La Via crucis alla palestinese
A Motta di Livenza (Treviso) è andata in scena una curiosa Via crucis che ha scatenato le ire di molti cattolici. La processione religiosa che ricorda il calvario di Gesù si è trasformata in una protesta «politica» dedicata ai disagi del popolo palestinese per il muro (la barriera di separazione…) che separa Israele e la Palestina.
L’iniziativa lanciata da un militante di sinistra è stata raccolta dal parroco don Vttorino. Le stazioni sono state soltanto otto anziché le tradizionali 14, intervallate da canti e testimonianze di persone che sono state in Palestina (chissà dove sarà questo posto…), con tanto di immagini proiettate su un telone (ricordiamo come l’intromissione della propaganda palestinese in alcune simbologie cattoliche in Italia non è purtroppo una novità).
Invano alcuni parrocchiani hanno tentato di far cambiare idea al parroco invocando invece un dibattito pubblico («E un’iniziativa politica filopalestinese, grottescamente l’ebreo Gesù Cristo verrà usato contro gli ebrei di oggi») ma nonostante un vorticoso giro di email e telefonate l’unico «successo» ottenuto dai parrocchiani più «ortodossi» è stato quello di coinvolgere con una riflessione il vescovo cattolico di Nazareth, originario di quelle zone. E la polemica impazza.
(Fonte: Il Giornale, 12 Aprile 2014, pag. 12)