazione dell’ambasciata americana in Iran; ma a me sembra probabile che gli storici del futuro dateranno dall’attentato delle Twin Towers l’inizio della Terza Guerra Mondiale, in cui siamo profondamente immersi senza volercene rendere conto.
Dopo un grande secolo americano, il Novecento, e dopo la grande vittoria della caduta del Muro di Berlino e della fine del socialismo reale, almeno di quello europeo, subito si è affermata l’evidenza di una spinta mondiale islamista per il predominio.
Prima ci sono state guerre regionali, in Cecenia, nella ex Jugoslavia, in Kashmir, guerre interne al mondo islamico per il predominio; poi gradualmente è emerso l’attacco alla metropoli occidentale, con gli attentati antiamericani, con quelli di Londra e di Madrid. Negli ultimi anni la guerra si è combattuta di nuovo soprattutto all’interno del mondo musulmano; una guerra intricata, che ha visto contrapposte fazioni sciite e sunnite, militari e islamisti, modernizzanti e medievaleggianti – tutte però accomunate dall’odio per l’America, l’Europa, l’ebraismo innanzitutto ma anche il cristianesimo, e in generale i valori di democrazia e di libertà che sono il nostro patrimonio comune.
Russia e Cina non hanno esitato a soffiare su questo fuoco nel tentativo di trovare vantaggi nella lotta per il predominio mondiale che li oppone agli Stati Uniti; tutte le dittature di “sinistra” (dalla Corea del Nord a Cuba, dal Venezuela alla Bolivia) non hanno esitato un attimo ad allearsi con i regimi islamisti più reazionari e clericali, in odio alla libertà, alla democrazia, all’Occidente.
Il risultato è che non siamo coinvolti solo in uno “scontro di civiltà”, come giustamente aveva previsto Huntington, ma presi in un accerchiamento, in un assedio che coinvolge mezzo mondo.
Nei dodici anni che sono passati dagli attentati, l’assedio si è fatto sentire. All’inizio c’è stata una reazione americana certamente giustificata e opportuna, ma non lucida. La guerra all’Iraq con l’occupazione del suo territorio non è stata risolutiva e ha inghiottito immense risorse ed energie, mentre forse Saddam poteva essere bloccato in maniera più facile e meno impegnativa; il tentativo di distruggere il rifugio afgano di Al Queida è certamente riuscito, ma al prezzo di un’altra guerra estremamente difficile, che si sta concludendo con una ritirata. Se l’obiettivo non era solo quello di scardinare alcuni santuari e centri di coordinamento della guerra contro l’America, ma di stabilire in quei paesi un minimo di democrazia e un buon rapporto con l’Occidente, bisogna ammettere che entrambe le guerre sono state perdute.
Finché il presidente americano è stato Bush, comunque, il tentativo di reagire c’è stato. La politica di Obama, dall’inizio, dal suo famoso discorso del Cairo, è stata la resa o se si vuole l’isolazionismo della Fortezza America e l’alleanza con l’ala dei propri nemici cui si intendeva dare una patente di moderazione. Per questo isolazionismo e per questa alleanza Obama si è visto assegnare il Premio Nobel per la pace, segno dell’adorazione iniziale della sinistra europea, perché realizzava i propri sogni disfattisti, apriva la strada al predominio russo sul nostro continente, antico sogno sovietico che si sta pian piano realizzando senza che noi ne vediamo i sintomi, segnava la vittoria “anticolonialista” del “Terzo Mondo” – e non importa che questo “Terzo Mondo” sia praticamente dappertutto costituito da dittature corrotte e razziste, nemiche di ogni libertà e in particolare delle donne e dei gay – quel che importava era prendersi la rivincita sulla vittoria americana nella Guerra Fredda, cioè sulla liberazione dei popoli dell’Europa orientale.
Quel che significa questa politica di resa, di isolazionismo, di alleanza con i nemici lo abbiamo visto bene negli ultimi anni: l’abbandono del Medio Oriente agli islamisti ha significato stragi immense e sofferenze senza fine delle popolazioni, la “cessione” dell’Egitto agli islamisti è fallita per la resistenza della popolazione e dell’esercito, l’Iraq per cui l’America aveva versato sangue e risorse è ora un satellite dell’Iran, che procede indisturbato verso la bomba atomica; in Turchia Erdogan sta continuando l’islamizzazione e una repressione durissima, nonostante le sconfitte a ripetizione in politica estera. Contro Israele l’amministrazione Obama ha continuato una politica di punture di spillo, diffusione di informazioni riservate, appoggi alle pretese dell’Anp, anche perché la determinazione di Israele a difendersi e non arrendersi deve sembrare offensiva a un governo americano che ha fatto del suicidio la propria politica estera.
Il risultato è che oggi l’America è immensamente più debole di tredici anni fa, nonostante l’immenso successo della sua industria nei settori di punta del nostro tempo: pensate a Google e Amazon e Apple e Facebook e Twitter e Intel e Microsoft, vedrete che l’innovazione americana, spesso costruita sulla base della tecnologia israeliana domina il mondo, per non parlare dei film di Hollywood, dei format televisivi, del cibo e dell’abbigliamento; ma tutto questo è soft power, non ha la massa d’urto per contare se non è sostenuto da una politica lucida e decisa. Il declino dell’America non riguarda solo lei, ma anche noi. Viviamo in un mondo più pericoloso, più insicuro, più instabile.
Ed essendo a contatto geografico e politico stretto con la Russia e il mondo islamico rischiamo di subirne per primi le conseguenze. Soprattutto se rifiutiamo di vedere la guerra, come fa la politica e l’intellighenzia europea, se quindi non sappiamo identificare nemici e alleati, se continuiamo nel vizio obamiano e dell’Europa di cercare di allearci coi nemici e di farci nemici gli amici. In questo il caso di Israele è esemplare. Brutti sono i tempi in cui la confusione non regna solo alle porte ma anche nella testa dei governanti.
A noi purtroppo accade di vivere in tempi del genere.
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=50632
#3Laura
Questi sono vigliacchi e come tutti i vigliacchi, portano la maschera. faranno un’altra figura di melma, com,e quella di Aprile.
Forza Israele, facci sentire di nuovo l’Hatikvà sul sito di Anonymous
#4lete
@Laura:
A onor del vero quel sito spacciato per “sito ufficiale di anonymous” (tra l’altro il gruppo è famoso per usare domini .com e metterci pubblicità di wal mart e mc donalds) era un fake messo su due giorni prima. Detto ciò, questa se la potevano tranquillamente risparmiare.
#5Angelo
Vi segnalo questo articolo del Professor Ugo Volli pubblicato qualche giorno fa su Informazione Corretta: srtrepitoso è dire poco, sul serio!
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=50606
#6lete
A onor del vero quella del sito di anonymous hackerato da pro-israeliani è una bufala ridicola, che chiunque conosca un minimo questo gruppo può riconoscere.
#7Emanuel Baroz
queso è ciò che hanno detto loro….sulla pagina FB di Progetto Dreyfus a suo tempo ci fu una bella discussione in cui venne spiegato come la risposta degli hacker israeliani fu all’altezza della situazione
#8lete
@Emanuel Baroz:
Ascolta, io qualcosina di informatica la so, provo una certa simpatia per anonymous, anche se non condivido questa iniziativa (xkè penso che il gruppo dovrebbe restare apolitico). Ti dico: che anonymous acquisti e usi un dominio .com è semplicemente ridicolo. Fidati, senza nulla togliere agli hacker israeliani che sicuramente saranno bravissimi, ma quella pagina ha effettivamente fatto ridere mezzo mondo, ma non nel senso che pensate voi.
#9Emanuel Baroz
non metto in dubbio le tue capacità e la tua conoscenza informatica ma il fatto che quell’attacco tanto pubblicizzato si sia rivelato un fiasco è chiaro a tutti. Anche ad Anonymous…
#10GeertWilders4President
Per la cronaca (riguarda gli anonymus, non direttamente Israele, tanto per far capire che gente è):
Nel gennaio 2009 i membri di Anonymous hanno bersagliato l’adolescente californiano McKay Hatch che gestisce l’associazione anti-imprecazioni, un sito web contro il turpiloquio. Quando l’indirizzo di casa, il numero di telefono e altre informazioni personali sono trapelate online, la sua famiglia ha ricevuto numerose lettere d’odio, telefonate oscene e anche false consegne di pizza e pornografia.
– Cioè, qui hanno ataccato un minorenne solo perchè ha espresso le sue opinioni contro il linguaggio scurrile
Oppure:
Il 20 maggio 2009 dei membri di Anonymous hanno caricato su YouTube numerosi video porno. Molti di questi video venivano spacciati per video per bambini o per le famiglie con tag come “jonas brothers”. YouTube ha poi rimosso tutti i video caricati. La BBC ha contattato uno di coloro che ha caricato un video che ha affermato che era un “attacco di 4chan” organizzato per via della rimozione di un video musicale da YouTube. Il notiziario della BBC ha riportato che una vittima ha pubblicato un commento dicendo: “Ho 12 anni, che cos’è questo?” che è divenuto un fenomeno Internet.
– Mancanza di rispetto nei confronti dei bambini e delle famiglie. E’ vero che ci sono bambini che guardano certi video di nascosto, ma la maggior parte dei bambini i video porno neppure li cerca e probabilmente ne sarà rimasto scioccato. E i bambini piccoli che guardano YT con i genitori accanto?