Nel mirino l’ultradestra romana cuore della galassia antisemita
di Marco Pasqua
È una galassia che non conosce confini, quella in cui navigano, protetti dall’anonimato della Rete, i seminatori dell’odio antisemita. Si nascondono dietro a nickname che, spesso, sono evocativi della loro missione: insultare e minacciare le persone di religione ebraica. Dalle black-list alle vignette, dalle video-offese alle manipolazioni della Storia: sono le armi dell’esercito degli antisemiti virtuali. E’ un cuore che continua a pulsare anche quando le operazioni della polizia postale hanno oscurato, ad esempio, Stormfront, il forum in cui si progettavano assalti a rom, ebrei ed omosessuali.
Ed è proprio questa community nera l’esempio della pervicacia più ostinata di questo manipolo di estremisti: anche se quattro suoi moderatori sono finiti in manette (proprio oggi, a Roma, inizia il processo di Appello), sulle sue pagine i neonazisti italiani, grazie all’utilizzo di proxy e anonimizzatori, e a condividere materiali antisemiti. Uno dei quattro arrestati è Mirko Viola, ex forzanovista che persino dal carcere ha continuato a pubblicare lettere in cui attaccava la presunta lobby sionista.
A lui è dedicata una pagina Facebook, creata per sollecitarne la liberazione dal carcere. Di propaganda antisemita è infestato anche Holywar, altro sito, attivo da oltre 10 anni, finito nel mirino delle Procure: ad aprile la polizia ha indagato 8 persone, accusate di aver promosso un gruppo, di matrice cattolica radicale, avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione del popolo ebraico. La mente del movimento è il norvegese Alfred Olsen, che in Italia ha creato una rete il cui elemento fondante è la diffusione delle idee collegate anche al negazionismo.
I GRUPPI ROMANI
La negazione della Shoah riecheggia sulle pagine Facebook delle sezioni sparse per l’Italia di Militia, movimento neonazista «dedito alla commissione di atti violenti, anche di matrice xenofoba». Su di loro, così come su altre associazioni romane, si concentrano le attenzioni degli investigatori che indagano sui pacchi con le teste di maiale. Il leader di Militia, Maurizio Boccacci – residenza ai Castelli – ha recentemente ceduto il testimone a Stefano Schiavulli.
A Roma, nel quartiere Prati, è attiva anche l’associazione culturale Zenit, legata al neofascista Mario Merlino (sodale dell’ex terrorista nero Stefano delle Chiaie). Recentemente ha diffuso una video-blacklist in cui vengono elencate personalità “amiche” di Israele. Intorno a Zenit gravitano altri 2 movimenti, che hanno organizzato convegni ai quali hanno preso parte relatori anti-israeliani: il Fronte Europeo per la Siria (che inneggia al dittatore Assad) e il Movimento sociale europeo.
Tra i siti emergenti, quello “dell’intellettuale dissidente” (a proposito del quale invitiamo tutti a leggere questo articolo, che spiega bene chi ci sia dietro quella sigla), dove spicca, tra gli altri, un articolo di scherno nei confronti della Giornata della Memoria (definita giornata della cicoria) . Sul fronte dei partiti politici, tra quelli che – almeno non ufficialmente – cavalcano l’ondata di antisemitismo, c’è Forza Nuova. Come denunciato dal Centro di documentazione ebraica, sulle sue pagine web sono apparse frasi contro gli ebrei. Le stesse che capita di leggere anche sulle bacheche Facebook dei militanti di CasaPound, i Fascisti del Terzo Millennio guidati da Gianluca Iannone. A Milano, infine, è attiva la comunità antagonista padana (una cellula che è stata vicina al movimento universitario padano riconducibile alla Lega Nord), che ha recentemente promosso un incontro incentrato sul «razzismo rabbinico» e sul «business della Shoah».
Nella foto in alto: la copertina del “video di presentazione” con cui Militia è ricomparsa sul web nei mesi scorsi
#1Emanuel Baroz
Riportiamo qui di seguito un interessantissimo articolo pubblicato dagli amici div Progetto Dreyfus riguardante proprio il tema trattato nell’articolo:
L’INTELLETTUALE DISSIDENTE CHE TIRA IL SASSO E NASCONDE LA MANO
Il quotidiano Il Messaggero.it, in occasione della Giornata della Memoria e in seguito alle squallide provocazioni dei giorni precedenti ai luoghi di culto e alle istituzioni ebraiche, ha pubblicato un articolo (che trovate qui http://www.ilmessaggero.it/ROMA/CRONACA/teste_maiale_ambasciata_israele_fascismo_antisemtismo_internet_shoah/notizie/478501.shtml) che analizza la galassia antisemita italiana, citando le sigle delle organizzazioni più attive nella campagna d’odio antiebraica.
Tra conferme e new entry, è finalmente – e giustamente – citata da Marco Pasqua la rivista online de “l’Intellettuale Dissidente”e la sua rivoltante rubrica “Israeheil”, che, dietro il paravento politicamente corretto dell’antisionismo, porta avanti una campagna al vetriolo contro i “falsi ebrei” – tutti quegli ebrei che si riconoscono nei valori del sionismo, a prescindere dalle sfumature – nel nome dei “veri ebrei” odiatori di se stessi e di Israele, come ad esempio i Naturei Karta ed altri collaborazionisti di cui non faremo il nome per non dargli più del necessario la visibilità che cercano. Questi personaggi fanno si parte del popolo ebraico ma nei numeri rappresentano una minoranza infinitesimale e statisticamente non rilevante.
Fin qui, tutto normale, nulla di nuovo sotto al sole…se non fosse che, i nostri “eroi” antisemiti cresciuti nel ventre molle delle scuole “bene”del centro ad essere accostati ai rozzi villani di Militia e alla paesana Forza Nuova proprio non ci stanno: guai a ferire l’orgoglio aristocratico, guai ad accostare l’antisemita di penna ambizioso e dalle mani da pianista al lercio skinhead tutto birra a cazzotti, dalle mani grandi e da contadino; era necessario assolutamente reagire per ripulire l’onta, anche a costo di scadere nel ridicolo con una autodifesa impossibile volta a salvare L’IPOCRISIA DELLE APPARENZE e di rendere più movimentata una giornata già scossa dalle teste di maiale e dalle scritte ingiuriose sui muri.
Cosa fanno, i nostri “Intellettuali” dall’orgoglio ferito? Decidono di rispondere con un comunicato stampa dal loro sito all’articolo del Messaggero, che trovate qui (http://www.lintellettualedissidente.it/comunicato-stampa-seminatori-di-odio-siete-voi), e finiscono per scavarsi da soli la fossa: come fanno, lor signori “i Dissidenti”, ad invocare il diritto di critica e la verità nell’informazione quando sono i primi, ad uso indubbiamente antisemita, ad utilizzare delle false affermazioni attribuite a Primo Levi contro i suoi confratelli ebrei? Com’è possibile che dei giovani figli della “Roma bene” che si fregiano del titolo di “intellettuali” possano paragonare senza provare vergogna la condizione dell’ebreo di Aushwitz al palestinese di Gaza? E ultimo ma non ultimo, come può R.F.R., curatore della rubrica “satirica” Israheil parlare di PACE in un giornale il cui direttore, S. Caputo, è un fan sfegatato di Hezbollah, cioè di una organizzazione terrorista inserita nelle black list da Stati Uniti e Unione Europea? Non è un mistero la partecipazione di Caputo a veri e propri mausolei del terrorismo islamico antiebraico, testimoniate oltre che dalle foto al “Museo della resistenza islamica”di Mleeta (sud del Libano) , e nemmeno il tipo di magliette che indossa per trovare l’ispirazione nella stesura dei suoi articoli… (foto in allegato).
Per chi è ancora scettico sulla vera natura dell’ L’Intellettuale Dissidente, ancora la figura di S. Caputo può venirci in aiuto: ripercorre le sue pregresse collaborazioni con “Rinascita”, il quotidiano nazimaoista redatto da Ugo Gaudenzi, ben spiega la natura antisemita, omofoba e reazionaria dell’Intellettuale Dissidente, rivista online in prima linea tra le tante cose nel sostegno inondizionato alle politiche criminali e liberticide della teocrazia iraniana.
Dicono, i ragazzi dell’Intellettuale Dissidente, di essere diversi da gruppi come Militia e Forza Nuova e di non voler essere accostati a loro. E’vero: l’abitudine tattica di lanciare il sasso per poi tirare indietro la mano li rende ben peggiori, viscidi e subdoli – e perciò più pericolosi – dei loro cugini dalle mani grandi e in camicia nera.
https://www.facebook.com/ProgettoDreyfus/posts/579494072126958?stream_ref=10
#2Emanuel Baroz
Sempre dalla pagina Facebook degli amici di Progetto Dreyfus ci semba giusto segnalare il seguente articolo:
MILANO: CATTOLICA, I POSTER DELLA VERGOGNA: “DISCUTIAMO DI SHOAH-BUSINESS”
Due manifesti che annunciano un incontro durante il quale discutere di «razzismo rabbinico», «Shoah-business» e di «fondamentalismo religioso ebraico». Sono comparsi nell’atrio dell’Università Cattolica, a Milano, negli spazi del gruppo studentesco della Comunità antagonista padana (cellula che si è staccata dal Mup, il Movimento universitario padano, vicino alla Lega Nord), scatenando immediatamente proteste e indignazione dell’Unione giovani ebrei d’Italia, che parlano di «disgustoso incontro revisionista» a pochi giorni di distanza dal Giorno della memoria.
Hanno inviato una lettera al rettore, Franco Anelli, chiedendo in tempi rapidissimi la revoca dell’iniziativa: «Non potremmo tollerare neppure un minuto che si infanghi la memoria di quell’immane tragedia», denuncia l’Ugei. Le due locandine, ora rimosse dalle pareti di largo Gemelli, danno appuntamento a mercoledì 29 gennaio in un’aula dell’università: partendo dal libro Anche se non sembra, edito da Radio Spada, lanciano sei punti su cui riflettere e discutere. Fra gli altri: «Cos’è il Regno ebraico dello Yemen e in cosa consiste l’olocausto dei cristiani che perpetrò? Primo Levi partecipò a una azione in cui furono giustiziati due giovani partigiani. È la fine di un mito?». E ancora: «Le cause di ciò che in epoca contemporanea è chiamato “antisemitismo” sono più interne o più esterne rispetto al popolo ebraico?».
Non è la prima volta che il gruppo studentesco provoca la reazione da parte della comunità ebraica. L’ultimo episodio risale a due anni fa, quando apparvero due manifesti con il volto di Benito Mussolini e la caricatura del “giudeo”, come veniva raffigurato nelle illustrazioni antisemite durante il fascismo. «È evidente dalla presentazione stessa della “formazione militante” e dalle farneticanti domande introduttive — ha scritto il presidente dell’Ugei, Simone Disegni — che il dibattito attorno a un libro di recente pubblicazione appare come una disgustosa e intollerabile provocazione di inconfutabile stampo razzista, proprio in corrispondenza delle celebrazioni per il Giorno della Memoria in ricordo della più terribile pagina della storia contemporanea, la Shoah».
Secca, la replica dell’ateneo. Che prende subito le distanze: «Un’iniziativa non voluta, richiesta e autorizzata dall’università — fanno sapere — I manifesti non
corrispondono ai principi che ispirano la Cattolica e saranno valutati a breve tutti i provvedimenti da intraprendere». In occasione della Giornata della memoria, spiegano dall’università, è in programma un incontro sulla Shoah con il regista e autore Claude Lanzmann. Presenterà il suo documentario L’ultimo degli ingiusti, dedicato alla controversa figura di Benjamin Murmelstein, ultimo presidente del consiglio degli anziani del ghetto di Terezin.
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=576983445711354&set=a.387495981326769.85422.386438174765883&type=1&stream_ref=10
#3stefano cavinato
Antisemitismo e stupidità
Dopo anni e anni, ne ho 54, ancora oggi non riesco ancora a capire quale molla possa spingere l’antisemitismo. Soprattutto in un paese come l’Italia. Destra e antisemitismo ? piuttosto negazione della storia, se pensiamo che tra i finanziatori del movimento sindacale dei Fasci di Combattimento c’erano svariati italiani di religione ebraica e che fino al 1937 ogni italiano, anche di religione ebraica, era orgoglioso della propria identità patriottica. Il dopo un flusso continuo di stupidità pur di aggraziarsi un pazzo. In Italia, a differenza della Francia, dell’Ungheria, della Romania prima dell’ultima guerra non era mai esistito un flusso antisemita di debita nota. Anzi la comunità ebraica è stata fondamentale per l’unificazione del nostro paese.
E quindi da dove viene tutta questa stupidità. Come si fa a plaudire sia nel bene e nel male le ragioni di Hamas o Hezbollah senza conoscerne i confini ideologici e pratici ?