La traduttrice Onu e quel fuorionda che svela l’ipocrisia
di Fiamma Nirenstein
Un raro momento di verità, e tutto per merito di un microfono aperto per sbaglio e di una brava ragazza. Si tratta della traduttrice che svolgeva il suo consueto turno alle Nazioni Unite evidentemente ancora non ammaestrata agli usi e costumi locali. La ragazza la settimana scorsa dopo che erano state votate 9 risoluzioni contro Israele dall’Assemblea Generale e non contro qualche dittatore dedito a stragi, ha detto, ignorando che parlava a tutta l’assemblea: “Non è un po’ strano? Dieci risoluzioni contro Israele. Lo so che c’è un problema con i palestinesi, ma c’è tanta di quella “bad shit” in giro per il mondo, e qui passano tutto il tempo su questo”. (qui il video: andare al minuto 1:55 per ascoltare il commento spontaneo della traduttirice)
Risate fra i delegati, sopracciglia alzate al tavolo della presidenza. Ieri parlando alla riunione di governo Benjamin Netanyahu ha detto che se per caso la ragazza dovesse risentire della sua avventura, troverà certo lavoro in Israele. Ma l’ironia è solo in parte adeguata all’episodio: l’ONU seguita, in un mondo intriso di sangue, a perseguitare Israele con risoluzioni pretestuose, senza mai condannare il terrore, gli attacchi missilistici, l’incitamento. Una delle risoluzioni votate in questi giorni condanna come Israele agisce nel Golan.
Ma proprio là Israele ha accolto i feriti siriani il cui sangue viene ogni giorno sparso da Assad e Al Qaeda. Nel 2012 nell’ultima sessione l’Assemblea Generale adottò 22 risoluzioni anti-israeliane, e le stragi di Assad erano in pieno swing. Il consiglio per i diritti umani nato nel 2006 ha già votato 26 risoluzioni anti-israeliana, e dove sono Iran e Cina? Quando Ban Ki Moon parlò degli aerei siriani che nel campo profughi di Yarmuk fecero parecchi morti palestinesi, si disse solo “molto preoccupato”. Niente condanne, l’ONU le conserva tutte per Israele.
(Fonte: Il Giornale, 18 Novembre 2013)
Queste le parole esatte dell’interprete: “I mean, I think when you have five statements, not five, but like a total of ten resolutions on Israel and Palestine, there’s gotta be something, c’est un peu trop, non? I mean I know, yes, yes, but there’s other really bad shit happening, but no one says anything about the other stuff“. (Fonte: Israele.net)
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Nella foto in alto: la traduttrice dell’ONU mentre si rivolge alla sua collega
#1Emanuel Baroz
Quando anche le interpreti non ne possono più della faziosità anti-israeliana
Conferenza Diritti Umani: solo risoluzioni contro Israele “con tutte le brutte str…zate che accadono nel resto del mondo”
Non sono molti i momenti lieti per lo Stato di Israele, nei forum delle organizzazioni internazionali. Ma una piccola, significativa soddisfazione l’ha avuta di recente quando un’interprete delle Nazioni Unite, non essendosi accorta che il microfono era rimasto acceso, ha fatto un commento ingenuamente onesto sul trattamento spudoratamente fazioso che Israele stava subendo durante una conferenza sui diritti umani.
Domenica mattina il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha voluto rendere noto, con tanto di filmato, il “fuori-onda” dell’interprete che ha avuto luogo giovedì sera in una conferenza in corso a New York durante la quale, come osserva la stessa interprete, venivano votate a stragrande maggioranza una decina di risoluzioni di condanna di Israele e nessuna sul resto del mondo. Un dato che l’interprete, non pensando di essere udita, si è chiesta se non fosse francamente “un peu trop” (un po’ troppo), visto che “ci sono altre str…zate veramente brutte che succedono, ma nessuno dice niente delle altre cose”.
Accortasi d’essere amplificata, la donna ha immediatamente e ripetutamente chiesto scusa (fra gli sghignazzi dei presenti), mentre la segreteria della presidenza, definito l’incidente “un problema con la traduzione”, riprendeva i lavori come previsto.
“Chi avrebbe dovuto chiedere scusa, in realtà, è l’Onu – ha commentato su Times of Israel Hillel Neuer, direttore di “UN Watch” – Fondato su nobili ideali, l’organismo mondiale sta trasformando in un incubo il sogno degli internazionalisti amanti della libertà. Il prossimo mese, alla fine di questa sessione annuale, l’Assemblea Generale avrà adottato un totale di 22 risoluzioni che condannano Israele, e solo quattro su tutto il resto del mondo. L’ipocrisia, la faziosità e la politicizzazione sono sconcertanti”.
Tanto per dire, una delle nove risoluzioni adottate giovedì dalla Quarta Commissione dell’Assemblea Generale, composta da tutti i 193 stati membri delle Nazioni Unite, condanna Israele per aver violato i diritti umani dei siriani sulle alture del Golan, senza spendere una parola sul massacro che sta avvenendo in Siria, gas compreso (né sui feriti siriani curati gratis in Israele). “Come ha giustamente detto l’interprete – conclude Neuer – ci sono un sacco di cose terribili che accadono in tutto il mondo, ma purtroppo alle Nazioni Unite nessuno dice niente delle altre cose. Troppo prese a dare addosso a Israele, le Nazioni Unite semplicemente non trovano il tempo per occuparsene”.
Mostrando il video ai ministri nella riunione di governo di domenica mattina, Netanyahu ha commentato: “Spero che non succederà nulla all’interprete, ma per fugare ogni dubbio posso garantirle un lavoro in Israele, se dovesse esserci qualche conseguenza in questo senso. Accade a volte che tutto a un tratto sia possibile strappare l’ipocrisia degli incessanti attacchi contro di noi, ed è quello che ha fatto questa coraggiosa e onesta interprete”. Insomma, ancora una volta è bastato che qualcuno dicesse “il re è nudo”.
http://www.israele.net/quando-anche-le-interpreti-non-ne-possono-piu-della-faziosita-anti-israeliana
#2Emanuel Baroz
Sempre dalla bacheca Facebook di Progetto Dreyfus riportiamo la seguente curiosa notizia:
COME PREGARE ALLAH E RACCOMANDARE LA VITA AGLI ODIATI NEMICI
La nipote dell’esponente di spicco di Hamas Ismail Haniyeh è stata trasferita di urgenza in un ospedale israeliano nella giornata di oggi.
Amal è la figlia del figlio più grande di Haniyeh, Abdel Salam, che ha confermato sul suo account di Facebook che la sua bambina di un anno è stata trasferita in Israele.
“Cari fratelli, Amal è stata trasportata dentro la linea verde” ha scritto il padre. “E prego Allah per la sua salute”.
Insomma Hamas prima incita al martirio contro i diavoli sionisti e poi quando è in difficoltà, non esita ad affidarsi alle mani degli israeliani, che evidentemente tanto diavoli non sono. Aspettiamo, invano, che qualcuno nel mondo rilevi questa ipocrisia.
FONTE | http://www.jpost.com/Breaking-News/Hamas-PM-Haniyehs-granddaughter-transferred-to-Israeli-hospital-for-treatment-332153
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=546680628741636&set=a.387495981326769.85422.386438174765883&type=1
#3Emanuel Baroz
Dalla bacheca su Facebook degli amici di Progetto Dreyfus riportiamo questa notizia:
M.O.: PRIMO VOTO ALL’ONU PER I PALESTINESI. ECCO PERCHE’ NON VOGLIONO REALMENTE UNO STATO.
Un semplice voto di routine dell’Assemblea Generale dell’ONU ha assunto un significato speciale per la delegazione palestinese che ieri ha votato per la prima volta; un atto che l’inviato palestinese ha definito “un passo avanti verso la piena adesione alle Nazioni Unite”.
L’osservatore palestinese all’ONU, l’ambasciatore Riyad Mansour, ha partecipato all’elezione dell’Assemblea delle 193 Nazioni di un giudice del Tribunale internazionale per l’ex Jugoslavia. È stato eletto Koffi Kumelio Afande del Togo.
È stata la prima espressione di voto da parte di un rappresentate palestinese, grazie alla modifica di un anno fa dello status all’ONU, da “entità” a “Stato non membro”, proprio come il Vaticano. Il voto è stato percepito come un riconoscimento de facto di uno stato palestinese.
“Questo è un momento molto, speciale nella storia della lotta del popolo palestinese alle Nazioni Unite”, ha dichiarato Mansour a un piccolo gruppo di giornalisti. “È un passo simbolico”, ha detto, “E lo è perché dimostra che la Comunità Internazionale, e in particolare l’Assemblea Generale, è impaziente che Stato della Palestina diventi a pieno titolo membro delle Nazioni Unite”. La modifica dello status palestinese è passata lo scorso anno dopo il tentativo degli Stati Uniti di porre il proprio veto, ma nessun paese ha il diritto di veto in seno all’Assemblea Generale, motivo per il quale oggi le Autorità palestinesi possono partecipare ad alcune votazioni e prendere parte e numerose organizzazioni internazionali.
MA COSA C’E’ DIETRO?
I palestinesi hanno minacciato di usare il loro nuovo status alle Nazioni Unite per aderire a diverse organizzazioni internazionali ed eventualmente firmare lo Statuto di Roma, il trattato che ha istituito la Corte penale internazionale dell’Aia. . Questo Statuto definisce i principi fondamentali, la giurisdizione, la composizione e le funzioni degli organi dell’organizzazione internazionale, nonché i rapporti con le Nazioni Unite, con le organizzazioni intergovernative, internazionali e non governative, l’istituzione e le funzioni dell’Assemblea degli Stati Parte.
I palestinesi non hanno ancora aderito alla Corte penale internazionale. Nel 2011, tuttavia, si sono uniti all’UNESCO, all’UN education, all’agenzia della scienza e della cultura, il che ha portato Washington e Israele a tagliare i finanziamenti all’organizzazione con sede a Parigi in segno di protesta.
All’inizio di questo mese, l’UNESCO ha sospeso il diritto di voto degli Stati Uniti e di Israele.
IN POCHE PAROLE, LE AUTORITA’ PALESINESI GIOVANO DEI DIRITTI INTERNAZIONALI COME FOSSERO, DE FACTO, UNO STATO; MA SONO LIBERI DI VIOLARE LE LEGGI INTERNAZIONALI PERCHE’, DE IURE, NON SONO UNO STATO.
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=547149228694776&set=a.387495981326769.85422.386438174765883&type=1
#4Emanuel Baroz
Quando anche le interpreti non ne possono più
http://www.ilborghesino.blogspot.it/2013/11/quando-anche-le-interpreti-non-ne_18.html