Non è la prima volta (purtroppo) che ci occupiamo del pregiudizio antisraeliano dell’ONU, basato spesso su rapporti falsi effettuati su notizie parziali che provengono sempre da fonti palestinesi. L’accusa di apartheid poi è una delle più grandi menzogne antisraeliane con cui viene nutrito l’odio antiebraico. Eppure basterebbe informarsi un pò di più per rendersi conto di come questa accusa sia semplicemente ridicola…
ONU: FALK PRESENTA UN DOCUMENTO DI ACCUSA VERSO ISRAELE, “E’ UNO STATO DI APARTHEID”
Ci risiamo: Richard Falk, l’accademico americano inviato speciale delle Nazioni Unite, ha redatto un documento di 22 pagine in cui accusa Israele di attuare una politica di Apartheid nei confronti dei palestinesi, sia a Gaza che in Cisgiordania/West Bank/Giudea e Samaria.
GAZA
Nonostante Israele si sia ritirato unilateralmente dalla Striscia dal 2005, Falk accusa lo Stato Ebraico di “chiudere le porte a Gaza sui fronti terrestre e marittimo. Cosa sfugge a Falk:
1. Israele rifornisce la Striscia di Gaza di medicinali, generi alimentari e bani di prima necessità, regolarmente, attraverso carovane di camion.
2. Israele vende a Gaza elettricità ed acqua
3. Israele cura i malati della Striscia negli ospedali israeliani e fornisce assistenza medica senza distinzioni
4. Israele riceve ancora oggi piogge di razzi da Gaza, con regolarità settimanale
5. Non vengono prese in considerazione le chiusure egiziane. Il valico di Rafah è stato chiuso ai palestinesi per timore di infiltrazioni terroristiche e di immigrazione illegale, ma l’unico obbligato ad aprire le frontiere pare debba essere Israele, vittima del terrorismo palestinese.
GERUSALEMME
Falk sostiene che a Gerusalemme est gli israeliani effettuano una “pulizia etnica”. Gli arabo-israeliani di Gerusalemme convivono con gli ebrei e con i cristiani e sono liberi di svolgere qualsiasi tipo di attività. Hanno pari diritti e doveri, tranne quello di servire l’esercito. Quando Gerusalemme est non era israeliana (prima del 1967) gli ebrei non potevano pregare al Muro Occidentale, gli unici mattoni rimasti dopo la distruzione del Santuario di Gerusalemme da parte dei Romani e dopo la costruzione di una moschea sulle macerie dell’unico luogo sacro per la religione ebraica (che per secoli gli arabi avevano utilizzato come discarica).
CISGIORDANIA/WEST BANK/GIUDEA E SAMARIA
Falk sostiene che i palestinesi vengono trattati come i neri del Sudafrica duranti l’Apartheid. A questa accusa lasciamo rispondere il deputato sudafricano Kennet Meshoe, che il termine Apartheid lo conosce bene, e sa contestualizzarlo. Meshoe dice a chiare lettere che l’accusa che viene rivolta ad Israele è una distorsione della realtà e una alterazione del concetto dei Apartheid, tema che sente molto forte e che riapre ferite non ancora rimarginate nella memoria di tutti i neri del paese. “Nulla di tutto ciò succede in Israele. Ci sono stato più di dieci volte, ed ho potuto vedere arabi viaggiare sui mezzi pubblici, c’erano arabi negli ospedali e nelle scuole. Questa cosa non poteva accadere in Sudafrica”, racconta nel video.
Per il resto, Israele rispetta gli accordi di Oslo, per cui il territorio denominato West Bank (Giudea e Samaria) è diviso in tre aree:
AREA A – sotto il totale controllo dell’Autorità Nazionale Palestinese
AREA B – sotto il controllo civile dell’ANP e militare di Israele
AREA C – sotto il totale controllo israeliano
Gli antipatici controlli ai check point e le “eccessive” misure di sicurezza (come anche la barriera difensiva), sono gli elementi che in questi anni hanno ridotto gli attentati terroristici verso Israele del 90%, e nonostante le accortezze, ancora oggi terroristi palestinesi della Cisgiordania riescono a compiere attacchi omicidi, come accoltellamenti, bombe sugli autobus e agguati ai civili israeliani anche durante la notte.
Thanks to Progetto Dreyfus
Nella foto in alto: Richard Falk, “Relatore speciale” per l’ONU, autore dell’ennesimo rapporto antisraeliano in cui si accusa lo stato ebraico di praticare l’apartheid nei confronti dei palestinesi
#1Emanuel Baroz
Ridicolo rapporto Onu contro Israele: applica l’apartheid
di Franco Londei
Il massimo che poteva fare l’Onu era incaricare un noto antisemita come Richard Falk di redigere un rapporto su Israele e i suoi rapporti con i palestinesi. Quello che ne è uscito è un rapporto (l’ennesimo) a senso unico nel quale si arriva ad accusare Israele di praticare una forma moderna di apartheid nei confronti dei palestinesi.
Richard Falk naturalmente non si è fatto sfuggire la ghiotta occasione offertagli dalle Nazioni Unite e ha redatto un rapporto che, se letto da uno che di cose mediorientali non sa nulla o non se ne interessa, descrive Israele, cioè l’unica vera democrazia in Medio Oriente, come un paese razzista che viola i Diritti dei palestinesi, che ha eretto un muro per isolare gli arabi quando invece è semplicemente una barriera protettiva la quale ha azzerato gli attentati in Israele, che discrimina gli arabi in patria e perseguita con arresti arbitrari quelli fuori dai confini israeliani, che costringe gli abitanti di Gaza a vivere in una condizione di assedio e che pratica una vera e propria pulizia etnica.
Non scherzo, Richard Falk ha scritto tutto questo (e molto altro) nel rapporto consegnato alle Nazione Unite e immagino che sarà anche stato pagato per questo “lavoro” (pagato veramente, non come qualche idiota insinua sul sottoscritto quale agente della hasbara di Netanyahu e del Likud). Un rapporto a senso unico che non prende minimamente in considerazione il contesto, che sorvola allegramente sulle violazioni dei Diritti perpetrate dalla ANP e soprattutto da Hamas nei confronti degli stessi palestinesi, che non menziona un solo attentato, che non considera minimamente il fatto che ANP e Hamas considerano Israele il nemico da abbattere, anzi, da cancellare.
Intendiamoci, Richard Falk si conosce e non è che questo suo rapporto sorprenda più di tanto (sarei rimasto sorpreso se avesse scritto anche una sola riga contro Hamas), quello che sorprende un po’ è il fatto che ancora l’Onu incarichi lui di fare certe ricerche e di redigere rapporti ufficiali.
La cosa curiosa, che se non fosse così tragica farebbe sorridere, è che questo rapporto arriva proprio a ridosso della Israel Apartheid Week (http://www.rightsmonitoring.org/open-letter-visitors-israeli-apartheid-week/), una iniziativa tragicomica organizzata da alcuni importanti atenei (Oxford, solo per fare un nome) con la quale si vuole portare all’attenzione mondiale “l’apartheid israeliano”. Ma come, mentre gli africani si fanno ammazzare pur di raggiungere Israele, mentre i gay palestinesi e arabi trovano rifugio in Israele, mentre lo stesso Israele è l’unico Paese mediorientale dove arabi, cristiani ed ebrei vivono liberamente fianco a fianco e addirittura gli arabi hanno una rappresentanza in Parlamento, questi parlano di apartheid israeliano? Totò avrebbe detto: “ma mi faccia il piacere”!!!
Seriamente (e hasbara a parte), siamo al ridicolo. Si attacca con accuse ridicole una democrazia circondata da teocrazie e da regimi terroristici e si chiudono gli occhi sulle nefandezze commesse dagli arabi e dal mondo islamico in generale. E il buffo che a fare tutto questo sono le Nazioni Unite e un manipolo di pseudo intellettuali da strapazzo i quali, cavalcando la moda del momento e per ottenere una “settimana di gloria”, si inventano di sana pianta accuse che non trovano alcun fondamento, favorendo con questo atteggiamento chi vorrebbe cancellare dalla faccia della terra l’unica democrazia in Medio Oriente.
http://www.francolondei.it/ridicolo-rapporto-onu-contro-israele-applica-lapartheid/
#2Emanuel Baroz
Cambia il relatore Onu sui diritti palestinesi: da un fazioso anti-israeliano a un anti-israeliano fazioso
http://www.israele.net/cambia-il-relatore-onu-sui-diritti-palestinesi-da-un-fazioso-anti-israeliano-a-un-anti-israeliano-fazioso