ONU ENTRA A GAMBA TESA SUI NEGOZIATI: RICONOSCIUTA AI PALESTINESI ADESIONE A 13 TRATTATI
Doveva essere uno dei punti su cui negoziare insieme agli israeliani, quello dell’adesione dell’Autorità Nazionale Palestinese ai trattati internazionali dell’Onu, e invece, a riprova del totale menefreghismo di Abu Mazen, la richiesta è stata inviata indipendentemente dagli accordi. Che potrebbe esserci di peggio in questi negoziati fallimentari? Semplice, il riconoscimento di adesione dei palestinesi a 13 trattati internazionali, arrivata stamane dall’Onu.
In una situazione così delicata, in cui ogni passo falso e ogni iniziativa possono far saltare intese già labili di per sé, l’ultima reazione che ci si aspetterebbe dal Palazzo di Vetro è una invasione di campo così palese data da decisioni prese con una fretta inspiegabile.
Tra i trattati in questione vi sono la Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche e consolari, la Convenzione sui diritti del fanciullo e la Convenzione contro la tortura. Una ulteriore richiesta è stata inviata dall’ambasciatore palestinese Riyad Mansour, per aderire alla Convenzione di Ginevra del 1949.
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Nella foto in alto: il presidente dell’ANP Abu Mazen (Mahmoud Abbas), il cui mandato è scaduto da tempo, durante il suo discorso all’ONU di qualche tempo fa
#1Emanuel Baroz
11 aprile 2014 – L’incontro di giovedì tra negoziatori israeliani e palestinesi si è concluso in serata apparentemente senza una svolta. Secondo una fonte ben informata, non ci sono stati passi avanti e le parti restano ferme sulle rispettive posizioni, ma intendono continuare a parlarsi per vedere se è possibile superare l’impasse. Invece, ssecondo una fonte anonima citata dalla tv Al Arabiya, sarebbe stata raggiunta un’intesa che prevedrebbe, da parte israeliana, un certo numero di scarcerazioni e un congelamento delle attività edilizie ebraiche in Cisgiordania, e da parte palestinese la sospensione delle domande di adesione unilaterale agli organismi internazionali. Secondo questa fonte, inoltre, gli Stati Uniti avrebbero promesso di scarcerare Jonathan Pollard (ebreo americano detenuto negli Stati Uniti dal 1987 con una condanna all’ergastolo per spionaggio a favore di Israele). Dal canto suo, la portavoce del Dipartimento di stato Usa Jen Psaki ha dichiarato: “La nostra squadra negoziale e quelle della due parti continuano a trattare; il divario diminuisce, ma in questo momento ogni speculazione circa un accordo è prematura”.
11 aprile 2014 – In un’intervista al quotidiano edito a Londra Asharq al-Awsat, il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) si è detto disposto a continuare i negoziati con Israele oltre la scadenza di fine aprile “a condizione che portino alla fondazione di uno stato palestinese con capitale a Gerusalemme est”. Abu Mazen ha aggiunto che la sua domanda di adesione come “stato di Palestina” a 15 enti e trattati internazionali è nell’interesse del popolo palestinese e “non ha niente a che fare con Israele”. Ha inoltre detto d’aver chiesto alla Lega Araba di adempiere alla promessa, originariamente fatta nello scorso vertice in Kuwait, di garantire all’Autorità Palestinese aiuti finanziari per 150 milioni di dollari al mese, e di averla esortata a continuare a sostenerlo nel rifiuto di riconoscere Israele come stato nazionale del popolo ebraico.
11 aprile 2014 – Nonostante lo stallo, nuovo incontro giovedì fra le squadre di negoziatori israeliani e palestinesi con mediatori statunitensi. Lo ha riferito Israel Radio. Il capo negoziatore israeliano Tzipi Livni, il suo omologo palestinese Saeb Erekat e il mediatore Usa Martin Indyk si sono incontrati tre volte da domenica.
11 aprile 2014 – Un centinaio di palestinesi della striscia di Gaza ha inscenato giovedì mattina una manifestazione entrando nella fascia di terreno off limits a ridosso della recinzione di confine con Israele, nei pressi del valico di Erez. Dopo aver invano ordinato lo sgombero, i soldati israeliani hanno sparato alle gambe, ferendo due palestinesi. Poche ore dopo, nella stessa zona, sono stati sparati colpi verso una unità delle Forze di Difesa israeliane, che ha risposto al fuoco. Non si segnalano vittime.
11 aprile 2014 – Il ministro israeliano dell’economia Naftali Bennett (di Bayit Yehudi) ha sostenuto giovedì che la sua proposta di annettere i principali blocchi di insediamenti in Cisgiordania gode del sostegno della maggioranza dei parlamentari. Bennett ha spiegato a YnetNews che il processo di pace mediato dagli Usa è entrato in un vicolo cieco e che Israele “deve smetterla di sbattere la testa contro un muro”. La ministra della giustizia Tzipi Livni, capo negoziatore israeliano, ha criticato la proposta sulla sua pagina Facebook dicendo che Bennett si comporta come “un bambino che provoca”.
11 aprile 2014 – Sono saliti a sette gli estremisti israeliani arrestati in relazione ai violenti tafferugli di martedì, a Yitzhar (Cisgiordania), durante i quali è stata devastata una postazione militare. Secondo la polizia israeliana, si prevedono ulteriori arresti.
11 aprile 2014 – Israele starebbe considerando la possibilità di spostare l’attenzione dal presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) al suo rivale Mohammed Dahlan, un ex leader di Fatah che attualmente vive “in esilio” nei paesi del Golfo. Lo ha riferito giovedì il sito londinese Middle East Monitor, citando anonime fonti dell’intellingence israeliana. Secondo il reportage, Israele intenderebbe perseguire anche un avvicinamento verso Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti ed Egitto nel tentativo di dare più peso a Dahlan nel futuro dialogo con l’Autorità Palestinese. Un tempo uomo forte di Fatah a Gaza, Dahlan venne estromesso dal suo gruppo nel 2011 con accuse di corruzione da lui sempre negate, ma rimane una figura potente, sebbene in disparte, che intesse legami con molti capi arabi e mantiene collegamenti con il frammentato movimento Fatah.
10 aprile 2014 – Un razzo di mortaio palestinese lanciato dalla striscia di Gaza contro Israele si è abbattuto mercoledì sera nei pressi della piscina di un kibbutz, nella zona di Sha’ar HaNegev.
10 aprile 2014 – “Siamo d’accordo sul 50-60% della bozza, ma le sezioni che ancora rimangono sono molto importanti e contengono varie questioni”. Lo ha detto mercoledì il ministro degli esteri iraniano Mohammad Javad Zarif, che sta trattando a Vienna con sei potenze mondiali sul controverso programma nucleare di Teheran. Zarif ha aggiunto: “Nulla può essere imposto all’Iran circa le sue attività nucleari”.
10 aprile 2014 – Israele è “profondamente deluso” per le dichiarazioni in cui il Segretario di stato Usa John Kerry sembra insinuare che la colpa della crisi nei negoziati sia da attribuire a Israele. Lo ha detto una fonte governativa israeliana citata mercoledì dal New York Times, spiegando che quelle dichiarazioni “danneggeranno i negoziati e non faranno che rendere più intransigente la posizione dei palestinesi”.
10 aprile 2014 – Allarme razzi palestinesi, mercoledì pomeriggio, nella zona di Hof Ashkelon: un razzo sarebbe ricaduto all’interno della striscia di Gaza.
10 aprile 2014 – Hezbollah sarebbe in difficoltà finanziarie. Secondo fonti libanesi citate dal quotidiano Asharq Alawsat, mentre la Guida Suprema iraniana ayatollah Ali Khamenei continua a finanziare l’organizzazione islamista sciita libanese, il presidente iraniano Hassan Rohani avrebbe diminuito o cessato i finanziamenti che dipendono da lui.
10 aprile 2014 – La polizia ha arrestato mercoledì due estremisti israeliani accusati di coinvolgimento nel saccheggio di una postazione delle Forze di Difesa israeliane a Yitzhar (Cisgiordania) durante i violenti tafferugli innescati da una cinquantina di estremisti contro la demolizione di alcune strutture abusive. “Sin dalla nascita dello stato – ha commentato mercoledì il presidente israeliano Shimon Peres – l’esercito è una delle cose più preziose per la popolazione d’Israele. Non dobbiamo permettere che venga attaccato un gruppo di teppisti.
9 aprile 2014 – Israele ha lanciato con successo il satellite Ofek 10 dalla base di Palmahim (nel centro del paese). Lo ha annunciato mercoledì il ministero della difesa.
9 aprile 2014 – Mohammed Kanaan, alto esponente dell’opposizione siriana, ha avvertito mercoledì che l’esercito del presidente Assad sta colpendo in modo indiscriminato il quartiere Jobar di Damasco, mettendo fra l’altro a rischio la “sinagoga del profeta Elia”, considerata una delle più antiche sinagoghe del mondo. Kanaan ha invocato un intervento dell’Unesco.
9 aprile 2014 – Il ministro dell’economia israeliano Naftali Bennett ha replicato alle dichiarazioni del Segretario di stato Usa John Kerry il quale martedì, alla Commissione esteri del Senato, ha detto che.,quando si era quasi arrivati a una soluzione sul quarto gruppo di scarcerazioni “sono state approvate 700 unità abitative a Gerusalemme e puff, i colloqui hanno cominciato a vacillare”. “Per anni c’è stato il tentativo di impedirci di vivere a Gerusalemme con i boom e le esplosioni, ma non è successo – ha detto Bennett – Costruire a Gerusalemme non è un puff né un boom, è sionismo. E Israele non chiederà mai scusa per questo”. In serata, il portavoce del Dipartimento di stato, Jen Psaki, ha cercato di chiarire dicendo che per Kerry “entrambe le parti hanno adottato misure che non aiutano”.
9 aprile 2014 – Il Segretario di stato Usa John Kerry ha detto martedì che l’Autorità Palestinese deve riconoscere Israele come patria del popolo ebraico, ma che ciò “non accadrà” in questa fase dei negoziati. “Il governo degli Stati Uniti e il presidente – ha detto Kerry alla Commissione esteri del Senato – sono d’accordo che Israele sia definito stato ebraico, e riteniamo che ciò debba accadere. Ma quando e come, deve essere parte dei negoziati. E non accadrà all’inizio”.
9 aprile 2014 – Nuovo incontro, martedì mattina, fra negoziatori israeliani e palestinesi con la mediazione Usa, ma nessun segnale di una svolta negli sforzi per salvare le trattative. Un rappresentante israeliano ha detto che “l’atmosfera era fattiva” e che “le parti hanno convenuto di incontrarsi nuovamente per cercare di trovare una soluzione alla crisi”.
9 aprile 2014 – Solo il 7% degli ebrei israeliani ritiene probabile che il Segretario di stato Usa John Kerry riesca ad arrivare nei prossimi mesi a un accordo tra Israele e palestinesi, stando al sondaggio Peace Index promosso da Israel Democracy Institute e Università di Tel Aviv. La rilevazione è stata fatta all’inizio della scorsa settimana, prima che il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) si rivolgesse unilateralmente alle istituzioni internazionali, tra recriminazioni reciproche di violazione dell’intesa alla base di questo round di negoziati.
9 aprile 2014 – Intervistato dalla tv Al Arabiya, il neo primo ministro libanese Tammam Salam si è impegnato ad adoperarsi per disarmare Hezbollah, affermando che “una milizia armata che agisce in nome della resistenza” non ha posto in un Libano sovrano. Salam ha anche definito “inappropriato” il coinvolgimento militare della milizia libanese Hezbollah nella guerra civile siriana.
9 aprile 2014 – L’Autorità Palestinese è un interlocutore negoziale che vuole solo ricevere e non dare nulla in cambio, ha detto martedì il ministro della difesa israeliano Moshe Ya’alon durante una visita nel nord di Israele. Negli ultimi mesi, ha aggiunto, l’Autorità Palestinese ha ribadito che non è disposta a discutere il riconoscimento dello stato ebraico né a rinunciare al cosiddetto diritto al ritorno. “Non sono una Cassandra, sono semplicemente realista – ha spiegato Ya’alon – Purtroppo su questo tema mi ritrovo sempre a dire: l’avevo detto. Magari non fosse così. Ogni volta i palestinesi scappano dal negoziato e cercare di dare la colpa a noi”.
9 aprile 2014 – Siria. Il ministro dell’informazione siriano Omran Zoabi, citato martedì dal quotidiano panarabo Al-Hayat, ha dichiarato che il governo siriano non ha alcuna intenzione di rimandare le elezioni presidenziali previste per luglio. I paesi che sostengono l’opposizione siriana hanno definito le elezioni una “parodia della democrazia” che distruggerebbe gli sforzi per pacificare il paese. Negli ultimi mesi le forze di Assad hanno consolidato le loro posizioni intorno alla capitale Damasco e sul confine con il Libano, garantendo il controllo del governo sul centro del paese.
9 aprile 2014 – Accusando i palestinesi d’aver violato i termini dei colloqui di pace mediati dagli Usa, il ministro degli esteri israeliano Avigdor Lieberman ha ribadito martedì a Israel Radio che il quarto gruppo di scarcerazioni di terroristi palestinesi non avrà luogo fino a quando i palestinesi perseguiranno il tentativo unilaterale di aderire alle agenzie Onu come stato indipendente (senza essere arrivati a un accordo con Israele). Secondo i termini dell’intesa che otto mesi fa ha permesso la ripresa di negoziati diretti, Israele doveva scarcerare 104 detenuti palestinesi in quattro tranche, mentre i palestinesi si erano impegnati a sospendere la campagna per il riconoscimento unilaterale dello “stato di Palestina” presso le agenzie Onu per tutta la durata delle trattative. Lieberman ha detto che Israele è pronto a tornare al tavolo dei negoziati con l’Autorità Palestinese a condizione che Ramallah revochi le domande di adesione firmate da Abu Mazen perché, ha detto, essere a favore dei negoziati non significa “lasciarsi fare fessi”.
9 aprile 2014 – Violenti tafferugli martedì fra estremisti israeliani e forze di polizia giunte a Yitzhar (Cisgiordania settentrionale) per demolire alcune strutture illegali. Gli estremisti hanno lanciato pietre contro la polizia, distrutto e dato fuoco a una postazione della sicurezza. Due agenti feriti, quattro contusi.
(Fonte:Israele.net)
#2Emanuel Baroz
Mo: palestinesi, adesione a trattati e’ irreversibile
Shtayyeh, segna cambiamento da parte nostra in processo pace
(ANSAmed) – RAMALLAH, 7 APR – L’adesione ad agenzie Onu e ai trattati ”e’ un fatto irreversibile”: ”un cambio di paradigma” da parte palestinese nei colloqui per la pace. Lo ha detto oggi Mohammed Shtayyeh del comitato centrale di Fatah (partito del presidente palestinese Abu Mazen) confermando che i negoziatori delle parti torneranno ad incontrarsi oggi a Gerusalemme. Shtayeeh ha respinto l’accusa israeliana di ”mosse unilaterali”: al contrario – ha affermato – e’ Israele ad avere assunto azioni ”unilaterali”.
Tra queste il dirigente di Fatah ha citato la mancata liberazione da parte di Israele dei prigionieri palestinesi in carcere.
I palestinesi – ha aggiunto in una conferenza stampa – tengono sempre ”la porta aperta per ogni serio negoziato.
http://www.ansa.it/ansamed/it/notizie/rubriche/politica/2014/04/07/mo-palestinesi-adesione-a-trattati-e-irreversibile_ea894370-abce-4ce3-ac67-d53935a4e4e5.html