BDS contro tutti
Come il celebre “Pierino”, il BDS ne combina un’altra delle sue. Già, il movimento che dovrebbe aggiungere una “I” al suo acronimo, – vista l’ossessione esclusiva nel B-oicottare, D-isinvestire e S-anzionare solo I-sraele – nella sua “furia boicottatrice” finisce per attaccar briga con i palestinesi stessi. Da oggi in poi infatti è rottura con l’ANP, che ufficialmente considera il movimento come una minaccia per la Palestina.
Ma come è potuta succedere una tale enormità? Ma non ci avevano sempre raccontato che il boicottaggio d’Israele fosse sostenuto proprio dall’Autorità palestinese? E i suoi seguaci non ci raccontano da sempre che i palestinesi sono tutti compatti a favore del boicottaggio e della delegittimazione di Israele? Sbagliato. Del resto qualcuno se n’era già accorto quando durante il funerale di Nelson Mandela, Mahmoud Abbas, presidente dell’Autorità palestinese -probabilmente frastornato per la morte del grande leader sudafricano – si lasciò sfuggire: “No, noi non sosteniamo il boicottaggio di Israele”. Insomma, le avvisaglie c’erano, così mentre nei campus universitari di Stati Uniti, Canada e mezza Europa gli attivisti del BDS erano salutati come “eroi che lottano per i diritti dei palestinesi”, a Ramallah – ironia della sorte – gli attivisti appartenenti al boicottaggio antiIsraeliano erano visti di cattivo occhio. E addirittura – pare – visti dai funzionari dell’Autorità palestinese come sobillatori. E’ vero che in passato alcuni attivisti BDS a Ramallah erano riusciti a prevenire anche una serie di incontri programmati tra israeliani e palestinesi a Ramallah e Gerusalemme est. Ed era altrettanto vero che l’Autorità palestinese cominciasse a preoccuparsi di come il BDS stava danneggiando le relazioni dei palestinesi con altri paesi.
Ma ecco la notizia: questa settimana, per la prima volta, quattro attivisti di spicco del movimento BDS sono finiti sotto processo davanti a un tribunale dell’Autorità Palestinese per aver “provocato disordini e violazione della quiete pubblica”, cercando di sabotare l’esibizione di una compagnia di danza indiana a Ramallah. I quattro uomini, Zeid Shuaibi, Abdel Jawad Hamayel, Fadi Quran e Fajr Harb, sono stati arrestati dalle forze di sicurezza dell’ANP dopo aver protestato contro gli esecutori perché si erano anche esibiti a Tel Aviv. I manifestanti hanno lanciato l’accusa folle ai danzatori indiani di violare la loro campagna per il boicottaggio di Israele, sostenendo che promuovessero una forma di “normalizzazione” con Israele. L’incidente ha messo in serio imbarazzo la leadership dell’Autorità Palestinese e ha portato quindi alla definitiva decisione di perseguire i quattro attivisti BDS.
Certo, la decisione ha subito sollevato condanne dai movimenti che compongono la galassia anti-Israele. Omar Barghouti, uno dei leader del movimento BDS, ha detto che l’ANP dovrebbe essere messa sotto processo per aver portato i quattro uomini in tribunale. Poi Amnesty International ha anche criticato l’Autorità palestinese e ha chiesto di far cadere le accuse contro i quattro attivisti. Nulla è dato sapere però di cosa pensi Amnesty International dei boicottaggi illegali contro Israele. In effetti Abbas e l’Autorità palestinese hanno buone ragioni per opporsi al movimento BDS. I sostenitori del BDS sono contrari ai contatti della dirigenza PA con gli israeliani e hanno spesso denunciato Abbas per lo svolgimento di colloqui di pace e coordinamento della sicurezza con Israele. Quindi l’Autorità palestinese è giunta definitivamente alla conclusione che gli attivisti BDS sono estremisti avversi alla pace il cui obiettivo è solo quello di impedire qualsiasi soluzione tra Israele e i palestinesi. La decisione di perseguire i quattro attivisti di Ramallah mira inoltre ad inviare un messaggio ai sostenitori BDS a livello mondiale e metterli in guardia sui veri interessi del movimento, promotore di odio e fanatismo.
E in Italia che succede? Ti pare che la comunità boicottatrice-de-noantri potesse incassare e stare con le mani in mano? Piuttosto si sono prodotti nella scrittura di un comunicato all’Ambasciatrice di Palestina (sic) in Italia in cui descrivono il loro “shock”. Ben gli sta. Andassero a difendere gli interessi dei carciofi a Mimongo, ora. Visto che in Palestina (pare) non sono più ospiti graditi.