PM CANADESE ALLA KNESSET: «PRENDERSELA SEMPRE E SOLO CON ISRAELE È IL NUOVO VOLTO DEL VECCHIO ANTISEMITISMO»
Gerusalemme – Il primo ministro canadese Stephen Harper ha constatato coi propri occhi, lunedì, la solidità della democrazia israeliana quando è stato ripetutamente interrotto da alcuni parlamentari arabo-israeliani durante il suo intervento alla Knesset. E quando ha condannato le campagne per il boicottaggio di Israele e ha denunciato coloro che etichettano Israele come uno stato “da apartheid”, i due parlamentari arabi Ahmad Tibi e Talab Abu Arar (della lista Ra’am Ta’al) hanno iniziato a gridare e inveire contro di lui e poi hanno abbandonato l’aula. Dopo la sceneggiata (a cui ha risposto degnamente il Premier israeliano Benjamyn Netanyahu), Harper ha ricevuto una standing ovation dagli altri parlamentari.
“Credo che la storia di Israele sia un grande esempio per il mondo – ha detto Harper nel suo discorso al parlamento israeliano – Essenzialmente è la storia di un popolo la cui risposta alla sofferenza è stata quella di andare oltre il risentimento e costruire una società straordinaria, una vibrante democrazia, un paese che ama la libertà, con una sistema giudiziario indipendente che promuove i diritti: una innovativa nazione leader mondiale nel campo delle start-up. Avete preso la memoria collettiva della persecuzione e della morte e avete costruito una società ottimista che guarda al futuro, che tiene in tale considerazione la vita umana che siete arrivati a scarcerare un migliaio di criminali e terroristi pur di salvare uno di voi. Nella famiglia delle nazioni democratiche Israele rappresenta valori che il nostro governo considera come articoli di fede, e i principi che guidano anche la nostra vita nazionale”.
Harper ha parlato con vigore contro l’antisemitismo malcelato sotto gli attacchi a Israele. “Assistiamo da alcuni anni – ha detto – a una mutazione della vecchia malattia dell’antisemitismo, con l’emergere di un suo nuovo ceppo. Tutti noi conosciamo bene il vecchio antisemitismo. Era rozzo e ignorante e ha portato agli orrori dei campi di sterminio. Si sa che in molti angoli bui quell’antisemitismo è ancora fra noi. Ma in gran parte del mondo occidentale quel vecchio odio è stato tradotto in un linguaggio più sofisticato ad uso della buona società: gente che non direbbe mai di odiare gli ebrei, e che mai incolperebbe gli ebrei per i guai propri e del resto del mondo, dichiara invece apertamente il proprio odio per Israele e incolpa l’unico stato ebraico di tutti i guai del Medio Oriente. Come un tempo venivano boicottati i negozi degli ebrei, così oggi alcuni leader della società civile fanno appello al boicottaggio di Israele. In alcuni campus universitari, argomenti intellettualizzanti contro le politiche israeliane mascherano a malapena le realtà sottostanti, come l’ostracismo verso gli accademici israeliani e le molestie nei confronti di studenti ebrei. E poi, cosa più vergognosa di tutte, alcuni definiscono apertamente Israele uno stato “da apartheid”. Si consideri bene quest’affermazione, si consideri la logica contorta e francamente perversa che le sta dietro: uno stato basato sulla libertà, la democrazia e lo stato di diritto, fondato perché gli ebrei possano vivere e fiorire come ebrei e trovare riparo dallo spettro del peggiore esperimento razzista della storia”. “Israele viene condannato con un linguaggio camuffato da antirazzismo. È a dir poco disgustoso – ha detto Harper – Ma è questo il volto del nuovo antisemitismo. Colpendo sempre e solo Israele prende di mira il popolo ebraico e cerca di rendere accettabile alle nuove generazioni il vecchio fanatismo”. “Per questo – ha concluso Harper – il Canada sarà a fianco di Israele fino in fondo”.
Più tardi, durante la conferenza stampa con Netanyahu, a una domanda sugli insediamenti Harper ha spiegato che esistono questioni su cui Canada e Israele non sono d’accordo e che non è difficile sapere qual è la posizione del Canada su tali argomenti. “Ma – ha continuato – non sono venuto qui per dare addosso a Israele, ce ne sono già abbastanza che lo fanno e non hanno bisogno di me”. Harper ha spiegato d’aver respinto gli appelli “dei palestinesi e di mezzo mondo” che lo sollecitavano a condannare Israele per la questione degli insediamenti. “Trovo curioso – ha poi aggiunto – il fatto che ieri, quando ero in visita presso i palestinesi, nessuno mi ha sollecitato a denunciare l’Autorità Palestinese per alcunché, che sia la governance o i diritti umani: mi hanno chiesto di denunciare sempre e solo Israele”.
Thanks to Progetto Dreyfus
Nella foto in alto: il Primo ministro canadese Stephen Harper durante il suo discorso alla Knesset
#1Emanuel Baroz
Quanta differenza rispetto ai politici italiani che si recano da quelle parti!:
La Boldrini a Gaza fa lo spot ai terroristi
Visita la Striscia ed elogia l’agenzia Onu per i palestinesi. La stessa per cui lavoravano estremisti di Hamas e bombaroli
di Francesco Borgonovo
Il ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman, nei giorni scorsi, ha convocato gli ambasciatori di Francia, Italia, Gran Bretagna e Spagna affinché chiarissero la posizione dei loro Paesi sul conflitto israelo-palestinese. A Gerusalemme hanno, come dire, il sospetto che non siano molto equilibrate. E in effetti non hanno tutti i torti. Per sapere qual è la situazione italiana, al ministro sarebbe bastato leggere il Corriere della Sera di ieri, in particolare l’articolo che riportava le brillanti dichiarazioni di Laura Boldrini dopo la visita nella Striscia di Gaza. Dove, immaginiamo, ha potuto sfoggiare almeno una kefiah. Ne ha di bellissime, l’hanno fotografata mentre le usava in montagna, durante una passeggiata.
Titolo del Corriere: «I palestinesi vogliono più Europa». Allora fateli entrare nella Ue, e che la facciano finita. Vediamo se rispettano il vincolo del 3 per cento e si fanno comandare dalla Merkel.
Ma il meglio, dicevamo, sono le parole della Boldrini. Dopo essere stata ricevuta in Israele, ha deciso di farsi in girettino a Gaza: una gita fuori porta. I palestinesi erano felicissimi della sua presenza. Infatti quando hanno saputo del suo arrivo, giovedì, hanno festeggiato sparando cinque missili contro le città israeliane. Son gente allegra.
Giunta sul posto, la Boldrini ha incontrato i rappresentanti di alcune agenzie di cooperazione internazionale, poi ha espresso un profondissimo concetto: «È come entrare in un altro mondo, a soli sessanta chilometri dalla sofisticata Tel Aviv». Ma dai, non l’avremmo mai pensato. Eravamo convinti che a breve, a Gaza, avrebbero aperto una succursale di Disneyland. Poi, la fulminante conclusione di Laura: «Si sopravvive solo grazie agli aiuti dell’Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, e sono essenziali anche gli interventi della cooperazione italiana. Questa situazione intollerabile alimenta la rabbia». La marchetta alle Nazioni Unite era dovuta. Dopo tutto, la Boldrini ha lavorato per una vita nell’agenzia che si occupa dei rifugiati, un po’ di affetto per i vecchi collegi ci sta, non siate gretti.
Comunque, per fortuna, grazie all’Unrwa c’è pure qualcuno che sopravvive. Perché succede pure che – per mano degli estremisti palestinesi che l’agenzia Onu ha coperto – qualche israeliano ci rimetta le penne. I meriti dell’Unrwa, del resto, sono universalmente noti. Nel 2004, l’allora commissario generale dell’agenzia Peter Hansen ammise candidamente che l’Unrwa pagava membri di Hamas. Su internet si possono gustare i video che mostrano uomini armati di mitra salire su un’ambulanza delle Nazioni Unite per fuggire dopo un’azione. In un altro filmato si vede un palestinese scappare dopo aver fatto partire un colpo di mortaio dal cortile di una scuola dell’Onu.
Nei medesimi istituti troviamo bambini che intonano dolci canzoncine inneggianti ai martiri e disegnano guerriglieri armati e avvolti nella kefiah. Come la Boldrini. Nelle scuole dell’Unrwa, per dire, insegnava Awad al Qiq, docente di scienze che coltivava, nel tempo libero, un innocuo hobby: la costruzione di bombe per la jihad islamica. Che volete, ognuno si svaga come può. L’hanno ammazzato nel 2008 mentre si dedicava alla produzione di missili. Come ricordava il Foglio non molto tempo fa, per l’Unrwa lavorava Nahed Rashid Ahmed Atallah, altro simpaticone. In Italia abbiamo avuto politici che si facevano scarrozzare dalle ambulanze per andare nelle trasmissioni tv. Costui le utilizzava per far circolare armi e dare passaggi ai suoi amici terroristi, che faceva espatriare grazie al suo lasciapassare. La lista dei dipendenti potrebbe continuare con Said Sayyam, già ministro dell’Interno di Hamas, uno con la passione dei rapimenti di soldati israeliani. Già, fortuna che a Gaza c’è l’Unrwa, altrimenti sai che rottura difendersi da soli dagli attacchi di Israele?
La Boldrini si è impegnata a scrivere una lettera alla ministra degli Esteri Emma Bonino «per informarla di quanto ho visto e per attivare l’attenzione sugli ambiti più critici». Cos’è, a Gaza hanno finito le bombe? Magari la Bonino, la prossima volta che passa dai suoi amici iraniani (quelli che l’hanno amorevolmente accolta a dicembre), si fa lasciare un paio di testate nucleari. Poi, se son troppo pesanti da trasportare a mano, al massimo si chiama un’ambulanza. Una dell’Onu, che fa più figo.
(Fonte: Libero, 18 Gennaio 2014)
#2Emanuel Baroz
Le giravolte della Boldrini su Gaza
di Sarah F.
«Ho notato una differenza abissale tra Tel Aviv e Gaza. In pochi Km cambia tutto il mondo». A parlare così ai microfoni di RAI News 24 è Laura Boldrini intervistata da Lucia Goracci.
E c’era bisogno che facesse tanta strada? A meno di mezzo Km da dove si trovava la Boldrini c’è il Commodore Hotel, uno dei tanti Hotel a 5 stelle della Striscia di Gaza. Magari se la Presidente della Camera italiana fosse stata un tantino più onesta avrebbe potuto dire che notava una differenza abissale su come vive la popolazione di Gaza e quelli di Hamas insieme ai tanti cooperanti. Poteva dire che per colpa di Hamas la popolazione nella Striscia di Gaza è costretta a vivere di beneficenza israeliana e, solo in parte, internazionale, mentre quelli di Hamas sguazzano nel lusso. E non è che non lo sapesse, basta fare una semplice ricerca su Google (https://www.google.it/search?q=hotel+gaza&client=firefox-a&hs=9Up&rls=org.mozilla:it:official&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ei=5iHZUp_SGOqhyQOJ_IHoDA&ved=0CAkQ_AUoAQ&biw=1440&bih=771#imgdii=_) per rendersene conto.
Ma è molto più comodo far finta di niente e parlare di “differenza abissale tra Tel Aviv e Gaza” come se fosse una colpa vivere in un sistema democratico. A parte che è come parlare di differenza abissale tra New York e una qualsiasi villaggio pakistano, la Grande Mela come Tel Aviv può godere di un sistema democratico, il villaggio pakistano come Gaza è oppresso da una teocrazia islamica che per se non si fa mancare niente ma affama la povera gente. E poi bastava che alzasse lo sguardo e poteva vedere centri commerciali, hotel di lusso, ristoranti rinomati ecc. ecc. Certo, non sono per la povera gente ma solo per i terroristi di Hamas, per i corrispondenti esteri , per quelli dell’Onu e per i cooperanti.
http://www.rightsreporter.org/le-giravolte-della-boldrini-su-gaza/
#3Emanuel Baroz
Laura Boldrini in Medio Oriente, tutta pro Gaza
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=6&sez=120&id=52063
#4Emanuel Baroz
Ue e Boldrini, sempre a bacchettare Israele
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=999920&sez=120&id=52080
#5Emanuel Baroz
Così sul sito della Boldrini:
“A Gaza le persone non chiedono carità, ma sostegno per uno sviluppo sostenibile”
http://www.lauraboldrini.it/news/oltre-italia/a-gaza-le-persone-non-chiedono-carita-ma-sostegno-per-uno-sviluppo-sostenibile/
#6Emanuel Baroz
Così sul sito della UNRWA:
La Presidente della Camera Boldrini in visita a Gaza
http://www.unrwaitalia.org/attualita/news/dettaglio-news/article/la-presidente-della-camera-boldrini-in-visita-a-gaza/
#7Pervus
Contro Israele agiscono in realtà tre gruppi di persone: I razzisti antisemiti. I giornalisti politici e magistrati al soldo degli sceicchi, ed i ritardati mentali che si fanno gonfiare la testa da queste due categorie.
#8Emanuel Baroz
MINISTRO ESTERI AUSTRALIANO: “I BOICOTTAGGI CONTRO ISRAELE SONO ANTISEMITI”, E CHIEDE CAUTELA NEL GIUDICARE GLI INSEDIAMENTI
La ministra degli esteri australiana Julie Bishop, in visita la settimana scorsa in Israele per partecipare ai funerali dell’ex primo ministro Ariel Sharon, ha detto che la comunità internazionale dovrebbe astenersi dal definire illegali gli insediamenti in Cisgiordania in base al diritto internazionale senza attendere che il loro status venga determinato in un accordo con i palestinesi. Intervistata da Times of Israel, Julie Bishop non ha voluto esprimere la consueta condanna delle attività edilizie al di là della ex linea armistiziale, limitandosi a dire che la loro esistenza dimostra quanto sia necessario che le parti arrivino rapidamente un accordo di pace.
“Non credo che sia utile pregiudicare la questione degli insediamenti quando si sta cercando di arrivare a una soluzione negoziata – ha spiegato Julie Bishop – Etichettare queste attività come un crimine di guerra è improbabile che aiuti una soluzione negoziata. La questione degli insediamenti israeliani deve essere determinata nelle trattative di pace in corso, mediate dagli Usa. Mi chiedo se la scelta dei tempi sia giusta, data l’instabilità nella regione con quel che accade in Siria, Libano, Giordania, Egitto e Iraq. Il processo di pace è un obiettivo in sé stesso, ma di questi tempi e in questo contesto mi aspetto che sarà ancora più difficile”.
La ministra australiana ha inoltre fermamente condannato il movimento per il boicottaggio contro Israele: “E’ antisemita – ha detto senza mezzi termini – giacché prende di mira Israele fra tutte le altre nazioni che meriterebbero una campagna di boicottaggio: un’ipocrisia incredibile”.
https://www.facebook.com/ProgettoDreyfus/posts/576515545758144?stream_ref=10
#9perplesso
l’antisemitismo è il comodo scudo da usare SEMPRE per difendersi dalle critiche… una cortina fumogena dentro la quale nascondersi, fra un po’ basterà dire che un cantante ebreo è stonato per sentir suonare i campanacci dell’antisemitismo, noi “gentili” iniziamo ad averne piene le tasche dei vostri piagnistei.
#10Mario
Senti PERPLESSO. Hay ragione, piangiamo un po’ di più del necessario. E cosa dici di duemila, (2000) anni di piagnistei per una sola persona, ebrea, che addirittura si credeva figlio di Dio. Lascia stare i nostri pianti.