Morte Priebke: quella salma che nessuno vuole
Roma, 13 Ottobre 2013 – Mentre i soliti idioti dell’estrema destra italiana celebrano la figura dell’ex Capitano delle SS naziste scomparso venerdì scorso all’età di 100 anni, in Italia scoppiano le polemiche (tardive a nostro parere, visto che si poteva e si doveva fare qualcosa mentre il boia delle Fosse Ardeatine era ancora in vita e girava tranquillamente per le vie della capitale scortato anche da poliziotti il cui costo ha gravato sulle spalle del popolo italiano!) riguardanti il luogo dei funerali e della successiva sepoltura della salma di Erich Priebke.
Dopo l’annuncio del ministro degli Esteri Hector Timerman che si era opposto all’ingresso dei resti del criminale nazista Erich Priebke in Argentina (dove secondo alcuni sarebbe stato sepolto a fianco della moglie a Bariloche) dichiarando che “Gli argentini non accettano questo tipo di affronti alla dignità umana”, il Sindaco di Roma Ignazio Marino ha affermato che “la tomba di Priebke a Roma sarebbe un’offesa” mentre il Vicariato sembra abbia negato l’autorizzazione a svolgere la cerimonia funebre in una chiesa della capitale martedì prossimo 15 Ottobre, alla vigilia dell’anniversario della deportazione degli ebrei dal Ghetto di Roma, avvenuta il 16 ottobre 1943, anche se per Paolo Giachini, legale del criminale nazista non dovrebbero esserci ostacoli: “i Patti Lateranensi prevedono che ciascuno possa fare pratiche religiose laddove la sede lo consente – spiega – Per cui anche Priebke ne ha diritto. La chiesa è dei fedeli e Priebke era un fedele”.
Giachini ha specificato che “parteciperanno solo parenti e amici stretti. Non deve avere un tono che possa avere riscontri politici e di solennità. Per fissare con precisione il luogo dei funerali aspettiamo il certificato di morte affinché si possa traslare la salma”. Dopo il ‘no’ dall’Argentina per la sepoltura dell’ex ufficiale, resta anche l’interrogativo sulla scelta del luogo per la tomba. Sempre da quanto riferito dall’avvocato, decine di persone avrebbero già offerto la loro tomba di famiglia per Priebke. E tra questi ci sarebbe perfino il sindaco di un paese, pronto a fare spazio nel suo cimitero. E come ultima spiaggia, c’è anche la tomba di famiglia dello stesso Paolo Giachini, disposto a cedere il posto a colui che considera “come un padre”.
Intanto questa mattina è apparsa una scritta con vernice nera a circa 20 metri dall’abitazione romana dell’ex ufficiale: si legge “Onore a Priebke” con accanto una svastica.
(Fonte: Ansa, Agi, Adnkronos, La Stampa.it, 13 Ottobre 2013)
Nella foto in alto: Paolo Giachini e il criminale nazista Erich Priebke. Per la serie Dio li fa e poi li accoppia…
#1Emanuel Baroz
Quando Priebke si nascose a Bolzano e lì attese i documenti falsi
Durante la guerra la moglie e i figli del capitano SS vivevano a Vipiteno. Nella fuga lo aiutarono un parroco e il padre francescano Franz Pobitzer
di Davide Pasquali
BOLZANO. Erich Priebke ha almeno due legami con Bolzano. Il primo è un nome che si trasformò in tragedia. Il battaglione nazista decimato dai partigiani in via Rasella, in seguito al quale ebbe luogo la rappresaglia che portò all’eccidio delle Fosse Ardeatine, si chiamava proprio così: Bozen. Ma questa è poco più di una coincidenza.
La polpa sta altrove: Priebke per salvarsi alla fine della guerra passò, come tantissimi altri, almeno 150 grandi criminali di guerra, proprio dalla nostra provincia. Venne nascosto per mesi in una casa del centro storico del capoluogo e a Bolzano riuscì a farsi procurare i documenti falsi per poi potersi imbarcare per l’Argentina.
Dopo la sconfitta della Germania, infatti, il capitano fuggì da un campo di prigionia presso Rimini e si rifugiò in Argentina, a San Carlos de Bariloche, ai piedi delle Ande argentine, dopo essere passato per Bolzano grazie all’assistenza dell’organizzazione filonazista Odessa.
Priebke fu appoggiato in particolare da alcuni preti altoatesini come Johann Corradini di Vipiteno e Franz Pobitzer di Bolzano ma anche dal vicario separazionista Alois Pompanin, che gli concesse il battesimo cattolico, e fu aiutato nella sua fuga dalla rete di contatti gestita dal sacerdote croato Krunoslav Draganovic.
Questo era il poco che si sapeva fino a qualche anno fa. Prima che aprissero certi archivi, specie quelli della Croce Rossa. E prima che lo storico nord tirolese Gerald Steinacher andasse a ficcarci il naso come un cane da tartufo. Per sei lunghi anni. «Dal 1943 al 1948 – racconta Steinacher – la base di Priebke fu Vipiteno, dove fu aiutato dal parroco Corradini ma anche da padre Franz Pobitzer di Bolzano. Dal 1943 vissero a Vipiteno la moglie e i due figli di Priebke, che si trovava prigioniero a Rimini; quando nel 1946 fuggì dal carcere, Priebke raggiunse la sua famiglia a Vipiteno. Qui tra le altre cose si battezzò».
Un do ut des, per riuscire ad ottenere, grazie all’aiuto del clero compiacente, i documenti falsi per l’espatrio. Una storia che lascia stupiti, quella che riguarda Erich Priebke. Dopo aver ricevuto un documento di identità – secondo il quale era un direttore di albergo lettone, apolide, di nome Otto Pape – se ne stette bel bello a Bolzano per dei mesi, in attesa che gli venisse spedito il passaporto della Croce rossa internazionale. Il suo indirizzo? Via Leonardo Da Vinci numero 24. Si trattava di un piccolo edificio parte del vecchio ospedale.
Se ne sapeva niente, fino a pochi anni fa. Di lui, come di altri 30-40 mila fra collaborazionisti e personaggi minori del nazismo. Priebke non fu il solo pezzo grosso a transitare da qui, fra i silenzi e le connivenze. Per fare giusto due esempi, se ne scapparono indisturbati, grazie all’aiuto dei sudtirolesi, anche Josef Mengele e Adolf Eichmann. La Svizzera e l’Austria non possedevano porti. La Germania era occupata e controllata dagli Alleati; passare per la Francia non si riusciva; la Jugoslavia di Tito era impenetrabile, la Spagna troppo lontana. L’Italia era la via più semplice. Ma per raggiungere i porti, le vie possibili in pratica erano solo tre: passo Resia, passo del Brennero e gli alti passi pedonali della valle Aurina.
http://altoadige.gelocal.it/cronaca/2013/10/12/news/quando-priebke-si-nascose-a-bolzano-e-li-attese-i-documenti-falsi-1.7905373
#2Emanuel Baroz
Pacifici: «I funerali di Priebke a Roma? Sarebbe uno sfregio al dolore»
http://www.ilmessaggero.it/ROMA/CRONACA/priebke_pacifici_funerali_sfregio_dolore/notizie/338798.shtml
#3Emanuel Baroz
Morto Erich Priebke, ex ufficiale SS: fu condannato per strage Fosse Ardeatine
L’ex capitano tedesco aveva compiuto a luglio 100 anni. Il suo legale: “Ha lasciato un’intervista scritta e un video, testamento umano e politico”. L’Argentina rifiuta la sepoltura nel suo territorio
ROMA – È morto a Roma Erich Priebke, l’ex capitano delle SS, condannato all’ergastolo per la strage delle Fosse Ardeatine. Priebke aveva 100 anni. Lo annuncia il suo legale. Priebke è stato trovato priva di vita all’ora di pranzo sul divano dell’abitazione di via Cardinal San Felice. “Da alcuni giorni non stava bene e alcuni medici lo seguivano – ha spiegato Paolo Giachini, l’avvocato storico di Priebke – è comunque stato lucido fino alla fine. L’ultima volta che l’ho sentito è stato ieri sera. È sicuramente morto di vecchiaia”. L’ex capitano ha lasciato, fa sapere l’avvocato, un’intervista scritta e un video, “testamento umano e politico”: “La dignità con cui ha sopportato la sua persecuzione ne fanno un esempio di coraggio, coerenza e lealta”, ha detto.
La strage delle Fosse Ardeatine. L’ex ufficiale fu uno dei responsabili dell’eccidio delle Fosse Ardeatine del 24 marzo 1944, in cui 335 civili e militari furono fucilati come rappresaglia per un attacco partigiano che aveva provocato la morte di 33 militari tedeschi compiuto da membri dei GAP romani contro truppe germaniche che passavano in via Rasella. Per le modalità, il numero delle vittime e le circostanze in cui si svolsero i fatti, l’eccido delle Fosse Ardeatine divenne l’evento-simbolo della durezza dell’occupazione nazista di Roma.
La condanna. Priebke era nato a Hennigsdorf il 29 luglio 1913. A 20 anni aderì al partito nazionalsocialista tedesco. Dopo la fine della guerra fuggì da un campo di prigionia vicino a Rimini e si rifugiò in Argentina. Fu estradato in Italia nel 1995 e al termine di un lungo processo, nel 1998, fu condannato all’ergastolo, ma vista l’età avanzata – aveva già 85 anni – fu mandato ai domiciliari. Nel 2009 ha ottenuto il permesso di lasciare la sua casa “per fare la spesa, andare a messa, in farmacia” e affrontare “indispensabili esigenze di vita”. Priebke abitava in una strada tra via Boccea e via Aurelia. Nessun curioso, ma tanti cronisti e un corposo presidio delle forze dell’ordine si sono radunati sotto casa di Priebke. Il palazzo, grigio e modesto, è presidiato da una camionetta dell’esercito, e da macchine di polizia e carabinieri. La cancellata gialla è chiusa.
L’intervista-testamento. Nemmeno alla fine della vita Priebke si è pentito. “Nei campi le camere a gas non si sono mai trovate, salvo quella costruita a guerra finita dagli americani a Dachau”, dice nell’intervista-testamento politico, rilasciata nei giorni a cavallo del suo 100esimo compleanno, negando l’evidenza dell’Olocausto e rivendicando con orgoglio di aver ”scelto di essere me stesso”. ”La fedeltà al proprio passato – sottolinea – è qualche cosa che a che fare con le nostre convinzioni. Si tratta del mio modo di vedere il mondo, i miei ideali e ha a che fare con il senso dell’amor proprio e dell’onore”. Sette cartelle di
domande e risposte senza alcuno spazio per il pentimento.
Nessuna camera ardente. Non sarà allestita alcuna camera ardente per l’ex ufficiale delle SS e in molti si chiedono dove sarà sepolto. ”A Bariloche c’è un posto per lui accanto alla salma della moglie. Però è ancora un’ipotesi perché ci sono aspetti burocratici da affrontare”, ha detto Giachini. A Bariloche, località sciistica dell’Argentina, Priebke ha trascorso gli anni dopo la guerra. Intanto, per questa sera, la salma “rimarrà nell’appartamento di via Cardinal San Felice”, ha detto il legale, che ha chiarito che il corpo di Priebke “non è solo in una stanza vuota e gelida. Con lui ci sono anche troppe persone: il medico militare, soldati, polizia, carabinieri, badanti, io e qualcun’altro”.
No dell’Argentina a sepoltura sul proprio territorio. Il ministro degli esteri dell’ Argentina Hector Timerman “ha dato ordine di respingere ogni procedura che possa permettere l’ingresso nel paese del corpo del criminale Erich Priebke”. Lo ha reso noto il ministero, precisando che “gli argentini non accettano questo tipo di offese alla dignità dell’uomo”. Ieri, l’avvocato di Priebke, Paolo Giachini, aveva riferito che l’ex SS sarebbe stato sepolto accanto alla moglie a Bariloche, nella città argentina dove si era rifugiato anni fa.
Severino: “Con pentimento avrebbe ottenuto attenuanti”. ”Se avesse mostrato segni di pentimento, Erich Priebke avrebbe ottenuto le attenuanti generiche. Me lo disse il gup del tribunale militare”. A rivelarlo è Paola Severino, che, all’epoca del processo per il massacro delle Fosse Ardeatine, rappresentava come legale di parte civile l’Unione delle Comunità Ebraiche. ”Nelle fasi successive del processo – spiega l’ex ministro della Giustizia – si è poi potuta constatare questa volontà di Priebke di non pentirsi”.
Festa e polemiche. Il 29 luglio scorso l’ex ufficiale nazista responsabile del massacro delle Fosse Ardeatine ha compiuto 100 anni. Tensioni e parapiglia ci furono sotto la sua casa in zona Boccea. Sotto l’abitazione dell’ex capitano delle SS naziste, i manifestanti esposero diverse bandiere di Israele con la stella di David e alcuni manifesti con scritto “Lui può festeggiare il suo compleanno, le sue vittime no”. Sulle auto del quartiere su altri volantini c’era scritto “Quando si è assassini l’età non conta. Diciamo no alle feste di compleanno per l’assassino nazista”. Poi la commossa lettura dei nomi delle 335 vittime delle Fosse Ardeatine, pronunciati al megafono.
Il cordoglio di alcuni familiari vittime. Tra alcuni messaggi di cordoglio giunti per la morte di Erich Priebke ci sono anche quelli di alcuni familiari delle vittime della strage delle Fosse Ardeatine, ha riferito l’avvocato Giachini, specificando che “si tratta di quattro famiglie che si erano riconciliate con l’uomo.
Le voci del quartiere. Abitanti e negozianti che sono intorno a casa di Erich Priebke sembrano sollevati: “Meno male che è finita – dice Luca, propietario di un negozio di armi – così almeno finiremo di pagargli i domiciliari”. “Aveva il ghiaccio negli occhi – dice Lucia che abita nel palazzo di fronte – quando andava a passeggio era altero. Quando lo incontravo provavo disagio e fastidio”. Giuseppe, un inquilino del palazzo: “I primi anni provavo rabbia, non volevo vivere nello stesso palazzo con un ufficiale nazista. Poi tutti ci siamo riappacificati con lui, perché abbiamo capito che la sua vera pena era vivere”. Carlo Buscalferri responsabile di zona dell’Anpi, afferma: “Abbiamo vissuto un problema per molto tempo, non capivamo perché proprio a Roma si dovesse ospitare uno degli esecutori dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Il nostro pensiero va oggi alle vittime”. Bruno de Cesari militante di Sel, parlando del circolo del suo partito in via Cardinal Sanfelice afferma: “Noi non sapevamo, quando siamo venuti qui, che quella di fronte a noi era la casa di Priebke. Abbiamo visto i militari e abbiamo chiesto a loro. Lo vedevamo sempre uscire per strada iperscortato. Andava a prendere il giornale e faceva impressione, aveva lo sguardo glaciale. Era una persona fredda, cinica, senza umanità. Ci siamo liberati da questa presenza inquietante, direi oscena”.
LA NOTIZIA SUI SITI STRANIERI
Le reazioni. ”Rispettiamo la persona di fronte alla morte, ma non possiamo dimenticare le vittime delle fosse Ardeatine. Erich Priebke è stato un criminale, al servizio di una dittatura sanguinaria”. Così il presidente Anpi, Carlo Smuraglia, ha commentato la notizia della morte del nazista. A lui fa eco il presidente Anpi Roma, Francesco Polcaro: “È naturale che una persona di cento anni muoia e non ho altri commenti da fare. Mi auguro solo -ha detto – che le autorità non permettano che i funerali di questa persona si trasformino in una manifestazione di apologia del nazismo. Per i partigiani resterà sempre un feroce assassino e un nazista”. “Non ho mai trattato un caso di un nazista che fosse dispiaciuto o mostrasse rimorso per i suoi crimini e Erich Priebke era certamente di quel genere”, ha detto Efraim Zuroff, del Centro Wiesenthal. Anche Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica di Roma, si rammarica del mancato pentimento dell’ufficiale tedesco: “È morto un essere vivente, non un uomo. Di fronte alla morte di Priebke non si piange e non si ride perché in nessuno dei due casi le vittime potrebbero tornare indietro, in vita. Resta l’amarezza per una figura che non si è mai pentita di ciò che ha compiuto e si è sporcata le mani di sangue come tutte le truppe naziste. Ora le sue vittime sono ad attenderlo lassù in cielo, nella speranza che ci sia giustizia divina”. C’è anche chi non ha intenzione di dare alla morte dell’ufficiale nazista alcun rilievo: “La morte di Priebke? Non la considero una notizia. Non ha importanza. E non scriverò niente nemmeno sul mio blog”, ha detto il giornalista Gad Lerner. Mentre il coordinatore nazionale di Cantiere Democratico, Stefano Pedica, spera che i funerali si svolgano nel totale silenzio, ignorati da tutti i media.
http://www.repubblica.it/cronaca/2013/10/11/news/morto_priebke-68378557/
#4Dova Cahan
Io ho gia espresso la mia opinione in merito…impiccarlo su di un albero e lasciare che gli avvoltoi lo sbranino …e l’unica cosa che merita questo infame nazista…
#5Parvus
Si sta superando il ridicolo. Neanche fosse la salma di Hitler.
Ripeto e vi ripeto. Non era nessuno. L’esercito era sottoposto alle autorità politiche, ed anche nell’ambito dell’esercito, sopra di lui c’erano tre gradi di generali, i colonnelli, i maggiori. Avanti di questo passo, si farà un caso nazionale per l’addetto alle cucine.
#6barbara
@Parvus: Oddio, a voler essere appena appena un pelino pignoli si potrebbe anche dire che Hitler con le sue mani non ha mai ammazzato nessuno mentre Priebke invece sì. Volendo. Quanto al paragone con l’addetto alle cucine, posso dire che mi fa orrore?
#7Emanuel Baroz
Priebke era un criminale nazista che non ebbe pietà per le vittime che uccise con un colpo alla nuca. Non credo ci sia altro da dire al riguardo
#8Parvus
@barbara:
Le responsabilità sono gravissime quando riguardano persone che decidono il crimine, o che avrebbero l’autorità di non commetterlo senza conseguenze.
Priebke invece era solo uno dei tanti che aveva la scelta fra l’eseguire l’ordine, e l’essere fucilato. Trattandosi di un piccolo reparto, con ogni probabilità anche l’addetto alle cucine ha partecipato alla rappresaglia. Da un punto di vista etico, nessuno avrebbe dovuto parteciparvi, ma, oggettivamente sarebbe stato assai improbabile, che uomini ancora scossi dalla vista di 32 corpi dilaniati, di decine di feriti e mutilati di cui una parte moriranno in seguito, offrissero la vita per non partecipare a quello che loro vedevano come un atto di ritorsione contro chi ritenevano politicamente complice della strage.
#9barbara
@Parvus: A Marzabotto il soldato addetto alla mitragliatrice, un attimo prima di cominciare a sparare ha alzato la testa a guardare la gente che aveva davanti. Ha visto donne, vecchi, bambini. Si è voltato e se n’è andato. Nessuno gli ha torto un capello. Nei campi di sterminio ci sono stati medici che si sono rifiutati di prendere parte alle selezioni: nessuno li ha toccati. Uomini del 101 nell’Europa dell’est si sono rifiutati di partecipare alle stragi di massa: nessuno ha mai torto loro un capello. E’ ora di finirla con la leggenda dell’alternativa uccidere/essere uccisi: questa si chiama complicità con gli assassini!
#10Robdic
@Parvus: Non voglio polemizzare oltremodo con gente che ritengo la veda, grosso modo, come me, però vorrei puntualizzare che ormai c’è dovizia di saggi, scritti da storici seri, che fanno strame della favoletta secondo cui i nazisti “eseguivano soltanto gli ordini” (uno per tutti “I volenterosi carnefici di Hitler” di Goldhagen). Nel saggio riportato tra parentesi, vi sono molteplici casi di tedeschi che, rifiutandosi di sparare, non hanno patito alcuna conseguenza. Che l’abietto individuo di cui stiamo parlando citi fantomatiche minacce di fucilazione da parte di un suo superiore in caso di rfiuto a sparare, fa parte di una strategia consolidata di difesa utilizzata da sempre da questi criminali. Quanto al fatto che non era nessuno, basta la sua adesione alle SS (possibile esclusivamente su base volontaria, e previo accertamento di requisiti rigorosissimi) per far sì che non fosse un semplice esecutore.
#11HaDaR
Un paese MOLTO PIÚ GIUSTO E CIVILE DELL’ITALIA, ha mostrato la via da seguire con i criminali nazisti, cioè quanto fu fatto con Eichmann: cremare il corpo e gettare le ceneri ai pesci.
#12barbara
@Parvus: Oddio, a voler essere appena appena un pelino pignoli si potrebbe anche dire che Hitler con le sue mani non ha mai ammazzato nessuno mentre Priebke invece sì. Volendo. Quanto al paragone con l’addetto alle cucine, posso dire che mi fa orrore?
#13HaDaR
Non è vero!
Io la vorrei… Conosco una stufetta favolosa un po’ “antica” dove pure il vetro brucia, e dove ce lo metterei volentieri dopo averci pisciato sopra!
#14Emanuel Baroz
Hadar per favore…..
#15Sami
La soluzione ,se la si volesse veramente trovare, sarebbe semplice.
Credo che sarebbe un gravissimo errore se la salma venisse traslata e sepolta in Germania, come qualcuno ha proposto: potrebbe diventare meta di pellegrinaggio per estremisti e simpatizzanti nazifascisti. E sappiamo che di questi imbecilli il mondo è pieno!! Seppellirlo in Italia penso sia fuori luogo.Però il governo italiano con atto di autorità e ritrovata dignità dovrebbe far cremare la salma e farne spargere le ceneri in mare ,fuori delle acque territoriali italiane.Priebke è responsabile dell’assassinio di 335 cittadini italiani.Dubito che qualcuno (leggi Germania) abbia il coraggio di reclamare qualcosa.
#16lilly
@barbara:
questo vale anche per il pilota di Hiroshima ,immagino….
#17lilly
barbara ha detto:
Il pilota di Hiroshima,allora? quello va bene? l’hanno decorato!
#18lilly
Barbara,mi domando cosa gliene freghi a lei di Marzabotto,erano sicuramente tutti antisemiti…
Ah,il pilota di Hiroshima è stato decorato,forse per lui non valeva il rifiutarsi?
#19Emanuel Baroz
ma…quante volte lo vuoi scrivere sto concetto?!