Dà dell’“ebreo” al collega in aula: esposto contro l’avvocato Turco
Stava difendendo il capogruppo della Lega Nord di Trieste dall’accusa d’istigazione all’odio razziale. Segnalazione all’Ordine: lesivo della mia persona e della dignità dell’intera classe forense
di Luana de Francisco
Trieste – Si era presentato in aula per difendere il proprio assistito dall’accusa di istigazione all’odio razziale, ma, dopo avere ripetutamente dato dell’“ebreo” al collega della controparte, l’avvocato Giuseppe Turco si è ritrovato a propria volta al centro di un esposto all’Ordine forense. Insomma, in un mare di guai o, quantomeno, di fastidi.
Tutto comincia lunedì mattina, quando al tribunale di Trieste prende il via il processo a carico di Paolo Polidori, capogruppo della Lega Nord della Provincia giuliana chiamato a rispondere di violazione della Convenzione internazionale sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale. Ad assisterlo è l’avvocato Turco, noto in regione per i suoi trascorsi nelle file del Carroccio. L’episodio al centro del procedimento risale alla primavera dell’anno scorso, quando, in occasione del congresso del partito all’hotel Excelsior, Polidori affermò che «il presidente del Consiglio, Mario Monti, e il governo in carica sono espressioni del potere giudaico-massone».
Da qui, la reazione della comunità ebraica e del suo legale, avvocato Alberto Kostoris, e l’ulteriore dose di “provocazioni” del capogruppo leghista. «Anziché scusarsi per le proprie asserzioni – si legge nella denuncia sporta di lì a poco dall’avvocato Kostoris -, replicava alle critiche della comunità ebraica e ribadiva consapevolmente che il potere finanziario mondiale è in mano a un sistema giudaico-massone». Finita sui tavoli della Procura di Trieste, a settembre la vicenda aveva superato lo scoglio dell’udienza preliminare, con il rinvio a giudizio dell’imputato su richiesta del pm Antonio Miggiani.
Lunedì, a gettare benzina sul fuoco, nel processo cominciato davanti al giudice Giorgio Nicoli, è stato lo stesso difensore di Polidori, l’avvocato udinese a sua volta animato da pulsioni leghiste. «L’ebreo non ha firmato la querela – ha affermato l’avvocato Turco, riferendosi al collega Kostoris e lasciando a bocca aperta magistrati, cancellieri e legali -. L’ebreo dice nella querela che è orgoglioso di essere ebreo». In aula, seduti in fondo per seguire l’udienza, in silenzio, anche alcuni “aficionados” di Polidori. Invitato più volte dal giudice Nicoli ad adoperare un linguaggio più consono all’aula di un palazzo di giustizia, il difensore ha replicato di non trovare nulla di strano in quel che stava dicendo. «C’è chi è ebreo – ha obiettato – e chi è slovacco». Tra le espressioni “coniate” per l’occasione, anche quella di «ebreo querelante”.
Immediata la reazione dell’avvocato Kostoris, che, attraverso la collega Maria Genovese, il giorno successivo ha provveduto a presentare sul caso un esposto. «Il comportamento tenuto dall’avvocato Turco – si legge nel documento – è ritenuto gravemente lesivo della mia persona, così come della dignità dell’intera classe forense». L’esposto chiede all’Ordine di «procedere disciplinarmente nei suoi confronti per tutti gli illeciti».
A segnalare il caso al presidente dell’Ordine degli avvocati di Udine, Andrea Galimberti, intanto, ci hanno pensato anche alcuni colleghi friulani, che, appresa la notizia di quanto avvenuto a inizio settimana a Trieste, si sono dichiarati «sconcertati» dalle affermazioni usate dall’avvocato Turco nel corso del processo. Quanto alla vicenda giudiziaria di Polidori, martedì il giudice ha ordinato al pm Miggiani di riprendere in mano il fascicolo, trattandosi di reato – l’istigazione all’odio razziale, appunto – particolarmente grave e, quindi, di competenza del tribunale in composizione collegiale.
(Fonte: Il Messaggero Veneto, Il Piccolo di Trieste, 28 Novembre 2013)
Nella foto in alto: l’avvocato Giuseppe Turco, iscritto all’ordine degli avvocati di Udine dal 6 Luglio 1978